Wednesday, January 17, 2007
The Number of the Beast
Il giorno 6 di giugno, alle ore 6 (forse dell'anno 1976) in una clinica di Roma, un bimbo muore mentre uno nasce. Il padre del neonato deceduto è Robert Torn(interpretato da un grandissimo Gregory Peck) , diplomatico americano di stanza nella capitale italiana. Al dolore per la perdita del figlio appena nato, si aggiunge lo strazio al solo pensiero di dover riferire alla moglie la terribile notizia, visto quanto il bambino era desiderato e quanto era stato difficile rimanere incinta. Il prete direttore della clinica, gli offre una possibilità, una speranza per risparmiare alla moglie di Robert un'atroce sofferenza: il bambino nato, mentre il suo moriva è un orfano. La madre, morta durante il parto, lo ha lasciato senza nessuno al mondo, pertanto Robert acconsente a prendere il bambino come se fosse il suo. Nominato ambasciatore in Inghilterra, si trasferisce in terra britannica con tutta la famiglia. La loro vita scorre tranquilla...almeno fino al quinto compleanno del piccolo Damien (questo il nome del bambino). Durante la festa di compleanno, infatti, la tata di Damien si toglie la vita in maniera orribile. Messo in guardia da uno stano prete e angosciato dagli strani incidenti che capitano in presenza del bambino, Robert inizia una personale ricerca che lo porterà a scoprire la vera natura di Damien. Mi piacciono i vecchi film horror. E' verissimo che effetti ed effettacci risentono del passare degli anni e non possono certo competere con le tecnologie odierne. E' altrettanto vero che pur potendo sfruttare le tecnologie più nuove, il 90% dei film horror odierni non hanno anima, non hanno il giusto mordente per accalappiare lo spettatore ma sopratutto, mancano di quell'originalità di fondo che invece possiedono i classici del genere. Fresco di remake nell'anno appena passato, Omen rientra a mio modestissimo parere tra questi classici. Diretto da Richard Donner (Superman, Arma Letale, Lady Hawk, I Goonies ecc.) il film appare datato nella forma ma è ancora in grado, nonostante i trent'anni che si porta sulle spalle, di trasmettere allo spettatore la giusta tensione. Il fatto che poi sia un bambino il fulcro della vicenda, nonchè il portatore del demoniaco destino, rende tutto molto disturbante: impossibile dimenticare il sorriso ironico e beffardo del piccolo Damien, che guarda in direzione della cinepresa alla fine del film. Lo consiglio ai cultori del cinema horror "vintage" e anche a quelli che vedendo il remake sarebbero voluti morire.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment