Tuesday, January 31, 2012

Ghibli straight from the heart

Amato dai fans ma quasi invisibile al resto del mondo, I Sospiri del Mio Cuore è l' opera prima di Yoshifumi Kondo e sfortunatamente anche la sua ultima. Scelto da Miyazaki come suo successore, Kondo è prematuramente scomparso tre anni dopo l' uscita del film, lasciando un vuoto nello Studio Ghibli e in tutta l' animazione giapponese che ha certamente contribuito a far crescere e diffondere, prima come character designer e animatore che come regista. Come la giovane protagonista Shizuku, I Sospiri del Mio Cuore è una gemma grezza la cui bellezza nascosta emerge nella misura in cui, chi guarda, è capace di illuminarla con la giusta luce: non è difficile infatti percepire, nell' ordinaria Tokyo che fa da sfondo alla storia, una magia che gli occhi innocenti della protagonista sono ancora in grado di percepire, in un negozio pieno di oggetti meravigliosi e carichi di nostalgia, in una via mai attraversata prima, in un gatto sovrappeso da seguire come il Bianconiglio nel Paese delle Meraviglie. Tratto da un manga di Aoi Hiiragi e adattato per lo schermo dall' instancabile Miyazaki, il film di Kondo affronta con tocco leggero e sensibile tante tematiche care alla Ghibli che ruotano questa volta intorno ad una giovane adolescente che si trova di fronte al primo importante bivio della sua vita, della sua carriera scolastica e del suo percorso di vita futuro. Se non fosse già difficile farsi carico di scelte così gravose, anche l' amore ci mette lo zampino e tutto si complica. Ma in realtà il sentimento che nasce tra Shizuku ed il coetaneo Seiji diventa la molla che spinge entrambi a stare al passo con i loro sogni, a correre il rischio di uscire dai binari imposti dal sistema scolastico e dalla società contravvenendo a regole non scritte e trovando negli adulti il sostegno di chi, come loro, ha sognato non riuscendo però a realizzare fino in fondo i propri desideri.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Monday, January 30, 2012

"We're not bad people. We just come from a bad place."

Nel suo ultimo film, Shame, il regista Steve McQueen (solo omonimo con il mai troppo compianto attore americano) racconta la storia di ordinaria disperazione di Brandon, erotomane compulsivo incapace di controllare le proprie pulsioni sessuali. La sua routine quotidiana, fatta di rapporti occasionali con donne consenzienti e prostitute, porno e masturbazione, viene bruscamente interrotta dall' improvviso arrivo della sorella Sissy la cui instabilità psicologica mina il già fragile equilibrio sul quale poggia la sua vita. Seppur con patologie molto diverse, entrambi sono prigionieri in una spirale autodistruttiva che ha radici lontane, remote, in un passato sul quale McQueen preferisce sorvolare ma le cui cicatrici hanno lasciato Brandon incapace di instaurare una relazione sentimentale e Sissy ossessionata dal desiderio di essere amata. Ma mentre lei cerca nel fratello la sua ancora di salvezza, lui si rifugia in una solitudine necessaria e nasconde la sua vergogna dietro una facciata di ordinario trentenne con tanto di casa e lavoro stabile. Se la Mulligan continua a confermare le sue qualità ed il suo talento ruolo dopo ruolo, Michael Fassbender regge su di se l' intero film con un ruolo difficile ed un interpretazione sofferta che traspare anche grazie a McQueen che al corpo preferisce il volto, le lacrime, gli sguardi. Ma anche New York ricopre un ruolo di assoluta protagonista, gelida, anonima dietro le sue luci, le sue strade, i panorami oltre le grandi vetrate. Un labirinto di cemento all' interno del quale le disperate urla d'aiuto dei protagonisti si perdono e si confondono irrimediabilmente con il caos circostante.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, January 29, 2012

Lyric of the Week + Video / ARCADE FIRE - SPRAWL II (MOUNTAINS BEHIND MOUNTAINS



They heard me singing and they told me to stop
Quit these pretentious things and just punch the clock
These days my life, I feel it has no purpose
But late at night the feelings swim to the surface

'Cause on the surface the city lights shine
They're calling at me, come and find your kind
Sometimes I wonder if the world's so small
That we can never get away from the sprawl

Living in the sprawl
Dead shopping malls rise like mountains beyond mountains
And there's no end in sight
I need the darkness, someone please cut the lights

We rode our bikes to the nearest park
Sat under the swings and kissed in the dark
We shield our eyes from the police lights
We run away, but we don't know why

Black mirror, your city lights shine
They're screaming at us, "We don't need your kind"
Sometimes I wonder if the world's so small
That we can never get away from the sprawl

Living in the sprawl
Dead shopping malls rise like mountains beyond mountains
And there's no end in sight
I need the darkness, someone please cut the lights

They heard me singing and they told me to stop
Quit these pretentious things and just punch the clock
Sometimes I wonder if the world's so small
Can we ever get away from the sprawl?

Living in the sprawl
Dead shopping malls rise like mountains beyond mountains
And there's no end in sight
I need the darkness, someone please cut the lights

I need the darkness, someone please cut the lights

Friday, January 27, 2012

CINE20 - 41^ PUNTATA

Shame di Steve McQueen ha diviso nettamente noi di CINE20 ma questo non ci ha frenato nel proporvi anche la rece di I Segreti del Mio Cuore e Contagion. Le uscite in sala si distinguono per alcuni film sotto i riflettori degli Oscar, come L' Arte di Vincere e The Iron Lady, ma anche il quarto capitolo della saga Mission : Impossible. In tutti i negozi arriva Super 8 e si fa festa. Online qui.

Thursday, January 26, 2012

CINEQUIZ - ST.03 - INTERMISSION

Post breve, anzi, brevissimo, giusto per ricordarvi che il CINEQUIZ riprende regolarmente giovedì prossimo 02/02/2012 alle ore 18:00.
La sfida è apertissima e in quindici puntate tutto può essere ancora deciso.
Vi aspetto agguerriti!!!

Wednesday, January 25, 2012

Non avere paura di QUESTO buio

Guillermo Del Toro è uno di quei registi molto amati per i quali si è in trepidante attesa di un nuovo film ma, che per un motivo o per un altro, tarda ad arrivare a compimento. E lo vediamo pertanto dedicarsi a questa o a quella produzione di film non sempre all' altezza del suo nome. Non Avere Paura del Buio (Don't Be Afraid of the Dark) è sfortunatamente proprio uno di questi ultimi nonostante si rifaccia a tematiche molto care al regista messicano (l' immaginario fantastico infantile come rifugio dalla realtà ostile ma che si rivela a sua volta pericoloso e ricco di insidie) che ritroviamo in una storia a metà tra il classico "haunted house" movie e la versione deviata della favola della fatina dei denti, qui sostituita da delle orrende creaturine tutt' altro che amichevoli. Quello che manca al film è una soluzione di continuità tra le vicende familiari della piccola protagonista e la sua fascinazione per la scoperta del fantastico proprio nella casa dove è costretta ad abitare, anzi, si potrebbe parlare proprio di estrema superficialità nel definire i contorni di una storia che, perlomeno dall' incipit, poteva sembrare molto più disturbante. Ma la superficialità di poco sopra è un problema che si trova poi riflesso sulla definizione dei personaggi di contorno (per non parlare della poca voglia che hanno Guy Pierce e Katie Holmes di ricoprire quei ruoli) e sul tono stesso che il film dovrebbe prendere, dove anche i brividi latitano ma non la voglia di vederlo finire il prima possibile.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Tuesday, January 24, 2012

"Things aren't always what they seem"

Inghilterra, primi anni settanta, Guerra Fredda. Una soffiata avvisa un ministro del governo britannico che all' interno del Circus, nome in codice dell' intelligence di Sua Maestà, potrebbe esserci una talpa sovietica. Viene richiamato per questo in servizio Smiley, agente allontanato dopo una missione finita tragicamente, per identificare e smascherare l' infiltrato. Thomas Alfredson, dopo l' ottimo Lasciami Entrare, si trova per le mani un progetto dal respiro internazionale con del materiale, il romanzo "La Talpa" di John LeCarrè, non semplicissimo da portare sul grande schermo. Per loro stessa natura infatti, le spy-story, non si prestano al racconto lineare e condensare un romanzo di oltre duecento pagine in poco più di due ore può risultare il primo passo verso il fallimento. Il regista svedese trova però il modo di tirare fuori dalla sceneggiatura, una matassa ordinata tenuta saldamente per il bandolo, senza per questo trascurare una regia curata e precisa che rappresenta anche una conferma del suo talento. Ad un primo e superficiale impatto però, potrebbe sembrare che al di la del suo aspetto formale, del quale si torna a sottolineare la qualità, ed i nomi presenti nel cast (Gary Oldman, Mark Strong, Colin Firth e Tom Hardy), l' intreccio che è alla base del film sia fin troppo impermeabile e ostico verso chi cerca una chiara e limpida comprensione delle vicende narrate. Quel che il film richiede in realtà è solo quel minimo di attenzione necessario a memorizzare nomi e volti, capire i legami tra i personaggi e non perdersi tra i piani temporali del racconto che Alfredson gestisce con un sapiente uso dei flashback. Se si decide di affrontare la visione con la dovuta pazienza si verrà certamente ricompensati con uno dei migliori spy-movie degli ultimi anni, certamente lontano anni luce da ritmi "bondiani", ma immerso in un' efficace atmosfera di sfiducia e complotto, dove la Guerra Fredda ha confuso tutti i ruoli e le parti in lotta. In caso contrario si avrà solo una bella confezione ma del cui contenuto vi interesserà ben poco.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, January 22, 2012

Lyric of the Week + Video / GARFUNKEL AND OATES - WEED CARD



Everyone knows marijuana's dangerous
And medical pot is really strong
That's why it's so hard in California
To get your weed card
Unless something's really wrong
Gonna pay a visit to my doctor
It's a long shot but I gotta try
He hands me a list of all the ailments
I can have to qualify
Can't believe what I am reading
This is just what I've been needing
A government supply
To get legally high

Weed card, that's what I need
Hardly ever, okay, always
But it's not an addiction
'Cause my doctor gave me a prescription

You can get your card for having headaches, bad dreams or anxiety
Propensity for drugs or alcohol, anorexia or obesity
Too fat, too thin, either way you win
Carpal tunnel syndrome, color blindness
St-st-stuttering, t-t-tooth decay
Fatigue, depression, motion sickness
Impotence or TMJ
You can smoke to quit cigarettes
For asthma or motherfucking Tourette's
It's a dream come true
There's nothing pot can't do

Weed card, that's what I need
Hardly ever, okay, always
But it's not an addiction
'Cause my doctor gave me a prescription

Got back pain, need Mary Jane
Can't handle this, need cannabis
Got a stomach ache, gotta wake and bake
Have an injury, need TCH
Get fucked up for your hyperhydrosis
Which is sweaty palms in case you need a diagnosis
It's not a crime, it's 420 time

Weed card, that's what I need
Hardly ever, okay, always
But it's not an addiction
'Cause my doctor gave me a prescription

Friday, January 20, 2012

CINE20 - 40^ PUNTATA


In questa quarantesima puntata vi spieghiamo perchè ci è piaciuto La Talpa di Alfredson e perchè non ci è piaciuto Non Avere Paura del Buio. In più arrivano nei negozi i primi due film della collana Missione Estremo Oriente, curata dal Far East: A Hero Never Dies (!!!) e Ip Man. Online, come sempre, qui.

Wednesday, January 18, 2012

DETECTIVE DEE, tra cinema investigativo e kolossal fantasy

Nel 689 d.c. la Cina si prepara ad incoronare la prima Imperatrice donna. Molti sono contrari a questa "rivoluzione" e quando i fedeli sostenitori della futura sovrana cominciano a morire uno dopo l' altro a causa della misteriosa "fiamma fantasma", l' unica soluzione è richiamare in servizio uno dei più accesi oppositori dell' imperatrice, detenuto da ormai otto anni, ma anche l' unico in grado di risolvere questo caso. Profondamente ispirato dalla cultura e la storia cinese, Detective Dee e Il Mistero della Fiamma Fantasma di Tsui Hark è una grande opera fantasy che abbraccia con vigore il cinema wu-xia con virate decise verso il genere investigativo. Un mix particolare ma sicuramente riuscito sopratutto laddove riesce a coniugare le necessità narrative con la parte action, da sempre fiore all' occhiello del genere cappa e spada cinese. La spettacolarità è certamente garantita da un grande dispendio di sontuose scenografie ed effetti speciali, il cui uso spesso strabordante ed eccessivo non si integra perfettamente con il resto. Particolare questo che si nota sopratutto durante i combattimenti (coreografati dall' instancabile Sammo Hung) dove l' impegno fisico degli attori è spesso messo in secondo piano dalla computer grafica, cosa che invece non capitava con il precedente Seven Swords. Detective Dee si dimostra però molto più bilanciato rispetto al film del 2005 e può contare, tra le altre cose, sull' interpretazione di un sempre ottimo Andy Lau.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Tuesday, January 17, 2012

"The crimes we are investigating aren't crimes, they are ideas."

Il cinema di Eastwood ritorna a farsi potente ed importante e forse non poteva essere altrimenti considerato quanto potente ed importante sia stata la figura protagonista del suo ultimo film, quel John Edgar Hoover che ricoprì la carica di direttore del Federal Bureau of Investigation dalla sua fondazione e per i successivi quarantotto anni. Mezzo secolo di storia americana raccontati attraverso la voce dello stesso Hoover mentre detta le sue memorie, una visione certamente parziale (di se stesso e degli avvenimenti di cui è stato partecipe/testimone) che lascia però ampi margini per definire la figura di un piccolo uomo dalle grandi ambizioni, destinato a rivoluzionare e a modernizzare il sistema investigativo e a condurre una lotta senza quartiere (e ai limiti della legalità) contro comunisti, anarchici e gangsters, spinto da un esasperato patriottismo. Il J.Edgar portato sullo schermo da Eastwood e partorito dalla penna di Dustin Lance Back (Milk), si dimostra capace di tenere in scacco ben otto Presidenti, quanto spaventato dalla sua vera natura, dai suoi sentimenti che nasconde e soffoca per impedire che la sua debolezza gli costi il potere che cerca in ogni modo di difendere. Ma dove il film di Eastwood fa uno scarto decisivo (e fondamentale) dal classico bio-pic o dal film storico, è quando quel che vediamo e sentiamo proprio per bocca del personaggio principale, ci dimostra quanto certe tematiche siano incredibilmente attuali tanto da imporci le dovute riflessioni su quale sia la vera faccia di una democrazia e se si debba pagare qualsiasi prezzo per difenderla e garantirla, anche in termini di libertà personali e diritti civili.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, January 15, 2012

Lyric of the Week + Video / FIRST AID KIT - EMMYLOU



Oh the bitter winds are coming in
And I’m already missing the summer
Star comes cold but I’ve been told
I was born to endure this kind of weather
When it’s you I find like a ghost in my mind
And feed it and I gladly wear the crown

I’ll be your Emmylou and I’ll be your June
And you’ll be my gram and my Johnny too
You know I’m not asking much of you
Just sing little darling sing with me

Not so much I know that things just don’t grow
If you don’t blessed them with your patience
And I’ve been there before I held up the door
For every stranger with a promise

But I’m holding back, that’s the strength that I lack
Every morning keeps returning at my window
And it brings me to you and I won’t just pass through
But I’m not asking for a storm

I’ll be your Emmylou and I’ll be your June
And you’ll be my gram and my Johnny too
You know I’m not asking much of you
Just sing little darling sing with me

And yes I might have lied to you
You wouldn’t better feel for knowing the truth
I was frightened but I held fast
I need you now I don’t last

I’ll be your Emmylou and I’ll be your June
And you’ll be my gram and my Johnny too
You know I’m not asking much of you
Just sing little darling sing with me

I’ll be your Emmylou and I’ll be your June
And you’ll be my gram and my Johnny too
You know I’m not asking much of you
Just sing little darling sing with me

Just sing little darling sing with me

Friday, January 13, 2012

CINE20 - 39^ PUNTATA


Ritorna CINE20 dopo la lunga pausa natalizia e lo fa proponendovi la nostra opinione sul nuovo film di Clint Eastwood e su Detective Dee di Tsui Hark che abbiamo recuperato in homevideo. Tra le uscite in sala doveroso segnalare LA Talpa di Thomas Alfredson e Shame di Steve McQueen. Ci potete leggere online qui.

Wednesday, January 11, 2012

DEATH VALLEY - SEASON 01 -

TITOLO ORIGINALE: DEATH VALLEY
TITOLO ITALIANO: N.D.
NUMERO EPISODI: 12

-TRAMA-
Improvvisamente e senza un motivo apparente, zombie, vampiri e licantropi hanno incominciato a manifestarsi nella Valley losangelina. La polizia ha messo insieme una speciale task force per far fronte alla minaccia e una troppe televisiva ne segue le operazioni per documentarne le gesta.

-COMMENTO-
Death Valley è una sorpresa. Non una di quelle che ti ribaltano la stagione seriale ma certamente una di quelle piccole che fanno comunque tanto piacere, sopratutto perchè viene da un' idea di fondo un po' furbetta ma che alla fine funziona: i creatori della serie hanno pensato bene di pescare dalle più recenti e remunerative tendenze cine/televisive (quali appunto zombi, vampiri, lupi mannari e mockumentary) e di miscelare tutto insieme in una serie con una base fondamentalmente comica ma che abbraccia amorevolmente l' horror, lo spatter e le trasmissioni da "real tv"tanto care al pubblico americano. Composta da dodici episodi di circa venti minuti ciascuno, questa prima stagione scorre via piacevolmente mentre assistiamo alla sfrontata naturalezza con la quale i poliziotti protagonisti (il capitano Dashell di Bryan Callen è già un mito) affrontano le minacce sovrannaturali per le vie di Los Angeles quasi si trattasse di comuni criminali. Nonostante tutto fili liscio, o quasi, si avverte però qualche fastidioso scricchiolio nella struttura stessa della serie, forse troppo carica di elementi e non tutti perfettamente integrati. Curiosamente ad essere quasi superfluo dopo l' episodio pilota è proprio l' approccio da finto documentario, che si perde quasi subito proprio perchè inserito a singhiozzo e non parte integrante dell' aspetto formale della serie. A parte questa nota stonata, Death Valley non delude e una sottotrama principale lasciata decisamente in sospeso fa pensare ad una possibile seconda stagione sulla quale però non si ha nessuna conferma.

-DVD/BLURAY-
Per ora è disponibile una versione americana in DVD ordinabile su Amazon.com qui.

Tuesday, January 10, 2012

PUSHER : LA TRILOGIA

Esordio con il botto quello di Nicolas Winding Refn, trovatosi a dirigere il suo primo film con un bagaglio d' esperienza "sul campo" pari a zero e con un cospicuo budget da gestire. Il risultato finale è un gangster movie sullo sfondo di una Copenaghen periferica, grigia di cemento ed illuminata dai neon dei locali notturni. Un vivaio perfetto per puttane e spacciatori che diventa però sempre più soffocante e pericoloso per Frank dopo che una vendita di eroina finisce male e si ritrova indebitato con il pericoloso Milo ed i suoi scagnozzi. Le disavventure del nostro e dell' amico Tonny si svolgono nell' arco di una settimana, da Lunedì a Domenica, e mano a mano che le didascalie sottolineano il passare dei giorni, i tentativi di recuperare i soldi diventano sempre più delle mosse disperate di chi si agita inutilmente per non sprofondare nelle sabbie mobili e soffocare. Oltre al controllo misurato del procedere della narrazione, Refn sembra averne altrettanto per la messa in scena sia quando si tratta di sequenze in luoghi aperti (il lungo inseguimento con al polizia) che in spazi chiusi, quelli dove la violenza esplode ma sempre adeguatamente coperta o "tagliata" dalla composizione del quadro. L' utilizzo esclusivo di camera a mano poi, unito ad una fotografia "sporca" e granulosa, da al film l' idea di un prodotto ancora grezzo, carbone in attesa di diventar diamante, e considerata l' inesperienza del regista danese non c'è poi tanto da stupirsi o da recriminare. Per essere un' opera prima, con tutti i difetti che si possono trovare, siamo ben sopra la sufficienza.


Da esordio col botto ad ancora di salvezza. E' questo che ha rappresentato per Refn, in primo luogo, girare il seguito del fortunato Pusher dopo che un paio di progetti non proprio soddisfacenti economicamente lo avevano lasciato in bolletta. Un passo indietro, lo si potrebbe definire, ma che si rivela una scommessa vincente per il giovane regista danese che riesce, in un colpo solo, a rilanciare la sua carriera. Il teatro è il medesimo, una Copenaghen di un grigiore soffocante, cambia il protagonista però, non più Frank del quale non sappiamo che fine abbia fatto, e seguiamo le gesta del suo ex-amico Tonny appena uscito di prigione qualche anno dopo gli eventi del primo Pusher. A onor del vero il film ha poco a che vedere il mondo degli spacciatori (benché recuperi un personaggio fondamentale del primo film) ma preferisce concentrarsi sulla figura di un perdente, di un debole che cerca di sopravvivere in un mondo in cui ogni leggerezza ogni piccolo errore si paga caro, anche provare a tutti i costi a recuperare un rapporto padre-figlio o a costruirne uno nuovo e inaspettato. Oltre al successo commerciale, dovuto anche al classico effetto trainante dei sequel, Pusher 2 mostra i progressi fatti da Refn sia in sede di regia che di sceneggiatura ed il coraggio di prendere ritmi e percorsi narrativi diversi rispetto al primo capitolo che si adattano all' apatia patologica del protagonista, una miccia innescata pronta a deflagrare con sorprendente violenza.


A distanza di un anno da Pusher 2, Refn chiude la sua trilogia sugli spacciatori di Copenaghen con un film che è anche una conferma di quanto già visto nel precedente capitolo, una maturazione generale del regista danese (anche qui, oltre alla regia, firma la sceneggiatura) alla quale però non è seguita una snaturazione dei suoi film che continuano ad essere "sporchi e cattivi", con la camera a mano che sta sempre addosso ai personaggi e l' immancabile grana delle immagini che rende ruvido, ogni luogo ed ogni volto. Questa volta, a finire sotto l' occhio di Refn è quello di Milo, il piccolo boss dai modi gentili ed inquietanti, appassionato di cucina, del quale abbiamo fatto la conoscenza fin dal primo film. Lo ritroviamo qui imbolsito, stanco, deciso a smetterla con le droghe e a regalare alla figlia una bellissima festa per i suoi venticinque anni sempre che un gruppo di spacciatori albanesi glielo permetta. Progressione narrativa molto simile al precedente ma inesorabile la svolta violenta (decisamente il massimo raggiunto dalla trilogia) che segue l' accurata opera di accumulo attentamente orchestrata in fase di scrittura. Refn definisce in maniera definitiva le dinamiche del sottobosco criminale che anima i suoi film, dove domina la legge del più forte e i deboli finiscono schiacciati inesorabilmente. Non c' è spazio per ripensamenti ne redenzioni, anche se quello di Milo è più che altro un tentativo di conciliare i suoi doveri di padre con la sua attività criminale cosa che si rivela essere sfortunatamente impraticabile.

Sunday, January 08, 2012

Lyric of the Week + Video / IL TEATRO DEGLI ORRORI - IO CERCO TE



Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…

Qualcuno di cui non dirò il nome
Sebbene sia certo, lo spettacolo umano più bello
Che mi sia… stato dato…
Osservare da vicino…

Qualcuno di cui non dirò il nome
Che sembra il ritratto di un uomo che annega
Nel mare… urbano… di donne indifferenti e un po’ qualunque
Donne indifferenti e un po’ qualunque…
Roma capitale sei ripugnante, non ti sopporto più…

Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…
Io cerco te…

Qualcuno di cui non dirò il nome
Sebbene sia certo, lo spettacolo umano più bello
Che mi sia, stato dato…
Osservare da vicino…

Qualcuno che sa bene che è maligno il mondo
Ma che nel cuore in fondo riconosce sempre
Il bene, dal male…
Il bene… il male…
Il bene… il male…
Roma capitale sei ripugnante, non ti sopporto più…
Non ti sopporto più…

Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…
Io cerco te, cerco te…
Io cerco te…

Nei week-end, nelle lune piene
In ogni macchina che passa in via Togliatti
Nei visi tristi, di gente stanca, di vivere così
Negli appartamenti… dove…
Nascondere la voglia di andar via
Il mondo nuovo, l’oceano…

Stella sudamericana mia
Io non ricordo più il tuo nome, il tuo… nome…

Io cerco te, cerco te…

Nei week-end, nelle lune piene
Nei visi tristi, di gente stanca, di vivere così
Negli appartamenti, dove nascondere la voglia di andare via
Il mondo nuovo, l’oceano
Il mondo nuovo, l’oceano
Il mondo nuovo, l’oceano

Thursday, January 05, 2012

TRA LE NUVOLE

In attesa che le pubblicazioni su queste pagine riprendano a pieno regime dalla settimana prossima, colgo l' occasione per segnalare un altro blog con il quale sto collaborando, Cloud365. I suoi contenuti sono piuttosto semplici: ogni autore posta una foto al giorno, uno scatto che, anche in maniera piuttosto larga, racconti una parte di quella giornata. Idea davvero carina e se vi va di partecipare, basta contattare direttamente gli amministratori del blog. Se vi va fateci un salto e magari commentate pure ^__*

Tuesday, January 03, 2012

TOP TEN FILM - ANNO 2011

Senza tirarla tanto per le lunghe, questa è la classifica di quelli che considero i migliori film del 2011. Difficile redarla, forse più del solito considerati i titoloni usciti con anni di ritardo. E questo è quanto.

1.

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8.

9.

10.

Sunday, January 01, 2012

Lyric of the Week + Video / SMITH & BURROWS - WHEN THE THAMES FROZE

Al posto del classico post di fine anno, una Lyric of the Week di inizio anno:
"The years go by so fast, let’s hope the next beats the last"
BUON ANNO A TUTTI!!!



God damn, this snow
Will I ever get where I wanna go
And so I skate, across the Thames
Hand in hand, with all my friends
And all the things, that are we planned
My suns eyes in the outline of his hand
And even though I hate the cold
Constant reminder that I’m getting old
Another year draws to its cloak,
Entire London slow
When I dream tonight, I’ll dream of you
When the Thames ... froze

God damn, this government
Will they ever tell me, where the money went
Protesters march out on the street
As youngsters sleep amongst the feet
Another year draws to its cloak,
Entire London slow
When I dream tonight, I’ll dream of you
When the Thames Froze

So tell everyone that there’s hope in your heart
Tell everyone or it will tear you apart
The end of Christmas day, when there's nothing left to say
The years go by so fast, let’s hope the next beats the last

And so tell everyone that there’s hope in your heart
Tell everyone or it will tear you apart
The end of Christmas day, when there is nothing left to say
The years go by so fast, let’s hope the next beats the last