Friday, January 05, 2007

L'innocenza della vita senz'anima

Anno 2032. Sono passati anni da quando il corpo fisico del Maggiore Kusanagi venne distrutto e la sua essenza, il suo spirito, la sua anima sono dispersi nella Rete. Batou, suo amico e collega nell'unità anti-terroristica Sezione 9, non sa darsi pace e vive nella speranza di poterla ritrovare. Insieme al suo partner Togusa, vengono incaricati di indagare su un nuovo caso: un gruppo di androidi denominati Genoidi (robot dalle sembianze femminili costruiti per la soddisfazione sessuale dei clienti) si sono resi responsabili dell'omicidio dei loro proprietari. Le loro indagini li porterà a scoprire la verità celata sulla creazione degli androidi stessi. A distanza di nove anni, esce il seguito del film che rappresenta a tutt'oggi, insieme ad Akira di Otomo, un capolavoro dell'animazione giapponese, un cult assoluto tra i film di fantascienza e manifesto della cultura cyber punk: Ghost in the Shell 2 Innocence (diventato in Italia "L'attacco dei cyborg...mah!). Se già nel 1995 il primo Ghost in the Shell vantava un livello tecnico delle animazioni che a tutt'oggi lascia a bocca aperta, Innocence ha permesso al regista Mamoru Oshii, avvalendosi ancora una volta dello Studio Production I.G., un nuovoo stupefacente risultato. Per un'ora e mezza di visione, si assiste a quelle che possono essere tranquillamente considerate il top delle animazioni: Disegni bidimensionali si sposano alla perfezione con elementi 3D, animazioni perfette che si muovono su fondali così ricchi di particolari e colori che da soli meriterebbero la visione del film. Liberamente tratto dal famoso manga di Masamune Shirow, Innocence prosegue nelle riflessione sulla inpercettibile separazione tra vita reale e artificiale, tra corpo e macchina, tra realtà virtuale e fisica. Attraverso i pensieri dei suoi personaggi Mamoru Oshii, ci mostra un probabile futuro dove le linee di demarcazione tra organismi costruiti dall'uomo e l'uomo stesso non saranno poi così evidenti. E' solo lo spirito ( o anima) che ci distingue dalle macchine? E se l'uomo in effetti è una "macchina" perfetta( o meglio, l'esempio perfetto del moto perpetuo, come dirà Batou durante il film), cosa lo distinguerebbe da una vita artificiale se l'anima stessa fosse riproducibile? Dotato del perfetto ritmo tra azione e dialoghi, mi sento tranquillamente di affermare di trovarmi di fronte a quanto di meglio l'animazione giapponese ha da offrire (escludendo le opere del maestro Miyazaki si intende), ma come sempre accade in questi casi, arrivato in Italia con quasi due anni di ritardo e distribuito nelle sale come peggio non si poteva. Pertanto se siete amanti degli anime ma sopratutto del buon cinema, dovete assolutamente recuperarlo in dvd.

4 comments:

nicolacassa said...

Grande cugino!

Weltall said...

Grande Nick!

Gianmario said...

Ho ribeccato questo post...Ghost in the Shell e' stato uno dei primi anime da cinema che ho visto e uno di quelli che mi ha fatto capire che ad oriente si faceva qualcosa di nuovo. Ghost in The Shell 2 conferma che l'animazione giapponese ha qualcosa di speciale e invece di snobbarla etichettandola per violenta si dovrebbe capirla a fondo. Per fortuna i tempi cambiano.

Hai visto anche le due serie Stand Alone Complex? Io sto finendo la seconda stagione, belle.

Weltall said...

@gianmario: anche per me Ghost in The Shell è stato uno dei primi, insieme ad Akira naturalmente. Entrambi hanno cambiato il mio modo di vedere l'animazione... c'era qualcosa di più oltre dei semplici disegni che si muovevano.

Mi spiace che questi post siano nascosti, ma il mio layout non permette di tornare agilmente indietro con le pagine e anche la funzione delle etichette è decisamente inutile...prima o poi dovrò fare un elenco con tutti i film di cui ho scritto, con relativi link.

Stand Alone Complex ancora mi manca ma spero di recuperare presto!!!