Wednesday, December 13, 2006

"Ci si può sottrarre al dolore come abbiamo fatto noi, ma lui ti trova. Sente l'odore..."

Mi è capitato una volta di leggere in una rivista di cinema italiana una considerazione poco felice su Shyamalan. L'autore dell'articolo definiva il regista come uno dei più sopravvalutati di Hollywood. Inutile dire che non condivido affatto una considerazione così superficiale che nasce comunque da una idea, essa stessa superficiale, che in molti si son fatti su questo regista. La fortuna cinematografica di Shyamalan è cominciata con Il Sesto Senso, splendido thriller con forte inclinazione al paranormale. Visto l'enorme successo del film, la macchina promozionale della Buena Vista, ha pensato bene di marchiare a fuoco sulla figura di Shyamalan e su tutti i suoi film seguenti, la frase "Dal regista del Sesto Senso". Perfino i trailer sono stati montati ad arte, facendo passare i suoi film per quello che non sono. Così, tutti quelli che sono andati al cinema a vedere Unbreakable aspettandosi un thriller "alla Sesto Senso", si son sentiti presi in giro di fronte ad un film che è in realtà un chiaro omaggio alla cultura dei comics superoistici americana. Naturalmente la stessa solfa si è ripetuta per Signs e The Village di cui parlerò adesso. Ambientata nel 1800, la storia racconta di una piccola comunità trasferitasi in una radura circondata da un bosco. Desiderosi unicamente di vivere lontano dalle brutture e dalle sofferenze della vita in città, costruiscono un piccolo villaggio vivendo unicamente di agricoltura e allevamento. I villani vivono in pace nella loro terra e a nessuno è permesso oltrepassare i confini del villaggio ed attraversare il bosco. Nella foresta vivono infatti "creature innominabili" che non tollerano la presenza degli umani nel loro territorio. Tra le due "comunità" vige un tacito accordo per il quale se gli umani resteranno all'interno del loro territorio, lo stesso faranno le creature. A seguito della morte per malattia di un giovane del villagio, Lucius figlio di una degli anziani, chiede al consiglio del villaggio che gli sia accordato il permesso di attraverare il bosco, raggiungere la più vicina città e poter così comprare le medicine che scarseggiano. Naturalmente il consiglio si oppone, ma alcuni strani e tragici avvenimenti li costringeranno a rivedere la loro posizione. Con il suo quarto film Shyamalan dimostra di aver ottenuto completa padronanza del genere thriller e di essere cresciuto artisticamente nelle stesura delle sue sceneggiature che con The Village raggiunge probabilmente la sua maturità artistica (le vicende del villaggio isolato dal mondo rapresenta metaforicamente, parole dello stesso Shyamalan, la società americana post 11 settembre). Ottimo il cast tra i quali spiccano Bryce Dallas Howard (figlia di Ron Howard) e Joaquin Phoenix. Immancabile, come in ogni film di Shyamalan, il colpo di scena finale che rimette tutto in discussione. Buona visione.

5 comments:

Anonymous said...

Figo voglio vederlo!

Anonymous said...

Figo voglio vederlo!

Anonymous said...

figo voglio vederlo!

Anonymous said...

Cuggino c'è anche il cameo del buon shishucinci (night) ciccillaman?

Weltall said...

Certo che c'è!!!