Thursday, January 30, 2014

CINE20 - 128^ PUNTATA


Anche noi ci occupiamo del film di cui, nel bene o nel male, tutti parlano: The Wolf of Wall Street.
Tra le novità che vi segnaliamo con il socio Kusa ci sono Dallas Buyers Club e I Segreti di Osange County. Gli appassionati di anime troveranno invece Dragon Ball Z - La Battaglia degli Dei e, nei negozi, Wolf Children di Mamoru Hosoda.
Siamo online qui, as always.


Tuesday, January 28, 2014

"The truth has no temperature"

Dopo il deludente Prometheus, forse il passo falso più madornale di una carriera che gira intorno al nulla da quasi vent'anni, risulta davvero difficile avvicinarsi al nuovo film di Ridley Scott senza nutrire qualche legittimo dubbio sulla sua validità. Complice forse il nutrito e valido cast (Fassbender, Bardem, Pitt, Cruz e Diaz) ed una sceneggiatura, la prima, firmata da Cormac McCarthy, The Counselor si presenta con un biglietto da visita di tutto rispetto che per un momento ci fa accantonare il ricordo di un involuto e maldestro prequel di Alien. La storia ruota intorno ad un avvocato di fama con qualche grosso problema finanziario, che decide di risolvere entrando in un giro di traffico di stupefacenti provenienti dal cartello Messicano, una scelta dalle prevedibili e drammatiche conseguenze. Si può dire che quasi tutto il film ruoti intorno ai semplici concetti di "scelta" e "conseguenza", tanto che, tutto il microcosmo di ambigui uomini d' affari rappresentato, ne finisce coinvolto in maniera più o meno consapevole, pedine nelle mani di un deus ex machina deciso e spietato. Lo script di McCarthy, come una macchina ben collaudata, non perde un colpo e detta i tempi della narrazione in maniera molto precisa e, anche quando sembra che voglia prendere deviazioni superflue, in realtà definisce, con piccoli dettagli, dei personaggi molto complessi (quello della Diaz su tutti) e il mondo apparentemente dorato in cui si muovono, sullo sfondo di quella frontiera che ha sempre amato raccontare nei suoi romanzi. Ridley Scott dal canto suo svolge adeguatamente il compitino, senza picchi ne cadute con tutto ciò che in bene o in male questo può significare. Diciamo che si trova per le mani dell' oro e non lo butta nel cesso, il che è già un considerevole risultato.

Recensione già pubblicata su CINE20.


Monday, January 27, 2014

IL VALORE DI UN UOMO

La quantità di critiche (e non si includono certe quelle strettamente legate al campo cinematografico) che riceve un film in grado di parlare del nostro disastrato Paese mettendone in luce quegli aspetti che si preferirebbero nascondere come polvere sotto ad un tappeto è direttamente proporzionale alla sua importanza. Il Capitale Umano di Paolo Virzì rientra in questa categoria in quanto riesce a fare un ritratto attuale di un Italia sull'orlo del fallimento attraverso una sceneggiatura che, adattata dal romanzo omonimo di Stephen Amidon, incastra le storie di tre personaggi le cui vicende sono strettamente collegate le une con le altre. Tutto parte da un ciclista investito da un SUV e lasciato moribondo sul ciglio della strada, per passare a raccontare le vicende di Dino e al suo avido desiderio di arricchirsi "facilmente" con i fondi fiduciari per entrare a far parte di un mondo che per estrazione sociale non gli appartiene. C'è poi Carla, che ha rinunciato alla possibilità di diventare un attrice teatrale per la comoda ma vuota vita di moglie di un ricco uomo d' affari, e Serena, figlia di Dino, vero punto di rottura con questo mondo dove tutto è capitalizzato, anche la vita umana. L' intreccio funziona anche se non tutti i capitoli hanno la stessa forza come, ad esempio, quello di Serena che, nonostante funga da raccordo definitivo per sbrogliare gli eventi dietro il ciclista investito, non risulta altrettanto incisivo nel portare al film ulteriori elementi per le riflessioni già imbastite. Stesso discorso per i personaggi, straordinariamente funzionali, anche quelli secondari, mentre alcuni rappresentati in maniera talmente eccessiva da risultare quasi caricaturali. Per il resto Il Capitale Umano rappresenta esattamente quel che vorremo vedere sempre più spesso nel cinema italiano, film  anche imperfetti ma ben diretti e altrettanto recitati, capaci anche di affrontare temi che colpiscono senza remore dove fa male.

Recensione già pubblicata su CINE20.


Sunday, January 26, 2014

Lyrics of the Week + Video / DENTE - INVECE TU



Chi l'avrebbe detto che anche alla mia età ci fosse un po' da ridere 
Non l'avrei mai detto che a metà di un libro si potesse chiudere 
Oggi cosa resta se l'amore non si fa più sulle nuvole? 
Chi non muore si ripete, chi non vuole non si vede più 
Non mi sono rassegnato affatto come invece hai fatto tu 
Chi l'avrebbe messa in giro questa voce, questo cuore debole? 
Che non sapeva neanche camminare ma voleva sempre vincere 
E si mangiava le unghie della vita e le lanciava sulle nuvole 
Chi non muore si ripete, chi non vuole non si vede più 
Non mi sono rassegnato affatto come invece hai fatto tu 
Chi non muore si ripete, chi non vuole non si vede più 
Non mi sono rassegnato affatto come invece hai fatto tu.

Friday, January 24, 2014

CINE20 - 127^ PUNTATA


Questa settimana recensiamo The Counselor e ci chiediamo: Ridley Scott la farà fuori dal vaso anche questa volta?
Nel frattempo il buon Kusa ci presenta le uscite in sala dominata dal nuovo film di Scorsese, The Wolf of Wall Street.
Nei negozi arrivano La Fine del Mondo e Sharknado.
Tutto questo online, per voi, qui.

Sunday, January 19, 2014

Lyrics of the Week + Video / JON SPENCER BLUES EXPLOSION - TALK ABOUT THE BLUES



Is this on?
Wooooooo

That’s right
I’m talking about the blues
I said I feel so good baby, ohh
I’m talking about the blues
Rolling Stone magazine
On the telephone baby

Talk about the blues,
right now, ohh
Look out, yeah, ha ha ha
That’s right ladies and gentlemen, thank you for letting me into your home
I’m gonna do it right now,
I’m gonna talk about the blues, ohh

Rolling Stone magazine, Coming on the phone, baby
Talk about that fashion, Haa!

Uh!

[I use the microphone like the drummer use a tree]

hey, Spin Magazine wanna tell you where you at
But I ain’t getting with that or MTV

Make up your own mind ladies and gentlemen

[That’s bullshit man, you know what I’m talking about]

Do your own thing, Yeah
'Cos that’s a rock and roll blues we did

Rock 'n' roll, yeah
Rock 'n' roll, get real, c'mon
Right now ladies and gentlemen, right now, right now
We’re gonna bring it on down, everybody, do it

Stay with me baby because I got something I want everybody to hear right now ladies and gentlemen

I don’t play no blues
I play rock and roll
that’s right the blues is number one
The blues is number one ladies and gentlemen but there’s something I gotta tell you right now

I do not play no blues, I do not play no blues
I play rock and roll
Get it
I play rock and roll
Yeah, that’s right baby, come on momma
Do it baby
I said I feel so good
I said I feel so good
I said I feel so good baby
I said I feel so motherfucking good
Oh

That’s right, whoo
Oh behalf of myself, Mr. Judah Bauer, Russell Simins and everybody at Rolling Stone magazine I'd like to say

Rock 'n' roll

[I know you had something to do with what happened to my brother]

Thursday, January 16, 2014

CINE20 - 126^ PUNTATA


Il Capitale Umano di Virzì apre la centoventiseiesima puntata di CINE20 mentre le news, curate in coppia con il socio Kusa, ci portano due ritorni interessantissimi, quello di James Gray con C'era Una Volta a New York, e Nebraska di Alexander Payne.
Nella sezione home video, un film poco distribuito nelle sale, Mood Indigo, ed un' altro che al cinema non è neanche arrivato, Outrage Beyond.
Siamo online qui.

Tuesday, January 14, 2014

Visioninbreve : ANTIVIRAL

I figli d' arte non sempre sono una garanzia. Eppure Brandon Cronenberg, figlio dell' immenso David, arriva al suo esordio registico con un film, da lui stesso scritto, che pare evidenziare il fatto che i due non siano legati solo a livello genetico. Antiviral infatti sembra che nasca dal pungiglione fallico di Rabid o dalle escrescenze psicosomatiche di Brood - La Covata Malefica, tanto è evidente il filo conduttore che lega il film di Brandon con quella filmografia del padre che rappresentava, attraverso le mutazioni del corpo, le ansie, le incognite e le paure su ciò che il progresso (in campo, tecnologico, mediatico, farmaceutico) avrebbe portato in futuro. Ed è proprio in un futuro (decisamente) prossimo che è ambientato Antiviral, un futuro dove il desiderio di entrare sempre più intimamente in contatto (a livello anche cannibalico) con i propri idoli dello star system, cinematografico, musicale o mediatico, porta i fan a farsi inoculare, in particolari cliniche, virus e malattie contratti dai loro beniamini. Una riflessione sulla brutta china presa da una società nella quale la ricerca di una propria identità passa attraverso effimeri modelli di riferimento ai quali si cerca in ogni modo di assomigliare. Un film forse non completamente riuscito ma se questo è solo un esordio allora vuol dire che buon sangue non mente. E neanche la (nuova) carne.

Monday, January 13, 2014

HOME VIDEO su I-FILMSonline - Gennaio 2014


E' online da ieri su I-FILMSonline, la nuova rubrica sull' home video curata dal sottoscritto
Oltre ad un elenco e ad una breve descrizione delle uscite di Gennaio, prendiamo anche in esame l' ottimo Bluray di Il Seme della Follia di Carpenter.
Correte a leggerla qui.


Sunday, January 12, 2014

Lyrics of the Week + Video / LORDE - ROYALS


I've never seen a diamond in the flesh
I cut my teeth on wedding rings in the movies
And I'm not proud of my address,
In a torn-up town, no postcode envy

But every song's like gold teeth, grey goose, trippin' in the bathroom
Blood stains, ball gowns, trashin' the hotel room,
We don't care, we're driving Cadillacs in our dreams.
But everybody's like Cristal, Maybach, diamonds on your timepiece.
Jet planes, islands, tigers on a gold leash.
We don't care, we aren't caught up in your love affair.

And we'll never be royals (royals).
It don't run in our blood,
That kind of luxe just ain't for us.
We crave a different kind of buzz.
Let me be your ruler (ruler),
You can call me queen Bee
And baby I'll rule, I'll rule, I'll rule, I'll rule.
Let me live that fantasy.

My friends and I—we've cracked the code.
We count our dollars on the train to the party.
And everyone who knows us knows that we're fine with this,
We didn't come from money.

But every song's like gold teeth, grey goose, trippin' in the bathroom.
Blood stains, ball gowns, trashin' the hotel room,
We don't care, we're driving Cadillacs in our dreams.
But everybody's like Cristal, Maybach, diamonds on your timepiece.
Jet planes, islands, tigers on a gold leash
We don't care, we aren't caught up in your love affair

And we'll never be royals (royals).
It don't run in our blood
That kind of luxe just ain't for us.
We crave a different kind of buzz.
Let me be your ruler (ruler),
You can call me queen Bee
And baby I'll rule, I'll rule, I'll rule, I'll rule.
Let me live that fantasy.

Ooh ooh oh
We're bigger than we ever dreamed,
And I'm in love with being queen.
Ooh ooh oh
Life is great without a care
We aren't caught up in your love affair.

And we'll never be royals (royals).
It don't run in our blood
That kind of luxe just ain't for us.
We crave a different kind of buzz
Let me be your ruler (ruler),
You can call me queen Bee
And baby I'll rule, I'll rule, I'll rule, I'll rule.
Let me live that fantasy.

Friday, January 10, 2014

CINE20 - 125^ PUNTATA


CINE20 entra nel 2014 con una puntatona curata quasi interamente dal socio Kusa: sue le due recensioni di Frozen e American Hustle, sue le news in sala dove si consigliano Disconnect e il nuovo di Virzì, Il Capitale Umano.
Nessuna uscita home video degna di nota ma tutto il resto lo potete leggere qui.


Thursday, January 09, 2014

Visioninbreve: IL VIAGGIO VERSO AGARTHA

Pur non trattandosi di un autore piuttosto prolifico nel lungometraggio, il talento di Makoto Shinkai è davvero fuori discussione, tanto da poter essere considerato una delle firme più interessanti nel panorama dell' animazione giapponese. Nel suo "Il Viaggio Verso Agartha", datato 2011, Makoto Shinkai rielabora il mito di Orfeo ed Euridice in chiave fantasy, raccontando una storia di vita e di morte ma soprattutto spingendo ad una riflessione sull'elaborazione del lutto attraverso i punti di vista diametralmente opposti dei protagonisti. Quello di Shinkai è un cinema "nostalgico" nel senso che le sue opere fanno un forte appello a questo sentimento e Il Viaggio Verso Agartha non fa certo eccezione, anche se a questo giro paga un grosso debito di riconoscenza verso il cinema di Miyazaki dal quale sembra trarre parecchia ispirazione. Niente che comunque possa pregiudicare la riuscita di un opera visivamente straordinaria e tematicamente profondissima.

Wednesday, January 08, 2014

E lo chiamano OLD BOY

Il più delle volte il problema non sta nel remake. Anche se ci si oppone, spesso con grande pregiudizio, alle operazioni di rifacimento di film di una certa importanza soggettiva ed oggettiva, bisognerebbe sempre considerarle come la possibilità di una rilettura in chiave nuova e personale. Il più delle volte il problema sta nel modo in cui viene concepito un remake, spesso camuffato come un progetto che vuole prendere le distanze dal film originale, portato avanti da un nome più o meno altisonante. E qui cadiamo a bomba su Old Boy di Spike Lee. Se nelle intenzioni del regista americano ci fosse stata davvero la convinzione di partire dal manga piuttosto che dal film di Park Chan-wook, sicuramente ci saremo trovati davanti qualcosa di completamente diverso e certamente più personale. La storia si avvia e si muove su binari conosciuti: un uomo, ubriacone e molesto, viene rinchiuso per vent'anni in una stanza nella quale, attraverso la televisione, apprende della morte della moglie, della quale viene accusato, e dell' adozione della figlia ad un' altra famiglia. Uscito dalla sua personale prigione, si metterà alla ricerca e di chi lo ha rinchiuso e del perchè. Da qui si prendono alcune deviazioni che, pur lasciando nel dubbio anche i conoscitori del film coreano, conducono ad un finale dove la componente disturbante che si agita come uno spettro nella materia stessa di cui è fatto Oldboy rimane, a dir la verità, praticamente invariata ma in qualche modo privata della stessa forza d' impatto dell' originale. Però c'è più sangue. Si potrebbe anche dire che il vero apporto di Spike Lee arrivi soprattutto da una rappresentazione esplicita della violenza, che tocca dei momenti da vero e proprio torture porn, senza però che questa diventi cifra stilistica o che assuma una funzione specifica all' interno della narrazione se non quella di regalare qualche forte emozione ad un pubblico sempre più narcolettico. Quel che però risulta inaccettabile ed in qualche modo affonda inesorabilmente questo nuovo Old Boy, è il modo in cui il buon Spike riprende in maniera maldestra alcune delle scene clou del film di Park Chan-wook (il combattimento con il martello nel luogo di prigionia o il flashback nella scuola) rendendole, insieme ad altri piccoli dettagli sparsi qua e la per il film, piccole perle di ridicolo (in)volontario. Ed in virtù di tutto questo si può capire perchè, il più delle volte, il vero problema sta nel CHI i remake li fa.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Tuesday, January 07, 2014

TOP TEN FILM - ANNO 2013

Il primo post dell' anno (nonché il 1900°!!!) è quello della classifica con i dieci migliori film (secondo il sottoscritto) del 2013. Enjoy!

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Per la classifica completa della redazione de I-FILMSonline, dare un' occhiata qui.