Sunday, December 30, 2007

FINE ANNO 2007 - NIENTE BILANCIO PERO'!

Posto oggi perché già so che domani non ne avrò il tempo. Ultimo post per il 2007 ma a differenza dell'anno passato non mi va di fare un bilancio delle cose buone o delle cose cattive, non perché mi spaventi cosa potrebbe venirne fuori ma più semplicemente perché non ne ho voglia ^___*.
Preferisco salutare l'anno che se ne va attraverso le immagini cinematografiche che l' hanno contraddistinto:

Il 2007 non sarebbe stato lo stesso...

...senza i suoi incubi...

...e le sue ossessioni.

Senza un viaggio nel futuro...

...e un tuffo nostalgico nel passato.

Senza lodevoli esordi...

...e attese conferme.

Senza il ritorno di alcune vecchie glorie...


...e degli eroi in calzamaglia.

Grazie per averci fatto...

...ridere...

...sognare...


...esaltare...


...inquietare...

...terrorizzare.

Ma grazie di cuore soprattutto per questo

Caro 2008 che stai arrivando, hai poco da rilassarti! Ci aspettiamo moltissimo anche da te

Lettori ed amici carissimi:


BUON ANNO DI CUORE A TUTTI VOI!!!


P.S.: se in questo post mancano altri importanti film del 2007 può dipendere da due motivi:
1) non li ho ancora visti
2) non sono riuscito ad inserirli
e vorrei precisare che quelli inseriti non sono necesariamente dei filmoni ma quelli che più semplicemente hanno significato qualcosa per me.
Cercate di capire ^__*

Friday, December 28, 2007

AD UN PRIMO SGUARDO: PRISON BREAK - SEASON 03 E PUSHING DAISIES - SEASON 01

Alzi la mano chi non è rimasto spiazzato dal finale della seconda stagione. Soprattutto se si pensa al punto fermo che è stato messo nella narrazione della storyline principale. Adesso quindi abbiamo una situazione già vista in un' ambientazione assolutamente nuova. Ci sono nuovi personaggi che per il momento non sembrano particolarmente interessanti e ci sono quelli vecchi tra i quali mi sento di citare il sempre scaltrissimo Michael, il sempre più in astinenza Mahone e il sempre più viscido T-Bag (della cui voce originale non posso più fare a meno). Dopo quattro puntate viste non ho proprio idea di quale direzione prenderà la serie questa volta. Dico solo che tra la terza e la quarta puntata c'è un colpo di scena incredibile che mi ha lasciato di sasso. Considerato che per via dello sciopero degli sceneggiatori la serie dovrebbe concludersi con l'episodio 13, non manca molto per poter dare un giudizio della stagione nel suo complesso.

Sono venuto a conoscenza dell' esistenza di questa serie grazie ad Edo. Curiosa- mente non dal suo blog ma da un commento lasciato sul forum IOMA. Quello che mi ha colpito da subito è stato l'aver accomunato la serie con alcune caratteristiche del cinema di Wes Anderson. Queste "caratteristiche" (che brutto termine però) si trovano soprattutto nei personaggi, ma è nei colori e nelle atmosfere (anche questo riscontrato da chi ha visto la serie) che si ritrova un po' di quel Tim Burton che ho amato in Big Fish. Il protagonista, sin da bambino, scopre di avere un particolare dono/maledizione: con un semplice tocco può rianimare i morti. Toccandoli una seconda volta li rispedisce per sempre "dall'altra parte". Il suo particolare talento ha anche un'altra caratteristica: se le persone rianimate rimangono in vita per più di un minuto, qualcun'altro li vicino muore quasi a dover ristabilire un equilibrio. Dopo due episodi la serie è facilmente inquadrabile come commedia/commedia nera e considerato il secondo episodio, con gustose incursioni nel musical. Nove episodi all'attivo al momento in cui scrivo (ma anche questa è stata interrotta per lo sciopero?), da recuperare.

Thursday, December 27, 2007

...e già ci siam lasciati il Natale alle spalle

Come sempre accade è più lunga l'attesa del Natale che il Natale stesso. Neanche te ne accorgi che "puff" è passato. Era così quando ero più piccolo e così ancora adesso. Certo, con le dovute e logiche differenze: da bambino l'arrivo del Natale significava vacanze (= niente scuola ^__^) e c'era l'attesa per i regali portati da quell'entità magica chiamata "Babbo Natale". Crescendo la magia si è esaurita ma rimane comunque l'attesa per questa manciata di giorni di relax dove si stacca dal lavoro e dal caos della città che sembra impazzita.
Vogliamo parlare forse della natura religiosa di questa festa e dei suoi significati ormai andati perduti? No, non vogliamo. Almeno non qui. Fin quando possibile cerco di evitare argomenti troppo seriosi qui su WELTALL'S WOR(L)D, non perché non valga la pena parlarne ma perché sarebbero fuori luogo e fuori posto con quanto fatto e scritto fino ad oggi su queste mie pagine web. Ma se fate un giro per al Rete troverete tantissimi siti e blog che trattano l'argomento e ognuno vede questa festa in maniera diversa: c'è chi si immerge nella sua atmosfera, c'è chi proprio ne farebbe assolutamente a meno. In qualunque "schieramento" vi troviate, impossibile nascondere il lato consumistico di questa festa, assolutamente il più dominante tra cenoni, pranzi e regali.
I regali, ahhhh i regali! Mi piace fare i regali. Mi piace più farli che riceverli. Non è che li faccio a tutti i parenti ed agli amici, ma ad una ristretta cerchia di persone a cui tengo particolarmente. Tra questi c'è il mio nipotino ( e altre due in arrivo nel 2008 ^__^) e questo mi ha riavvicinato con gioia ai negozi di giocattoli perché, diciamocelo chiaramente, Natale è la loro festa, la festa di chi ha ancora quell'innocenza nel credere con emozione, che un omone vestito di rosso passi dal camino per portare loro dei doni. E negli occhi di mio nipote ho ritrovato quella magia, perciò niente foto di famiglia quest'anno. Gli unici scatti li dedico a lui:


P.S.: questo post doveva essere completamente diverso e invece è venuto fuori così. Siccome sono rientrato subito a lavoro (oggi e domani, poi un'altro po' di relax ^__*) non ho avuto tempo per scrivere niente di meglio. Abbiate pazienza ^__*.

Monday, December 24, 2007

It's Christmas Time...


Viste le imminenti (poche ore ormai ^___^) festività natalizie, anche WELTALL'S WOR(L)D si prende una piccola pausa.
Nel darvi appuntamento a dopo Santo Stefano auguro a tutti voi un

BUON

NATALE

in qualsiasi modo decidiate di festeggiare o di non festeggiare affatto, che ne sentiate l'importanza religiosa o meno, che spendiate un patrimonio in regali o ci mettiate il cuore per farli.
Questo augurio è per tutti voi.
See ya ^__*

Sunday, December 23, 2007

Lyric of the Week + Video / EELS - LAST STOP, THIS TOWN


You're dead but the world keeps spinning
Take a spin through the world you left
It's getting dark a little too early
Are you missing the dearly bereft?

Taking flight and you could be
Here tomorrow
Taking flight, well, you could get
Here tonight

I'm gonna fly on down for the last stop
To this town
What?
I'm gonna fly on down then fly away
Well, alright

Get down

Takin' a spin throught the neighbourhood
The neighbours scream
Whatchya talkin' bout?
cause they don't know how to
Let you in
And I can't let you out

What if I was not your only friend
In this world
Can you take me where you're going
If you're never coming back

I'm gonna fly on down for the last stop
To this town
I'm gonna fly on down then
Fly away on my way

Get down

Why don't we take a ride away up high
Through the neighbourhood
Up over the billboards and the factories
And smoke

I'm gonna fly on down for the last stop
To this town
Yeah
I'm gonna fly on down then
Fly away on my way
Fly away

