Tuesday, February 13, 2007

Dagli al pinguino!!!

Dura la vita se sei un pinguino reale e non sei minimamente portato per il canto. Lo sa bene il piccolo Mambo, nato con capacità canore pari a zero ma con il ritmo nel sangue. Il pinguino in questione ha infatti un' innata propensione per il ballo che lo porta a muovere le sue zampette con un eccezzionale senso del ritmo. Ma la comunità dei pinguini reali è molto chiusa e legata fortemente alle vecchie tradizioni, pertanto il povero Mambo viene additato come diverso. Il tempo passa e il pinguino ballerino non riesce ad integrarsi e, come se non bastasse, viene ritenuto, dagli anziani del villaggio la principale causa della malasorte che ha colpito la comunità, facendola precipitare in un periodo di carestia. Allontanato dai suoi stessi simili Manbo parte, con uno strampalato gruppo di pinguino dall'accento spagnolo, alla ricerca delle vere cause della carestia e poter così rientrare nella sua comunità a testa alta. Sarebbe proprio il caso che qualcuno dicesse a registi come George Miller, che non basta fare un film d'animazione in computer grafica per produrre una pellicola artisticamente valida, specialmente se alle spalle non ha importanti aziende come Pixar o Dreamworks. Rischi che il risultato finale sia sufficiente solo tecnicamente, ed il resto rimanga scialbo e insulso. Ok, d' accordo, questo è un film per bambini ma vi prego di prendere tutti i pargoli per deficienti. Personalmente mi piacciono i film d'animazione: ho apprezzato tantissimo i due Shrek, L'era Glaciale e Gli Incredibili anche se, i miei punti di riferimento sono i Maestri Miyazaki e Otomo (quelli che non disdegnano il caro e vecchio disegno a mano per intenderci). Essendo un pochettino di parte verso un certo tipo di "cartoni animati" ho fatto la verifica definitiva usando come cartina tornasole la mia ragazza che va matta per questi film. Alla mia domanda: "Bé contenta di aver visto Happy Feet?" la sua risposta è stata: "Non è che mi sia piaciuto molto". Bisogna comunque dare atto a questo film di voler trattare, almeno per tre quarti, il diverso e la difficoltà di integrazione quando anche piccole comunità sono rette da consuetudini e tradizioni (qualcuno ha detto religioni?) molto radicate e antiche. L'ultimo quarto del film, il discorso cambia e finisce a bomba sull' ecologico, su come l'uomo abbia privato i poveri pinguini della loro risorsa naturale, condendo il tutto con un finale tanto "buono" e tanto "dolce" che mi si sono cariate le otturazioni.

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