Monday, February 26, 2007

L' Infiltrato: Dove? Come? Quando? ma soprattutto Perchè?

La rapina perfetta: entrare, uscire, senza vittime, senza perdite, giocando d'anticipo per evitare qualsiasi ostacolo o imprevisto. Oggetto della rapine, in questo caso, è la Manhattan Trust Bank di Wall Street. Quattro uomini vestiti da imbianchini entrano come se nulla fosse e prima che le guardie stesse possano rendersene conto, si barricano all'interno, mettono fuori uso le telecamere e prendono la cinquantina di persone all'interno come ostaggi. Ad occuparsi della faccenda vengono chiamati i detective Frazier ed il collega Mitchell, esperti nella negoziazione ostaggi. Questa è un'ottima occasione per il detective Frazier per scrollarsi di dosso il peso di un'inchiesta della disciplinare (140.000 dollari di uno spacciatore misteriosamente "spariti") e puntare ad una promozione che aspetta da tanto tempo. Frazier non è uno alle prime armi e subito si accorge che dietro le richieste "classiche" fatte dai rapinatori, si nasconde la volontà di sviare l'attenzione delle forze dell'ordine e di portare a compimento un piano perfettamente studiato. A questo si aggiunge una spregiudicata agente immobiliare intenzionata a recuperare il contenuto di una cassetta di sicurezza per conto del presidente, nonché fondatore, della banca. Inside Man è in giro già da diverso tempo ed io, per svariati motivi che non starò qui ad elencarvi, riesco a vederlo solamente ora. Considerate le tiepide emozioni che mi ha suscitato, non credo di essermi perso molto. Innanzitutto questo è un film che può con tutta tranquillità essere inserito nella categoria thriller/poliziesco. Alla regia trovi uno che non ti aspetti in un film del genere: Spike Lee. Abituato a vederlo in ben altre situazioni, sono rimasto comunque colpito dall'abilità dimostrata nel gestire un film di questo tipo. Magari è la sua amata New York ad ispirarlo e se pur sotto una luce differente, è la stessa città ferita che ci raccontò nel 2002 con La 25^ Ora (cartelloni con scritte a caratteri cubitali "WE WILL NEVER FORGET", la diffidenza ormai radicata contro i medio orientali). La vera sorpresa arriva dallo sceneggiatore Russel Gerwitz, qui al suo esordio, che scrive l'intricata vicenda alla perfezione: l' intreccio si dipana lentamente, lanciando brevi ma significativi indizi attraverso dei falshforward (gli interrogatori post-rapina), mostrando come la soluzione si nasconda anche nelle sequenze più insignificanti e come anche il titolo stesso nasconda un duplice significato. Insomma, potete capire come io sia combattuto nel giudicare una pellicola che mostra dei lati veramente pregevoli (come quelli poco sopra esposti), ma che non riescono, almeno per quanto mi riguarda, ad elevare Inside Man al di sopra di altri film dello stesso tipo o dalla stessa struttura. Il mio consiglio infine, cosi chiudo e vi lascio in pace, è di dedicargli perlomeno una visione. Di sicuro, male non vi farà.

1 comment:

Weltall said...

Eh eh eh as I said before, we always learn something
He's a great musicians anyway
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