Monday, March 31, 2008

Italian Online Movie Awards 2008 - NOMINATIONS


Ieri sera sono state annunciate le Nomination per gli IOMA 2008. Per chi non lo sapesse e non avesse voglia di andarsi a cercare il post dell' anno scorso, ricordo che IOMA è il premio italiano online per il cinema, votato dai giurati iscritti al forum (di cui io faccio parte).
Andiamo a vedere i nominati, di cui sono in parte responsabile, di quest'anno cinematografico ricchissimo:
(di fianco alla categoria mettero quante nomination ho "centrato" rispetto alle cinque scelte definitive)


---NOMINATION---

MIGLIOR FILM (3 di 5)
4 Mesi, 3 Settimane, 2 giorni
Into The Wild
La promessa dell'assassino
Lo scafandro e la farfalla
Non è un paese per vecchi

MIGLIOR REGIA (3 di 5)
Ethan e Joel Coen - Non è un paese per vecchi
David Cronenberg - La promessa dell'assassino
Christian Mungiu - 4 Mesi, 3 settimane, 2 giorni
Sean Penn - Into the wild
Julian Schnabel - Lo scafandro e la farfalla

MIGLIOR FILM ITALIANO
Caos calmo
Centochiodi
Giorni e Nuvole
La ragazza del lago
Mio fratello è figlio unico

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE (2 di 3)
I Simpson: il film
Persepolis
Ratatouille

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (3 di 5)
Daniel Day-Lewis - Il petroliere
Johnny Depp - Sweeney Todd
Emile Hirsch - Into the Wild
Tommy Lee Jones - Nella valle di Elah
Viggo Mortensen - La promessa dell’assassino

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (3 di 5)
Cate Blanchett – Elizabeth The Golden Age
Marion Cotillard - La vie en Rose
Gong Li - La città proibita
Anamaria Marinca - 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni
Naomi Watts - La promessa dell’assassino

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (4 di 5)
Javier Bardem - Non è un paese per vecchi
Vincent Cassel - La promessa dell’assassino
Hal Holbrook - Into the Wild
Brad Pitt - L’assassinio di Jesse James
Max Von Sydow - Lo scafandro e la farfalla

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (3 di 5)
Cate Blanchett - Io non sono qui
Helena Bonham Carter – Sweeney Todd
Marie-Josée Croze - Lo scafandro e la farfalla
Catherine Keneer - Into the wild
Saoirse Ronan - Espiazione

MIGLIOR CAST (3 di 5)
Espiazione
Into the Wild
Io non sono qui
La promessa dell'assassino
Non è un paese per vecchi

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE (3 di 5)
4 mesi, 3 Settimane, 2 giorni
La promessa dell'assassino
Le vite degli altri
Nella valle di Elah
Ratatouille

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE (4 di 5)
Espiazione
Into the wild
Lo scafandro e la farfalla
Non è un paese per vecchi
Zodiac

MIGLIOR FOTOGRAFIA (1 di 5)
Espiazione
Il petroliere
Into The Wild
L'assassinio di Jesse James
Non è un paese per vecchi

MIGLIOR MONTAGGIO (3 di 5)
Grindhouse: Death Proof
Into The Wild
Lo scafandro e la farfalla
Non è paese per vecchi
Paranoid Park

MIGLIOR COLONNA SONORA (2 di 5)
Across the Universe
Espiazione
Il petroliere
Into The Wild
L’albero della vita

MIGLIOR SCENOGRAFIA (2 di 5)
Elizabeth: The Golden Age
Espiazione
La città proibita
Lussuria
Sweeney Todd

MIGLIORI COSTUMI (2 di 5)
Elizabeth The Golden Age
Espiazione
La città proibita
Lussuria
Sweeney Todd

MIGLIOR TRUCCO (1 di 5)
Elizabeth: The Golden Age
I pirati dei caraibi: Ai confini del mondo
Io non sono qui
Le vie en rose
Sweeney Todd

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI (3 di 5)
300
Cloverfield
L'albero della vita
Spiderman 3
Transformers

46 nomine su 88, non male considerata anche la difficoltà nel scegliere cinque titoli per le categorie principali, su una parco titoli veramente ampio. Saltano subito all' occhio le 10 nomination per il film di Penn, Into The Wild, e l'assenza di un filmone come Il Petroliere nelle massime categorie. Ottima comunque la presenza di Day-Lewis tra gli attori protagonisti (e ci mancherebbe altro), la fotografia e la colonna sonora di Jonny Greenwood. Poche nomination per uno dei miei film preferiti della stagione, L' Assassinio di Jesse James per mano del Codardo Robert Ford, e pochissime per Zodiac. Scontate le nomine di Ratatouille e Persepolis mentre mi sorprende molto la presenza dei Simpson al posto del ben più bello Paprika. Le nomine nelle categorie attoriali mi sembrano siano abbastanza condivisibili (peccato per Casey Affleck) mentre in quelle tecniche diciamo che la mia attenzione era rivolta verso altri titoli. Per gli effetti speciali spero che Transformers vinca perchè se lo merita ampiamente. Naturalmente prima delle votazioni dovrò recuperare qualche titolo (in particolar modo quelli italiani dei quali non ne ho visto mezzo) e rivedere qualche film giusto per avere le idee chiare.
Per quel che riguarda la miglior colonna sonora, posto un video preparato appositamente per il forum:


L'annuncio dei vincitori avverrà domenica 27 Aprile a partire dalle 21:00 sul forum e in diretta radiofonica su http://www.radiopress.it/.

Sunday, March 30, 2008

Lyric of the Week + Video / EDDIE VEDDER - HARD SUN


When I walk beside her
I am the better man
When I look to leave her
I always stagger back again

Once I built an ivory tower
So I could worship from above
When I climb down to be set free
She took me in again

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

When she comes to greet me
She is mercy at my feet
I see her inner charm
She just throws it back at me

Once I dug an early grave
To find a better land
She just smiled and laughed at me
And took her rules back again

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

When I go to cross that river
She is comfort by my side
When I try to understand
She just opens up her hands

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

Once I stood to lose her
And I saw what I had done
Bowed down and threw away the hours
Of her garden and her sun

So I tried to want her
I turned to see her weep
40 days and 40 nights
And it's still coming down on me

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world


There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

There’s a big
A big hard sun
Beating on the big people
In the big hard world

Friday, March 28, 2008

Stagione Cinematografica 2007/2008 - Cosa ci aspetta...Parte Quarta

Post che avrei potuto benissimo chiamere "Il Ritorno degli Eroi" vista la quantità di film dedicati ai supereroi cartacei. Sono perfettamente consapevole che le probabilità che siano delle boiate (almeno due su quattro) sono molto alte, ma questi film esercitano su di me un fascino irresistibile:

THE INCREDIBLE HULK

HELLBOY 2: THE GOLDEN ARMY

IRON MAN

THE DARK KNIGHT

Thursday, March 27, 2008

Ma qualcuno si ricorda di: FRUIT JOY

Un post atipico questo perché, più che portare alla vostra attenzione il prodotto, è sullo spot televisivo che mi voglio soffermare (un po' come era successo per le Pizzette Catarì).
Credo abbia tutte le care in regola per entrare in questa rubrica perchè rappresenta uno di quei "classici" che, chi guardava la televisione in quegli anni, non può avere rimosso.



E allora? Qualcuno se la ricorda questa pubblicità?
Ma anche voi a scuola (e qui mi riferisco soprattutto ai maschietti) scherzavate in maniera allusiva (per non dire volgare) con lo slogan principale di questo spot?
Non mi dite di no adesso, che sembro solo io il ragazzaccio altrimenti!
Anche questi son ricordi amici miei ^__*.

P.S.: naturalmente invito tutti i nuovi lettori a recuperare i post precedenti di questa INCREDIBILE rubrica ^__^

Wednesday, March 26, 2008

Lost In Rainbows - Part 3

RADIOHEAD
IN RAINBOWS (DISC 2) - 2007

1) MK1
2) Down Is The New Up
3) Go Slowly
4) MK2
5) Last Flower To The Hospital
6) Up On The Ladder
7) Bangers & Mash
8) 4 Minute Warning

Ho già parlato di In Rainbows (
qui) e mostrato la meraviglia che lo contiene (qui). Che altro dire allora? Nei mesi che sono passati dalla sua uscita ho avuto modo di ascoltare questo disco innumerevoli volte, fino ad assimilarlo completamente traccia dopo traccia. Sono arrivato a definirlo "capolavoro", parolone che forse a qualcuno suonerà esagerato ma a me sembra invece che calzi perfettamente. Detto questo, cosa potrebbero aggiungere altre otto canzoni? Come già accaduto con l' EP Spitting Feathers per The Eraser, queste tracce possono essere complementari all'album, come rappresentare un ascolto separato.
Otto canzoni che non hanno trovato spazio nel disco ma ne fanno comunque parte musicalmente pur mantenendo una totale indipendenza.
Otto canzoni, di cui due strumentali, che si prestano pacificamente all'ascolto esattamente come le precedenti 10 e dalle quali spicca immediatamente Last Flower To The Hospital, imprevisto colpo di fulmine, della quale vi lascio un video tratto da Live at the Basement.

Tuesday, March 25, 2008

PASQUA 2008 - CHI LO DICE CHE IN VACANZA NON SI IMPARA NULLA?

Eccomi di ritorno su queste pagine dopo delle vacanze pasquali all' insegna del mal tempo con un insistere dell' inverno (quello più freddo e piovoso) proprio durante i primi giorni di primavera.
Ma non tutto è andato perduto visto che in questo breve (pure troppo) ponte ho realizzato che:

1.

I LIBRI DI MOCCIA FANNO MALE

Non trovando particolare ispirazione a fotografare, visto il cielo grigio che mi perseguitava, la mia attenzione è stata attirata da un "bel" poema scritto con lo spray sul cemento, di un certo Black che cerca di farsi perdonare dalla sua Lu. E' tutto molto bello e romantico, lasciatemelo dire, ma purtroppo Black brucia il suo maldestro tentativo con una delle frasi più piatte e abusate degli ultimi vent'anni. Mi sa che è meglio se te ne cerchi un' altra caro Black...



Qualche metro prima ho trovato anche i lucchetti...che cariiiiiiiiiiiiiiniiiii!!! Ragazzi...ma perché non pensate con la vostra testa invece di farvi guidare da un ultra quarant'enne convinto di avere ancora sedici anni?


2.

NON DEVO PIU' COMPRARE CIAK

Già me lo ero detto e ridetto non so quante volte: "smettila di comprare Ciak". Ma ogni tanto ci ricasco. Specie quando il tempo fa così schifo che ti procuri da leggere qualsiasi cosa, tanto sai che rimarrai chiuso in casa. Così, in mancanza d'altro, ho comprato Ciak, il numero di Marzo (quello con Bardem e Day-Lewis in copertina). Quello che mi irrita maggiormente non è tanto trovare articoloni su di un particolare film (Jumper in questo caso, che se parla come del nuovo Matrix) per vederlo stroncato poche pagine più avanti in sede di recensione, ma leggere cose scritte da "professionisti" che dimostrano in maniera palese (per non dire IMBARAZZANTE) che non hanno visto i film di cui parlano. Non mi spiego altrimenti come la Sig.ra Detassis abbia potuto scrivere nel suo articolo a pag. 24 e seguenti (tra l'altro quello di copertina e quindi di maggior richiamo) che l'arma usata dal personaggio di Bardem in Non è un paese per Vecchi, è un lanciafiamme ad aria compressa (?!?). E la frase "I drink your milkshake" in There Will Be Blood, non si può tradurre "ti berrò frullato" ma più semplicemente (o letteralmente) "bevo il tuo frullato". Non si tratta di essere anglofoni qui ma più semplicemente di aver visto e capito la splendida sequenza finale del film dove, un indemoniato Plainview spiega ad un inebetito Ely come funziona il drenaggio dei pozzi petroliferi utilizzando l'esempio del frullato. Ma cosa sto qua spiegare! Lei lo saprà benissimo visto che scrive su Ciak. Sicuramente si tratterà di due sviste...si, si...

3.

FACEVO MEGLIO A NON GUARDARE MISSION TO MARS

Che a me la fantascienza piace, c'è poco da fare. Specie quella che riguarda la conquista dello spazio da parte dell' uomo. Qualche anno fa le avveniristiche sonde atterrate su Marte per esplorarlo mi hanno fatto sognare non poco. Anche qualche regista e sceneggiatore hollywoodiano deve essersi sentito particolarmente ispirato visto che in un breve arco di tempo (era il 2000 se non sbaglio) uscirono due film ambientati sul pianeta rosso, Mission to Mars di De Palma e Fantasmi su Marte di Carpenter. Per un motivo o per un altro non avevo mai visto questi film. La notte di Pasqua, visto che un irriducibile inverno non permetteva di fare altro, mi sono guardato il film di De Palma in seconda serata. Mission to Mars è un film mediocre, inteso sia per il genere che rappresenta ma anche in termini più generali. Sin dai primi minuti tutto fa pensare ad una produzione divisa tra i costi di un cast comunque importante (Gary Sinise, Don Cheadle e il sempre bravo Tim Robbins) e qualche riuscito effetto speciale (uno a dir la verità, la tempesta di sabbia) con una realizzazione generale veramente scarsa. La sceneggiatura è costruita intorno alla classica missione esplorativa che finisce male, alla quale segue una missione di recupero che atterra sul rosso pianeta dopo grandi difficoltà ma invece di verificare subito la presenza di superstiti, la prima cosa che fanno è piantare nuovamente il vessillo americano tristemente sepolto dalle sabbie marziane. Poi si fa una scampagnata verso il faccione su Marte (esiste veramente!!!) e si scopre che la prima spedizione è stata fatta a pezzi per un malinteso. In realtà gli alieni volevano entrare in contatto con noi, scemi a noi a non capirlo. Comunque alla fine scopriamo le nostre stesse origini (si, siamo lontani cugini dei "marziani") e l'eroe vedovo parte con gli alieni. Il bello è che non mi ricordavo che fosse un film di De Palma quindi, quando ho letto il suo nome, son rimasto decisamente basito. Riconosco l'indubbio valore di alcuni suoi virtuosismi registici (i piani sequenza all' interno della nave spaziale sono veramente belli, niente da dire) ma una sceneggiatura così piatta e un cast di attori male assortiti (e decisamente poco in parte) non fanno di questo film motivo d'orgoglio e vanto per il buon Brian. Trascurabile.

E questo è tutto. Poteva andarmi anche peggio, lo so ^__*.

Friday, March 21, 2008

Un intervento veloce veloce giusto per...

...augurare a tutti voi, amici lettori, una

FELICE E SERENA PASQUA


...e non esagerate con il cioccolato che vi fa male ^__*
Il blog si prende una piccolissima pausa. Ci rileggiamo lunedì o al più tardi martedì.
Ciauz!

Thursday, March 20, 2008

I GRIFFIN presentano: BLUE HARVEST - COLLECTOR'S LIMITED EDITION - (R2 - ITALIA)

Ecco a voi il curioso caso dell' edizione dvd dell' episodio speciale dei Griffin, Blue Harvest: per questo divertente omaggio alla saga fantascientifica di Star Wars creata da George Lucas, la Fox ha messo in vendita due edizioni. La prima "normale" e la seconda, una gustosissima Limited Edition per collezionisti esattamente identica a quella uscita in Inghilterra. Ma siccome in Italia non ci piace fare le cose semplici, questa edizione è stata distribuita solo per gli store on-line forse per giustificare il ridotto numero di copie disponibili (1.500 stando ai comunicati rilasciati dalla Fox). Solo uno dei più importanti negozi in rete italiani ha riportato chiaramente la dicitura IN VENDITA SOLO ON-LINE, creando una discreta confusione tra utenti e negozianti. Così si spiega il perché, nei negozi questo bel cofanetto non è arrivato. Anche io, che l'avevo prenotato da tempo, stavo per rimanere fregato. Per fortuna il mio negoziante di fiducia si è mosso in tempo ed è riuscito a farsene procurare qualche copia (amici di Cagliari e dintorni, se siete interessati, vi avviso che la trovate ancora ^__^). Ma basta chiacchiere (tanto non sarà l'ultima volta che succedono cose di questo tipo) e andiamo a spulciare i dettagli tecnici e fotografici di questo cofanetto:

Caratteristiche Generali e Tecniche:
Produttore: Fox
Distributore: Fox
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Inglese, Tedesco, Spagnolo Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Tedesco (anche non udenti), Spagnolo, Danese, Finlandese, Norvegese, Svedese, Turco
Extra: Commento audio, Conversazione tra Seth McFarlane e George Lucas, Il Making Of di Blue Harvest, Versione Animatic, Clip "I Griffin in Star Wars", Scena in 3D, Anteprima di "Something, Something, Something Darkside", Presentazione dei Griffin, Episodio dalla serie tv: "I Due Volti della Passione".
Regione: 2 Italia
Confezione: cofanetto

Contenuti Cofanetto:
1 DVD (film + extra)
1 booklet con le note di produzione
Set di trading card lenticolari
2 paia di occhiali 3D
1 T-Shirt











Wednesday, March 19, 2008

Zombi a Tokyo...una cosa mai vista!