Get down

Friday, December 21, 2007

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI - RUSHMORE

Produttore: Buena Vista
Distributore: Buena Vista
Video: 2.35:1 widescreen
Audio: Inglese, Francese, Italiano Dolby Surround 2.0
Sottotitoli: Inglese, Inglese non udenti, Francese, Italiano, Svedese, Norvegese, Danese, Finlandese, Tedesco
Extra: nessuno
Regione: 2 UK
Confezione: amaray


Note: leggendo con attenzione la scheda si possono notare due particolari: il primo è che il dvd ha sia l'audio che i sottotitoli in italiano. Il secondo particolare è che si tratta di un dvd inglese. Infatti per qualche assurdo motivo, la Buena Vista non distribuisce questo dvd nel nostro Paese nonostante il nostro doppiaggio sia presente all'interno del disco argentato. Considerata l'alta qualità del film non resta che procurarselo d'importazione: sul solito
Play.com lo trovate a €. 6,49. Non ci sono extra ma per un film così e a questo prezzo ci si può pure passare sopra. Se invece non vi importa nulla dell'audio italiano e preferite la migliore qualità video e il set di extra completi, preparatevi a spendere "qualcosina" in più...

Produttore: Criterion
Distributore: Criterion
Video: 2.55:1 anamorfico
Audio: Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Inglese
Extra: Commento audio di Wes Anderson, Owen Wilson e Jason Swartzman, Gli storyboard disegnati a mano da Wes Anderson e una comparazione con il girato, Note di produzione, Trailers, Audizioni del cast, Making of, Featurette "The Charlie Rose Show", Max Fisher presenta: gli adattamenti teatrali di Armageddon , Truman Show e Out of Sight presentati agli MTV Movie Awards, Gallerie di foto e materiale promozionale
Regione: 1 USA
Confezione: amaray

Note: eccoci di fronte all'ennesima splendida edizione della collezione Criterion. Ottima qualità video in formato anamorfico, audio multicanale e sottotitoli. Ma sono gli extra come al solito a rendere questa edizione veramente imperdibile per tutti i cinefili: non solo troviamo il commento audio, ma uno speciale sugli storyboard di Wes Anderson (disegnati a mano!!!) e alcuni rifacimenti teatrali di film famosi fatti appositamente per la promozione del film. Così come le altre edizioni Criterion dei film di Wes Anderson, anche Rushmore ha una copertina speciale disegnata. Le cose di qualità costano e le edizioni Criterion non fanno eccezione. Il prezzo di Rushmore si avvicina ai trenta Euro e lo potete acquistare, comprese le spese di spedizione, dal sito
YesAsia.

Thursday, December 20, 2007

Identità nella pelle

"A volte vita e morte vanno a braccetto". Un uomo muore con la gola squarciata da un rasoio. Una bambina viene messa al mondo e la madre muore durante il parto. Anna, l'ostetrica di origine russa che si è occupata della neonata, cerca tra gli effetti personali della giovane sconosciuta qualcosa che possa ricondurre ad una famiglia alla quale affidare la bambina. Nella borsa della ragazza trova un diario completamente scritto in russo e decide di farsi aiutare nella traduzione dallo zio. Le pagine di quel diario raccontano una storia terribile di speranza divenuta incubo, di violenza, droga e prostituzione. Le sue ricerche la conducono al ristorante di Semyon capo di una famiglia mafiosa. Questo è il mondo in cui ci catapulta Cronenberg nel suo ultimo film scritto da Steve Knight, nel mezzo della comunità russa in una Londra fredda ed anonima. Un mondo crudele regolato da leggi ferree che si basano sull' importanza della razza, della famiglia, dello "strain". Il sangue dice chi siamo, così come i tatuaggi raccontano la storia di una vita. Non si sfugge al retaggio familiare che lega gli individui generazione dopo generazione. "Gli schiavi partoriscono schiavi" dirà Nikolai ad un certo punto del film, riassumendo la sua stessa condizione di sottoposto, freddo esecutore per conto del giovane e ambiguo figlio di Semyon, Kiril. Anche se Semyon stima Nikolai più del suo stesso figlio, quel legame scritto dal sangue non potrà mai essere spezzato: Nikolai è uno strumento è quello rimarrà. Ce l'ha scritto addosso, marchiato in maniera indelebile. Lo vediamo in quella che secondo me è la sequenza più bella del film, la "promozione" di Nikolai. Lui, nudo di fronte a Semyon e ad altri boss, lascia che questi uomini leggano la sua vita dalla sua pelle coperta di tatuaggi. E proprio attraverso la figura di Nikolai, così come quella di Tom in A History of Violence, che Cronenberg porta avanti il suo nuovo percorso cinematografico, l' evoluzione del suo pensiero, la sua personale riflessione sulla carne. Lo fa attraverso storie all'apparenza semplici e a generi facilmente riconducibili al thriller o al noir che modifica e modella a suo piacimento rendendoli terra fertile su cui seminare le sue ossessioni. Tecnicamente ineccepibile (si veda la ormai stracitata scena della sauna) Eastern Promises (La Promessa (?!?) dell' Assassino) riunisce un cast di grandi nomi che non servono solo a far bella mostra nei poster promozionali, perché Cronenberg fa in modo che ognuno occupi il proprio giusto spazio all' interno del film. Naturalmente Viggo Mortensen sta una spanna sopra tutti gli altri tanto è perfetto nell' interpretare il freddo Nikolai. Il 2007 si è aperto con Lynch e si è chiuso con Cronenberg. Come per INLAND EMPIRE anche con Eastern Promises ci si rende subito conto di trovarsi di fronte ad un film troppo "grande" (in qualsiasi modo vogliate intendere questo aggettivo) per il quale una sola visione non è abbastanza.

Wednesday, December 19, 2007

DO THE REVOLUTION

Rushmore è un obiettivo da raggiungere al quale aggrapparsi e dedicare se stessi nonostante le proprie esigue possibilità, andando contro tutte le regole. Rushmore è un' opportunità di rivalsa. Rushmore è l'amore di una vita. Rushmore è una scuola privata frequentata da ragazzi provenienti da famiglie ricche. Ma la Rushmore è frequentata anche da Max Fisher. Max Fisher non è come tutti gli altri studenti anzi, in una scuola così rinomata è quasi un punto nero su di un foglio immacolato: non è di famiglia ricca (il padre è un barbiere) ma si è guadagnato un posto in quella scuola e una borsa di studio grazie ad una pièce teatrale da lui stesso scritta. Insomma, a soli quindici anni Max dimostra di essere dotato e di poter far parte dell'elite della Rushmore. La scuola diventa la sua ragione di vita: partecipa attivamente a qualsiasi club o attività extra scolastica, fondandoli lui stesso nel caso non esistano. Il tutto però ruba tempo allo studio e i suoi voti in rapida discesa rischiano di farlo espellere. La sua vita prende una piega inaspettata quando conosce Herman Blume e Rosemary Cross. Il primo è un industriale nonché finanziatore della Rushmore. Non vede di buon occhio i figli delle famiglie facoltose soprattutto per il fatto che la loro ricchezza gli spiana troppo facilmente la strada. Anche per questo prova subito una particolare simpatia per Max con il quale stringe una profonda amicizia. La Sig.na Cross invece, è una insegnate della Rushmore di cui Max si innamora perdutamente e dalla quale non è corrisposto. Potrei continuare a scrivere la trama di questo film fino alla sua conclusione pur di tener lontano il momento di cominciare a scrivere davvero "qualcosa" sul secondo lungometraggio di Wes Anderson. Non è facile tradurre in frasi di senso compiuto le sensazioni che mi suscitano i suoi film e Rushmore non fa certo eccezione. Si potrebbe riassumere il tutto in una frase rivolta da Max ad Herman "Il mio segreto? Trovare quello che ti piace fare e farlo per il resto della vita. Nel mio caso è la Rushmore" ma sarebbe riduttivo, si lascerebbero da parte tutte quelle sensazioni, tutta quell' umanità che i suoi personaggi e le sue storie riescono a tramettere. Rushmore arriva dopo l'esordio sorprendente, Bottle Rocket e l' esplosività dirompente è sostituita in questo caso da una carica rivoluzionaria incarnata nello stesso Max. La storia, scritta da Anderson e dall'amico di sempre Owen Wilson, mette in scena una serie di personaggi straordinari, dai protagonisti alle semplici figure di contorno. Si definiscono ancora di più in questo film tutti quegli elementi che diventeranno quasi una "firma" nelle sue successive produzioni: non solo una regia dalle inquadrature e dai movimenti di macchina molto ricercati, ma soprattutto quella perfetta alchimia di colori, musiche e quell'umorismo leggero, impalpabile, irresistibile. Jason Swartzman è una sorpresa, Bill Murray una conferma, la colonna sonora scelta con cura quasi maniacale. Ho scritto tanto e mi sembra di non aver scritto niente. Fate una cosa: guardate il film con i vostri occhi (o con il cuore) e trovate la vostra Rushmore.

Tuesday, December 18, 2007

"Intergalactic Love" ovvero quando il sottotitolo inglese non c'entra una cippa

Davvero la tecnologia ha abbattuto delle barriere? O in realtà ne ha creato di nuove? E' servita maggiormente a "linkare" gli individui tra di loro anche a grandi distanze o gli ha invece semplicemente isolati? Il regista Kiyoshi Kurosawa ha affrontato l'argomento nel suo inquietante Kairo. Anche l'esordiente Takahiko Akiyama affronta queste tematiche, non in maniera apocalittica come il su citato collega, ma inserendoli in una storia dai toni più leggeri anche se "racchiusi" in una parentesi drammatica. Il protagonista della storia, Saworu, ha visto la madre morire sotto i propri occhi in un incidente stradale nel quale anche lui è rimasto coinvolto rimanendo temporaneamente paralizzato. Una serie di riabilitazioni potrebbero farlo camminare di nuovo ma Saworu si è chiuso in se stesso, non vuole più uscire di casa ed incolpa il padre per la prematura scomparsa della mamma. Ma l'amore di un padre non si ferma di fronte a questi ostacoli e pur di aiutare il figlio a prendere contatti con il mondo esterno gli mette a disposizione la più avanzata delle sue invenzioni, il robot H603 o Hinokio. Attraverso un terminale Saworu si collega a Hinokio che diventa il suo alter ego nella vita reale al di fuori della sua stanza, che per un ragazzino della sesta elementare si traduce in "andare a scuola e tornare a casa". La presenza di un robot nella classe crea stupore e interesse tra gli altri studenti ma integrarsi sarà comunque difficoltoso per Hinokio/Saworu. Infatti il suo particolare "status" non lo rende certo immune dalle particolari attenzioni di alcuni teppistelli con i quali comunque proverà a stringere un'amicizia. Insomma, il film si muove su tre diversi piani: quello reale, quello reale filtrato attraverso gli occhi di Hinokio (nel quale per una scelta fotografica i colori appaiono molto più saturi) e la realtà virtuale di un gioco on-line chiamato Purgatory, che sembra in qualche modo connesso alle due precedenti. Visto che ci siamo mi tolgo subito il fastidio: proprio questa parte del gioco on-line è quella che funziona meno nell'economia del film perché appesantisce la narrazione aggiungendo elementi che a mio parere potevano essere tralasciati visto che comunque non vengono approfonditi pienamente. Un piccolo neo che alla fine non influisce troppo negativamente sulla riuscita di un film che stupisce, oltre che per gli effetti speciali (Hinokio è realizzato quasi interamente in computer grafica), per la profondità dei temi trattati: i surrogati di realtà di cui ci circondiamo, di cui facciamo uso anche per nascondere paure e insicurezze, non possono in alcun modo sostituire l'importanza del contatto fisico, anche doloroso, con gli altri individui. Ed è proprio il dolcissimo rapporto che si instaura tra Hinokio/Saworu e la sua coetanea Jun ne è la simbolica conferma. Magari la sceneggiatura poteva essere più compatta e perdersi un po' meno in risvolti infantili e scontati, ma considerato che sembra rivolgersi ad un pubblico giovane non ci si può aspettare di più. In definitiva Hinokio rimane una gradevole visione.

Monday, December 17, 2007

PRISON BREAK - SEASON 02 -

TITOLO ORIGINALE: PRISON BREAK
TITOLO ITALIANO: PRISON BREAK
NUMERO EPISODI: 22

-TRAMA-
Dopo aver perso l'aereo di Abruzzi, gli evasi da Fox River guidati da Michael iniziano una corsa disperata tra i boschi per la salvezza. Ma il gruppo non è certo compatto visto che ognuno vorrebbe i soldi nascosti da Westmoreland, tutti per se. Come se non bastasse un astutissimo agente dell' FBI, Alexander Mahone, sembra in grado di decifrare senza problemi il tatuaggio di Michael, riuscendo quasi ad anticiparne le mosse.

-COMMENTO-
Credo che la quasi totalità degli estimatori della prima stagione di Prison Break si siano chiesti, dopo l'emozionante finale, come potesse continuare a funzionare la serie ambientandola fuori dal carcere. Ad essere sinceri il dubbio è venuto anche a me, dubbio legittimo se si pesa che, a parte gli intrighi politici, tutta l'azione si svolgeva tra le mura di Fox River dove assistevamo al lento prendere forma del geniale piano d'evasione di Michael. Invece gli sceneggiatori sorprendono tutti e mettono insieme una seconda stagione dove, per ben 22 puntate, assistiamo ad una instancabile caccia all' uomo ricca di colpi di scena che incolla allo schermo. A differenza di altre serie (come Lost, per esempio) i personaggi non subiscono particolari evoluzioni e rimangono fedeli ai loro "ruoli": Michael è la mente (anche quando il tatuaggio non è d'aiuto), Lincoln è il braccio (che quando colpisce fa male) e T-Bag il perverso assassino (personaggio assolutamente negativo ma incredibilmente affascinante). La storia si libera di alcuni characters ma fa anche degli ottimi nuovi acquisti come l' agente Mahone, figura molto più complessa di quel che può sembrare all' inizio, che diventa sin dal primo episodio la nemesi del giovane Scoffield. Per quel che riguarda lo sviluppo della trama principale, ecco arrivare il secondo colpaccio: la linea narrativa principale viene abilmente risolta mettendo una parola fine a tutti gli avvenimenti che avevano portato Lincoln in prigione ed aprendo una "strada" tutta nuova che conduce, visto il successo di pubblico, ad una immancabile terza stagione. A questo punto l'interrogativo di cui parlavo all' inizio si ripropone nuovamente e come sempre non possiamo che ben sperare.

-DVD-
Al momento in cui scrivo sta per uscire (se già non è nei negozi) il cofanetto con i primi dodici episodi della seconda stagione. Considerato che tutta la seconda serie verrà pubblicata in un' unica soluzione mi sembra assolutamente inutile dare ulteriore spazio a questi cofanetti "monchi".

Sunday, December 16, 2007

Lyric of the Week + Video / PERTURBAZIONE - AGOSTO


Se il video non si vede (e credetemi, merita di essere visto) ecco il link diretto Youtube

Agosto
E' il mese più freddo dell’anno
L’inverno si sposta sei mesi in avanti
E non è il polo sud
Qui non è il polo sud

Agosto
La sveglia che rompe il silenzio
Qualcuno è in vacanza
E lei suona per ore
Che freddo che fa
Che freddo che fa

Agosto
Ti affacci su un cuore malato
Le cinque di sera ed è già buio pesto
L’inverno d’agosto

Il ghiaccio
Si posa e ricopre le cose
L’attesa del caldo congela anche i morti
Che freddo che fa

Se non è vero che hai paura
non è vero che ti senti solo
non è vero che fa freddo
allora perché tremi

Se non è vero che hai paura
Non è vero che ti senti solo
Non è vero che fa freddo
Allora perché tremi in questo agosto?

Agosto
è scritto sul tuo calendario
forse hai dormito sei mesi
ma sei così stanco
tanto stanco

Agosto
E' il mese più freddo dell’anno
Nell’altro emisfero lo chiamano inverno
L’agosto

Se non è vero che hai paura
non è vero che ti senti solo
non è vero che fa freddo
allora perché tremi

Se non è vero che hai paura
Non è vero che ti senti solo
Non è vero che fa freddo
Allora perché tremi in questo agosto?
Perché tremi in questo agosto?
Perché tremi in questo agosto?

Friday, December 14, 2007

Lost In Rainbows - Part 2

Come promesso nel precedente post, eccomi nuovamente qui a parlare del nuovo disco dei Radiohead "In Rainbows" dopo aver ricevuto il magnifico Discbox. Questa superba confezione è disponibile (fino ad esaurimento) sul sito della w.a.s.t.e.. Il prezzo elevato (£. 40 compresa la spedizione) è indubbiamente dovuto alla quantità limitatissima e alla cura con la quale è stata messa insieme questa confezione. Prima di lasciar spazio alle foto, mi riservo un ennesimo post (l'ultimo, giuro) per parlare del bonus disc con le 8 canzoni inedite non presenti nella versione download dell' album.

L' ESTERNO







La confezione è composta da un box in cartone rigido con all'interno un cardboard molto elaborato con apertura a libro. Il box esterno e ricoperto da un artwork dove sulla prima facciata troviamo la scritta "Radiohead" e sull'altro quella "In Rainbows".


L' INTERNO

Sul lato sinistro troviamo la tasca laterale per il primo dei due vinili e la tasca frontale che contiene il libretto con le immagini di Stanley Donwood. Nelle tre foto sottostanti il libretto in dettaglio con due immagini al suo interno.




Nel lato destro troviamo la tasca laterale per il secondo vinile, il libretto con i testi ed i credits cucito (!!!) nella confezione, il cd principale dell'album e il bonus cd.


Dettaglio del libretto con i testi.

Dettaglio della cucitura.

I cd sono tenuti da dei supporti in gomma veramente scomodi per togliere e mettere i cd. Per evitare di rovinarli ho convertito entrambi i supporti in mp3.

Ecco il cd bonus presente in questo Discbox. Al prossimo post per maggiori dettagli a riguardo.

Thursday, December 13, 2007

WHO ARE YOU?

Trevor Reznik non dorme da più di un anno. Perchè? Anche lui vorrebbe saperlo. Forse lo sa ma non ricorda. Forse lo sa ma non vuole ricordare. D'altronde non conduce certo una vita di cui andare particolarmente orgogliosi: un lavoro alienante in fabbrica e una vita sociale praticamente inesistente anche se un tempo passava molto più tempo con i suoi colleghi. Regolari "incontri" con una prostituta, Stevie, sono il massimo rapporto sentimentale al quale può aspirare anche se, nelle sue notti insonni, si ferma regolarmente a scambiare quattro chiacchere con la cameriera del bar dell'aeroporto, tra una tazza di caffè e una fetta di torta della quale non assaggia neanche un boccone. In coincidenza con il suo periodo insonne, Trevor ha iniziato a dimagrire in maniera preoccupante. Si pesa regolarmente segnando il peso indicato dalla bilancia su dei post-it che ha attaccato sul muro, una fila verticale di piccoli foglietti con su scritti dei numeri che diminuiscono progressivamente, quasi un conto alla rovescia dal finale inevitabile. Ultimamente qualcuno sta anche cercando di mettere scompiglio nella ripetitività della sua vita, qualcuno che entra furtivamente in casa sua lasciandoli strani messaggi attaccati al frigorifero, il gioco dell' impiccato, con una misteriosa parola da decifrare "_ _ _ _ E R". Ma chi è che sta giocando con lui in maniera così subdola? I suoi colleghi di lavoro? Quello nuovo forse, Ivan, con quel suo sorriso inquietante e la mano deforme. E perchè tutti in fabbrica fanno finta che Ivan non esista? Forse risolvendo il gioco, trovando la parola dell' impiccato, riuscirà a trovare la risposta a queste domande. Ve l'ho un bel po' romanzata ma in definitiva questa è la trama del film, senza quei particolare che potrebbero rovinarvene la visione. Il film di Brad Anderson, The Machinist (L' Uomo Senza Sonno) è uscito nel 2004 e se per caso non l'avete visto, il mio consiglio è di affrontarlo con meno indizi possibili magari evitando di leggere la sinossi nel retro-fascetta del dvd. Questo perchè, vista la natura del film molto vicina al thriller psicologico, la prima visione è quella che coinvolge maggiormente mentre le successive permettono di apprezzare la pregevole scrittura di Scott Kosar che dissemina indizi rivelatori per tutto il film quasi a comporre un complicatissimo puzzle. Gli argomenti trattati non sono poi così originali e ben altri autorevoli registi hanno affrontato tematiche come quella del "doppio" o dell' insonnia con eccellenti risultati (si vedano Fight Club di Fincher o Insomnia di Nolan) ma il film di Anderson riesce comunque a ricavarsi il suo spazio. Menzione d'onore per un bravissimo Christian Bale che si riduce letteralmente all' "osso" per interpretare l'allucinato Trevor. Questa si che è dedizione al proprio lavoro.

Wednesday, December 12, 2007

"I never knew this would happen. To fear the liberation..."

Riflettevo su come si cerchi costantemente di ingannare il fruitore di cinema poco informato. Scritte come "Dal produttore di...", "Dai creatori di..." su locandine e dvd fungono da calamita per quel pubblico attirato dai grandi nomi. Non c'è niente di male in questo, ma si incorre sempre nel rischio di incappare in un film che non ci si aspetta. E cadiamo a bomba su Black Book di Paul Verhoeven. Se entrate in un qualsiasi videonoleggio alla ricerca di questo film, la copertina del dvd si presenterà a i vostri occhi con le faccione dei protagonisti che ne occupano due terzi e nella parte alta una dicitura in grassetto che recita "Dal regista di Robocop e Atto di Forza". Se non sapete nulla di questo film la vostra mente verrà portata per forza di cose a fare una qualche associazione mentale identificabile con l'equazione "Vehroeven : Robocop = Black Book : Action hollywoodiano". Niente di più sbagliato. Black Book non è certo ambientato in un prossimo futuro e la storia che racconta non è certo fantascienza. Il film di Verhoeven è ambientato in un passato non così remoto e la storia che racconta è basata su eventi reali (o almeno così ci viene detto a inizio film). Siamo alla fine del secondo conflitto mondiale, in Olanda. La cantante ebrea Rachel Stein è costretta a nascondersi in una fattoria per sfuggire ai rastrellamenti nazisti. Quando il suo nascondiglio viene distrutto durante un bombardamento sarà costretta ad una fuga continua, a cambiare identità, unirsi alla resistenza e ad infiltrarsi per loro in un quartier generale nazista. Alla fine è proprio di questo che parla il film, una fuga impossibile dalla guerra e le sue atrocità che per quanto scappi lontano è sempre un passo dietro di te. Rispetto alle illustri precedenti pellicole ambientate durante le persecuzioni naziste (Schindler List di Spielberg o Il Pianista di Polanski) Black Book è più facilmente identificabile come thriller: la regia sobria di Verhoeven e una storia ricca di colpi di scena, rendono il film piacevole e mai noioso nonostante le oltre due ore di visione. Si passa sopra anche a dei personaggi forse un po' troppo stereotipati che rendono difficile immaginarseli come realmente esistiti. Indubbiamente meritevole di una visione ma non so se si può andare oltre.