Tuesday, November 29, 2011

TAKE ME TO '80's TONIGHT

Capelli cotonati, VHS, giacche con spalline, Duran Duran. Se vuoi fare un film ambientato negli anni' 80 questi sono gli elementi che butti dentro quasi sicuramente. In Take Me Home Tonight di Michael Dowse li trovate tutti (forse anche qualcosa in più) e l' operazione "tuffo nel passato" è bella che compiuta senza sforzi. Il feeling, sin dalle prime immagini (e dalle prime note) è quello giusto, perciò è veramente difficile non dare a Dowse merito per quello che è certamente il pregio principe del suo film. Quello che purtroppo non funziona troppo in Take Me Home Tonight è il resto, in quanto l' effettiva riuscita della cornice "eightes" porta a galla le debolezze del film: a partire da una storia piuttosto banale incentrata su di un trio di protagonisti giunti al classico bivio post high school, che si ritrovano a prendere in mano il loro futuro in una notte di festeggiamenti. Che questo facesse parte dell' effetto amarcord fortemente cercato dal film è anche possibile, che le intenzioni si siano poi tradotte in qualcosa di concreto, quelle sono un altro paio di maniche. Il problema principale è che non c'è nulla che lasci davvero il segno, se non quelle particolari sequenze accompagnate da un azzeccato brano musicale, ma non c'è, ad esempio, nessun momento comico citabile perchè al massimo Take Me Home Tonight riesce a strappare un sorriso, difficilmente una risata. E' uno di quei casi insomma dove si può parlare di occasione sprecata e la scelta degli attori, ma sopratutto dei ruoli che interpretano (Anna Faris su tutte), è li a sottolinearlo. Hot Tube Time Machine, giusto per fare un esempio recente, era forse più assurdo e strampalato ma è certamente riuscito a raccontare gli anni '80 in maniera più concreta e divertente anche se meno convenzionale.

Monday, November 28, 2011

Il Buono, Il Matto, Il Cattivo...AGAIN


Non potendo contare sulla caratura artistica di altri suoi illustri colleghi come Park Chan-wook, giusto per fare un esempio macrosopico, Kim Jee-woon non è certo rimasto con le mani in mano a fare la figura della promessa non mantenuta del cinema coreano, avendo esplorato, come pochi altri, sempre generi diversi per ogni nuovo progetto. Il Buono Il Matto Il Cattivo (The Good, The Bad, The Weird) rappresenta la sua personale incursione nel western ed arriva ufficialmente in Italia grazie alla Tucker Film.

E' la terza volta che si parla del film di Jee-woon qui sul blog, ma se vi va di leggere, la rece continua su CINE20.

Sunday, November 27, 2011

Lyric of the Week + Video / DEEP BLUE SOMETHING - BREAKFAST AT TIFFANY'S



You'll say that we've got nothing in common
No common ground to start from
And we're falling apart
You'll say the world has come between us
Our lives have come between us
But I know you just don't care

And I said what about "Breakfast at Tiffany's?
She said, "I think I remember the film,
And as I recall, I think, we both kinda liked it."
And I said, "Well, that's the one thing we've got."

I see you - the only one who knew me
And now your eyes see through me
I guess I was wrong
So what now? It's plain to see we're over,
And I hate when things are over -
When so much is left undone

And I said what about "Breakfast at Tiffany's?
She said, "I think I remember the film,
And as I recall, I think, we both kinda liked it."
And I said, "Well, that's the one thing we've got."

You'll say that we've got nothing in common
No common ground to start from
And we're falling apart
You'll say the world has come between us
Our lives have come between us
Still I know you just don't care

And I said what about "Breakfast at Tiffany's?
She said, "I think I remember the film,
And as I recall, I think, we both kinda liked it."
And I said, "Well, that's the one thing we've got."

And I said what about "Breakfast at Tiffany's?
She said, "I think I remember the film,
And as I recall, I think, we both kinda liked it."
And I said, "Well, that's the one thing we've got."
And I said what about "Breakfast at Tiffany's?
She said, "I think I remember the film,
And as I recall, I think, we both kinda liked it."
And I said, "Well, that's the one thing we've got."

Friday, November 25, 2011

CINE20 - 34^ PUNTATA


Impossibile non parlare de Il Buono Il Matto Il Cattivo, film da promuovere nonostante le poche sale in cui è stato proiettato. Questa settimana il film più importante che arriva in sala è certamente Miracolo a Le Havre ma per il tamarro che c'è in ognuno di noi arriva anche Real Steel. Nei negozi, un' edizine da collezione per il cinquantenario di Colazione da Tiffany ed il Bluray di Videodrome che potrebbe correggere la pessiam edizione DVD di un paio di anni fa. Tutto questo online qui.

Thursday, November 24, 2011

CINEQUIZ - ST.03 - EP.12 "So clever and synchronized"


Soluzione: GUIDA GALATTICA PER AUTOSTOPPISTI
Vincitore: Falketta

Classifica:
Jived - pt. 8
Tob - pt. 7
Beld - pt. 3
Falketta - pt. 3
frenzmag - pt. 2
Hawke - pt. 2
Para - pt. 1

Secondo e terzo frame


Wednesday, November 23, 2011

"I don't know who to trust. "

Location antartica. Sei uomini bloccati in un ambiente ostile minacciati da una creatura aliena che imita le altre forme di vita e si mimetizza fra loro. Elementi da "survival horror" che fanno de "La Cosa" uno dei punti più alti della cinematografia di Carpenter. Remake de "The Thing from Another World" del 1951, il film del regista americano si differenzia da quello di Hawks per essere molto più fedele al racconto originale e allo stesso tempo incredibilmente personale: ancora una volta il "male", il "nemico" non può essere facilmente identificato, riconosciuto, il che lo rende non solo più spaventoso ma anche più pericoloso proprio perchè si nasconde dietro volti familiari. Il punto di forza de La Cosa sta proprio nel clima di diffidenza e paranoia che si crea tra i protagonisti, incapaci di potersi fidare l' uno dell' altro, pronti a farsi la pelle in una lotta per la sopravvivenza che li accomuna molto con l' ospite alieno. Dopo i successi di The Fog e Fuga da New York, Carpenter si ritrova nelle grazie della Universal che gli concede per questo remake un budget più alto del solito, fatto che si riflette in una realizzazione generale davvero di prim' ordine. Ma quel che rimane maggiormente impresso è il lavoro svolto da Rob Bottin nel creare le incredibili, inquietanti e deformi mutazioni della creatura che ancora oggi, in un' epoca dominata dagli effetti speciali in computer grafica, svolgono il loro dovere a dispetto della loro natura totalmente "artigianale". Nonostante questi aspetti e la presenza di Kurt Russell come protagonista, il film non ebbe all' epoca il successo sperato forse perchè il genere fantascientifico seguiva il traino delle visioni ottimistiche spielberghiane. Come spesso accade, grandi film come questo, ottengono il successo ed il riconoscimento che meritano solo in seguito.

Tuesday, November 22, 2011

"I'm just CRAZY about Tiffany's! "

Colazione da Tiffany non è un capolavoro, proprio no. Eppure c'è qualcosa che lo rende speciale e quel qualcosa potrebbe essere l' alchimia tra i suoi elementi o quei dettagli che in qualche modo si sono ritagliati uno spazio nell' immaginario collettivo. Le note di Moon River in apertura, ad esempio, mentre la sagoma sognante di una giovane donna si ritaglia il suo piccolo angolo di paradiso davanti alle vetrine di Tiffany in una New York mattutina ancora lontana dalla sua classica caotica quotidianità. E poi naturalmente c'è lei Audrey Hepburn che riesce con estrema semplicità a rendere indimenticabile il personaggio di Holly, con quel suo misto di superficialità, innocenza ed ingenuità. Anche George Peppard, ben lontano dal vestire i panni diventare del colonnello Hannibal Smith, fa la sua parte e diventa la perfetta metà del personaggio della Hepburn, del quale rimane in un primo momento incuriosito e poi totalmente rapito. Parte del fascino arriva certamente dal romanzo di Truman Capote da cui il film è tratto, una storia che ruota intono a due persone che rinnegano il proprio passato o sacrificano le loro aspirazioni per avere in cambio quella felicità che tutti cercano in maniera più semplice anche se fittizia. E' tutto qui quel "qualcosa" di cui si parlava all' inizio e, a conti fatti, non è neanche poco.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, November 20, 2011

Lyric of the Week + Video / TEATRO DEGLI ORRORI - LA CANZONE DI TOM



Hai sentito di Tom?
Tom che se n'è andato via!
Questo non è uno scherzo,
Non è neanche una fantasia.

Hai sentito di Tom?
Tom che se n'è andato via!
Come ci illudi, Tom,
di essere ancora tutti vivi
mentre guardiamo sempre dall'altra parte.

Avrei voluto dirti tante cose...
forse la più importante non la ricordo più!
Avrei voluto averti amato...
ma è così tardi ora!
Parlami ancora Tom...
Parlami ancora...
Dimmi qualcosa.

Hai sentito di Tom?
Tom che se n'è andato via!
Questo non è uno scherzo,
Non è neanche una fantasia.

Hai sentito di Tom?
Tom che se n'è andato via... per sempre!
Come ci illudi, Tom,
di essere ancora tutti vivi
mentre guardiamo sempre dall'altra parte.

Avrei voluto dirti tante cose...
forse la più importante non la ricordo più.
Avrei voluto averti amato,
ma è così tardi ora!
Parlami ancora Tom...
Parlami ancora...
Dimmi qualcosa!

Ma non importa...
Non è per questo che ti chiamo...
Volevo dirti...
Volevo dirti "ti amo"!

Cantare una canzone, per non dimenticarti più!
Cantare una canzone, per averti sempre...
sempre con me!

Hai sentito di Tom?
Tom che se n'è andato via!
Uno di questi giorni
la farò finita pure io!

Hai sentito di Tom?
Tom che se n'è andato via! Per sempre
Come ci illudi, Tom,
di essere ancora tutti vivi
mentre guardiamo sempre dall'altra parte.

Friday, November 18, 2011

CINE20 - 33^ PUNTATA

Per noi di CINE20, l' arrivo nelle sale italiane de IL BUONO, IL MATTO, IL CATTIVO di Kim Jee-woon, annichilisce qualsiasi altro titolo in uscita in settimana, vampiri e mannari compresi (soprattutto!!!). In tutta questa eccitazione però ci siamo ritagliati uno spazio per fare Colazione da Tiffany e per recuperare in home video Eye in the Sky. Online qui.

Thursday, November 17, 2011

CINEQUIZ - ST.03 - EP.11 "He's dead...I suppose"


Soluzione: PLAN 9 FROM OUTER SPACE
Vincitore: Jived

Classifica:
Jived - pt. 8
Tob - pt. 7
Beld - pt. 3
frenzmag - pt. 2
Hawke - pt. 2
Para - pt. 1

Ed ecco quali sarebbero stati il secondo e terzo frame


Wednesday, November 16, 2011

RAMMBOCK, breve manuale di zombie-sopravvivenza in condominio

Rammbock è un piccolo gioiellino tedesco diretto da Marvin Kren. Piccolo perchè a basso budget ma soprattutto per la durata, poco più di un' ora, che lo rende decisamente essenziale. Niente minestra allungata insomma e si va subito al sodo anche perchè sull' argomento "zombie" è stato detto e raccontato un po' di tutto pertanto inutile girarci intorno. A dire il vero qui non ci sono morti viventi ma, una sorta di malattia simile alla rabbia (tipo "28 Giorni Dopo"), rende le persone aggressive, con la bava alla bocca e gli occhi vitrei. Il protagonista arriva in una grigia Berlino per riconsegnare le chiavi alla sua ex ragazza e con la scusa tentare un riavvicinamento. Si reca nel suo appartamento e li scoppia l' inferno. Rammbock racconta in fondo dell' assedio, della sopravvivenza e della fuga di un gruppo di superstiti in un condominio berlinese. Insomma, tutti elementi che rimbalzano da un film all' altro ma che Kren sfrutta decisamente bene: gli appartamenti si trasformano in roccaforti difensive e pian piano diventano trappole claustrofobiche quando le normali necessità fanno perdere terreno all' incessante incedere degli infetti. Ed ogni briciolo di speranza si rivela un passo in avanti verso un destino orribile al quale non si può fuggire. Ottime sensazioni davvero che gli amanti del genere apprezzeranno e per sessanta minuti è davvero difficile chiedere di più.

Tuesday, November 15, 2011

HOW'S YOUR THIRST FOR ADVENTURE?

Indiana Jones avrà per sempre un posto speciale nel cuore di tantissimi cinefili ma non solo. A parte un quarto episodio discusso o discutibile quanto volete ma irresistibilmente nostalgico, sembra giunto il momento per l' archeologo più famoso di tutti i tempi di appendere cappello e frusta al chiodo e godersi una più che meritata pensione. Lo stesso Spielberg, in uno straordinario team-up produttivo con Peter Jackson (ma i nomi coinvolti vedono anche Edgar Wright alla sceneggiatura), trova il personaggio che potrebbe a pieno titolo raccoglierne l' eredità: capelli color rame, ciuffo ribelle, cagnolino sempre al seguito ed una spiccata curiosità per il mistero che lo rende uno dei più famosi reporter/investigatori in circolazione. Dalle pagine del fumetto vintage di Hergè, Tintin rinasce sul grande schermo nella sua reincarnazione tecnicamente più moderna e avanzata. Che possa piacere o meno infatti (a chi vi scrive non ha mai fatto impazzire più di tanto come forma d'animazione) la performance motion capture ha fatto passi da gigante nel corso degli anni con risultati fino ad oggi non sempre convincenti. Eppure il livello qualitativo raggiunto con Le Avventure di Tintin ha dello sbalorditivo ed è qualcosa che si percepisce fin dalle prime sequenze nel mercatino. Ma quello che fa particolarmente piacere è vedere Spielberg sfruttare tutte le potenzialità di questa tecnolgia per dare sfogo al suo estro registico come non gli si vedeva fare da un po' di tempo ed il risultato è, spesso e volentieri, da occhi spalancati dalla meraviglia (vedere il piano sequenza dell' inseguimento in sidecar per credere). Ad andare a cercare il pelo nell' uovo si può facilmente additare Tintin come un film poco profondo dove tutto rimane in superficie, dove è solo la storia ed i suoi risvolti misteriosi a svilupparsi e non tanto i personaggi che la animano. Ma sarebbe un errore focalizzarsi solo su questo. Si rischierebbe infatti di lasciarsi portare sulla strada sbagliata e di perdere il contatto con quello che risulta essere un solidissimo film d'avventura come non se ne vedevano da tanto, troppo tempo. Tipo da L' Ultima Crociata, per dirne una.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, November 13, 2011

Lyric of the Week + Video / NOEL GALLAGHER' S HIGH FLYING BIRDS - AKA...WHAT A LIFE



Someday you might find your hero
Some say you might lose your mind
I keeping my head down now for the summer
I'm outta my mind let me pull the other
I'm gonna take that tiger outside for a ride

What a life!
What a life!

Keep on chasing down that rainbow
You'll never know what you might find
Over the sunset on the horizon
Maybe you dream but it tastes like poison
I'm gonna take that tiger outside for a ride

What a life!
What a life!
What a life!
What a life!

What a life!
What a life!
What a life!
What a life!

Someday you might find your hero
Some say you might lose your mind

Friday, November 11, 2011

CINE20 - 32^ PUNTATA


Le Avventure di Tintin ci riportano ai tempi di Indiana Jones mentre Tarsem Singh prova a far rivivere sul grande schermo la mitologia greca. 13 Assassini di Miike e The Tree of Life di Malick sbarcano nei negozi insieme alle possessioni aliene di 6 Giorni Sulla Terra che, a differenza dei primi due, non vale neanche la carta sul quale hanno stampato la fascetta del dvd. Tutto questo, online ora e qui.

Thursday, November 10, 2011

CINEQUIZ - ST.03 - EP.10 "Chill out and fasten your setbelt"


Secondo frame:


Ed ecco il terzo frame!


Soluzione: IO NON SONO QUI
Vincitore: Para

Classifica:
Tob - pt. 7
Jived - pt. 5
Beld - pt. 3
frenzmag - pt. 2
Hawke - pt. 2
Para - pt. 1

Wednesday, November 09, 2011

"I'm gonna take the tiger outside for a ride"


Era dall' estate del '98 che Noel Gallagher esprimeva il desiderio di fare un album solista. Si promuoveva Be Here Now in quei mesi, il terzo album degli Oasis, e Liam vedeva in quell' ipotesi la fine del gruppo. Bè, dieci anni più tardi Noel non aveva ancora realizzato quel suo desiderio eppure gli Oasis hanno raggiunto comunque il capolinea. A giudicare dal loro ultimo lavoro, Dig Out Your Soul, letteralmente spaccato in due metà perfettamente distinte, la separazione era solo cosa da formalizzare e che a conti fatti ha portato alla nascita di due entità musicali distinte, i Beady Eye, dei quali ci interessa ben poco, e Noel Gallagher's High Flying Birds. Con la partecipazione di un nutrito numero di musicisti diversi e con l' ottima produzione di David Sardy (che già aveva dato il suo prezioso contributo per Don't Believe the Truth e Dig Out Your Soul), Noel Gallagher mette insieme un disco che trova nella semplicità la sua carta vincente, dove "semplicità" è da tradurre in una ritrovata ispirazione compositiva, sempre presente ma andata leggermente appannandosi a partire dagli anni 2000, unita ad una maggiore consapevolezza e maturità. Non stiamo parlando del disco che riscriverà la storia della musica, nel del disco del secolo, ne del disco dell' anno (forse a livello strettamente soggettivo, forse si) ma probabilmente del disco che ci si aspettava, un lavoro onesto che non taglia i ponti con il passato ma in qualche modo crea una gradevole continuità anche grazie a pezzi come Stop The Clocks e (I Wanna Live in a Dream) in My Record Machine riemerse dalle demo sessions di Heathen Chemistry. Per le novità si aspetta il side project annunciato per il 2012.

Tuesday, November 08, 2011

INSIPIDUS

Così, a naso, Insidious pareva un film poco brillante. Vuoi perchè alla regia c'è il creatore del sopravvalutatissimo Saw, James Wan, ma anche perchè, ad accompagnarlo in questa avventura in veste di produttore, troviamo Oren Peli, regista del primo Paranormal Activity. Da una coppia così, che forse anche grazie ad una dose di culo mica da ridere è riuscita a creare dei veri prodotti horror di largo consumo buoni a fare ottimi incassi nel weekend di Halloween, ci si aspettava un progetto che puntasse almeno a qualcosa di simile. Ed invece la prima impressione, per quanto dettata da pregiudizio, era quella giusta: Insidious è per prima cosa un collage di elementi pescati a piene mani dalla più o meno nota cinematografia horror che ruota intorno a case infestate e possessioni demoniache. Inutile stare qui a fare titoli, pensate a qualcuno dei più noti ed avrete la risposta. Ma non è solo questo. Wan e Peli buttano nel mezzo anche un riciclo delle loro idee e se in certi momenti vi sembrerà di guardare uno spin off di Paranormal Activity, non c'è nulla di cui stupirsi. A dire la verità si passa la prima mezzora buona, mentre si aspetta invano che il film prenda la propria strada, ad indovinare quante e quali pellicole son state "omaggiate". Ecco, prendendolo come un gioco, ci si può anche divertire fin dai titoli di testa, provando a trovare tutti i particolari o le presenze nascoste nei vari fotogrammi. Qualcosa di buono c'è comunque, e si percepisce chiaramente quando il film punta a far salire vertiginosamente la tensione per poi, ahinoi, farla crollare vertiginosamente con l'inserimento quasi a sorpresa di due figure comiche, forse per non turbare troppo gli animi del pubblico medio a cui potrebbe rivolgersi un film così. Tutti gli altri possono tranquillamente guardare qualcos' altro.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Sunday, November 06, 2011

Lyric of the Week + Video / FIRST AID KIT - THE LION' S ROAR



Now the pale morning sings of forgotten things
She plays a tune for those who wish to overlook
The fact that they've been blindly deceived
By those who preach and pray and teach
But she falls short and the night explodes in laughter

But don't you come here and say I didn't warn you
About the way your world can alter
And oh how you try to command it all still
Every single time it all shifts one way or the other

And I'm a goddamn coward, but then again so are you
And the lion's roar, the lion's roar
Has me evading and hollering for you
And I never really knew what to do

Well I guess sometimes I wish you were a little more predictable
That I could read you just like a book
For now I can only guess what's coming next
By examining your timid smile
And the ways of the old, old winds blowing you back 'round

And I'm a goddamn fool, but then again so are you
And the lion's roar, the lion's roar
Has me seeking out and searching for you
And I never really knew what to do

Sometimes I wish I could find my Rosemary Hill
I'd sit there and look at the deserted lakes and I'd sing
And every once in a while I'd sing a song for you
That would rise above the mountains and the stars and the sea
And if I wanted it to it would lead you back to me

And the lion's roar, the lion's roar
Is something that I have heard before
A children's tale, the lonesome wail of a lion's roar

Friday, November 04, 2011

CINE20 - 31^ PUNTATA

Nell' attesa di recuperare Tintin, CINE20 vi propone due film horror, una novità ed un classico, una boiata ed un capolavoro. In sala una crescente curiosità per La Kryptonite nella Borsa e Warrior. In tutti i negozi invece è il tempo di scoprire come sono nati gli X-Men. Ma c'è anche Cars 2! Online qui.

Thursday, November 03, 2011

CINEQUIZ - ST.03 - EP.09 "The dirty trick"


Secondo frame, tutto per voi!


Soluzione: THE HOST
Vincitore: frenzmag

Classifica:
Tob - pt. 7
Jived - pt. 5
Beld - pt. 3
frenzmag - pt. 2
Hawke - pt. 2

Terzo frame, facile-facile

Wednesday, November 02, 2011

SHUT UP, CRIME!

Quando sei tra i pochissimi a non aver apprezzato un film, capita che ti interroghi sui tuoi stessi dubbi, su cosa li ha suscitati ma soprattutto perchè solo a te e non al resto del mondo. Con Kick-Ass è successo così e più di una volta sono stato portato a credere che la mia freddezza crescente nei confronti del film di Vaughn, fosse semplicemente dettata dalle differenze di sostanza che si prendono dalla bella graphic novel di Millar. Poi arriva Super e capisci che quei dubbi erano fondati perché, da qualsiasi parte lo si voglia prendere il film di James Gunn è esattamente quello che Kick-Ass avrebbe dovuto essere e sfortunatamente non è. Si potrebbe obiettare che che i due film siano simili e che partano da assunti quasi identici: entrambi raccontano di persone ordinarie che decidono di intraprendere la carriera di eroi in costume, un adolescente "geek" da una parte, un cuoco di tavola calda un po' disturbato dall' altra. Dove però Vaughn si concentra unicamente a dare al film un look cool un po' compiaciuto semplificando la materia originale per non turbare la fascia giovane di pubblico al quale il film è rivolto, Gunn sceglie la strada opposta e centra in pieno l' obiettivo. Super è un film altrettanto cool, divertente, dall 'approccio visivo e sonoro un po' "indie", ma che lascia, a visione ultimata, un retrogusto amaro, amarissimo. Il regista, qui anche in veste di sceneggiatore, non fa sconti a nessuno (tanto ai suoi personaggi, quanto agli spettatori) ed attraverso il suo protagonista ci racconta di una società repressa/oppressa da bombardamenti mediatici e dettami religiosi (elementi che, nel caso specifico del film, coincidono) incapace di affrontare la propria vita senza identificare in altri la causa dei propri problemi (il villain). La maschera è un nascondiglio perfetto, la violenza è l'unica risposta con tutte le sue conseguenze. E non si rimpiange neanche Hit-Girl perchè la "Boltie" di Ellen Page è un personaggio altrettanto funzionale ma più concreto e per questo forse più disturbante.

Recensione già pubblicata su CINE20.

Tuesday, November 01, 2011

MELANCHOLIA: Enjoy It While It Lasts

Strano personaggio Lars Von Trier, capace di aprire bocca e farsi (forse pure volutamente) fraintendere, bollare e cacciare. Ma quando si tratta di cinema diventa cristallino, riesce a parlare di se con una sincerità quasi spiazzante. In Melancholia il regista danese parla di un male di cui è stato vittima per tanto tempo, la depressione, e lo fa imbastendo una storia che sfiora la fantascienza ed il cinema catastrofico con protagoniste due sorelle che danno il nome, e si spartiscono, le due parti di cui il film è composto: Justine e Claire. Nella prima assistiamo al matrimonio di Justine, un momento di grande felicità dove però i sorrisi della ragazza non possono mascherare a lungo ciò che prova veramente, mentre intorno a lei parenti e amici, tra rancori e doppiezze, trasformano un momento unico in teatrino dell' ipocrisia. Nel secondo capitolo, un pianeta rimasto nascosto dietro al Sole, Melancholia, minaccia di entrare in collisione con la Terra. Claire, cavalcando l' onda del catastrofismo che tanto va di moda ultimamente, si fa lentamente rodere dall' ansia per l'imminente fine del mondo, mentre Claire sembra pronta ad abbracciare questa possibilità come la giusta conclusione per ogni vita sul pianeta. Rispecchiandosi maggiormente nel personaggio di Justine, Von Trier racconta attraverso di lei la sua visione della vita del mondo della società, facendo tracimare dalle sue riflessioni un pessimismo totale, avvolgente, dal quale difficilmente ci si può svincolare. Ma Melancholia è anche un film visivamente straordinario: l' "ouverture" con la quale veniamo introdotti a quel che film ci proporrà nelle due ore successive, è composta da immagini rallentate (quasi quadri in lento movimento) che, accompagnati dalle note di Wagner, restituiscono allo spettatore tutta la loro travolgente potenza suggestiva. Quest'anno, solo Malick è riuscito a fare altrettanto con la sua personale "genesi" in The Tree of Life.

Recensione già pubblicata su CINE20.