Thursday, December 07, 2006

Padrini a Tokyo

E' cosa ormai nota il totale snobbismo con il quale, le grandi case distributrici, trattano la diffusione dei film di animazione giapponese così come il fatto che ondate di pattume cinematografico invadono per settimane le sale italiane, mentre i film più validi è gia tanto se in sala ci arrivano. Ma rimaniano nell'ambito dell'animazione: le grandi produzioni Disney/Pixar o Dreamworks, i cui meriti artistici non si discutono, godono di un canale distributivo e promozionale assolutamente preferenziale dovuto soprattutto al rientro economico che generano. Naturalmente questo non succede per i film d'animazione nipponici, che per tematiche e contenuti generalmente puntano ad un target d'età più elevato. Questo li porta ad essere messi in secondo piano, ma non giustifica certo la totale assenza di visibilità o una distribuzione "a singhiozzo" sul territorio nazionale. A parte l'ultimo grande Miyazaki, Il Castello Errante di Howl, e Steamboy di Otomo, altri titoli sono rimasti vittime di questo sistema: Metropolis, Princess Mononoke, La Città Incantata e naturalmente quello di cui mi accingo a scrivere, Tokyo Godfathers di Satoshi Kon. Ambientato nella Tokyo dei senzatetto, i reietti che vivono in case di cartone all'ombra dei palazzi di Shinjuku, durante un Natale freddo e nevoso. Tre di loro, Gin (che vive in strada dopo aver abbandonato la moglie e la figlia), Hana (un travestito con desiderio di maternità) e la giovane Miyuki (scappata di casa dopo aver accoltellato il padre), una notte trovano nell'immondizia una neonata che prendono con se e ribatezzano col nome di Kyoko. Nonostante Hana voglia tenerla con se, alla fine prevale la giusta decisione di trovare la madre che l'ha abbandonata. Comincia così una ricerca che metterà i tre, faccia a faccia con il loro passato. Satoshi Kon dirige un film toccante, profondo e divertente che trova la sua più grande attrativa nel profondo contrasto tra una Tokyo resa in modo reale nei minimi dettagli e una storia che bilancia perfettamente commedia, dramma, giallo con sviluppi quasi magici da "racconto di Natale". I disegni e il character design sono bellissimi, così come le animazioni e le splendide musiche che rivisitano anche brani di musica classica. Capisco perfettamente che si tratta di un film di nicchia ma vi assicuro che è veramente bello. Perciò recuperatelo almeno a noleggio, non ve ne pentirete.

3 comments:

Anonymous said...

http://www.midnighteye.com/interviews/satoshi_kon2.shtml

Su Midnight's Eye, un bellissimo sito di cinema Giapponese, un'intervista a Satoshi Kon, che lavora ad un nuovo progetto di nome "Paprika".

Figo ma è lungo da vedere Tokyo Godfathers o si può fare in una sera?

Weltall said...

Cugino il film dura 86 min, quindi lo si può guardare tranquillamente quando vogliamo.

Per quanto riguarda Paprika, il film era in concorso all'ultimo festival di Venezia
speriamo che esca presto

Anonymous said...

figo!