Mitsuo e Fujio sono due operai in una fabbrica di estintori a Tokyo. Durante le loro pause pranzo, ma non solo, Mitsuo cerca di insegnare a Fujio il Jujitsu, nel tentativo di farlo diventare sempre più forte. Gli allenamenti portano via tantissimo tempo e il loro supervisore non è proprio contento di questa situazione. Durante una sfuriata, Fujio prende un estintore e lo ammazza colpendolo alla testa. Per risolvere questo spiacevole "inconveniente", decidono di seppellire il corpo al Black Fuji, una gigantesca discarica dove gli abitanti di Tokyo sotterrano di tutto, dalle parabole ai frigoriferi, ma soprattutto una grande quantità cadaveri. Forse per via del forte inquinamento (ma poi il motivo è davvero così importante?) i morti seppelliti sul Black Fuji ritornano in vita. I morti cominciano ad aggredire i vivi che morsicati diventano zombi anch'essi. In poco più di cinque anni la città di Tokyo è condannata. E così, grazie a Sakichi Sato (sceneggiatore di capolavori come Ichi The Killer e Gozu) che dirige e adatta il manga di Yusaku Hanakuma, anche in Giappone hanno il loro film di zombi. Contrariamente a quanto vuole una recente moda diffusasi all' interno del genere, in Tokyo Zombi i morti non corrono come dei disperati. Il film di Sato si rifà ai classici del genere pescando a piene mani dalla quadrilogia di George Romero. A volerla dire proprio tutta, la pellicola sembra più una parodia dei classici film sui morti viventi ma, diversamente dall' omaggio/dichiarazione d'amore che rappresenta quel piccolo grande cult di Shawn of the Dead, Tokyo Zombi si affida ad un umorismo tutto giapponese e decisamente demenziale. Per quanto sia un estimatore di tutto ciò che riguarda zombi e affini, non posso che guardare a questo Tokyo Zombi con una certa perplessità: non punto certo il dito verso la trama, inconsistente e simpaticamente assurda come deve essere, ma più che altro verso una comicità che non riesce a farsi colonna portante del film. C'è qualche bel "guizzo", qualche originale sperimentazione visiva (contaminazione di generi però gia vista in film come Kamikaze Girls) e piacevoli e riusciti omaggi (la fortezza dove i sopravvissuti ricostruiscono la società proprio come in Land of the Dead), ma sinceramente non basta. Consigliata comunque almeno una visione, se non altro per gustarsi i sempre bravi Tadanobu Asano e Sho Aikawa, o per scoprire come uccidere gli zombi utilizzando alcune semplici tecniche di jujitsu.

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Tuesday, March 18, 2008

La felicità condivisa

Curioso trovarmi qui con il mio computer, in casa mia, con la persone che amo, tra le mie cose, le comodità della vita moderna, un lavoro che mi aspetta e che mi fa guadagnare quei soldi con i quali soddisfare i miei bisogni consumistici. Curioso perché penso a questo mentre cerco di scrivere qualcosa su Into The Wild, storia vera di Christopher McCandless che rinunciò a tutto, legami familiari e beni materiali, per cominciare una nuova vita. Non mi vergogno di quello che ho ne di come vivo la mia vita, sia ben chiaro, solo che trovo straordinario come una storia così arrivi dritta al cuore. Si può non essere d'accordo con il messaggio del film, si può non condividere il pensiero del protagonista, ma non si può rimanere impassibili di fronte agli occhi velati di lacrime di Chris mentre assiste solitario alle bellezze di una natura senza uomini.
Chris è un ragazzo di buona famiglia particolarmente legato a sua sorella piuttosto che ai suoi genitori. Il giorno stesso della sua laurea decide di dare un taglio alla sua vecchia vita: da tutti i suoi soldi in beneficenza, distrugge carte di credito, documenti, banconote e parte all' avventura. Quello che fa Chris non è tanto scappare per un senso di ribellione, ma più che altro "resettare" la sua vita per farla ripartire senza essere legato a quella precedente, lontano dalle consuetudini che la società in qualche modo impone. Con la sua nuova identità (Alexander Supertrump) si lascia trasportare dalla sua nuova vita (divisa in capitoli "Nascita", "Adolescenza" ecc.) in totale libertà, cercando un legame con la natura che non preveda il contatto con altre persone. Ma quello che risulta subito evidente è che la nuova vita di Chris/Alex funziona comunque secondo le regole della precedente: per poter comprare le attrezzature e i rifornimenti per il suo viaggio ha comunque bisogno di soldi, quegli stessi soldi che ha bruciato, segno che anche per fuggire dalla società abbiamo bisogno dei suoi "mezzi". Nel suo viaggio Alex ha modo di interagire con diversi individui che in qualche modo risultano "toccati" da quest' incontro. E' vero però anche il contrario: in qualche modo le persone che incrociano la sua strada, sono il riflesso di quelle persone alle quali ha voltato le spalle ed ognuna di loro porta un messaggio chiaro, l' importanza della "felicità condivisa", che pero Alex non è in grado di vedere o sentire tanto è accecato dal suo obiettivo finale, il completo isolamento nella natura selvaggia dell' Alaska. Questo stesso ambiente "estremo" è di per se una società con le sue rigide regole, in cui l'uomo è un elemento estraneo, quasi incompatibile (gli animali mangiano la carne che Alex è costretto a buttare perché ricoperta di larve).
Sean Penn adatta il romanzo di Jon Krakauer e dirige quello che potrebbe essere il suo capolavoro: il suo "sguardo" ci regala alcuni scorci naturali belli da togliere il fiato, e cerca di avvicinare il più possibile noi spettatori al protagonista (la bella sequenza della mela). Peccato che, ad impedire ad Into The Wild di raggiungere le vette dell' eccellenza, sono proprio alcune scelte registiche di Penn che non rovinano il risultato finale ma risultano comunque di troppo (gli split-screen per intenderci). La prove attoriali sono più che convincenti, soprattutto quella del giovane Emile Hirsch (vermaente bravo) e di Hal Holbrooke (straordinario). Impossibile chiudere senza menzionare la colonna sonora, parte integrante di quest'opera. Assolutamente radicata alle immagini di Penn, la musica di Eddie Vedder ci prende per mano sin dal primo minuto e ci accompagna in questo straordinario viaggio "nelle terre selvagge".

Monday, March 17, 2008

Un diamante è per sempre...Blood Diamond non proprio...

