Thursday, February 22, 2007

Windows in the past

Il deja vu è quella particolarissima sensazione che si prova quando crediamo di aver già vissuto un determinato momento o una determinata situazione. Il mio bel deja vu l'ho provato guardando quest' ultima "fatica" di Tony Scott, ma ne parlerò dopo. Ora concentriamoci sul film: E' martedì grasso a New Orleans e un battello carico di soldati della Marina con famiglie al seguito, salta in aria a causa di una bomba presente in uno dei veicolo trasportati. Più di 500 persone, tra cui donne e bambini, perdono tragicamente la vita. E' ancora forte il ricordo del disastro causato pochi mesi prima dall' uragano Kathrina (il film è dedicato al coraggio dimostrato della gente di New Orleans in quel tragico evento) e adesso i la popolazione deve affrontare quest' altro terribile disastro. Il detective dell' ATF Doug Carlin, dotato di un infallibile spirito d'osservazione, chiamato per indagare sul posto, trova presto la chiave di svolta delle indagini ed attira l'interesse di un gruppo di federali che ne richiedono la collaborazione. Loro necessitano dell'aiuto di Doug, nell'utilizzo di un macchinario a dir poco rivoluzionario, in grado di aprire delle "finestre" nel passato e di poterlo esplorare, con un raggio d'azione limitato, a 360°. Le immagini proposte da questa straordinaria invenzione, sono proiezioni risalenti a quattro giorni prima ed è possibile visionarle una volta soltanto. Ed è qui che entra in scena l'abilità dell'agente Carlin. Ma, e se fosse possibile interagire con quel passato e modificarlo? Prendete un regista medio(cre) come Tony Scott, aggiungete la verve produttiva di Jerry Bruckheimer, una trama in bilico fra il poliziesco e il fantascientifico, un po' del "solito" Denzel Washington e circa 200 chili di Val Kilmer (ma cosa gli è successo?) ed otterrete questo Deja Vu. Ed il titolo calza a pennello ad un film che sa di già visto, sia per la regia di Scott (anche se questa volta è meno pirotecnica che in Domino, e quindi più sopportabile), sia per una storia che vuole fare perno sul fascino del "paradosso temporale" senza portare niente di nuovo all'argomento. Se mi si concede una piccola nota aggiuntiva sulla regia: è possibile che nessuno si accorga di come lo stile di Scott (moderno? Videoclipparo? Casinaro?) così male si adatti a due ore di proiezione? Dopo aver visto Domino ero devastato, con Deja Vu è andata un po' meglio ma ero comunque al limite della sopportazione...e meno male che Man on Fire me lo sono risparmiato. In conclusione, riallacciandomi alla prima parte di questo mio sproloquio, se volete vedere un film che parli in maniera intelligente (ed interessante) di viaggi nel tempo e paradossi, vi consiglio di recuperarvi Primer, produzione indipendente ancora inedito in Italia.

6 comments:

dreca said...

ciao,
quando ho sentito parlare la prima volta di questo film ero convintissima: volevo vederlo. poi ho visto i trailer, ho letto un po' meglio la trama e mi sono detta "mi sa tanto che non è il mio genere". insomma mi piaceva solo l'idea del dejà vu. ora che anche tu lo sconsigli credo di aver fatto la scelta giusta ;-)

Weltall said...

Si, secondo me è evitabilissimo!
Se ne ha la possibilità, recupera Primer, ne vale veramente la pena. Nel post ho messo anche il link al commento he gli ho dedicato ^___^

nicolacassa said...

cuginoooo, film incredibiliiii!

Weltall said...

Si cugino, incredibilmente pessimi!!! ^________^
Tra l'altro mi accorgo solo ora che nel commento precedente mi sono dimenticato qualche lettera...ma si può???

Anonymous said...

seil peggioreeeeeeeeee....

Weltall said...

Se il migliore ^____________________________^