Monday, February 28, 2011

Fantasmi, labirinti e 3D

Il momento d'oro per l' horror giapponese è probabilmente passato e solo una manciata di registi è riuscito ad imporsi, a suo tempo, con titoli davvero significativi: gente come Takashi Shimitzu (Ju-On), Hideo Nakata (Ringu e Dark Water), Kyoshi Kurosawa (Kairo) e anche Takashi Miike (The Call). E' proprio uno di loro a provare a rinverdire i fasti del genere rimanendo ancorato ai canovacci del genere (fantasmi in cerca di vendetta) sfruttando le più nuove tecnologie di ripresa 3D. Ispirandosi ad una famosissima attrazione del parco divertimenti Fuji-Q, Takashi Shimizu realizza The Shock Labyrinth: Extreme, storia di traumi rimossi che ha come protagonisti un gruppo di amici d' infanzia costretti, dopo l'improvviso apparire di una loro coetanea scomparsa dieci anni prima, a far riemergere dalla loro memoria dolorosi ricordi. Nonostante una struttura narrativa "labirintica" che costringe lo spettatore ad un immersione totale per venirne a capo, il film si dimostra un po' troppo debole in questo reparto ed il cast di giovani attori non aiuta di certo a creare il giusto feeling tra spettatori e personaggi considerata la bassissima qualità delle interpretazioni (che il doppiaggio ha probabilmente peggiorato). Meno spaventoso del suo capolavoro Ju-On (e seguito), meno inquietante e profondo di Marebito, cosa resta di questo The Shock Labyrinth: Extreme? Certamente l' esperienza registica di Shimizu che anche qui dimostra le sue capacità riuscendo a sfruttare in maniera convincente anche il 3D stereoscopico: se infatti il regista giapponese è da sempre maestro nello sfruttare le inquadrature per rendere le ambientazioni parte integrante nel meccanismo di paura e inquietudine dei suoi film, il 3D riesce ad infondere ad ogni immagine una sorprendente profondità (si, anche ad un corridoio buio). Forse è un po' poco per rosicchiare una sufficienza ma di certo quello di Shimizu è un esempio perfetto di quello che il 3D può offrire alla settima arte, un uso in funzione del film e non solo uno specchietto per le allodole da sbandierare in locandina.

Sunday, February 27, 2011

Lyric of the Week + Video / JOAN AS A POLICE WOMAN - THE MAGIC

Si ringrazia Ivanov per il consiglio


I don’t want to tell you what you already know
This is me you that you’re talking to
and anything I say, I have said before
When will it be enough?

There’s something, and my mind shifts, and in my eye
I slip on my ears
And I find I am face to face with none other than me,
I’ve got the mirror up against the marquee.

And all it reads is, I am fine, I am divine,
But there is a wild side going on behind the sign.

I’m looking for the magic
I’m feeling for the right way out of mind
Looking for the alchemy to release me from my maze.
I am makin myself

I’m lookin’ for the magic
I’m lookin’ for the magic
I’m lookin’ for the magic

Now I do not wanna come off like I am
I’m loosing my head
But the shadow inside of me
is begging for direction to illicit city.
Ooooh illicit city.

I wanna do better than to fight this life ‘cause it is a dream
I wonder if the wild animals livin’ in me
Well will they ever find freedom.

All I fear is what I fear, am I a Leviathan?
I feel the risin of the cove, my ocean opens

I’m looking for the magic
I’m feeling for the right way out of mind
Looking for the alchemy to release me from my maze.
I am makin myself.

I’m looking for the magic
I’m feeling for the right way out of mind
Looking for the alchemy to release me from my maze.
I am makin myself.

I’m lookin’ for the magic
I’m lookin’ for the magic
I’m lookin’ for the magic

I wanna be bad,
I wanna be bad
My shadow must find a window
in the wall.

I’m looking for the magic
I’m Feeling for the right way out of mind
Looking for the alchemy to release me from my maze.
I am makin myself

I’m looking for the magic
I’m feeling for the right way out of mind
Looking for the alchemy to release me from my maze.
I am makin myself

I’m lookin’ for the magic
I’m lookin’ for the magic
I’m lookin’ for the magic

Thursday, February 24, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.19 "Drawing for peace"


Ecco il nuovo frame!!!


Soluzione: CONFESSIONS OF A DANGEROUS MIND
Vincitore: Tob

Classifica:
Grace - pt. 17
kusanagi - pt. 6
Beld - pt. 5
Tob - pt. 5
Falketta - pt. 3
Moka - pt. 3
curiositizen - pt. 2
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

E terzo frame:

Wednesday, February 23, 2011

" I'd be lost without the weight of you two on my back."

Winter's Bone di Debra Granik è un film che fa paura ma non è un horror, anche se in certi momenti lo sembra. La paura nasce nel momento prociso in cui ci si rende conto che la pellicola spalanca una porta che si affaccia su di una realtà che sembra non appartenerci solo perchè, facendo finta di non vederla, pretendiamo che non ci sia. Un mondo a parte che trovi nelle provincie più remote di un America lontana dall' immaginario comune, quello delle grandi metropoli, un mondo che vive secondo regole sue, dove portare un distintivo non significa rappresentare la legge, dove l'omertà è la regola comune, dove si diventa adulti troppo presto per necessità di sopravvivenza. La macchina da presa della Granik si muove costantemente sotto un cielo plumbeo, tra case che assomigliano a baracche, tra donne che hanno perduto da tempo la loro femminilità e sembrano più vecchie di quello che sono, tra uomini dai volti segnati e la barba incolta che non hanno parole da sprecare. E poi c'è Ree Dolly, 17 anni e sulle spalle una madre mentalmente instabile e due fratellini più piccoli, che cerca disperatamente di non perdere la casa dove vivono dopo che il padre, da settimane irrintracciabile, l'ha usata come garanzia sulla cauzione per uscire di prigione. Su di lei, ma non per sua colpa, si riversa la brutalità (fisica, ma non solo) di cui è capace una piccola comunità così isolata, che la regista fa emergere pur non ostentantodola in maniera gratuita. Lascia senza parole l' interpretazione della giovane Jennifer Lawrence dalla quale traspare sia la fragilità di un' adolescente che la scorza di coraggio, orgoglio e forza di una donna matura.

Tuesday, February 22, 2011

"You must pay for everything in this world, one way and another"

Il Grinta dei fratelli Coen non è soltanto il remake dell' omonimo film del 1969. I fratelli del Minnesota arrivano al western con delle idee ben precise sulla rappresentazione del genere, idee che prendono corpo soprattutto nel personaggio di Jeff Bridges, quel Rooster Cogburn che valse a John Wayne l 'Oscar. Alla seconda collaborazione con i Coen dopo Il Grande Lebowsky, Bridges ci regala un' altra enorme interpretazione con una figura bilanciata tra la leggenda e la cruda realtà, una voce impastata che sbraita dietro le assi di una latrina e una sagoma imponente nascosta nel controluce di un' aula di tribunale. Rooster "Il Grinta" Cogburn, criminale passato dalla parte delle Legge, vecchio ubriacone sovrappeso ed orbo, rappresenta ai nostri occhi e a quelli della giovane Mattie Ross (una bravissima Hailee Steinfeld) la fine di un' era, il mito già appannato del west che si appresta a scomparire mentre si diventa adulti guardando il mondo per quello che realmente è, non solo eroi con la stella sul petto, ma morte e ferite che rimangono. E' qui che il western dei Coen prende decisamente le distanze da quello di Hanry Hathaway, rimanendo sempre riconoscibile e personale (l' improvvisa "deflagrazione" di violenza nel capanno) nonostante ne ricalchi dialoghi e passaggi narrativi, procedendo ad una demolizione delle figure chiave del genere che si concretizza in un finale dove della leggende rimane una fama opaca, buona per fenomeni da circo, mentre gli uomini dietro la leggenda, loro si che vengono ricordati.

Monday, February 21, 2011

"The only person standing in your way is you"

Sfuggevole come pochi, il cinema di Aronofsky fa questa volta uno scarto di lato, passando dal mondo del wrestling a quello del balletto classico, apparentemente distanti anni luce ma che in realtà trovano alcuni punti di contatto che ne permettono qualche (grossolano e forzato, se vogliamo) parallelo: entrambe le "discipline" infatti si basano su performance costruite attraverso continui allenamenti, coreografie che hanno come fine ultimo la rappresentazione di uno spettacolo. Ma è sui personaggi protagonisti che gli accostamenti si fanno più forti, soprattutto nella maniera in cui Aronofsky li dipinge, vittime di un ossessione che conduce inevitabilmente all’ autodistruzione: il Randy “The Ram” di Mikey Rourke è un uomo ossessionato dal proprio passato tanto da non essere riuscito ad andare avanti una volta che la sua carriera ha iniziato la fase di declino. Nina invece, interpretata da una incredibilmente brava Natalie Portman, appena diventata prima ballerina di un importante teatro newyorkese, è ossessionata dal proprio futuro messo a repentaglio da una ragazza più giovane che potrebbe sottrargli il ruolo più importante della sua carriera. Rispetto a The Wrestler però, Black Swan segue un percorso diverso spingendosi fin dentro i territori dell' horror nel ritrarre il mondo della danza classica nella sua essenza più spietata facendosi sempre più angosciante ed inquietante man mano che si sviluppa quella che è la tematica portante della pellicola, il “doppio”: la necessità della protagonista di interpretare sia il Cigno Bianco che quello Nero, nella rappresentazione de Il Lago dei Cigni, la costringono a tirare fuori una parte di se da sempre tenuta soffocata, un concentrato di desideri ed emozioni represse che la spaventano ma allo stesso tempo la attraggono. Quella del “doppio” è anche la tematica sulla quale Aronofsky poggia l’ impianto visivo del film, un gioco di “riflessi” attraverso il quale, superfici specchiate e volti di sconosciuti incontrati per strada, restituiscono, in immagini, quello che si ha più paura di vedere ed accettare. Black Swan è in definitiva un film straordinario denso di emozioni viscerali che vanno dalla sensualità alla paura e che vanta un cast femminile perfetto (bravo anche Vincent Cassel nell' unico ruolo maschile di rilievo), dalla già citata Natalie Portman a Mila Kunis, da Barbara Hershey fino a Winona Ryder.

Sunday, February 20, 2011

Lyric of the Week + Video / RADIOHEAD - LOTUS FLOWER

Dance Thom, please don't stop


I will sneak myself into your pocket
Invisible, do what you want, do what you want
I will sink and I will disappear
I will slip into the groove and cut me up and cut me up

There's an empty space inside my heart
Where the wings take root
So now I'll set you free
I'll set you free
There's an empty space inside my heart
And it won't take root
Tonight I'll set you free
I'll set you free

Slowly we unfurl
As lotus flowers
And all I want is the moon upon a stick
Dancing around the pit
Just to see what it is
I can't kick the habit
Just to feed your fast ballooning head
Listen to your heart

We will sink and be quiet as mice
While the cat is away and do what we want
Do what we want

There's an empty space inside my heart
And now it won't take root
And now I set you free
I set you free

Because all I want is the moon upon a stick
Just to see what it is
Just to see what gives
Take the lotus flowers into my room
Slowly we unfurl
As lotus flowers
All I want is the moon upon a stick
Dance around a pit
The darkness is beneath
I can't kick the habit
Just to feed my fast ballooning head
Listen to your heart

Thursday, February 17, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.18 "One drop of blood"


Arriva il secondo frame:


Soluzione: LADY SNOWBLOOD
Vincitore: curiositizen

Classifica:
Grace - pt. 17
kusanagi - pt. 6
Beld - pt. 5
Falketta - pt. 3
Moka - pt. 3
Tob - pt. 3
curiositizen - pt. 2
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

Terzo ed ultimo frame:

Wednesday, February 16, 2011

BREAKING BAD - SEASON 01 -

TITOLO ORIGINALE: BREAKING BAD
TITOLO ITALIANO: BREAKING BAD
NUMERO EPISODI: 7

-TRAMA-
Walter White, rispettato professore di chimica in un liceo statunitense, scopre, all'età di cinquant'anni, di avere un tumore ai polmoni ad uno stato piuttosto avanzato. Per mettere economicamente al sicuro la propria famiglia decide di usare le proprie conoscenze per produrre meta anfetamina insieme ad un suo ex studente.

-COMMENTO-
Se il "fine" non sempre giustifica i "mezzi" è anche vero che, serialmente parlando, i personaggi che, per raggiungere fini giusti e leciti, utilizzano mezzi che vanno ben oltre il confine di ciò che è considerato legale, sono anche quelli con i quali si empatizza e simpatizza di più. Walter White entra di diritto in questa categoria fin dai primi minuti dell' episodio pilota, dove lo troviamo in fuga, disperato, senza pantaloni e pronto ad un gesto estremo. Esattamente l'opposto dell' uomo dimesso e passivo che ci viene presentato prima che il medico gli diagnostichi il male da cui è afflitto. Ma è anche vero che, dietro quello che sembra l'americano medio, l' uomo comune che noti in mezzo alla strada ma di cui poco dopo ti dimentichi, si nasconde qualcosa, qualcosa che si percepisce anche grazie all' interpretazione di Bryan Cranston, qualcosa che bolle sotto quello strato di pacatezza, qualcosa che cercava solo la giusta valvola di sfogo per venire fuori. Qualcosa che intravediamo in questi sette episodi che compongono la prima stagione così come si intravedono soltanto le potenzialità (grandi) di questa serie e dei personaggi di contorno. Thumbs up per il momento ma giudizio definitivo è sospeso in attesa di vedere al seconda stagione.

-DVD-
Produttore: Sony
Distributore: Sony
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese, Spagnolo Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo
Extra: Commento audio a 2 episodi, La realizzazione della serie, Provini e immagini del casting, Scene eliminate, Galleria fotografica, Dietro le quinte, Interviste
Regione: 2 Italia
Confezione: amaray

Tuesday, February 15, 2011

"I never shot nobody I didn't have to"

Quando un proprietario terriero viene ucciso e derubato da una delle persone che lavoravano per lui, la figlia decide di farsi giustizia assoldando un burbero vice sceriffo, al quale si unisce un giovane Texas Ranger, per dargli la caccia. Niente di più classico per questo Western datato 1969, che una caccia all' uomo per le vaste praterie americane. Niente indiani, se non nominati sporadicamente quando ci si addentra nei loro territori, solo cowboy divisi dai limiti imposti dalla legge anche se le rigide definizioni di "buoni" e "cattivi" valgono solo per il personaggio della giovane Mattie (la ragazza in cerca di giustizia per il padre) e quello di Tom Cheneay (l' assassino). Difficile infatti far rientrare in queste categorie personaggi dalle multiple sfumature come il rapinatore Ned Pepper, interpretato da un giovanissimo Robert Duvall, o il vicesceriffo "Rooster" Cogburn, guercio, ubriacone, sovrappeso, dalla pistola facile, interpretato da un grande John Wayne che si aggiudico un Oscar proprio con questo ruolo. Per quanto datato "Il Grinta" è una visione piacevole ancora oggi: i lfilm ha certamente un buon ritmo anche quando non si spara, ed il merito è certamente da attribuire, oltre ai personaggi già citati, anche ai dialoghi che spesso finiscono in riuscite battute sferzanti. Rimane giusto qualche perplessità sul titolo italiano, tradotto letteralmente in "grinta", mentre l' originale "Tru Grit" si riferisce al coraggio del protagonista, adattato anche nei dialoghi nostrani con un più esatto "fegato"...ma forse alla fine non era un bel titolo per un film.

Monday, February 14, 2011

La fine arriva in tre dimensioni...ma ne bastava anche mezza

Tutto quanto è destinato a finire prima o poi. Le cose belle generalmente finiscono troppo presto mentre le cose brutte si trascinano per più tempo prima di esaurirsi. Giunto, grazie ad un sempre clamorosa risposta di pubblico (soprattutto americano durante il weekend di Halloween), al settimo capitolo, anche per Saw è venuto il momento di accomiatarsi e questa volta per sempre. Game Over. Non ci sono cazzi. Un po' mancherà questo appuntamento annuale che ha visto evolversi, capitolo dopo capitolo, il giudizio di chi scrive su questa saga horror dalle tinte decisamente splatter: si è passati dall' indifferenza sul primo film al risveglio dell' interesse per il secondo. Il rifiuto con il terzo film fino alla noia del quarto. Dal quinto in poi si è seguito giusto per il gusto di vedere che diavolo di trappole elaborate si sarebbero tirati fuori dalla zucca gli sceneggiatori anche perché, la storia alla base di tutto, ha mantenuto un senso (quasi) logico fino al terzo capitolo andando poi a sovrasciversi e ad accumulare linee temporali di decine di personaggi fino a diventare, non solo incomprensibile, ma francamente ridicola. Saw VII (o 3D) non si discosta tanto dai precedenti, mantenendosi cioè a livelli molto bassi e, per tirare le somme prima di chiudere baracca, gli sceneggiatori sono andati a ripescare elementi dal primissimo film imbastendo una trama intricata che si risolve in un finale con il solito montaggio che salta fra i vari piani del racconto. Se di regia è inutile parlare, visto che Kevin Greutert si trova qui a svolgere in maniera svogliata un compitino assegnatoli per contratto, è giusto notare come, in maniera inversamente proporzionale all' abbassarsi delle qualità tecniche del film, sono aumentate le attenzioni e l'impegno nell' aspetto più truculento, quello delle trappole che, a parte quella che vede coinvolto il cantante dei Linking Park, appaiono anche loro decisamente sottotono. "Ma possibile che non abbiano pensato a niente per chiudere col botto?" vi starete chiedendo. Certo che ci hanno pensato e si sono risposti "il 3D!". Solo che io l'ho visto in semplice 2D anche se non credo che il risultato sarebbe stato diverso. Bè pazienza, non rimane che salutarci: addio Jigsaw, a te e a tutti i piani cervellotici che hai imbastito. E pensare che hai fatto tutto questo con un cancro al cervello. Non oso immaginare che avresti fatto se soffrivi di emorroidi.

Sunday, February 13, 2011

Lyric of the Week + Video / LONELY ISLAND - THE CREEP


When you’re out at a club and you see a fly girl
Do the creep (haaaa)
Do the creep (haaaa)
And if you wanna make friends at the ATM
Do the creep (haaaa)
And do the creep (haaaa)

Well we got a new dance, so get up on your feet
It’s real easy to do and it’s called the creep
Let your hands flop round like a marionette
Pop your knees up and down sh-sh-shakin’ your neck
Now pull your waistband up like you expecting a flood
And stick your hair down flat like it was covered in mud
Trim up your pencil mustache and pop them peepers
Put this in your speakers, you a certified creeper

When you see a country peach laying out at the beach
Do the creep (haaaa)
And do the creep (haaaa)
And when a fine PYT walks in front of your tree
Do the creep (haaaa)
And do the creep (haaaa)

I was six years old when I started creeping
My parents took it to their room and I started peeping
Can you imagine their surprise when they lifted their heads
And saw my little ass creeping at the foot of the bed

And they knew I was a creep since the day I was born
Get popping out of momma like some kettle corn
And the doctor saw my head and he starting freaking
Cause I came clean and I came out creeping

[Nicki Minaj]
When I was a girl, I creeped in the boys locker room
Hide deep inside, it was my little creep stalker room
As they dis-robed I was oogling and oggling
Little did they know that for me they was modelling
And I would laugh ha ha ha ha ha haha
And they would dance la la la la lalala-laaa
So pop pop pop your peepers and turn out your sneakers
Don’t sleep, come and get ya creep on with me

Go get ya sweating off ya bride at her wedding
do the creep (haaaa)
And do the creep (haaaa)

[Nicki Minaj]
But when you sneek into a wake and you see a beefcake
Do the creep (haaaa)
And do the creep (haaa)

When the judge is a hottie and you can’t control ya body
Do the creep (haaaa)
And do the creep (haaa)

[Nicki Minaj]
So get ya knees flexin’ and your arms T-rexin’
Do the creep (haaaa)
And do the creep (haaa)

[John Waters]
And don’t forget to smile.

Thursday, February 10, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.17 "Innocent smile?"


Soluzione: MILK
Vincitore: Grace

Classifica:
Grace - pt. 17
kusanagi - pt. 6
Beld - pt. 5
Falketta - pt. 3
Moka - pt. 3
Tob - pt. 3
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

Frames:


Monday, February 07, 2011

INCEPTION - LIMITED BRIEFCASE EDITION - (R2 / B - UK)

Che Inception sia uno dei film più importanti della stagione 2010/2011 credo sia un dato di fatto sul quale c'è poco da discutere. Nonostante gli ottimi incassi ottenuti anche nel nostro Paese la Warner Italia ha pensato bene di rimanere indietro a tutti (come già successo con Blade Runner, ad esempio) e di pubblicare il film di Christopher Nolan in DVD e Bluray escludendo per il momento l' edizione limitata che vi vado a breve ad illustrare, già disponibile in Inghilterra, Francia e Germania (in questi due ultimi Paesi anche con la traccia audio italiana). Insomma, se si ha voglia di bypassare scelte commerciali francamente incomprensibili, le possibilità ci sono. Play.com, al prezzo di €. 34,99, offre forse l' edizione più abbordabile, a patto che non disturbi la mancanza dell' audio e dei sottotitoli italiani. Per il resto, sia DVD che Bluray rispettano i parametri fondamentali di entrambi i formati e la totale mancanza di extra del supporto argentato e compensato dal secondo disco Blu presente nella confezione "triple-play" (DVD + Bluray + copia digitale). Il resto della "gadgettistica" da maniaci è racchiusa in un pregevole cofanetto a forma di valigetta, certamente robusta ma soggetta a facili graffi, e con il logo del film inciso nella parte superiore. Un pezzo immancabile per tutti i collezionisti.

Caratteristiche Generali e Tecniche:
Produttore: Warner Home Video
Distributore: Warner Home Video
Video: DVD - 2.40:1 anamorfico; Bluray - 2.40:1 anamorfico 1080p
Audio: DVD - Inglese, Ungherese, Polacco Dolby Digital 5.1, Inglese Audio Descrittivo; Bluray - Ingese DTS HD, Inglese Audio Descrittivo, Spagnolo Dolby Digital 5.1;
Sottotitoli: DVD - Inglese non udenti, Arabo, Russo, Ebraico, Ungherese, Polacco, Portoghese, Rumeno; Bluray - Inglese non udenti, Spagnolo, Danese, Finlandese, Islandese, Norveggese, Svedese;
Extra: DVD - no extra; Bluray - Disc1 - Extraction Mode (accesso a 14 dietro le quinte durante la visione del film), Jump right to the Action (accesso diretto ai 14 dietro le quinte), Contenuti BDLive; Bluray - Disc2 - Behind The Story (featurette "Dreams: Cinema of the Subconscious", prologo a fumetti animato "Inception: The Cobol Job"), Accesso a 10 brani della colonna sonora in Dolby Digital 5.1, Galleria di disegni concettuali e promozionali; Trailers e TV Spot
Regione / Zona: 2 / B UK
Confezione: cofanetto "valigetta in alluminio"

Contenuti Cofanetto:
1 DVD film
1 Bluray film
1 Bluray extra
1 Trottola totem
1 Manuale istruzioni "macchina dei sogni"
5 Cartoline











Sunday, February 06, 2011

Lyric of the Week + Video / FLEET FOXES - MYKONOS

Due Date: non è solo divertente! Ha anche una bella colonna sonora ^^


The door slammed loud and rose up a cloud of dust on us
Footsteps follow, down through the hollow sound, torn up.

And you will go to Mykonos
With a vision of a gentle coast
And a sun to maybe dissipate
Shadows of the mess you made

How did animals in the snow tipped pines, I find
Hatching from the seed of your thin mind, all night?

And you will go to Mykonos
With a vision of a gentle coast
And a sun to maybe dissipate
Shadows of the mess you made

Brother you don't need to turn me away
I was waiting down at the ancient gate

You go
Wherever you go today
You go today

I remember how they took you down
As the winter turned the meadow brown

You go
Wherever you go today
You go today

When a-walking brother don't you forget
It ain't often that you'll ever find a friend

You go
Wherever you go today
You go today

You go
Wherever you go today
You go today

You go
Wherever you go today
You go today

Thursday, February 03, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.16 "That light at the end of the tunnel"


Soluzione: STALKER
Vincitore: Grace

Classifica:
Grace - pt. 14
kusanagi - pt. 6
Beld - pt. 5
Falketta - pt. 3
Moka - pt. 3
Tob - pt. 3
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

Gli altri due frame:


Wednesday, February 02, 2011

"They can hear you. Smell you. They see you."

Se è vero che a volte le apparenze ingannano, questo vale di certo per Predators, ennesimo tentativo hollywoodiano di reboot, ad opera del talentuoso Nimrod Antal e prodotto da Robert Rodriguez. Il film comincia infatti nel migliore dei modi facendoci precipitare senza preamboli nella storia, proprio come il protagonista, in caduta libera verso una giungla sconosciuta dove lotterà insieme ad altri "prescelti" per la propria sopravvivenza. Ottima anche l' idea, pur trattandosi di un nuovo inizio per il brand "Predator", di non cancellare quanto fatto in passato e ricominciare da capo, ma riportare alla memoria il primo grande film con Arnold Swarzenegger raccontare gli eventi ad uno dei personaggi. Questo Predators inoltre, ed il plurale non è messo li a caso, ribalta in qualche modo quanto visto nel film dell' inossidabile John McTiernan facendo si che siano gli uomini questa volta a giocare a "preda e cacciatore" in un mondo alieno, creando così un avvincente senso di smarrimento. Ora, dov'è che il film inizia a mostrare tutte le sue debolezze? I problemi cominciano a saltare fuori quando ci si rende conto che Pretadors cerca di creare quel complesso di elementi che facevano funzionare alla grande il film di McTiernan, ma che qui proprio vanno a cominciare da un cast sicuramente vario ma con il quale non si crea mai quel feeling come accadeva in maniera naturale con Swarzy o con Carl Weathers, e forse parte della colpa sta nell' aver affidato il ruolo di protagonista ad un Adrien Brody che recita le sue battute, rigorosamente frasi ad effetto, come uno stitico cronico. L' ambientazione poi fa sempre il suo effetto ma, con Antal al timone della regia, ci si aspettava qualcosa di più e non basta certo la bella scena del duello all' arma bianca tra lo yakuza e il Predator per non etichettare questo come il classico film su commissione. Ma oltre questo, e tralasciamo il fatto che si perde interesse per le vicende dopo i primi 20 minuti, questo reboot sa già di film vecchio ed è difficile anche considerarlo un semplice omaggio perchè dal finale è evidente che si tratti di un progetto a lungo termine. E poi non si capisce perchè questi Predators sembrano oggi ancora di più dei pupazzoni rispetto a vent'anni fa. Ma quella potrebbe anche essere colpa di Alien vs. Predator.

Tuesday, February 01, 2011

"Holy Moses, it's like I'm traveling with a child! "

Il sorprendente The Hangover (Una Notte da Leoni) aveva fatto ben sperare nel nome del regista Todd Phillips come di un nome da tenere in attenta considerazione per il futuro della commedia americana. Questo tipo di considerazioni però rischia di creare aspettative che inevitabilmente conducono ad atteggiamenti critici più severi verso le opere successive. Sara per questo che "Parto col Folle" (orribile adattamento italiano dell' originale Due Date) è stato accolto in maniera generalmente freddina? Può essere, ma bisogna anche dire che il nuovo film di Phillips parte svantaggiato rispetto al precedente che poteva contare su di un efficacissimo ed originale espediente narrativo dal quale si sviluppavano le spesso esilaranti disavventure dei tre protagonisti. Parto col Folle si presenta fin da subito come una commedia più "classica", un buddy movie on the road dove due individui totalmente incompatibili, un futuro padre che cerca di raggiungere in tempo la moglie partoriente e un aspirante attore di serie tv, si ritrovano a dover affrontare insieme un viaggio coast to coast attraverso gli Stati Uniti. Inutile dire che tutto si muove su di un copione abbastanza prevedibile, composto da situazioni tragicomiche che scandiscono a tappe il viaggio dei due protagonisti e che li condurranno a destinazione più vicini ed uniti di quanto non lo fossero in partenza. Eppure, nonostante possa apparire come qualcosa tipo "niente di nuovo sotto il sole", Parto col Folle è un film riuscito e assolutamente divertente, pervaso da una comicità mai grossolana o situazioni troppo sopra le righe (a parte forse il momento "visionario" sotto effetto marijuana). Come in The Hangover poi, Phillips sembra molto interessato a raccontare un certo tipo di personaggi, uomini ultra trentenni giunti ad un momento cruciale della propria vita: in questo caso i due protagonisti sono interpretati da una "strana" coppia molto affiatata composta da un particolarmente sobrio Robert Downey Jr. che lascia tutto l' eccentricismo nelle mani del personaggio di un esilarante Zack Galifianakis. Forse era lecito aspettarsi qualche cosa di più, ma visto in che condizioni versa il genere non è neanche il caso di sputare in cielo.