Penso che siamo tutti d'accordo nell' affermare che, se il continente Africano avesse i piedi, probabilmente ci prenderebbe tutti a calci nel culo. Una terra vergine, un intero continente che poteva essere uno dei paradisi incontaminati di questo pianeta, è stato invece violentato nella maniera più brutale dai Paesi che chiamiamo "civilizzati", che sono stati così arroganti da voler portale la "civiltà" la dove non ce n'era. Hanno sfruttato e sfruttano tutt'ora questo territorio così ricco di risorse naturali, lasciando alle popolazioni africane le briciole e un' eredita di sangue e violenza che difficilmente sarà possibile estinguere. Diamanti. I diamanti sono una di queste "risorse". Una pietra all' apparenza grezza ma dal grande valore, per la quale tanto sangue innocente è stato versato. I blood diamonds (diamanti di sangue) sono stati soprannominati e Blood Diamond è il titolo del film di Edward Zwick che racconta questa storia ambientata sul finire degli anni '90. In una Sierra Leone sconvolta da una guerra civile, il Governo lotta contro un gruppo armato indipendentista che compie stragi nei villaggi, recluta bambini soldato e schiavi per le miniere di diamanti. Ed è proprio con queste pietre che i soldati comprano le armi per la rivoluzione. Qui entrano in gioco i contrabbandieri che acquistano i diamanti in cambio di armi e li fanno passare oltre il confine della Sierra Leone verso la Liberia dove possono essere esportati legalmente e senza problemi. Danny Archer, ex soldato sudafricano, è appunto un contrabbandiere che si trova casualmente tra le mani la possibilità di fare un bel po' di soldi e andare via per sempre dall 'Africa: Solomon, un nativo della Sierra Leone, ha trovato un diamante grezzo di inestimabile valore e l'ha nascosto. E' disposto a dire a Danny dove si trova se lui lo aiuterà a ricongiungersi con la sua famiglia. Quello che viene da chiedersi subito dopo la visione del film è: "ma questo vuole essere un film di denuncia?". Le didascalie all' inizio e alla fine del film e i dialoghi piuttosto espliciti sull' argomento, lascerebbero intendere di si. Ma come il "manuale del buon film di Hollywood" insegna, non c'è argomento, per quanto serio e impegnato, che non si possa trasformare in spettacolo. Se penso ad un film che parli dell' Africa e ce la mostri in tutte le sue sfaccettature senza rinunciare a fare del buon cinema, mi viene in mente (pescando dal passato recente) The Constant Gardener di Meirelles. Gli intenti di denuncia del film di Zwick si perdono purtroppo tra roboanti esplosioni, scene di guerriglia urbana, una sceneggiatura scontata che proprio non convince, nella quale si muovono dei personaggi il cui sviluppo appare scontato anch' esso se non proprio superfluo (adoro Jennifer Connely ma il suo ruolo qui è quasi inutile). Si è fatto un gran parlare di questo film e come al solito si è gonfiato all' eccesso (cinque candidature all' Oscar...ma per cosa?) un prodotto valido negli intenti (d'altronde si parla di una situazione del passato recentissimo) ma insufficiente in tutto il resto.

Sunday, March 16, 2008

Lyric of the Week + Video / ASH - GIRL FROM MARS


Do you remember the time I knew a Girl From Mars?
I don't know if you knew that.
Oh we'd stay up late playing cards,
Henri Winterman Cigars.
Though she never told me her name,
I still love you, Girl From Mars.

Sitting in our dreamy days by the water's edge,
On a cool summer's night.
Fireflies and the stars in the sky,
Gentle glowing light,
From your cigarette.
The breeze blowing softly on my face,
Reminds me of something else.
Something that in my memory has been misplaced,
Suddenly it all comes back.
And as I look to the stars.

I remember the time I knew a Girl From Mars,
I don't know if you knew that.
Oh we'd stay up late playing cards,
Henri Winterman Cigars.
Though she never told me her name,
I still love you, Girl From Mars.

Surging through the darkness over the moonlight strand,
Electricity in the air.
Twisting all through the night on the terrace,
Now that summer's here.
I know you are almost in love with me,
I can see it in your eyes.
Strange light shimmering over the sea tonight,
And it almost blows my mind
And as I look to the stars

I remember the time I knew a Girl From Mars,
I don't know if you knew that.
Oh we'd stay up late playing cards,
Henri Winterman Cigars.
Though she never told me her name,
I still love you, Girl From Mars.

Today I sleep in the chair by the window,
It felt as if you'd returned.
I thought that you were standing over me,
When I woke there was no-one there.
I still love you, Girl From..
Mars

Do you remember the time I knew a Girl From Mars?
I don't know if you knew that.
Oh we'd stay up late playing cards,
Henri Winterman Cigars.
Though she never told me her name.

Do you remember the time I knew a Girl From Mars?
I don't know if you knew that.
Oh we'd stay up late playing cards.
Henri Winterman Cigars.
And I still dream of you,
I still love you, Girl From Mars

Friday, March 14, 2008

" Cioè...vabbè che so' smemorato...ma non vi avevo detto di non cercarmi più?" ovvero LA TRILOGIA DI BOURNE PARTE 2

Essere un killer super addestrato da un programma occulto della CIA non è tutto rosa e fiori. Non è una cosa divertente che ti è successa da raccontare come una barzelletta. Non è una cosa di cui andare fiero e di cui puoi bullartene al bar con gli amici. E' una cosa che porta con se tanti problemi e non solo fisici (mal di testa e amnesia tanto per fare due esempi) ma anche pratici: non puoi mai incontrare uno dei tuoi colleghi killer senza che vi mettiate le mani addosso...e nel 99% dei casi uno dei due crepa in maniera violenta. Questa è la vita di Jason Bourne, ma lui non ricorda più niente e non vuole saperne più niente. Per questo gira il mondo con la sua ragazza Marie, sperando che più lontano va, più si allunga la distanza con la sua vita precedente. Ma gli incubi continuano a tormentarlo. Anzi, più che incubi sono brevi frammenti di ricordi che emergono, forse non a caso, dalla sua mente. Ma anche se si trova in India, il passato torna in maniera prepotente e un killer lo costringe alla fuga. Nel frattempo anche la CIA è sulle sue tracce: pare infatti che le sue impronte siano state trovate sul luogo di un' operazione organizzata dall' Intelligence per recuperare importanti documenti, operazione finita in tragedia. Bourne si trova così, suo malgrado, nuovamente coinvolto, ma da preda si prepara a diventare cacciatore. Il secondo capitolo della trilogia di Bourne tratta dai romazi di Robert Ludlum, The Bourne Supremacy, vede Tony Gilroy ancora sceneggiatore, mentre il testimone alla regia passa da Doug Liman a Paul Greengrass (Bloody Sunday, United 93). La cosa a mio modesto parere porta dei miglioramenti soprattutto per quel che riguarda la realizzazione delle sequenze d'azione, girate con molta più sicurezza e decisamente più convincenti e meno confusionare rispetto a The Bourne Identity (l'inseguimento finale è veramente da "occhi sbarrati e mascella cadente"). Per il resto il film non si discosta dal capitolo precedente: una pellicola d'azione bella e coinvolgente, sicuramente sopra la media del genere, che gode non soltanto di una storia ben scritta e complessa (il che comporta una particolare attenzione al non lasciarsi sfuggire dei passaggi importanti) ma anche delle ambientazioni quasi totalmente europee (secondo me uno dei punti di forza). Naturalmente anche questo film nasconde un messaggio importante proprio come il precedente "una rivista arrotolata fa male quanto un coltello da cucina".

Thursday, March 13, 2008

AD UN PRIMO SGUARDO: BATTLESTAR GALACTICA - SEASON 01, DAMAGES, 24 - DAY 06 (AGAIN!!!)

La mia visione di questa serie sta procedendo decisa- mente a rilento. Sono settimane che dovrei finire questa prima stagione e ancora non ci sono riuscito quindi, a meno che i giorni non diventino di 36 ore, non credo di potermi gustare la quarta stagione in contemporanea con gli Stati Uniti. Comunque, tutte le promesse fatte dalla miniserie sono state mantenute in questa prima stagione: Battlestar Galactica si conferma una serie coinvolgente, veramente ben scritta e interpretata. Sono sempre più contento di questo riavvicinamento alla fantascenza. Gaius Baltar è il più grande di tutti!

Ennesima serie scoperta sul blog di Gianmario e poi recuperata. Ennesima perla, lasciatemelo dire. Damages è fondamentalmente un legal thriller dai risvolti decisamente drammatici. Come buona regola vuole, la serie segue un' unica vicenda divisa in tredici puntate strutturate in maniera molto accattivante: la prima puntata, per esempio, si apre con una ragazza che corre in strada coperta di sangue e visibilmente in stato di shock. La scena si sposta sei mesi nel passato e scopriamo che quella ragazza è una giovane neo avvocatessa di nome Helle Person, pronta ad entrare in uno degli studi più famosi della grande mela, quello di Patty Hewes, interpretata da una gigantesca Glenn Close. Inutile dire che gran parte del fascino di questa serie (oltre che per una trama veramente complessa) ruota intorno al personaggio della Close, un vero e proprio squalo, perennemente ambigua. Impossibile usare termini come "buona" o "cattiva" con lei, semplicemente è Patty Hewes. Consigliatissima!!!

Avevo già parlato del Day 6 di 24 quando vidi la prima puntata in lingua originale. Siccome l'attesa per la settima stagione sarebbe stata lunga, causa lo sciopero degli sceneggiatori, l'ho accantonata e mi sono dedicato ad altro. La settimana scorsa scopro che Italia 1 ha cominciato a trasmetterla e cado completamente dalle nuvole! Adesso, è vero che non guardo quasi più la televisione, ma qualcuno di voi sapeva che sarebbe stata trasmessa??? Sono contento che da Rete 4 in orari ridicoli, sia passata ad Italia 1 in seconda serata, ma fare un pochino di promozione in più non credo avrebbe guastato. Ma mettiamo da parte le polemiche (che lasciano sempre il tempo che trovano) e vediamo come si presenta questa nuova stagione di una delle mie serie preferite. Mi sono visto quattro episodi di fila e...che vi posso dire? Un inizio col "botto" e non aggiungo altro. Grandi colpi di scena come da sempre questa serie ci ha abituati, ma noi vogliamo meno "parentesi" riempitive e più spazio per il grande Jack Bauer!!!

Wednesday, March 12, 2008

Il Pianeta ha ancora bisogno di loro...

Se non avete mai giocato a Final Fantasy VII forse non potrete capire le emozioni che suscita questo film. Se non siete tra quelli che nel lontano '97 (o era il '96?) persero ore e ore della propria vita sottraendole al sonno e allo studio (per quel che mi riguarda, entrambi i casi), allora Final Fantasy VII Advent Children vi apparirà come un bel giocattolo in computer grafica, spettacolare, ricco di combattimenti ma dalla storia un po' "ostica". Questo perché a differenza del precedente film Final Fantasy (diretto dal suo creatore Hironobu Sakaguchi) che poco o nulla aveva a che fare con il gioco, Advent Children sembra essere stato pensato per tutti i fan del settimo capitolo (probabilmente il più bello a livello di gameplay e trama) di una delle saghe videoludiche più longeve di sempre. Forse per accontentare chi ha sempre chiesto a gran voce un seguito o forse per tutti quelli rimasti con l'amaro in bocca per un finale un po' troppo aperto, non potrei dirlo di preciso, ma il regista Tetsuya Nomura e lo sceneggiatore Kazushige Nojima decidono di rimettere mano a quella storia e a quei personaggi a cui tanti si sono affezionati per regalarci un film bello ma, per sua stessa natura, di nicchia. La storia comincia dove il videogioco finiva: 500 anni dopo che il Pianeta è stato salvato, Red XIII con prole al seguito si affaccia da un costone roccioso e ci mostra quel che reste della città di Midgar. Subito dopo si fa un balzo nel passato, due anni dopo la sconfitta di Sephiroth. Tutto sembra essere tornato alla normalità e il nostro eroe, Cloud Strife, è ancora tormentato dal rimorso per la morte di Aeris e per una piaga che gli ricopre il braccio sinistro, conosciuta come geostigma. Dopo la morte di Sephiroth e la caduta della Meteora, tante altre persone, soprattutto bambini, sono affetti da geostigma e un gruppo di tre strani individui, conosciuti come la gang di Kadaj, è molto interessato a loro. Il geostigma sembra essere infatti un' effetto collaterale delle cellule di Jenova (una creatura aliena precipitata molti anni prima) presenti nel Life Stream (il flusso vitale del pianeta). Le intenzioni di Kadaj sono quelle di utilizzare tutti i marchiati dal geostigma, insieme con le cellule di Jenova (recuperate dalla Shinra nel cratere dove avvenne lo scontro finale) e dare vita ad una nuova Unione, che in soldoni significa il ritorno di Sephiroth. Toccherà a Cloud e ai suoi vecchi compagni di battaglia (Barret, Tifa, Cid, Caith Sit, Vincent e Yuffie) mettere fine a questa nuova minaccia. Anche se il racconto ruota intorno alla figura di Cloud, è stato dato più spazio possibile a tutti quegli elementi che avrebbero fatto impazzire gli appasionati di Final Fantasy VII, sia per quel che riguarda i personaggi (anche i Turks della Shinra hanno trovato spazio nella storia) e ai luoghi (oltra a Midgar, la foresta degli Ancient e il Cratere Nord). Tutto è stato curato nei particolari per far si che gli eventi di questo lungometraggio fossero coerenti con quelli del gioco e anche le musiche, ormai divenute storiche, del grandissimo Nobuo Uematsu sono presenti in nuovi arrangiamenti. Se tecnicamente non siamo a livelli "da infarto" come per il precedente Final Fantasy, la qualità è comunque più che alta e in linea con i filmati in computer grafica che la saga di Sakaguchi ci regala dal settimo capitolo a questa parte. E visto che quanto scritto fin' ora sembra frutto della mente di un pazzo maniaco, non mi vergogno ad ammettere una certa commozione nel finale, con Aeris e Zack che salutano un ormai guarito (in tutti i sensi) Cloud e si avviano verso la luce. Son cose che ti catapultano nuovamente all' adolescenza.

Tuesday, March 11, 2008

From My Personal Library: RICHARD MATHESON - IO SONO LEGGENDA


"L' ultimo uomo sulla terra"
Un' immagine inquietante ma che da sola basta a farti prendere in mano il romanzo di Matheson, aprirlo e "divorarlo" in maniera famelica.
Non è difficile lasciarsi avvolgere da quelle atmosfere che poi sarebbero state riprese per alcuni capisaldi della cinematografia horror.
Non è difficile immedesimarsi in Robert Neville, l'uomo condannato a sopravvivere in un mondo in rovina, popolato unicamente da creature notturne bramose di sangue.
Ma più che di sopravvivenza, quella di Neville è un' ostinata lotta contro un destino già segnato, un aggrapparsi a quel poco che rimane del mondo come lo conoscevamo, nella speranza di poterlo ricostruire pezzo per pezzo: trovare una cura per gli infetti e ammazzarne il più possibile di giorno, quando sono più vulnerabili. Le notti sono le più difficili, lunghe, dove solo il sonno o l' alcol accorciano il tempo fino al sorgere del sole, mentre fuori da quella fortezza barricata che un tempo era la sua casa, loro si radunano, sbraitano, lo bramano.
Non c'è speranza nel libro di Matheson e ce ne rendiamo conto pagina dopo pagina.
Neville se ne rende conto invece quando è già troppo tardi.
Il suo è uno scontro impari contro il naturale "evolversi" delle cose: la razza più forte sopprime quella più debole. La società più evoluta schiaccia la precedente.
In mondo dove l'umanità paga il prezzo più salato per i suoi sbagli, l'uomo perde il gradino più alto della scala evolutiva.
E' estinto.
E' leggenda.

Monday, March 10, 2008

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI - TWIN PEAKS

TWIN PEAKS - STAGIONE 01
Produttore: Paramount
Distributore: Paramount
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Spagnolo, Tedesco Dolby Digital Mono - Inglese Dolby Surround (Episodio Pilota), Dolby Digital 5.1 (Episodi 1-7)
Sottotitoli: Italiano, Ceco, Danese, Greco, Inglese, Norvegese, Olandese, Portoghese, Spagnolo, Svedese, Tedesco, Turco, Ungherese
Extra: Analisi dei registi su alcuni episodi selezionati, Intervista a cast e troupe, Introduzione della Signora Ceppo agli episodi, Note agli sceneggiatura, Intervista a Mark Frost tratta da Wrapped in Plastic, Imparare a parlare nella Stanza Rossa, 17 fette di torta: riprese al Caffè Mar T Diner, Scene tagliate testuali, Easter Egg.
Confezione: digipack slipcase
N° Dischi: 4
Regione: 2 Italia

TWIN PEAKS - STAGIONE 02 Parte 01
Produttore: Paramount
Distributore: Paramount
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Spagnolo, Tedesco Dolby Digital Mono - Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese (anche non udenti), Danese, Finlandese, Norvegese, Olandese, Spagnolo, Svedese, Tedesco
Extra: N/A
Confezione: digipak slipcase
N° Dischi: 3
Regione: 2 Italia

TWIN PEAKS - STAGIONE 02 Parte 02
Produttore: Paramount
Distributore: Paramount
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Spagnolo, Tedesco Dolby Digital Mono - Inglese Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Inglese (anche non udenti), Danese, Finlandese, Norvegese, Olandese, Spagnolo, Svedese, Tedesco
Extra: Introduzioni della Signora Ceppo, Interviste ai registi
Confezione: digipack slipcase
N° Dischi: 3
Regione: 2 Italia

Note: gli appassionati di Twin Peaks hanno dovuto attendere ben 5 anni per poter completare la serie. Il cofanetto con la prima stagione è stato infatti pubblicato nel lontano 2002 lasciando tutti piuttosto soddisfatti anche perché, a differenza dell' edizione americana, l' edizione europea vantava la presenza del bellissimo episodio pilota. Extra interessanti ma non fondamentali. Nel 2007 ecco finalmente la seconda stagione seguita a ruota dalle brutte sorprese. Innanzi tutto i --- episodi della stagione sono stati suddivisi in due cofanetti e in secondo luogo il primo di questi è totalmente privo di extra. Come se non bastasse i menù sono di quanto più approssimativo si possa immaginare (immagine statiche e senza musica). Qualche scarsissimo extra nel secondo cofanetto non risolleva certo le sorti di un' operazione commerciale dove David Lynch non ha certo avuto voce in capitolo. Ed intanto oltreoceano già si parlava di una edizione "definitiva"...

TWIN PEAKS - DEFINITIVE GOLD BOX EDITION
Produttore: Paramount
Distributore: Paramount
Video: 1.33:1
Audio: Italiano, Spagnolo, Tedesco Dolby Digital Mono - Inglese Dolby Digital 2.0, Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Tedesco, Danese, Svedese, Norvegese, Inglese, Spagnolo, Finlandese, Olandese
Extra: Versione americane ed internazionale dell' episodio pilota, introduzione della Signora Ceppo a tutti gli episodi, 4 scene eliminate, Documentario esclusivo "I segreti di un luogo lontano", Featurettes "Un' introduzione a Lynch", "Ritorno a Twin Peaks", Mappa Interattiva, Sketch da Saturday Night Live, Video Musicale "Falling", Promo, Spot TV, Documenti di produzione, Foto rare, set di 12 cartoline da collezione.
Confezione: cofanetto
N° Dischi: 10
Regione: 2 Italia

Note: non ci avrei scommesso un soldo e invece la Definitive Gold Edition è arrivata anche da noi e c'è di che esserne stra-felici. Qui si parla di edizione "definitiva" e non si esagera. Il cofanetto contiene la serie completa di 29 episodi più le due versioni del pilota. Il video è stato rimasterizzato partendo dai negativi originali e il risultato lascia a bocca aperta. Oltre alla traccia mono italiana, spagnola e tedesca, è presente quella inglese in Dolby Digital 5.1 e nell' originale versione televisiva in stero 2.0 (una chicca!). Gli extra sono inediti e curati, una vera gioia per tutti i fan di Twin Peaks. Un' ultima cosa da segnalare, ma assolutamente fondamentale, il tutto è stato supervisionato ed approvato da David Lynch, il che è una garanzia assoluta. E adesso non resta che fare la scelta...

QUALE EDIZIONE PRENDERE?
Considerato che qui non si parla di una serie qualunque ma della SERIE, vi mostro le limitate possibilità che si presentano:
1) Se non avete nessun edizione non c'è neanche da porsi il dubbio: la Definitive Gold Box Edition è l'unica scelta!
2) Se avete la precedente edizione potete:
a) vendere i tre cofanetti e prendervi la Definitive Gold Box Edition
b) se siete dei Lynch Maniaci e non volete rinunciare agli extra della prima edizione (che comunque nella Definitive non sono presenti) acquistate anche la seconda e non pensateci ulteriormente.

Sunday, March 09, 2008

Lyric of the Week + Video / BAUSTELLE - CHARLIE FA SURF


Vorrei morire a questa età
Vorrei star fermo mentre il mondo va
Ho quindic'anni
Programmo la mia drum-machine
E suono la chitarra elettrica
Vi spacco il culo
E' questione d'equilibrio
Non è mica facile

Charlie fa surf, quanta roba si fa
M D M A
Ma le mani chiodate se
Charlie fa skate, non abbiate pietà
Crocifiggietelo, sfiguratelo in volto
Con la mazza da golf
Alleluja Alleluja

Mi piace il metal, r'n'b
Ho scaricato tonnelate di
Filmati porno
E vado in chiesa e faccio sport
Prendo pastiglie che contengono
Paroxetina
Io non voglio crescere
Andate a farvi fottere

Charlie fa surf, quanta roba si fa
M D M A
Ma le mani chiodate da
Un mondo di grandi e di preti fa skate
Non abbiate pietà
Una mazza da baseball
Quanto bene gli fa
Alleluja Alleluja

Friday, March 07, 2008

Nessuna ultima possibiltà per gli Ultimate X-Men

Leggo le testate dedicate agli X-Men da quasi quattordici anni ormai. Era il '94 se non ricordo male, e la Marvel Italia già distribuiva sul suolo nazionale tutte le testate dei super eroi di Stan Lee. Spinto da curiosità comprai il volume con la saga completa del Re Delle Ombre è mi innamorai degli X-Men. Per puro caso quell' albo rappresentava un punto perfetto per chi voleva iniziare a leggere le storie dei mutanti di casa Marvel. Infatti, come diretta conseguenza di quella storia, gli X-Men si divisero in due gruppi (con la nascita della seconda testata regolare a loro dedicata), si riformò il gruppo governativo X-Factor (quello del grandissimo Peter David tanto per capirci) e I Nuovi Mutanti diventarono X-Force. Naturalmente poi cercai di recuperare quanti più arretrati possibile e anche grazie a qualche ristampa riuscii a ricostruire la lunga e complessa storia di una delle testate più longeve di sempre.
E si, perché quello della "continuity" è un bel problema che scoraggia tanti nuovi potenziali lettori. Il problema è diventato più pressante dopo l'uscita del primo lungometraggio degli X-Men che proponeva dei super eroi più "adulti", senza calzamaglie colorate, ma con delle belle divise in pelle nera. Per avvicinare il pubblico cinematografico agli eroi di carta, si è provato a svecchiare l'immagine degli X-Men dei fumetti con nuovi team creativi che rivoluzionarono la storia e l'immagine dei mutanti. Ma questo non bastava a risolvere il problema dei sessant'anni di storie, saghe , intrecci vari che gli X-Men si portano sulle spalle. Ed ecco allora arrivare l'ideona: creare un universo Marvel alternativo e ricominciare le storie degli X-Men da capo, in modo che i nuovi lettori possano prendere confidenza con i personaggi senza doversi preoccupare delle storie precedenti. Nasce così l' universo Ultimate e le collane Ultimate X-Men e Ultimate Spider Man (anche il Ragno a quanto pare necessitava di una svecchiata). Brevi cicli di storie, team creativi sempre nuovi (da mesi si parla di Brian Synger ai testi) sono le caratteristiche che dovrebbero garantire alla testata una freschezza in continuo rinnovamento. I personaggi sono sempre quelli ma allo stesso tempo "nuovi" in quanto il loro background è stato completamente riscritto (o quasi) e le loro avventure si svolgono ai giorni nostri naturalmente.
Operazione riuscita? Solo in parte secondo me. Storie ben scritte e ottimi illustratori possono attirare un nuovo potenziale lettore, questo è vero, ma tutti gli altri? Chi come me legge le testate regolari degli X-Men si ritrova con dei personaggi che sono alla fin fine, la fotocopia uscita male di quelli originali. Qualche esempio:
1)Scott Summers/Ciclope è sempre il leader timido e un po' cretino. Niente di nuovo quindi.
2)Jean Grey/Marvel Girl ha i soliti problemi con l'entità Fenice. Sai che novità. Si innamora anche nell' universo Ultimate di Ciclope e tutti ci chiediamo perchè.
3)Wolverine sembrava quello potenzialmente più interessante. Mandato da Magneto per assassinare Xavier si unisce agli X-Men e incomincia una relazione con Jean (questa si che era un' ottima trovata). Cerca anche di uccidere Scott per gelosia e li ho creduto veramente di aver trovato l' anima dell'operazione Ultimate. Poi tutto torna alla normalità e anche Wolverine. Peccato.
4) Rogue non può toccare nessuno.
5) Magneto è sempre il solito estremista.
Insomma, questi sono solo alcuni dei personaggi che compaiono nella testata ma che spiegano perfettamente perché un lettore di vecchia data non riesca a legare con questi X-Men, o meglio, perché IO lettore di vecchia data non riesco a legare con questi X-Men. Nonostante le buone intenzioni, l'idea che si tratti di un riciclo con qualche ritocco qua e la è sempre presente. Le possibilità creative di trovarsi tra le mani un universo fumettistico sostanzialmente "vergine" erano veramente infinite e si sarebbe potuto osare quel qualcosa in più che nelle testate ufficiali non è possibile fare, quel qualcosa in più che avrebbe fatto affezionare lo zoccolo duro dei lettori degli X-Men originali al mondo parallelo Ultimate. Invece nonostante qualche buona intenzione iniziale, tutto si è risolto nel far morire uno degli X-Men originali e nel rivoluzionare (e non in maniera radicale) questo o quel personaggio, prendere storie classiche provando a reinventarle (la Chiesa Shi'ar che venera Fenice??? Ma per piacere!!!). Mi spiace ma dopo più di quaranta numeri mi vedo costretto a bocciare Ultimate X-Men e a consigliare a tutti di leggere le storie degli X-Men ufficiali. Se la continuity vi spaventa, sappiate che non c'è lacuna che qualche buon sito internet (anche Wikipedia) non possa colmare. Buona lettura.

