Saturday, December 30, 2006
"Only a beast can smell the tracks of its own kind"
Pang, come molti bambini cambogiani, è cresciuto nutrendosi a stento nelle discariche insieme ai cani randagi e, combattendo per soldi contro altri come lui, togliendo la vita per regalarasi un altro giorno di sopravvivenza è diventato a sua volta un cane randagio. Ora è cresciuto ma le cose non sono cambiate: Pang uccide ancora per sopravvivere come assassino a pagamento. Il poliziotto Wai gli da la caccia ma è difficile e pericoloso braccare una belva feroce. Nella sua fuga, Pang uccide molti innocenti tra i quali l'amico e collega di Wai, Fat Lam. Divorato dal rancore verso il padre e dal desiderio di dimostrare di essere un ottimo poliziotto, sarà inevitabile per Wai, diventare una bestia lui stesso per catturare la sua preda. Diventato in patria un piccolo cult per l'esplicitazione della violenza che raramente è possibile trovare nel cinema di Hong Kong (basti pensare ai 13 minuti epurati dalla versione cinese di Ichi The Killer), il film di Poi Cheung si basa sul confronto (poco originale a dir la verità) tra i due personaggi principali, espediente sempre valido e riuscito come in Infernal Affairs, in Dead or Alive di Miike o in Heat di Mann. Segnati dagli eventi della loro vita, con alle spalle differenti background, entrambi conosceranno i lati nascosti della natura umana: mentre Pang, grazie al fortuito incontro con una giovane profuga, scoprirà un lato umano che probabilmente neanche sapeva di avere, Wai sarà disposto a diventare il più feroce degli animali pur di raggiungere il suo scopo. La regia, sempre molto dinamica, ci regala un paio di sequenze veramente degne di nota e accompagnata dal ritmo sostenuto e le buone interpretazioni degli attori principali (c'è anche una piccola parte dell'attore feticcio di Johnny To, Lam Suet) la visione del film risulta veramente piacevole. Per quanto concerne il discorso ""violenza", la pellicola non mi è sembrata particolarmente forte come il battage pubblicitario voleva far credere ma forse per gli standard di Hong Kong questo è già tanto. Assolutamente consigliato.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment