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Wednesday, November 09, 2011

"I'm gonna take the tiger outside for a ride"


Era dall' estate del '98 che Noel Gallagher esprimeva il desiderio di fare un album solista. Si promuoveva Be Here Now in quei mesi, il terzo album degli Oasis, e Liam vedeva in quell' ipotesi la fine del gruppo. Bè, dieci anni più tardi Noel non aveva ancora realizzato quel suo desiderio eppure gli Oasis hanno raggiunto comunque il capolinea. A giudicare dal loro ultimo lavoro, Dig Out Your Soul, letteralmente spaccato in due metà perfettamente distinte, la separazione era solo cosa da formalizzare e che a conti fatti ha portato alla nascita di due entità musicali distinte, i Beady Eye, dei quali ci interessa ben poco, e Noel Gallagher's High Flying Birds. Con la partecipazione di un nutrito numero di musicisti diversi e con l' ottima produzione di David Sardy (che già aveva dato il suo prezioso contributo per Don't Believe the Truth e Dig Out Your Soul), Noel Gallagher mette insieme un disco che trova nella semplicità la sua carta vincente, dove "semplicità" è da tradurre in una ritrovata ispirazione compositiva, sempre presente ma andata leggermente appannandosi a partire dagli anni 2000, unita ad una maggiore consapevolezza e maturità. Non stiamo parlando del disco che riscriverà la storia della musica, nel del disco del secolo, ne del disco dell' anno (forse a livello strettamente soggettivo, forse si) ma probabilmente del disco che ci si aspettava, un lavoro onesto che non taglia i ponti con il passato ma in qualche modo crea una gradevole continuità anche grazie a pezzi come Stop The Clocks e (I Wanna Live in a Dream) in My Record Machine riemerse dalle demo sessions di Heathen Chemistry. Per le novità si aspetta il side project annunciato per il 2012.

Monday, August 31, 2009

There's no need for you to say you're sorry, goodbye I'm going home

Questo in principio doveva essere un post-recensione sull' ultimo disco degli Oasis "Dig Out Your Soul" uscito ormai quasi un anno fa, ma che ho rimandato e rimandato fino a cancellarlo del tutto.
In verità, nelle righe che seguiranno, parlerò del disco ma per analizzare meglio le notizie che si rincorrono da un paio di giorni, l'abbandono di Noel durante gli ultimi concerti del tour e i suoi comunicati ufficiali dove annuncia di aver definitivamente lasciato la band.
Negli anni passati tante volte giornalisti e tabloid si erano divertiti a dare per finita la band di Manchester eppure quella dei giorni scorsi appare come una cosa definitiva. Liam annuncia che gli Oasis continueranno senza Noel ma tutti i fan sanno che gli Oasis sono nati quando Noel si è unito al fratello e agli altri tre membri originali, e finiscono con il suo abbandono, c'è poco da fare.
Sin dal principio, sin da Definitely Maybe, c'era Noel che scriveva tutte le musiche e i testi da una parte e c'erano gli Oasis dall' altra. Due entità distinte che il successo dei primi anni ha contribuito a far credere fossero un tutt'uno. Poi lentamente Noel ha cominciato a scrivere sempre meno pezzi e nei dischi, da Standing on the Shoulder of Giants in poi, sono cominciati a comparire canzoni scritte da Liam e dai due nuovi acquisti, Andy Bell e Gem Archer. Queste due "entità" separate, ritornate miracolosamente coese grazie alla produzione di David Sardy in Don't Believe the Truth, sono, non soltanto percepibili, ma incredibilmente evidenti ascoltando Dig Out Your Soul, disco diviso (neanche a farlo apposta) a metà fra le canzoni sempre più mature scritte da Noel (escludendo I'm Outta Time di Liam) e le altre scritte dal resto della band. Ne risulta che dopo Falling Down (uno dei più bei pezzi di Noel da diversi anni a questa parte) l'ascolto del disco si faccia grosso modo superfluo.
E con in mente questi pensieri che accolgo con un po' di tristezza lo scioglimento (non confermato ma non mi pare ci siano alternative) di quella che mi piace ancora oggi chiamare con affetto "la mia band preferita" e che più di tutte ha fatto da colonna sonora fin dagli ultimi anni della mia adolescenza. Anzi, probabilmente qualche anno fa sarei molto più dispiaciuto di adesso, dove la decisione di Noel mi appare come qualcosa che prima o poi sarebbe dovuto succedere, era solo questione di tempo.
Rimane solo da sperare che, dopo questa pausa riflessiva, Noel torni con qualche nuovo progetto solista, cosa che da queste parti sarebbe molto gradita.
Stay Young and Live Forever.

Wednesday, November 19, 2008

Laura : Musica = Mulo : Pedofili ?!?

Io non capisco proprio perché fate di tutto per sviarmi dalla mia consueta attività di blogger.
Prima il piccolo
Muccino, poi il Pinone Nazionale e adesso, cara Laura, ti ci metti pure tu?
Leggo
qui qualche giorno fa, parte di un' intervista rilasciata per La Stampa dove afferma:

"Dico io: i provider bloccano i siti porno e pedofili, non si potrebbe far la stessa cosa con la musica piratata? Il mio disco è su eMule da una settimana, è una vergogna"



Ora, non è da tutti condensare in poche parole una marea di cazzate perciò, tanto di cappello a chi ci riesce. Non è neanche facile riuscire a rispondere a idiozie di tal livello senza inserire un insulto ogni due parole, però ci proverò.
La prima cosa che cattura la mia attenzione è quel "vergogna". Si perché nel nostro Bel Paese (ci ostiniamo a chiamarlo così) ci sono tante cose di cui dovremo vergognarci e un CD condiviso su eMule sinceramente mi sembra che non rientri tra le più gravi. Nessuno toglie il lavoro che c'è dietro la realizzazione di un disco (bello o brutto che sia) e sarebbe corretto comprare i CD originali. Io sono il primo che preferisce avere il suo bel CD con custodia, libretto e compagnia cantante. Solo che non tutti possono permettersi di sborsare venti Euro (quando va bene) per un disco e non mi sembra si faccia nulla per rendere la diffusione musicale su CD accessibile a tutti. Si preferisce invece avere le spalle coperte dalle major e poi fomentare la caccia alle streghe contro i siti peer to peer.
Ma forse mi sbaglio io. Forse nel mondo incantato di Pausinilandia, tra soldi e tournee in paesi latino-americani, il proprio CD messo in condivisione è la più terribile delle vergogne. Eppure sono convinto che se chiedesse, alle migliaia di persone che affollano i suoi concerti, quanti hanno comprato il disco e quanti l'hanno scaricato, la risposta potrebbe farle cascare le mutande con i pantaloni ancora addosso.

Paragonare poi i siti come eMule ai siti pedopornografici, auspicando che subiscano da parte dei provider lo stesso tipo di oscuramento, bé, è una stronzata tanto grande che credo si commenti da sola. Mi auguro soltanto sia una cosa detta con leggerezza e che non ci sia convinzione in queste affermazioni.

Chi mi legge da un po' sa che la Pausini non è certo tra gli artisti che seguo anche perché non rientra certo tra le mie preferenze musicali. Mi astengo perciò da qualunque giudizio di carattere artistico, che non sarebbe comunque obiettivo, e vi lascio invece alle parole dell' immenso PINO SCOTTO, sempre sia lodato:


Friday, October 17, 2008

"You know, the dreams have just begun"

THE VERVE
FORTH (2008)

1) Sit and Wonder
2) Love is Noise
3) Rather Be
4) Judas
5) Numbness
6) I See Houses
7) Noise Epic
8) Valium Skies
9) Columbo
10) Appalachian Springs

Ok, ok, mi son dovuto ricredere, lo ammetto. Neanche
tanto tempo fa parlavo del nuovo singolo dei Verve e di come non mi avesse proprio convinto, risultando al di sotto delle aspettative che avevo per questo gradito ritorno della band inglese. Eppure sono settimane che ascolto il loro nuovo album, Forth, e mi sono completamente lasciato conquistare dai suoni di Richard Ashcroft e soci.
Dieci canzoni, dieci piccoli passi per riavvicinarsi ad un gruppo rimasto lontano dalle scene musicali (se si escludono i lavori solisti del loro leader) per tanto, troppo tempo. Un percorso che va dalla bellissima Sit and Wonder, passando per Love is Noise (tutta un' altra cosa ascoltata nel contesto del disco), le atmosfere pacate di Judas, le ballate I See Houses e Valium Skies (bellissima!!!), il crescendo di Noise Epic e la chiusura con Appalachian Spring.
I loro suoni ci sono tutti e rimandano indietro al bellissimo Urban Hyms, disco che li spinse ad un successo mondiale ma anche nel baratro di un improvviso scioglimento (non il primo a dir la verità).
Ma ora sono tornati (si spera per restare) e dopo dieci anni, cazzo, questo disco è una vera manna.

Thursday, August 07, 2008

...e ritorni tanto attesi!!!

E' vero che crescendo gusti e passioni cambiano o si evolvono.
E' vero che grazie alle contaminazioni dell' "universo blog" ho ingrandito i miei orizzonti musicali scoprendo tanta bella musica.
Però è anche vero che quando si tratta di LORO subisco un incontrollabile ritorno di sensazioni adolescenziali legate indissolubilmente alla LORO musica.
Il 6/10/08, dopo quasi tre anni, uscirà il LORO nuovo album in studio del quale è stato rilasciato un breve "trailer":

"DIG OUT YOUR SOUL" TRAILER!!!

Negli ultimi trenta secondi circa del video si possono sentire le note di Shock of the Lightning il nuovo singolo che uscirà il 29/09/08.
Sotto la copertina del disco.


Attesa non esprimibile a parole.

Wednesday, August 06, 2008

Ritorni un po' fiacchi...

COLDPLAY - VIOLET HILL

THE VERVE - LOVE IS NOISE

Se i Colplay mi lasciano un po' freddino già da X & Y, è vero che mi aspettavo tantissimo dal ritorno nelle scene musicali del gruppo di Richard Ashcroft dopo i suoi trascorsi solisti.
Love Is Noise, il nuovo singolo che anticipa l'album Forth in uscita il 25/08/08, è orecchiabile e rimane intesta fin dai primi ascolti. Però, se dicessi che era proprio quello che mi aspettavo, mentirei. Insomma, sono passati dieci anni dal loro disco pre-scioglimento, e ad ascoltarlo oggi, Urban Hyms è ancora una BOMBA.
Insomma, questo singolo non è proprio all' altezza delle mie aspettative (esageratamente alte) ma aspettiamo di sentire il disco per intero prima di giudicare!


Wednesday, March 26, 2008

Lost In Rainbows - Part 3

RADIOHEAD
IN RAINBOWS (DISC 2) - 2007

1) MK1
2) Down Is The New Up
3) Go Slowly
4) MK2
5) Last Flower To The Hospital
6) Up On The Ladder
7) Bangers & Mash
8) 4 Minute Warning

Ho già parlato di In Rainbows (
qui) e mostrato la meraviglia che lo contiene (qui). Che altro dire allora? Nei mesi che sono passati dalla sua uscita ho avuto modo di ascoltare questo disco innumerevoli volte, fino ad assimilarlo completamente traccia dopo traccia. Sono arrivato a definirlo "capolavoro", parolone che forse a qualcuno suonerà esagerato ma a me sembra invece che calzi perfettamente. Detto questo, cosa potrebbero aggiungere altre otto canzoni? Come già accaduto con l' EP Spitting Feathers per The Eraser, queste tracce possono essere complementari all'album, come rappresentare un ascolto separato.
Otto canzoni che non hanno trovato spazio nel disco ma ne fanno comunque parte musicalmente pur mantenendo una totale indipendenza.
Otto canzoni, di cui due strumentali, che si prestano pacificamente all'ascolto esattamente come le precedenti 10 e dalle quali spicca immediatamente Last Flower To The Hospital, imprevisto colpo di fulmine, della quale vi lascio un video tratto da Live at the Basement.

Friday, December 14, 2007

Lost In Rainbows - Part 2

Come promesso nel precedente post, eccomi nuovamente qui a parlare del nuovo disco dei Radiohead "In Rainbows" dopo aver ricevuto il magnifico Discbox. Questa superba confezione è disponibile (fino ad esaurimento) sul sito della w.a.s.t.e.. Il prezzo elevato (£. 40 compresa la spedizione) è indubbiamente dovuto alla quantità limitatissima e alla cura con la quale è stata messa insieme questa confezione. Prima di lasciar spazio alle foto, mi riservo un ennesimo post (l'ultimo, giuro) per parlare del bonus disc con le 8 canzoni inedite non presenti nella versione download dell' album.

L' ESTERNO







La confezione è composta da un box in cartone rigido con all'interno un cardboard molto elaborato con apertura a libro. Il box esterno e ricoperto da un artwork dove sulla prima facciata troviamo la scritta "Radiohead" e sull'altro quella "In Rainbows".


L' INTERNO

Sul lato sinistro troviamo la tasca laterale per il primo dei due vinili e la tasca frontale che contiene il libretto con le immagini di Stanley Donwood. Nelle tre foto sottostanti il libretto in dettaglio con due immagini al suo interno.




Nel lato destro troviamo la tasca laterale per il secondo vinile, il libretto con i testi ed i credits cucito (!!!) nella confezione, il cd principale dell'album e il bonus cd.


Dettaglio del libretto con i testi.

Dettaglio della cucitura.

I cd sono tenuti da dei supporti in gomma veramente scomodi per togliere e mettere i cd. Per evitare di rovinarli ho convertito entrambi i supporti in mp3.

Ecco il cd bonus presente in questo Discbox. Al prossimo post per maggiori dettagli a riguardo.

Monday, October 22, 2007

"Keep saying that my head’s locked up in the clouds"

OASIS
LORD DON'T SLOW ME DOWN (2007) (DIGITAL SINGLE)

1) Lord Don't Slow Me Down
2) The Meaning of Soul - Live Manchester '05
3) Don't Look Back In Anger - Live Manchester '05

Nuovo singolo per gli Oasis? Si e No. Chi ha avuto modo di vedere le previews del documentario Lord Don't Slow Me Down, in uscita a fine ottobre (ormai ci siamo quasi), avrà sentito le note di questa nuova canzone di cui vi sto parlando. Siccome, per ogni buon Fan, ogni pezzo nuovo è oro che luccica, si è atteso pazientemente di sapere di cosa si trattasse. Poco settimane prima della pubblicazione ufficiale del documentario, ecco che viene svelato l'arcano: la nuova canzone, omonima, uscirà solo come singolo per il download digitale. Noel Gallagher ha dichiarato di non essere pronto per la pubblicazione di un nuovo singolo, ma la casa discografica (scaduto il contratto con la Sony, adesso hanno firmato con la Universal) ha voluto comunque fare uscire questa canzone per "spingere" maggiormente il documentario. Ora, ben venga una canzone nuova. Ben venga il download digitale (anche se avrei preferito il cd). Ben venga anche la pubblicazione a scopo unicamente promozionale. Quello che proprio non digerisco è il prezzo che mi sembra ridicolo: £ 1,50 per il bundle comprendente la title track e due brani live registrati a Manchester durante il tour del 2005 (concerto che dovrebbe essere presente nel secondo dvd del documentario ^____^). Ora, con quella cifra (ma anche meno), potevo ricomprare/o regalare a qualcuno in Rainbows e questo mi fa crescere la convinzione che, l'operazione dei Radiohead rimarrà un caso isolato...spero di sbagliarmi. La cifra non è esagerata ma è comunque eccessiva per dei brani che non hanno comunque la qualità di un cd.
Ma veniamo al contenuto del disco: la title track è una canzoncina piacevole ed orecchiabile, registrata durante le sessioni di Don't Believe The Truth ma rimasta fuori dalle 11 scelte per il disco. Nonostante siano passati due anni, il sound del brano è riconducibile a quello dell' album e questa è un' ottima cosa.
Le due tracce live sono, in ordine, The Meaning of Soul e Don't Look Back In Anger: la prima è un brano recente che live suona molto potente. Peccato che la voce di Liam non sia più quella di un tempo. La seconda è un classico. Un brano presente in ogni tour che, nonostante gli anni, non ha perso il suo fascino (soprattutto su di me, visto che è la canzone che me li ha fatti conoscere). la voce è quella di Noel Galagher accompagnato per tutta la brano dal pubblico...WOW ^___*.
A questo punto, in attesa del nuovo album in arrivo per metà 2008, non rimane che attendere l'uscita di questo famigerato documentario.


"LORD DON'T SLOW ME DOWN" VIDEO

Thursday, October 11, 2007

Lost In Rainbows - Part 1

RADIOHEAD
IN RAINBOWS (2007)

1) 15 Steps
2) Bodysnatchers
3) Nude
4) Weird Fishes / Arpeggi
5) All I Need
6) Faust Arp
7) Reckoner
8) House of Cards
9) Jigsaw Falling Into Place
10) Videotape

** PICCOLA PREMESSA: questo mio post non ha la presunzione di essere la recensione di un disco "uscito" da poco più di 24 ore, ma solo una raccolta di prime personali impressioni e un piccolo resoconto della rivoluzionaria distribuzione messa in piedi dai Radiohead. Mi riservo perciò di tornare a parlare di questo disco in dicembre quando probabilmente riceverò l'edizione DISCBOX **

Era già successo qualcosa di simile nel 2000 ai tempi di Kid A. L'album in rete settimane prima della sua uscita nei negozi e una volta pubblicato, senza nessun singolo a promuoverlo, ecco che scala in un lampo la classifica UK. Un segnale di cambiamento? Forse. Sono passati sette anni da allora e probabilmente per svariati motivi (non ultima la diffusione ormai capillare di internet) si era pronti al passo successivo.
Ho seguito la genesi di questo nuovo album (io come molti altri credo) attraverso gli sporadici post che i Radiohead stessi lasciavano sul loro blog. Lunedì 1 ottobre ecco comparire un sintetico comunicato di Jonny Greenwood: "Hello everyone. Well, the new album is finished, and it's coming out in 10 days; We've called it
In Rainbows. Love from us all." Cliccando su "In Rainbows" si poteva accedere ad un mini sito dove veniva messo subito in chiaro che il disco non sarebbe uscito nei negozi ma che era possibile fare un pre-order sia della versione download che del DISCBOX. Andiamo con ordine: per la versione download, disponibile dal 10 ottobre (cioè da ieri) non c'è un prezzo fisso ma la possibilità di fare un' offerta. In parole povere è l'utente che decide quanto è disposto a spendere per poter scaricare UFFICIALMENTE il disco...semplicemente geniale!!! La versione DISCBOX invece, ha un prezzo fisso di 40 Sterline (circa €. 57,00) e verrà spedita a partire dal 3 dicembre. Acquistare questa versione significa possedere il disco "fisico" cosa che in molti (me compreso) preferiscono ai semplici download. La confezione comprende, oltre al cd, un secondo disco enhanced (con altre 8 tracce, artwork e foto), due vinili, un book con foto e testi e naturalmente la possibilità di effettuare un download dell'album.
E qui entro in scena io con la mia esperienza diretta: acquistato (anzi mi è stato regalato) il DISCBOX, ieri mattina mi è arrivato via e-mail, alle 8:30 del mattino, il link personale per effettuare il download. Cliccato sopra, dopo una ventina di minuti (il server doveva essere un po' carico) ho scaricato il file zip, di circa 49 mega, contenete la cartella In Raibows. All' interno, le 10 tracce in versione MP3 che ho sottoposto praticamente subito ad un ascolto attento ed ininterrotto.
L'album si apre con una traccia, 15 Steps, che potrebbe essere benissimo l' ideale decima canzone di
The Eraser. Fa piacere notare questa sorta di continuità con lo splendido lavoro solista di Thom York anche perché, trattandosi di uno dei miei ascolti regolari da più di più di un anno ormai, l'impatto con il nuovo lavoro della band di Oxford non è stato brusco, anzi, decisamente piacevole. Si prosegue poi con tracce che puntano a testa bassa al cuore (o alle coronarie?) dell'ascoltatore (Bodysnatcher, Weird Fishes o Jigsaw Falling Into Place) ed altre che sono come profonde boccate d'aria (Nude o All I Need). Il limitato numero di canzoni, a differenza del precedente Hail To The Thief, è un punto a favore di un disco che ha bisogno di essere ascoltato, riascoltato e assimilato soprattutto da chi predilige un tipo di musica più "facile". Io personalmente già lo adoro e sono sicuro che il pensiero dei fan dei Radiohead sia pressoché unanime. Ci hanno fatto aspettare quattro anni per poter completare In Rainbows così come l'hanno pensato e voluto. Devo dire che ne è valsa la pena.

Wednesday, October 03, 2007

"No one could break us, no one could take us, if they tried"

OASIS
DON'T BELIEVE THE TRUTH (2005)

1) Turn Up The Sun
2) Mucky Fingers
3) Lyla
4) Love Like A Bomb
5) The Importance Of Being Idle
6) The Meaning Of Soul
7) Guess God Thinks I'm Abel
8) Part Of The Queue
9) Keep The Dream Alive
10) A Bell Will Ring
11) Let There Be Love


Se mi chiedete qual'è il mio gruppo preferito (o la mia band del cuore ^__^), la mia risposta non può essere che "Oasis" (espressioni di disgusto si diffondono tra i lettori). Se mi chiedete se preferisco la musica degli Oasis o quella dei Radiohead, la mia preferenza va senza dubbio alcuno alla band di Thom Yorke e soci. Può sembrare un piccolo controsenso ma tra le due cose c'è un sottilissimo confine fatto di puri e semplici sentimenti affettivi: seguo il gruppo di Manchester praticamente dagli esordi e la loro musica occupa una parte importante nella colonna sonora della mia adolescenza (e anche oltre, diciamoci la verità). Oggi parlo di questo disco non solo perché tra poco meno di un mese uscirà finalmente il documentario girato durante l'ultimo tour, ma soprattutto perché, i fan di vecchia data aspettavano un album come Don't Believe The Truth sin dai tempi di (What's The Story) Morning Glory?. Dal '96 al '05 abbiamo avuto infatti un disco troppo lungo e troppo simile ai precedenti (Be Here Now), un disco flop (Standing On The Shoulder Of Giants) e un disco con segni di ripresa (Heathen Chemistry). Finalmente con Don't Believe The Truth si ritorna ad un disco compatto, 11 canzoni legate tra loro (e non appicicate a sputo) soprattutto grazie all'ottima e pignola produzione di Dave Sardy, che ha riportato il sound degli Oasis alle origini, all'acustico, mettendo molto in risalto soprattutto le chitarre. Noel Gallagher non scrive più tutte le canzoni, ma tutti i membri del gruppo partecipano alla composizione: dal fratello Liam ai più recenti ed ottimi acquisti Gem Archer e Andy Bell che da Standing On The Shoulder Of Giants, sostituiscono Bonehead e Guigsy. E' sempre merito di Dave Sardy se, un disco scritto in pratica da quattro persone diverse, non si sfilaccia, ma risulta invece molto omogeneo. A parte i singoli estratti (Lyla, The Importance Of Being Idle e Let There Be Love), trovo che siano veramente ottime canzoni Turn Up The Sun, Mucky Fingers, Guess God Thinks I'm Abel e Part Of The Queue. Un disco for fans only? Probabilmente. Difficilmente chi non ha mai gradito la loro musica, potrà apprezzare questo disco. Magari può piacere a chi vuole avvicinarsi per la prima volta agli Oasis (in quel caso consiglierei di procurarsi Definitely Maybe). Magari basterebbe ascoltarlo senza pregiudizi. Magari tornerò sull'argomento all' uscita del documentario.

Monday, August 06, 2007

"We found them all in the Blackfield"



BLACKFIELD
BLACKFIELD (2004)

1) Open Mind
2) Blackfield
3) Glow
4) Scars
5) Lullaby
6) Pain
7) Summer
8) Cloudy Now
9) The Hole in Me
10) Hello
11) Perfect World (bonus track)
12) Where is my Love (bonus track)
13) Cloudy Now (Live) (bonus track)

Uno degli aspetti più belli nel leggere i blog delle persone linkate nella mia colonna dei link, è sicuramente la quantità di "cose" nuove che si possono imparare, nuovi input che spaziano tra i più svariati argomenti: cinema, musica, libri ecc. Nel blog di
Evan, qualche tempo fa ho trovato un post dedicato ai Blackfield. Preciso che non sapevo chi o cosa fossero i Balckfield (e neanche lei al tempo ^__^), ma la passione con la quale la mia giovane amica taiwanese parlava di questo disco mi ha spinto ha cercare quanto più materiale possibile su questa band per dedicargli un'ascolto. Una volta avuto tra le mani il loro disco ho cominciato ad ascoltarlo in maniera quasi distratta ma l'effetto è stato immediato: una folgorazione. Inutile dire che, da quel dì, sono presenti nei miei ascolti giornalieri anche con il loro lavoro successivo, Blackfield II, ma di quello parlerò un'altra volta.
Blakfield è una band/progetto nata dall' incontro tra Aviv Geffen, musicista israeliano, e Steve Wilson dei Porcupine Tree: due mondi differenti tra i quali si instaura una forte affinità musicale dalla quale è scaturito l'album omonimo di cui vi stò parlando. Blackfield è un disco di rock melodico la cui durata non eccessiva (poco meno di quaranta minuti divisi in dieci tracce) gli permette di essere ascoltato ed "assimilato" senza essere invasivo. Merito sicuramente delle bellissime musiche e dei testi scritti a quattro mani da Geffen e Wilson. Non vi dirò quali sono le mie preferite perché non renderei giustizia ad un disco che è un tutt'uno inscindibile, ma soprattutto una boccata d'aria fresca in un periodo in cui la musica che passa per radio mi stava proprio soffocando. Consigliato senza riserve.
A voi qualche video giusto per farvi un' idea:

BLACKFIELD


PAIN


HELLO

Wednesday, July 04, 2007

"I never met no one to deny our sound"


THE VERVE
URBAN HYMNS (1997)

1) Bitter Sweet Symphony
2) Sonnet
3) The Rolling People
4) The Drugs Don't Work
5) Catching The Butterfly
6) Neon Wilderness
7) Space and Time
8) Weeping Willow
9) Lucky Man
10) One Day
11) This Time
12) Velevet Morning
13) Come On

Ci sono due motivi che mi hanno spinto a scrivere oggi di questo disco. Il primo è che, dopo Duran Duran, Spandau Ballet, Spice Girls e Blur, anche i Verve sembrano essere pronti ad una reunion. A quanto ho letto ci sarebbe già un disco in avanzato stadio di produzione. Una bella notizia non c'è che dire (almeno per me). Il secondo motivo riguarda il disco in se, ed il fatto che si ripropone in maniera prepotente e ciclica, tra i miei riascolti preferiti. Uscito nel 1997, Urban Hymns cavalcò con successo il momento d'oro per la musica britannica, inaugurato qualche anno prima dai fratelli Gallagher con Definitely Maybe. Questo portò la musica dei Verve ad essere inclusa in quell' inutile e riduttivo genere conosciuto con il rivoltante nome di "brit pop". Il sound di Urban Hymns è tipicamente britannico, su questo non si discute, ma si "muove" agilmente tra ballate rock e fugaci incursioni psichedeliche creando un amalgama perfetta. Il disco necessita di un'ascolto approfondito soprattuto per riuscire ad andare oltre i famosi singoli estratti e scoprire la meraviglia di alcune traccie come "Catching the Butterfly", "Space and Time" o "Come On". Son passati 10 anni dall' uscita ma l'album non ha perso la sua freschezza e se non l'avete preso a suo tempo dovete recuperarlo. Di seguito lascio i video di tre dei quattro singoli estratti: le canzoni sono molto belle, ma adoro soprattutto i video per la loro semplicità (Lucky Man). Caso a parte Bitter Sweet Symphony un vero e proprio cult.

BITTER SWEET SYMPHONY



THE DRUGS DON'T WORK



LUCKY MAN

Monday, May 07, 2007

"We think the same things at the same time, we just can't do anything about it"


THOM YORKE
SPITTING FEATHERS (2006)

1) The Drunkk Machine
2) A Rat Nest
3) Jetstream
4) Harrowdown Hill (Extended Mix)
5) Iluvya
6) Harrowdown Hill (Video)

Risale ormai a luglio dello scorso anno l'uscita del primo album solista del front man dei Radiohead, Thom Yorke. Il disco in questione, The Eraser, si è rivelato un'autentica sorpresa sia a livello qualitativo (e sulla validità del suo autore non si discute) che a "longevità d'ascolto". L' album è una vera perla, composto da nove tracce non tutte di facile "digestione", da ascoltare tutto d' un fiato...ed è una cosa che faccio regolarmente da quando mi è stato regalato lo scorso agosto. Ma non voglio dilungarmi oltre visto che ne ho già parlato in un post apposito, qualche mese fa (procuratevi questo disco, non mi stancherò mai di dirlo!!!). Tra novembre e dicembre del 2006, Thom ha rilasciato unicamente sul mercato giapponese (sono sempre i più fortunati!) un' EP (Extended Playing) che va ad integrare, e se vogliamo a completare, il "discorso" aperto con The Eraser: Spitting Feathers. Visto che mio cugino è stato in vacanza nella Terra del Sol Levante a gennaio, credete che non abbia approfittato dell' occasione per farmelo procurare?. Certo che ne ho approfittato ^____^. Cinque sole tracce compongono il cd: si va da The Drunkk Machine (dal cui testo nasce il titolo del cd) al remix della bellissima Harrowdown Hill (non eccezionale questa versione), per chiudere con Iluvya, dichiarazione d'amore imprigionata in un beat ossessivo composto da molteplici campionamenti. Vera chicca di questo EP, è la presenza di una traccia video contenente la clip di Harrowdown Hill. Avendolo già proposto quando parlai del disco, ho deciso di postare solo per voi (e non dite che non vi penso ^___^) il video promozionale di Black Swan e quello di una versione acustica di The Clock, entrambe estratte da The Eraser naturalmente.


BLACK SWAN VIDEO


THE CLOCK - LIVE ACOUSTIC VIDEO

Thursday, March 08, 2007

LIVE...FOREVER ?!?


OASIS
FAMILIAR TO MILLIONS (2000)

CD1
1) Fuckin' In The Bushes
2) Go Let It Out
3) Who Feels Love?
4) Supersonic
5) Shakermaker
6) Aquiesce
7) Step Out
8) Gas Panic
9) Roll With It
10) Stand By Me

CD2
1) Wonderwall
2) Cigarettes & Alcohol
3) Don't Look Back In Anger
4) Live Forever
5) Hey Hey My My
6) Champagne Supernova
7) Rock 'n' Roll Star
8) Helter Skelter

Stavo per postare le foto della mia personale collezione delle svariate versioni di Familiar To Millions, primo (e per ora ultimo) disco live degli Oasis. Ho cambiato i miei programmi pensando che sarebbe stato meglio fare come per Stop The Clocks e inserire prima un piccolo commento sul disco in questione. Nel febbraio del 2000 usci in tutto il mondo Standing On the Shoulder Of Giants, forse il punto più basso nella carriera della band di Manchester. Non so se fosse una cosa già programmata in partenza, o semplice atto di riparazione al flop del disco, ma dopo pochi mesi venne pubblicato il doppio album live di qui sopra. Per me, che sono un loro fan, la notizia di un disco live mi ha galvanizzato, specialmente dopo l'amaro in bocca lasciatomi da Standing On The Shoulder Of Giants. Lo stesso giorno di pubblicazione sono andato a comprarlo e, felice come un bambino, ho scartato la confezione a doppio cd ed inserito il primo nel lettore. Il concerto si apre con la traccia musicale Fuckin' In The Bushes (che è andata a sostituire, dopo anni, la più coinvolgente Swamp Song) che scalda l'atmosfera al punto giusto, e si prosegue con Go Let It Out...da qui in poi sono gioie e dolori: l'ultimo live che avevo ascoltato, era quello relativo ai due mostruosi concerti tenuti nell'estate del 1996 e raccolti nella VHS, There and Then. La band (diversa dalla line up odierna) suonava perfettamente dal vivo e Liam rendeva con trasporto tutte le canzoni. Quello che mi son trovato ad ascoltare nel 2000 era un'altro live monumentale (una delle due date sold out tenute allo Wembley Stadium) ma profondamente diverso: niente da dire sull'esecuzione tecnica delle canzoni ma, Liam...Liam? Cosa diavolo è successo alla voce di Liam? Irriconoscibile, sforzata e sempre al limite della stecca, risultato scontato dopo anni di fumo e alcol. Se aggiungete che tra le due date è stata scelta per il disco quella dove era meno ubriaco, il quadro è bello che completo. La track list composta principalmente da pezzi presi dai loro album più belli (i primi due), mette l'accento sulla poca considerazione che la band stessa ha nei confronti dei successivi dischi (Be Here Now e Standing On The Shoulder Of Giants). Tra le esecuzioni degne di nota(escluse quelle delle canzoni più famose): Step Out (b side del singolo Don't Look Back In Anger, bellissima), Gas Panic e Hey Hey My My (cover di Neil Young) cantata per la prima volta in occasione della registrazione del disco. Insomma un album che fatica a raggiungere la sufficienza, vittima di un operazione mal riuscita per risollevare le sorti della band nel loro periodo più buio, ripresa che sarebbe comunque avvenuta con il disco successivo, Heathen Chemestry, ma di questo vi parlo un'altra volta.

Monday, January 15, 2007

U2 The Best Of...ANCORA?!?


1) Beautiful Day
2) I Still Haven't Found What I'm Looking For
3) Pride (In The Name Of Love)
4) With Or Without You
5) Vertigo
6) New Year's Day
7) Mysterius Ways
8) Stuck In A Moment You Can't Get Out Of
9) Where The Streets Have No Name
10) Sweetest Thing
11) Sunday Bloody Sunday
12) One
13) Desire
14) Walk On
15) Elevation
16) Sometimes You Can't Make It On Your Own
17) The Saint Are Coming (feat. Green Day)
18) Windows In The Sky
19) I Will Follow (bonus track)

Il 2006, anzi le fine del 2006, è stato un po' l'anno dei Best Of di tanti artisti: Oasis, Depeche Mode, Jamiroquai, George Michael, Beatles e anche gli U2. E' strano che la band irlandese se ne esca con un altro Best Of dopo le due bellissime raccolte pubblicate tra il 1999 e il 2001: Best of 1980 - 1990 e 1990 - 2000 raccoglievano il meglio che gli U2 hanno realizzato in due decadi di carriera, dall'esordio di Boy a Pop senza contare che nelle edizioni limitate a doppio cd, erano raccolte anche le B-sides. Uscita in periodo pre-natalizio (furbetti!) questa ennesima raccolta si propone di riassumere in 18 tracce, i migliori singoli della loro carriera includendo qualche estratto dagli ultimi due album, All That You Can Leave Behind e How To Dismantle An Atomic Bomb (che a dir la verità sono un po' debolucci e quindi una spintarella ci stava). I brani classici ci sono quasi tutti, da Sunday Bloody Sunday a Pride, da With or Without You a One, rimanendo fuori dalla raccolta i singoli di Boy (I Will Follow compare come traccia bonus unicamente nell'edizione a disco singolo), October e Zooropa e Pop. Questo è accaduto principalmente perchè i posti effettivi vacanti erano 16, visto l'inserimento di due traccie inedite: The Saint Are Coming e Windows In The Sky. Mentre la prima è decisamente insopportabile già al secondo ascolto (ma non c'era qualcosa di meglio dei Green Day con cui duettare?) la seconda è veramente bella anche a livello di videoclip, tanto che lo posterò più in basso. Anche se le operazioni "Best Of", mi lasciano sempre l'amaro in bocca, gli U2 son pur sempre gli U2 e se proprio volete comprare questa raccolta, vi consiglio di accaparrarvi quella con il dvd bonus con degli estratti video dall'ultimo concerto a Milano, una bellissima confezione "a libro" e inserto con testi foto e dati specifici su ogni traccia.

WINDOWS IN THE SKY VIDEO


WINDOWS IN THE SKY VIDEO 2

Saturday, December 09, 2006

It's time to STOP THE CLOCKS and LOCK THE BOX


OASIS
STOP THE CLOCKS (2006)

CD 1
1) Rock 'n' Roll Star
2) Some Might Say
3) Talk Tonight
4) Lyla
5) The Importance Of Being Idle
6) Wonderwall
7) Slide Away
8) Cigarettes & Alcohol
9) The Masterplan

CD2
1) Live Forever
2) Acquiesce
3) Supersonic
4) Half The World Away
5) Go Let It Out
6) Songbird
7) Morning Glory
8) Champagne Supernova
9) Don't Look Back In Anger

Più di una volta, durante le interviste, Noel Gallagher ha affermato che gli Oasis avrebbero pubblicato un Best Of solo e unicamente al momento del loro scioglimento, diversamente una raccolta non ha ragione d'esistere. Ma allora come mai, con un album nuovo in lavorazione, viene pubblicata una raccolta in doppio cd? Il motivo è sicuramente da ricercare nel contratto ormai scaduto con la Sony e nella volontà degli Oasis di impedire alla major di pubblicare una "raccolta qualsiasi", composta unicamente dai singoli. Così i ragazzi di Manchester si sono riuniti ed, esaminato tutto il materiale pubblicato in undici anni di carriera, hanno fatto ricadere la scelta su 18 brani (20 per l'uscita giapponese) considerati da loro stessi i migliori: ci sono i singoli più famosi, alcune album track e le B-side più conosciute. Per quanto la scelta sia ricaduta su un gruppo omogeneo di canzoni è curioso notare come questo Best Of, rispecchi l'andamento della carriera degli Oasis: sono presenti nel disco cinque canzoni di Definitely Maybe, quattro di (What's the Story) Morning Glory?, quattro b-side relative a questi due album, una canzone per Standing On The Shouldel Of Giants, una per Heathen Chemistry e due, infine, per Don't Believe The Truth. Le cose migliori, è opinione comune, appartengono ai primi due album e alle relative b-side, mentre sicuramente inferiori le pubblicazioni successive. Be Here Now non è stato neanche preso in considerazione e Standing On the Shoulder Of Giants ha trovato (giustamente) posto con il primo (grande) singolo estratto. La ripresa è iniziata con Heathen Chemistry e l'ultimo Don't Believe The Truth ( il loro miglior disco dopo (What's The Story) Morning Glory?) li ha riportati indubbiamente a i vecchi fasti. Questo disco è: INDISPENSABILE per i collezionisti, PIACEVOLE per i fans, CONSIGLIATO per chi ancora non ha un loro disco, INUTILE per chi non gli ha mai sopportati. Rimango in attesa dell'uscita di un nuovo VERO disco.

P.S.: assolutamente da segnalare la splendida copertina del disco. Il "collage" è opera di Peter Blake, già autore della cover dell' LP Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

Monday, November 20, 2006

Black Holes & Soft Delusions


MUSE
BLACK HOLES & REVELATIONS (2006)

1) Take A Bow
2) Starlight
3) Supermassive Black Hole
4) Map Of The Problematique
5) Soldier's Poem
6) Invincible
7) Assassin
8) Exo-Politics
9) City Of Delusion
10) Knights Of Cydonia

E' usanza comune quella di accomunare nuovi gruppi emergenti a quelli già affermati. Anche i Muse non sono certo scampati a questa classificazione di massima e assolutamente inappropriata, venendo definti i nuovi Radiohead o il gruppo Post-Radiohead. A parte il fatto che non può esistere un gruppo post-Radiohead visto che il gruppo di Thom Yorke tutto può essere tranne che "passato", il paragone o la similitudine non regge visto che i Muse si son saputi ben distinguere con suoni e musicalità tutte personali. Il "destino" ha voluto però che questa estate, il nuovo dei Muse "Black Holes & Revelations" e "The Eraser" di Thom Yorke uscissero lo stesso giorno, precisamente il 7 luglio. Non conoscendo i dati effettivi di vendita non posso esserne certo, ma credo che i Muse abbiano sicuramente "piazzato" più copie del disco solita di Yorke. Avendo ricevuto entrabi i dischi per il mio compleanno posso sbilanciarmi su un giudizio personale e quindi assolutamnete soggettivo: The Eraser vince su tutta la linea, ma non mi dilungherò oltre visto che gli ho dedicato un post un mesetto fa. Concentriamoci quindi sul disco di Matthew Bellamy e soci: precisiamo che adoro i loro lavori precedenti, dal loro esordio con Showbiz, alla conferma con Origin Of Simmetry e la definitiva consacrazione con Absolution. Dove si piazza quindi questo Black Holes & Revelations? Diciamo che si piazza nel mezzo, rappresenta una sorta di stasi, di sicuro non un passo in avanti. Le sonorità sono sempre quelle, non si notano nè variazioni, ne tentativi di aggiornare un sound che comunque funzione sempre bene. I testi, quasi monotematici, sono ispirati principalmente alla situazione politica mondiale, guerre e via dicendo. Ho trovato molto interessante il tema della "distruzione" rappresentato dal buco nero, nelle canzoni Starlight e Supermassive Black Hole. Al di là di questo non considero questo lavoro dei Muse un brutto disco, solo leggermente inferiore, incapace di "acchiapparmi" come gli album precedenti. Tra le canzoni veramente degne di nota segnalo, oltre alle già citate Starlight e Supermassive Black Hole, Map of the Problematique e Exo-Politics, veramente molto belle.

Thursday, October 26, 2006

The more you try to erase him, the more that he appears

THOM YORKE
THE ERASER (2006)
  1. 1) The Eraser
    2) Analyse
    3) The Clock
    4) Black Swan
    5) Skip Divided
    6) Atoms For Peace
    7) And It Rained All Night
    8) Harrowdown Hill
    9) Cymbal Rush



A tre anni dall'uscita di Hail To The Thief, Thom York pubblica il suo primo album senza Radiohead pur affidandosi sempre al produttore Nigel Godrich. Il risultato è un album bellissimo le cui canzoni rimandano alle atmosfere elettroniche degli ultimi Radiohead, ma maggiormente minimaliste dal punto di vista degli arrangiamenti e dei virtuosismi vocali di Thom. Quarantacinque minuti di musica eccezionale per quello che è, a mio avviso, il disco più interessante del 2006. Da segnalare la presenza di Jonny Greenwood come musicista ospite e la splendida cover del disco disegnata da Stanley Donwood di cui posto qui sotto due foto:

"Front Cover"


"Back Cover"


HARROWDOWN HILL VIDEO CLIP