Thursday, March 06, 2008

5-HUNDRED


Eccomi qui come di consueto dopo altri 100 post, ad auto celebrarmi e stavolta per un numero importante: 500! Cioè, CINQUECENTO, mica bruscolini ^__^.
Poche le novità rispetto a un centinaio di post fa a parte che due miei articoli sono stati pubblicati sul numero 1 della rivista
BLOG UP (ma l'avete scaricata? No?!? Cosa state aspettando!!!) e che sono stato nominato tre volte per il Thinking Blogger Award (grazie Gino il Salumiere, Dreca e CineSerialTeam ^__^).
Come di consueto do spazio anche a voi amici blogger con l'elenco e breve descrizione dei link(*) che si sono uniti dall' ultimo post celebrativo. Cominciamo che sono tanti:

IL MURO DEL PIANTO: una grande, GRANDISSIMA iniziativa che si è concretizzata in questo sito. La lotta contro gli orrori della distribuzione cinematografica è appena iniziata.

Il MySpace di Cassandra: con mio grande dispiacere ha da poco chiuso il suo blog. Adesso la si può trovare sulla piattaforma di MSN.

Il MySpace di Viba: un'amica conosciuta ai tempi di ICQ. Sono stati gli Oasis il punto di contatto ^__^

Big Salumeria blog: Ignipott è tornato! Ora si chiama Gino il Salumiere e questo è il suo nuovo blog! Grandissimo!!!

Il Mattino ha l'oro in Bocca: i post di Alicesu li leggo con enorme piacere perché, oltre a condividere quello che scrive, mi piace come lo scrive e come abbina abilmente le immagini con il testo. La ragazza ha stoffa, non c'è alcun dubbio. Qui potete acquistare il suo libro ^__^.

La Strada in Salita: con Quadrilatero ci siamo capiti subito, entrambi siamo disposti a seguire John Locke anche se è un pazzo scatenato.

CosmicLatte: uno degli acquisti più recenti. Anche se su Lost la pensiamo diversamente, su Kitano siamo perfettamente d'accordo! E quando si trovano amanti del cinema del buon Takeshi è bene tenerseli stretti ^__*

Ideateatro: il blog di Riverinflood è aggiornato quasi quotidianamente e qualche volta anche con più di un post al giorno. Uno sguardo personalissimo sulla nostra Italia che in tutti i modi cercano di imbruttire. DA LEGGERE ^__^

Ho Fatto un Sogno Verde: "Here we are, stuck by this river..." Daphne non aggiorna molto spesso ma ogni volta che passo dalle sue pagine mi soffermo sul post dove c'è il video di questa magnifica canzone di Brian Eno.

Cinema e Dintorni: la parte cinematografica del blog Salvare il Salvabile si separa è diventa uno spazio a se con recensioni e approfondimenti. Particolare attenzione è riservata all' horror di "serie b". Consigliato ^__^!

Cineroom: Para e Chimy condividono la loro passione per il cinema ed un blog dove postano le loro recensioni e analisi. Ho trovato affinità nei gusti cinematografici con entrambi e li credevo dei bravi ragazzi fino al doppio post di Cloverfield dove hanno dimostrato di essere due pazzi scatenati ^__*.

Alone in Kyoto: news, anteprime, classifiche al botteghino, uscite cinematografiche, action-figures, recensioni ecc. ecc. Questo è quello che potete trovare nel blog di CTS (CineSerialTeam) ormai diventato un giornaliero punto di riferimento è un ottimo spazio di discussione ^__^

La Vita e Nient'Altro: direttamente dai commenti di Alone in Kyoto sono arrivato al blog di Kusanagi (e così credo lui sia arrivato al mio) dove si parla di cinema, serie tv, fumetti...come potrei non trovarmi a mio agio ^__*

Nessuno è Perfetto: il nome di questo blog non potrebbe essere verità più inconfutabile ^__*. Il blog di Mr Hamlin è ricco di recensioni cinematografiche puntuali, chiare e con quel tocco professionale che non guasta. Un ottimo acquisto ^__^.

Blog Superfluo: un blog che ha nell' header un' immagine di Mulholland Drive e una frase del Club Silencio, può chiamarsi "Superfluo"? Certo che no! "Essenziale" è più corretto ^__*. Ottime recensioni e (ultimo ma non ultimo) una passione per Lost che ci accomuna ^__^.

MovieZone: "LA" prima cineblogger conterranea che entra a far parte dei miei preziosi link ^____^! Aggiornato quasi quotidianamente con recensioni (essenziali e complete = piacevoli da leggere) e le novità cinematografiche settimanali.

Vive l' Amour: ultimo dei cineblog inserito tra i link (anzi è proprio l'ultimo prima di questo post) e quindi quello più nuovo che ho potuto esplorare solo nelle sue convincenti pubblicazioni recenti. Il suo curatore, Claudio, è un amante di Kitano perciò...massimo rispetto ^___*

Pensieri e Parole: cinema e turismo, due argomenti così diversi ma che riescono a convivere perfettamente nel blog di Amosgitai.

My Fairy Queen: un blog interamente dedicato ai mitici Queen, tutto quello che hanno fatto in passato e i loro progetti futuri. Il blog di Robj mi rimanda indietro alla mia adolescenza...quanti ricordi ^___*

Just Freedom: concittadino, studente, il suo blog è incentrato su cultura, politica, ambiente...insomma, mica cose da poco! Bravo kikko!

Spartaco Libero: anche Franky è uno studente e anche il suo blog è incentrato soprattutto sulla politica. Molto interessanti i suoi post sulla "qualità" dell' informazione televisiva.

Questo è tutto amici. Nel ringraziarvi come sempre per il sostegno che date, leggendo e commentando (non necessariamente entrambe le cose ^__*) a questo mio modesto spazio web, ci auto celebriamo di nuovo tra 100 post...o sarebbe meglio aspettare fino al n° 1000? Voi che dite? Non so se riesco a resistere ^__*

(*) Se non vi riconoscete nella descrizione consideratemi incapace di intendere e di volere ^__*.

Wednesday, March 05, 2008

"Cioè...come hai detto che mi chiamo?" ovvero LA TRILOGIA DI BOURNE PARTE 1

Brutta cosa l'amnesia. E non quella tipo che esci di casa la mattina per andare a lavoro e non ti ricordi dove hai parcheggiato, ma quella tipo che vieni recuperato da un peschereccio al largo della costa marsigliese con due ferite d'arma da fuoco nella schiena e una micro-capsula nel fianco, impiantata sotto pelle, con all' interno le coordinate di una banca di Zurigo. Questo è quello che capita al povero Jason Bourne (all' inizio lui non lo sa di chiamarsi così. Lo scoprirà solo più avanti) appena ripescato dal mare. Ma le sue disavventure proseguiranno sulla terra ferma dove cercherà di ricostruire la sua identità e gli eventi che l' hanno quasi portato alla morte, arrivando fino a Zurigo dove all' interno di una cassetta di sicurezza trova passaporti per ogni angolo del mondo, mazzette di valute internazionali e una pistola. Ma la CIA lo conosce molto bene: Jason infatti è un agente addestrato in un progetto segretissimo nel quale si creano delle vere macchine assassine senza identità, pronte ad entrare in azione a comando per missioni molto delicate (come far fuori un dittatore africano). Pensando di aver perso il controllo su uno dei loro agenti, i Servizi Segreti mobilitano una serie di killer per rintracciare ed eliminare Bourne. Tratto dai romanzi di Robert Ludlum, The Bourne Identity è il primo capitolo di una trilogia dedicata al personaggio di Jason Bourne. Questo primo film, diretto da Doug Liman (Jumper il suo lavoro più recente), è un buon film d'azione che gioca le sue carte migliori fin dai primi minuti in modo da catturare subito lo spettatore: una storia ben scritta e ben sviluppata, personaggio principale dal passato misterioso ma dalle innate capacità e abilità, agenzia governativa con tanti scheletri nell'armadio da seppellire insieme ad uno dei loro migliori agenti, combattimenti corpo a corpo (un po' troppo confusionari a dir la verità), inseguimenti (una Mini vecchio modello che fa mangiare la polvere alla polizia, da vedere!) e via dicendo. Non si può pretendere di più da un film così ne storcere il naso di fronte a sequenze decisamente impossibili (Bourne che si fa in volo cinque pianerottoli a cavalcioni di un cadavere che gli attutisce anche lo schianto al suolo) perché se si decide di guardare una pellicola di questo tipo, è proprio quello che ti aspetti. Poi, cosa da non sottovalutare, The Bourne Identity è portatore di una grande verità: "potrai anche aver dimenticato chi sei, ma come menare non te lo scordi mai".

Tuesday, March 04, 2008

L' Iran attraverso gli occhi (e i disegni) di Marjane

Volevo parlare del fatto che il cinema d'animazione non riesce a scrollarsi di dosso l'immagine di "prodotto per bambini" e così i prodotti che potremmo definire "adulti", non riescono a sdoganarsi da questa nicchia.
Volevo parlare del fatto che se un film animato non porta di fianco al suo titolo Pixar o Dreamworks viene pubblicizzato in maniera riduttiva o per vie alternative (anche e soprattutto i blog) e distribuito in maniera ridicola.
Potrei parlare di queste cose, argomenti affrontati fino alla nausea, ma ruberei spazio a quel piccolo capolavoro che è Persepolis, opera prima di Marjane Satrapi che con la collaborazione del regista Vincent Paronnaud, ha trasformato la sua graphic novel omonima e autobiografica (che mi sto procurando) in un film d'animazione triste e divertente al tempo stesso, ironico e commovente. Marjane racconta la sua vita come un lungo flashback: un attimo d'esitazione prima di imbarcarsi sull'aereo che la riporterà a Teheran da il via ai suoi ricordi. Vediamo una bambina vivere una vita normale per la sua età, ricca di passioni, giochi e sogni ma comunque interessata ai racconti dei grandi che parlano della delicata situazione politica della sua terra, l' Iran. Attraverso i suoi occhi da bambina assistiamo alla caduta dello Scià e alla rivoluzione islamica che l'ha seguita, alla libertà soffocata da un velo sulla testa, al dolore per la perdita delle persone care, alla sanguinosa guerra contro l' Iraq. La vediamo passare dall' infanzia all'età adulta lontana da casa, durante la sua prima fallimentare fuga in un' Europa senza guerre ma ricca di pregiudizi. Al suo rientro, la guerra ormai finita, trova un Iran sottomesso alle leggi dell' Islam, dove crescere come donna libera ed emancipata, quello che sua madre desidera per lei, non è proprio possibile.
La cosa straordinaria di Persepolis è il modo in cui Marjane Satrapi racconta questa storia, come ironizza sui drammi che ha vissuto sulla sua pelle. Ma il dolore e l'orrore sono li, a volte evidenti a volte celati, perchè certe cose non si possono nascondere, perchè non tutto può essere esorcizzato con una risata. Tutto questo traspare dalla pellicola ed arriva diretto a noi spettatori, come il commovente ritratto che la Satrapi fa dei suoi genitori, dello zio o della nonna alla quale dedica l'ultimo ricordo, senza immagini, alla fine del film.
Persepolis è un film d'animazione semplice ed è proprio nella sua semplicità che riesce a stupire: non ci sono elaborate animazioni da super-produzione qui, ma è quasi tutto esclusivamente su due dimensioni, in un bianco e nero efficace che solo in tre brevi momenti "prende colore". Piacevolissimo il doppiaggio italiano, merito soprattutto della grandissima Paola Cortellesi che presta la sua voce a Marjane.
E mi chiedo allora come mai al quarto giorno di proiezione c'erano solo dodici persone in sala (compreso me). Forse perché in pochi sanno di questo film? O perché l'ultimo spettacolo era alle 20:05 (!?!)? Non perdete tempo a dare una risposta a queste domande ma fate di tutto per recuperare questo film. Non fatevi il grandissimo torto di lasciarvelo sfuggire.

Monday, March 03, 2008

Colpevole fino a prova contraria

Soredemo Boku Wa Yattenai è il titolo del film di Masayuki Suo ma è anche la frase (Comunque sia, non sono stato io) con la quale il protagonista della pellicola, Kaneko Tappei, si difende e non da un'accusa qualsiasi. Un giorno mentre si reca ad un importantissimo colloquio di lavoro è costretto a salire su di un vagone del treno pieno di gente. Accidentalmente un lembo della sua giacca rimane chiuso fuori dalle porte e nel tentativo di liberarlo urta e spinge le persone intorno a lui che per la ressa gli sono attaccate. Arrivato alla sua fermata, una ragazzina in divisa scolastica lo afferra per un braccio e lo accusa di averla palpeggiata. Da quel momento all'arresto il passo è decisamente breve: nonostante si proclami innocente sin dal primo interrogatorio, viene accusato del reato contestatogli e incarcerato. Sottoposto a continui interrogatori il cui unico scopo è quello di convincerlo a confessare, riesce grazie all' aiuto della madre e di un amico a trovare una coppia di avvocati disposti ad affrontare la classica "battaglia contro i mulini a vento" per difenderlo. Non si tira in ballo Don Chisciotte così tanto per fare. Il film, pur nella sua dimensione fiction, porta allo spettatore dei dati reali: il 99,9% dei casi di palpeggiamento finiscono con la condanna dell' imputato. La percentuale è altissima perché contiene anche chi si dichiara colpevole prima del processo. D'altro canto, solo 3 processi su 100 terminano con un' assoluzione e la cosa è parecchio preoccupante soprattutto se si pensa che nella confusione della metropolitana chiunque potrebbe accusare o essere accusato. Masayuki non sceglie un tema qualsiasi come non è dettato dal caso il luogo dove avviene il misfatto che vede coinvolto il giovane protagonista (la metropolitana o i treni in generale sono i luoghi dove avvengono il maggior numero di molestie alle donne). Il regista (che scrive anche la sceneggiatura) attraverso la vicenda di Kaneko Teppei vuole raccontare una storia come tante, di chi si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e finisce nelle "grinfie" del sistema di giustizia giapponese. Ed è proprio su quest' ultimo che Masayuki punta il dito, un sistema che con la "presunzione di colpevolezza" costringe l'imputato (innocente o colpevole che sia) ad ammettere i propri capi d'accusa per poter essere rilasciato dietro pagamento di una multa. Nel caso ci si rifiuti, si viene incarcerati (anche per tre mesi) in attesa del processo. Unica nota negativa di un film che nonostante duri più di due ore si fa seguire più che volentieri, è il tentativo di trasformare alcune scene in una lezione di diritto penale giapponese. Mi spiego meglio: i personaggi parlano, snocciolano dati reali ma più che recitare sembrano saliti in cattedra a fare la lezioncina e la "dimensione filmica" si perde un po' per strada. Nonostante questo piccolo neo, il film è da vedere soprattutto se siete interessati a scoprire tutto sulla società giapponese, in questo caso le zone d'ombra della giustizia.

NOTE A MARGINE: i sottotitoli saranno presenti su quel famoso
sito tra una ventina di giorni. Io ho potuto usufruirne perché sono imparentato con chi ha effettuato la traduzione (grande Nick ^__^!)

Sunday, March 02, 2008

Lyric of the Week + Video / THE CONNELS - ' 74 - ' 75


Got no reason for coming to me and the rain running down.
There's no reason.
And the same voice coming to me like it's all slowin' down.
And believe me

I was the one who let you know
I was sorry-ever-after. '74-'75.
Giving me more and I'll defy
'Cause you're really only after '74-'75.

It's not easy, nothing to say 'cause it's already said.
It's never easy.
When I look on your eyes then I find that I'll do fine.
When I look on your eyes then I'll do better.

I was the one who let you know
I was your sorry-ever-after. '74-'75.
Giving me more and I'll defy
'Cause you're really only after '74-'75

Got no reason for coming to me and the rain running down.
There's no reason.
When I look on your eyes then I find that I'll do fine.
When I look on your eyes then I'll do better.

I was the one who let you know
I was your sorry-ever-after. '74-'75.
Giving me more and I'll defy
'Cause you're really only after '74-'75

I was the one who let you know
I was your sorry-ever-after. '74-'75.
Giving me more and I'll defy
'Cause you're really only after '74-'75

'74-'75
'74-'75
'74-'75