Wednesday, April 27, 2011

"Facciamo le corna, va!" ovvero CHIUSURA PER FAR EAST 2011

Johnnie To, Dante Lam, Feng Xiaogang, Park Chan-wook, Tetsuya Nakashima, Panna Rittikrai. Sono solo alcuni dei registi i cui film saranno proiettati durante la 13^ edizione del Far East Film Festival.
E quindi ci siamo: il blog chiude per una decina di giorni e riapre il 9 maggio prossimo con la consueta relazione sui film visti e le immancabili foto.
Ci si vede li se ci sarete altrimenti ci si rilegge su queste pagine!
A presto ^^

P.S.: anche questa settimana non perdete la nona puntata di CINE20 che si concentrerà sulle uscite cinematografiche del 29/04/2011 e del 06/05/2011. Online da venerdì, controllate qui per gli aggiornamenti.

Tuesday, April 26, 2011

MISFITS - SEASON 01 -

TITOLO ORIGINALE: MISFITS
TITOLO ITALIANO: MISFITS
NUMERO EPISODI: 6

-TRAMA-
Colpiti da un fulmine durante un' anomala ed improvvisa tempesta, cinque giovani condannati ai lavori socialmente utili ottengono delle particolarissime abilità...ma non sono i soli.

-COMMENTO-
Quando da grandi poteri non deriva nessuna responsabilità, è li che entrano in scena i "misfits", i disadattati protagonisti dell' omonima serie inglese creata da Howard Overman. Ok, supereroi e telefilm non sono mai andati tanto d'accordo, ma Misfits in soli sei episodi è riuscito a fare quello che ad Heroes non è riuscito in quattro stagioni (tre delle quali penose), con una formula molto semplice: usare un pretesto come causa scatenante dei poteri e poi accantonarlo senza dargli una vera spiegazione, dando poi ad ognuno dei protagonisti (e dei "villain" che si troveranno loro malgrado a fronteggiare) delle abilità legate indissolubilmente alle loro personalità, alle loro paure o alle loro debolezze.Una scelta molto intelligente che permette di concentrarsi sui personaggi e non su quello che sanno fare perchè, anche se indossano delle "uniformi", non sono certo gli X-Men o i Fantastici 4, anzi: da questo punto di vista Misfits mette subito le cose in chiaro e, benchè mossi da puro istinto di sopravvivenza, i nostri si dimostreranno molto inclini alle umane debolezze, andando spesso e volentieri ben oltre i limiti della legalità. Politicamente scorretta ed irresistibile, la serie di Overman parla di un gruppo di giovani che per pagare il loro debito verso la società ne vengono ulteriormente emarginati come sottolinea anche il freddo paesaggio urbano di palazzoni e cemento nel quale sono ambientate le loro disavventure. E poi c'è Nathan. C'è bisogno che vi parli di Nathan, uno dei migliori personaggi televisivi degli ultimi dieci anni? No, non c'è ne bisogno. Però posso dirvi che la colonna sonora di Misfits è favolosa!

-DVD / BLURAY -
Nonostante sia già stata trasmessa in Italia ancora non si sa nulla di un' uscita per il mercato homevideo. Se non volete aspettare su Play.com potete portarvi a casa la prima stagione di Misfits sia in DVD che in Bluray a prezzi davvero accessibili.

Monday, April 25, 2011

Morto un Papa...

Meglio delle prevedibili e vuote polemiche provocate. Meglio della brillante ironia con la quale Moretti, indirettamente e direttamente (attraverso lo psicanalista da lui stesso interpretato) si insinua nell' ermetica segretezza del Conclave. Per cominciare a parlare di Habemus Papam è meglio partire dalla straordinaria interpretazione di Michel Piccoli nel ruolo del Cardinale Melville, neo eletto Papa e terrorizzato dal ruolo che deve ricoprire, la figura che deve rappresentare. I suoi occhi lucidi, i sui silenzi tanto quanto le frasi dette con voce tremolante, portano in superficie la fragilità di un uomo consapevole della sua Fede ma altrettanto consapevole di dover mettere in discussione la sua adeguatezza al mandato voluto da Dio (almeno a parole). Mentre lo osserviamo camminare per le strade di Roma come una persona qualsiasi, riassaporare frammenti di una vita troppo lontana, entrare in contatto con le persone, con passioni abbandonate da tempo, emerge allo stesso tempo la riflessione fondamentale del film, quella sulla fede, che passa dai contrasti sulla figura dell' uomo, tra genesi biblica e teorie darwiniane (elemento sottolineato da uno scambio di battute tra il personaggio di Moretti ed un cardinale), ed il caos scatenato dall' improvvisa deviazione dal rigido percorso dettato dal dogma. Quello che avviene in Habemus Papam, dall' urlo disperato all' idea di doversi presentare ad una folla acclamante, fino al torneo di pallavolo tra i cardinali, è un tentativo di umanizzare delle figure spesso molto distanti dai fedeli e di sottolineare la possibilità di vivere per la Fede, ma anche vivere la propria vita nonostante la Fede.

