Friday, February 23, 2007
There are two kinds of people in this world, winners and losers.
Le immagini dell' incoronazione di Miss America si riflettono nei grandi occhiali della piccola Olive. Lei, con i suoi occhi celesti fissi sullo schermo, imita le movenze e le espressioni della neo eletta Miss, coltivando nel suo cuore il sogno di poter diventare una reginetta di bellezza. L'occasione le si presenta quando, il ritiro di una candidata, le permette di partecipare al concorso di Little Miss Sunshine (perché cambiarlo nell' edizione italiana in Piccola Miss California?). Ed ecco che la sgangherata famiglia Hoover (padre, madre, fratello, nonno e zio) si imbarca su di un vecchio pulmino giallo e bianco della Volkswagen, alla volta dell'assolata California. Il viaggio sarà più lungo e difficile di quel che si aspettavano. I registi Jonathan Dayton e Valerie Faris, uniti alla perfetta sceneggiatura di Michael Arndt, raccontano la storia tragico/comica di una famiglia di "losers", perdenti. Quello che li rende tali è una società che porta l'individuo a "standardizzarsi". Nella Famiglia Hoover ognuno prende con coraggio in mano in propri sogni, non si fonde con la massa e affronta la vita con tutti gli ostacoli che ti pone di fronte: Richard, il padre di Olive, si è messo in proprio e conduce dei seminari su come "essere dei vincenti in semplici 9 fasi". Ha impegnato quasi tutti i fondi finanziari della famiglia in questa operazione ed un eventuale fallimento li manderebbe in bancarotta. Dwayne, il figlio maggiore, è un ragazzo molto introverso che ha fatto voto di silenzio. Non parla da svariati mesi, comunicando con la sua famiglia tramite un block notes. Dimenticavo che odia tutti indistintamente. Frank, lo zio di Olive, si considera il più grande studioso Proust e a causa di una delusione amorosa (si era invaghito di uno studente), ha perso il lavoro, un ingente finanziamento e ha tentato di uccidersi. Il nonno è riuscito a farsi cacciare da una bellissima casa di riposo a causa del suo vizio di sniffare eroina. La madre, Sheryl, riesce a malapena a tenere insieme tutti i pezzi della sua disastrata famiglia. Olive infine, con il suo sogno (probabilmente irrealizzabile), è il vero fulcro della vicenda. Intorno a lei la sua disincantata famiglia si stringerà nel tentativo di farle vivere questo momento speciale convincendola che, per realizzare i propri sogni, bisogna innanzitutto crederci. Veramente sorprendente questa commedia dolce/amara, produzione indipendente arrivata fino alle nomination degli Oscar 2007 e con buone possibilità di portarsi a casa l'ambita statuetta. Il merito è da ricercare nell'autenticità dei personaggi, con i quali non è difficile identificarsi, provare un' immediata simpatia, commuoversi e ridere con loro. A volte non serve molto altro per fare dell'ottimo cinema e film come Il Calamaro e la Balena o Thumbsucker sono li a ricordarcelo. Wes Anderson sta facendo scuola. Promosso.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment