Monday, December 18, 2006

Il Giardiniere Tenace

Justin Quayle è un diplomatico britannico che si trova in Kenya insieme alla moglie Tessa. La donna, fervente attivista, viene trovata barbaramente assassinatain una zona remota del continente africano. La scomparsa di un medico che collaborava con lei nelle indagini su un medicinale sperimentato sulla popolazione africana da un'importante casa farmaceutica con il benestare del Governo di Sua Maestà, fa pensare ad un delitto passionale. Almeno, questa è la versione ufficiale che governo e colleghi di lavoro vorrebbero far digerire a Justin. Ma l'uomo crede fermamente nella fedeltà della moglie e decide di proseguire per suo conto le indagini lasciate in sospeso dalla moglie, rimanendo invischiato in una grande cospirazione tra casa farmaceutiche e governo Inglese a dicapito della vita di migliaia di africani. Justin scoprirà a sue spese quanto pericolosamente in fondo era giunta Tessa con le sue scoperte. Il regista Fernando Meirelles è giunto alle luci della ribalta grazie al suo bellissimo film City of God, dove con estreme lucidità e un eccezionale gusto per l'estetica, ci raccontava la vita tra el favelas de la Ciudad de Dio vista attraverso gli occhi e l'obbiettivo di un giovane aspirante fotografo freelance. Questo suo secondo lungometraggio, tratto dall' omonimo best seller di John Le Carrè, si divide in maniera equilibrata fra thriller e film di denuncia: dove il racconto investigativo può risultare un po' scontato, la denuncia dei sopprusi perpetrati alle popolazioni africane non appare mai retorico. Forse proprio questa sua doppia natura lo rende meno incisivo del precedente ma non per questo meno bello. Come per City of God, il croma è utilizato per esaltare le ambinentazioni: se per l'inghilterra vengono utilizzate esclusivamente tonalità cupe, le sequenze girate in africa risplendono dei bellissimi colori di questa terra. Sfortunatamente (e ingiustamente aggiungerei) la pellicola di Meirelles, presentata al festival di Venezia 2005, è rimasta in ombra sia ai Golden Globe che agli Oscar a favore di pellicole tutt'altro che meritevoli (qualcuno ha detto Brokeback Mountain e Crash?) ricevendo comunque due meritatissimi premi per la bella Rachel Weisz, miglior attrice non protagonista.

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