Sunday, April 24, 2011

BUONA PASQUA!!!


Niente Lyric of the Week" a 'sto giro ma gli auguri, almeno quelli, non ve li nego ^__*

Thursday, April 21, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.27 "No one is playing anymore"

ATTENZIONE: il CINEQUIZ, così come il blog (ma dalla settimana prossima) e per ragioni che potete immaginare se mi leggete da un po', si prende una piccola pausa. Pertanto la prossima puntata del CINEQUIZ sarà pubblicata il 12/05/2011.



Era da un po' che non avevo occasione di scriverlo ma eccoci qua: secondo frame!


Soluzione: TWO SISTERS
Vincitore: Para

Classifica:
Grace - pt. 21
Beld - pt. 8
Tob - pt. 8
kusanagi - pt. 6
Falketta - pt. 3
frenzmag - pt. 3
Moka - pt. 3
Viper - pt. 3
curiositizen - pt. 2
Para - pt. 2
sommobuta - pt. 2
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

Ed ecco quale sarebbe stato l' ultimo frame

Wednesday, April 20, 2011

Italian Online Movie Awards 2011 - NOMINATIONS


Un po' in ritardo ma ecco anche quest' anno le nomination per il premio IOMA 2011:

--- NOMINATIONS ---

MIGLIOR FILM
Il Cigno Nero
Il discorso del Re
Inception
L'uomo nell'ombra
The social network

MIGLIOR FILM ITALIANO
Benvenuti al sud
Draquila - L'Italia che trema
La nostra vita
La solitudine dei numeri primi
Una Vita Tranquilla

MIGLIOR REGIA
Christopher Nolan - Inception
Darren Aronofsky - Il cigno nero
David Fincher - The Social Network
Roman Polanski - L’uomo nell’ombra
Tom Hooper - Il discorso del Re

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Cattivissimo me
Fantastic Mr. Fox
L’Illusionista
Rango
Toy Story 3 – La grande fuga

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Colin Firth - Il discorso del Re
Elio Germano – La Nostra Vita
James Franco - 127 ore
Jeff Bridges - Il Grinta
Jesse Eisenberg - The Social Network

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Abbie Cornish - Bright star
Annette Bening - I ragazzi stanno bene
Jennifer Lawrence - Un gelido inverno
Natalie Portman - Il cigno nero
Nicole Kidman - Rabbit Hole

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Andrew Garfield - The Social Network
Christian Bale - The Fighter
Geoffrey Rush - Il discorso del re
Mark Ruffalo - I ragazzi stanno bene
Vincent Cassel – Il cigno nero

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Amy Adams - The fighter
Helena Bonham Carter – Il Discorso del Re
Marion Cotillard – Inception
Melissa Leo - The Fighter
Mila Kunis - Il cigno nero

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Departures
Il cigno nero
Il discorso del re
Inception
The Fighter

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Il grinta
Il segreto dei suoi occhi
L'uomo nell'ombra
The Road
The Social Network

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Il cigno nero
Il Grinta
Inception
The Road
The social network

MIGLIOR MONTAGGIO
127 Ore
Il cigno nero
Il discorso del re
Inception
The Social Network

MIGLIOR COLONNA SONORA
Il cigno nero
Il discorso del Re
Inception
Scott Pilgrim vs the world
The Social Network

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Hereafter
Il cigno nero
Inception
Iron Man 2
Scott Pilgrim vs The World

Tuesday, April 19, 2011

FASTER, vendetta a tutta velocità

Robert Tillman Jr. non ha fatto ad oggi niente di davvero memorabile e anche Faster non ha certo tutte le carte in regola per essere ricordato in maniera particolare. Eppure come si fa ad essere impietosi verso un film che in tutta onestà segue un percorso ben definito senza tanti fronzoli? Faster è un "revenge movie" duro e puro caricato quasi unicamente sull' imponente figura di Dwayne Johnson che come un rullo compressore (di cui ne imita anche l'espressività) comincia, il giorno stesso che esce di prigione, una sanguinosa vendetta attesa per dieci anni. Tenendo fede al suo stesso titolo, il film di Tillman Jr. mantiene un ritmo davvero sostenuto per tutta la sua durata, scandito dal conteggio dei giorni nei quali si consuma la tanto attesa e sofferta resa dei conti del protagonista. Ma fa anche qualcosa in più: il punto di vista unico di Dwayne Johnson diventa un punto di vista triplo quando si inseriscono nella narrazione il poliziotto tossico e prossimo alla ritiro interpretato da Billy Bob Torton ed il giovane killer milionario con il volto di Olivier Jackson-Cohen. Un tris di personaggi che, a dispetto di quel che si può aspettare da film del genere, non sono figure piatte che rimangono sullo sfondo in attesa che arrivi il loro momento di sparare, ma che vengono sviluppate in maniera credibile (soprattutto la figura del poliziotto tormentato) e funzionale all' economia della narrazione. Nessuna ostentata ricerca di profondità, sia ben chiaro, anche dal punto di vista di una storia che, a parte un colpo di scena ben orchestrato, non brilla certo per originalità. Un passo avanti rispetto a tanti film simili ma niente di miracoloso.

Monday, April 18, 2011

"Life is wasted on people"

Non soltanto sceneggiatore degli ultimi film di Wes Anderson, Noah Baumbah è anche una delle realtà più interessanti nel panorama cinematografico "indie" americano, nonchè regista che, da Il Calamaro e La Balena, passando per Margot at the Wedding fino a Greenberg, si è dimostrato di una coerenza assoluta anche se questo ha significato rendere le sue pellicole "impermeabili" al pubblico soprattutto ad un primo impatto. Film difficili da apprezzare, vuoi per quel modo così personale di tagliare la coda di ogni sequenza facendoci precipitare in quella successiva senza che si abbia il tempo di metabolizzarne il contenuto, vuoi per quei personaggi che ama raccontare con i quali entrare in sintonia è sempre una strada in salita. Roger Greenberg è certamente uno di questi, un concentrato di ansie e conflitti interiori pericolosamente in bilico tra gli errori del passato ed un futuro ancorato ad un presente immobile sul quale si affaccia l' abbozzo di relazione con la giovane e fragile Florence (una meravigliosa Greta Gerwig). Straordinariamente in contrasto con questo personaggio è l'attore chiamato ad interpretarlo, un Ben Stiller il cui nome riconduce alla commedia e che qui si trova a vestire panni decisamente meno comodi e accattivanti, ma che ha conti fatti può essere considerato uno dei ruoli più difficili e importanti di tutta la sua carriera. Per quanto film e personaggio tengano a distanza si finisce poi per essere "avvolti" a posteriori dal cinema di Baumbach che, sia a livello registico che di scrittura (la storia è dello stesso Baumbach e della moglie Jennifer Jason Leigh), reclama a gran voce la sua natura indipendente. Greenberg è un film che rimane vivo sottopelle e cresce dopo la visione, minuto dopo minuto. Ha solo bisogno di tempo e di un pubblico paziente capace di concederglielo.

CINE20 - 7^ PUNTATA


No, non ci siamo dimenticati! La settima puntata online qui!

Sunday, April 17, 2011

Lyric of the Week + Video / OASIS - CHAMPAGNE SUPERNOVA

200° post della rubrica. Dedicato a me.


How many special people change?
How many lives are living strange?
Where were you while we were getting high?
Slowly walking down the hall
Faster than a cannonball
Where were you while we were getting high?

Someday you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova in the Sky
Some day you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova
A champagne supernova in the sky

Wake up the dawn and ask her why
A dreamer dreams she never dies
Wipe that tear away now from your eye
Slowly walking down the hall
Faster than a cannonball
Where were you while we were getting high?

Some day you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova in the sky
Some day you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova
A champagne supernova

'Cause people believe that they're
Gonna get away for the summer
But you and I, we live and die
The world's still spinning round
We don't know why
Why, why, why, why

How many special people change?
How many lives are living strange?
Where were you while we were getting high?
Slowly walking down the hall
Faster than a cannonball
Where were you while we were getting high?

Someday you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova in the sky
Some day you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova
A champagne supernova

'Cause people believe that they're
Gonna get away for the summer
But you and I, we live and die
The world's still spinning round
We don't know why
Why, why, why, why

How many special people change?
How many lives are living strange?
Where were you while we were getting high?
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high
We were getting high

Thursday, April 14, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.26 "Numbers from a dark past"

Indovinate questo al primo colpo, se ci riuscite! ^__*


Soluzione: X-Men THE LAST STAND
Vincitore: Viper Vendetta

Classifica:
Grace - pt. 21
Beld - pt. 8
Tob - pt. 8
kusanagi - pt. 6
Falketta - pt. 3
frenzmag - pt. 3
Moka - pt. 3
Viper - pt. 3
curiositizen - pt. 2
sommobuta - pt. 2
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

E gli altri due frame


Wednesday, April 13, 2011

GUIDARE ARRABBIATO

Di fronte a film che fin dalle primissime scene mettono bene in chiaro dove andranno a parare, non ci si può che arrendere e lasciare che vincano a mani basse. Non è una regola assoluta, ma Drive Angry di Patrick Lussier la rispetta pienamente. L' antefatto dice già tutto: un uomo fugge in auto dall' inferno e si mette sulle tracce della persona che ha ucciso la figlia e rapito la nipotina per sacrificarla a Satana. Nei primi cinque minuti un uomo perde una mano, un' altro la gamba e un' auto esplode. Dopo un inizio così è davvero tutto in discesa, anche perchè quando hai in mano un protagonista che non può morire tutto il resto è concesso. Così, mentre la narrazione procede nei momenti in cui si riesce a tirare il fiato, il resto è un folle inseguimento tra muscle car, belle donne, sparatorie ed esplosioni, condite da una violenza che, inquadrata nell' ottica del genere di film che Drive Angry rappresenta, ci sta proprio a pennello. Perchè Lussier non sarà un ottimo regista (e tanto meno un bravo montatore) ma l' impressione che da il suo film è che sapesse bene cosa portare sullo schermo, una strizzata d'occhio a tanti generi che si spinge oltre il B-movie per avvicinarsi maggiormente a quell' universo cinematografico che Tarantino e Rodriguez hanno sdoganato con successo recentemente. Ma non è tutto qui. Drive Angry è un film che nella sua imperfezione, oggettiva e sotto diversi comparti, ha comunque le spalle larghe in virtù anche di un cast che non si riesce a non amare: Nicholas Cage continua a trasformare la sua capigliatura e mentre in tanti pensano che lavorando in progetti del genere si stia scavando la fossa, in realtà sta solo scrivendo la sua leggenda. Amber Heard, tolti i mutandoni e i jeans a vita alta di The Ward, fa esplodere il suo lato sexy e tamarro con il personaggio di Piper, bellissima e cazzuta improvvisata spalla del protagonista. Ultimo ma non ultimo William Fichtner, contabile di Satana in giacca e cravatta, elegantissimo e posato anche quando si tratta di usare violenza, è lui il vero villain del film, non l' altro, è lui ad avere il carisma che lo rende temibile ma irresistibile. Solo il 3D è di troppo in Drive angry, forzato, con l'unico scopo dell' effetto "in your face", superfluo davvero, perchè il film arriva diretto anche senza.

Tuesday, April 12, 2011

Ritorno in reparto

Nello spietato gioco delle aspettative, The Ward non poteva che trovarsi con una mano, se non proprio perdente, senza ombra di dubbio decisamente brutta. Voglio dire, dopo un' attesa durata dieci anni il ritorno dietro la macchina da presa di un maestro come John Carpenter, finalmente impegnato in un nuovo lungometraggio dopo i fugaci ma importanti contributi alla serie Masters of Horror, ha assunto quasi la portata di un evento epocale. Ecco, se sederci al buio di una sala per gustarci sul grande schermo l' ultimo fatica del regista americano E' di per se un evento, per il resto The Ward punta decisamente più in basso. Carpenter si trova a lavorare su di una sceneggiatura scritta dai fratelli Rasmussen, che, a voler essere buoni, sembra quasi un "bignami" del cinema di genere dell' ultima decade. Non manca nulla, se non un briciolo di originalità, dal thriller psicologico alla ghost story fino ad assaggi di torture porn. Ora, se dovessimo basarci unicamente sul "già visto" per giudicare un film, specialmente quando rientra in un genere inflazionatissimo come l' horror, in pochi davvero riuscirebbero a salvarsi da una implacabile bocciatura. Ma a volte, è il caso di The Ward non fa certo eccezione, bisogna tenere attentamente in considerazione il modo in cui, anche una storia non esattamente "nuova", viene portata sullo schermo. Ed è qui che un "veterano" come Carpenter fa la differenza riuscendo a raggiungere il primo obiettivo prepostosi con un progetto low budget come questo: fare paura. Ed al di la di quei momentacci dove sono gli effetti sonori e le apparizioni improvvise a fare tutto il lavoro, Carpenter riesce con la sua regia a caricare di tensione ogni sequenza, a far percepire la minaccia che si nasconde nelle stanze e nei corridoi dell' ospedale psichiatrico dove viene rinchiusa la protagonista, minaccia che, per il modo in cui ne viene celata l' identità, riporta alla memoria (alla lontana, intendiamoci) i lavori più noti del regista. Che sia ben chiaro però che in The Ward non emerge il Carpenter "autore" che tutti avrebbero voluto. C'è comunque un grande regista che non ha perso il suo smalto, ancora in grado di confezionare all' occorrenza un buon film di genere.

Monday, April 11, 2011

KICK ASS, riparliamone...

Approfitto dell' uscita nelle sale italiane di Kick-Ass per pubblicare quello che non vuole essere un secondo parere ma più che altro un giudizio definitivo, considerato che il tempo passato dalla mia prima visione alla distribuzione sul suolo nazionale mi ha permesso di sciogliere tutti i dubbi che mi avevano tenuto in bilico nel post precedente.

Kick-Ass di Matthew Vaughn è un film "cool", particolare ostentato fin dai trailer e poi sottolineato costantemente da regia, montaggio, dialoghi e colonna sonora. Un film che parla di vigilantes mascherati da un punto di vista diverso e che vuole farsi piacere, cosa non certo strana o sbagliata e, a dirla tutta, Kick-Ass piace e piacerà. Il personaggio di Hit-Girl (interpretato dalla giovanissima rivelazione Chloe Moretz), ad esempio, mette in ombra tutti gli altri e conquista fin da subito con la dose massiccia di violenza e linguaggio scurrile che elargisce con generosità. Non ci sarebbe stata cosa migliore per me, quindi, che potermi unire ai cori entusiastici ma proprio non mi è possibile perchè, con tutto questo voler essere "cool", Vaughn manca deliberatamente il succo del discorso. Dico "deliberatamente" perchè, nell' adattare in sceneggiatura la graphic novel di Mark Millar e John Romita Jr.. lo stesso Vaughn e Jane Goldman optano per delle modifiche mirate con precisione chirurgica che, viste nell' ottica di una fedeltà quasi totale alla fonte originale, possono sembrare marginali risultando invece sostanziali. Non solo c'è un allegerimento generale dei toni (in pratica, dove Millar colpiva duro, Vaughn preferisce fare l' occhiolino) ma si perde gran parte della "riscrittura" della figura del superumano, fondamentale nelle opere di Millar, arrivata con Kick-Ass ad una vera e propria destrutturazione del suo archetipo. Esistono quindi due Kick-Ass, tanto simili ma altrettanto diversi, e che pertanto andrebbero giudicati come opere a se stanti indipendenti l' una dall' altra. Ma, mi chiedo, è davvero possibile farlo? Io credo di no e dall' inevitabile confronto, pur con i suoi innegabili pregi, il film di Vaughn paga il prezzo delle sue scelte e ne esce sconfitto.

Recensione già pubblicata su Cine20.

Sunday, April 10, 2011

Lyric of the Week + Video / LIVING SISTERS - HOW ARE YOU DOING?

Gondry alla regia, signore e signori


How are you doing?
How are you doing?
I’ll be fine, how about you?
I’m fine too

How is it going?
How is it going?
Yes it goes, what about you?
It goes for me too.

Nothing new, can’t complain
Skies are blue, sunshine or rain
Something to eat, watch a show
After that, I’ll sleep like a baby

What are you up to?
What are you up to?
Not much, nothing to do
What about you?

What about you?
me too

After hours, kisses are sweet
Holding hands, watching tv
Nothing to say, nowhere to go
After that, I’ll sleep like a baby

How are you doing?
How are you doing?
I’m fine, what about you?
I’m fine, what about you?
I’m fine, what about you?
I’m fine, what about you?
Me too
Me too
Me too

Friday, April 08, 2011

CINE20 - 6^ PUNTATA


Eccoci online con la sesta puntata. Si parla di Kick-Ass, Boris, Poetry e The Ward...tra le altre cose ^__*. Ci leggete qui.

Thursday, April 07, 2011

CINEQUIZ - ST.02 - EP.25 "The good, old cartoons"


Soluzione: GHOST DOG
Vincitore: Tob

Classifica:
Grace - pt. 21
Beld - pt. 8
Tob - pt. 8
kusanagi - pt. 6
Falketta - pt. 3
frenzmag - pt. 3
Moka - pt. 3
curiositizen - pt. 2
sommobuta - pt. 2
Massy - pt. 1
Michele - pt. 1

Gli altri due frame


Wednesday, April 06, 2011

La poesia secondo Chang-dong Lee

La poesia per mettere al sicuro le parole ed i ricordi. La poesia per tirare fuori la parte più bella dalle cose più semplici ed ordinarie, mentre intorno il mondo si imbruttisce dando un valore monetario ad una vita spezzata. La poesia come messaggio d'addio da lasciare alla fine del proprio percorso di vita. La poesia come epitaffio scritto a se stessi. Chang-dong Lee scrive e dirige l' intenso dramma di Mija, una sessantenne che guadagna quanto basta per lei e per il nipote adolescente lavorando come badante in casa di un vecchio disabile. Mentre si manifestano in lei i primi sintomi della sindrome di Alzheimer, il suicidio di una giovane liceale la coinvolge, suo malgrado, in maniera inaspettatamente diretta. Un corso di poesia e immersioni nella natura sembrano l' unica via di fuga da una realtà fin troppo pesante e dolorosa. Il regista coreano apre il suo film con una tragedia e lo chiude con un immagine quasi speculare nella quale il destino della protagonista rimane sospeso tra le parole del suo poema. Nel mezzo un senso di ineluttabilità che ci conduce insieme a Mija (una bravissima Jeong-hie Yun) ad una presa di coscienza che matura in una decisione tanto sofferta quanto necessaria, soprattutto per la figura materna universale che rappresenta. Un bellissimo esempio di cinema "altro" da un autore coreano già noto sul suolo italico per il suo "Oasis". Pur non avendo avuto i riflettori puntati addosso come i suoi connazionali Kim Ki-duk e Park Chan-wook, Poetry dimostra come il cinema di Chang-dong Lee sia ancora una realtà importante che il coraggio della piccola distribuzione italiana ha fatto riemergere da quel cono d'ombra dove era stato ingiustamente relegato.

Tuesday, April 05, 2011

BORIS, la "fuori" serie che arriva al cinema

Esaurito il suo percorso televisivo dopo tre splendide stagioni, a Boris non rimanevano che due scelte: mantenere il suo status di cult e continuare a vivere di repliche televisive e dvd, o tentare il colpaccio e puntare al grande schermo. Per quanto si possa aver amato quella che può essere considerata la migliore produzione seriale italiana degli ultimi anni, era legittimo avanzare qualche dubbio su di un' operazione di "migrazione" verso il cinema che assomigliava tanto ad una scommessa rischiosa. Eppure Ciarrapico, Torre e Vendruscolo riescono a vincere questa scommessa dimostrando che, quella di diventare un film, fosse la naturale evoluzione di una serie come Boris. Un qualcosa che si riflette anche nel personaggio di Reneé Ferretti, pronto a lasciarsi alle spalle lo squallore delle fiction per approdare alla sua prima regia importante con l'adattamento cinematografico del libro di Stella e Rizzo "La Casta". Quello che rende Boris - Il Film un' opera decisamente riuscita è certamente il fatto di aver mantenuto intatta la struttura della serie senza però dare l' impressione di aver gonfiato lo script di un episodio, ma di aver lavorato ad una sceneggiatura intelligente e compiuta. A rimanere inalterato è anche quel "feeling" che si era instaurato durante la tre stagioni, quello tra il pubblico ed i personaggi, a volte così sopra le righe eppure veri e reali. E lo stesso dicasi per una comicità in grado di raccontare in una maniera quasi parodistica quella che però è la realtà fin troppo tangibile che sta dietro il processo produttivo delle fiction spazzatura. Rapportando tutto ad una dimensione cinematografica il discorso non cambia: Boris racconta, regalando tante e sincere risate, un mercato del cinema che ha reso la settima arte sottomessa ad un businnes che tronca le aspirazioni artistiche in favore di facili guadagni e che ha (dis)educato un pubblico rendendolo un assuefatto consumatore della becera comicità dei cinepanettoni. Anche il finale, un finto happy ending che si rivela un rassegnato "what if", non nasconde dietro la comicità un retrogusto amarissimo. La brutta fiction è qualcosa di terribile, ma il brutto cinema, forse, è anche peggio.

Monday, April 04, 2011

SUCKER PUNCH : inside Zack's mind

Sucker Punch è pura deflagrazione. C'è tutto un immaginario che esplode davanti ai nostri occhi e, dopo aver apprezzato a fasi alterne il suo modo di interpretare quello altrui (ad eccezione di Watchmen che abbiamo apprezzato nel suo complesso), è interessante vedere Zack Snyder all' opera su qualcosa di così personale e libero da schemi imposti. Fin dai primi minuti ad emergere è quella che può essere considerata la cifra stilistica di Snyder, le sue origini come regista di videoclip, i ralenty, l' importanza del commento musicale, tutto a favore di un incipit dove in pochi intensissimi minuti si definisce il background della protagonista prima del suo internamento in un istituto di igiene mentale. Quando poi comincia la fuga dalla realtà, il controllo e la misura vengono abbandonati in favore di un travolgente sovrapporsi di influenze fantasy, fantascientifiche, steampunk, videoludiche e derive orientaleggianti. Enormi samurai con armi da fuoco, nazi zombi e androidi si susseguono in un caos totale dove anche le coordinate spazio-temporali si confondono. Tutto è artificiale, plastico, a partire dalle scenografie, realizzate in gran parte in computer grafica, fino alle protagoniste, bellissime bambole nelle mani del regista americano. Un aspetto non casuale anzi, fortemente voluto e sottolineato dal trucco e dai costumi che trasformano le cinque protagoniste in action figure che Snyder dispone nei suoi originalissimi diorama. Nel mondo di Zack si gioca secondo le regole di Zack: i personaggi rimangono delle figure dai ruoli ben definiti ma per la maggior parte privi di profondità. Lo stesso dicasi per la struttura narrativa, basata su di uno schema fin troppo ripetitivo. E' un prendere o lasciare che mette Sucker Punch con le spalle al muro pronto per essere lapidato senza pietà, nonostante la trasparenza con la quale il film i suoi intenti, i suoi punti di forza e di conseguenza le sue debolezze. Un grido di libertà imperfetto, squilibrato, superficiale, che fa appello ad emozioni semplici ma che non lascia il vuoto ed il silenzio dopo che l'eco si è spenta.

Recensione già pubblicata su CINE20

Sunday, April 03, 2011

Lyric of the Week + Video / BJORK - ARMY OF ME


Stand up
You've got to manage
I won't sympathize
Anymore

And if you complain once more
You'll meet an army of me
And if you complain once more
You'll meet an army of me

You're alright
There's nothing wrong
Self sufficience please!
And get to work

And if you complain once more
You'll meet an army of me
And if you complain once more
You'll meet an army of me, army of me


You're on your own now
We won't save you
Your rescue squad
Is too eshausted

And if you complain once more
You'll meet an army of me
And if you complain once more
You'll meet an army of me
And if you complain once more
You'll meet an army of me, army of me