Tuesday, January 23, 2007
La trilogia della Black Society: Parte Terza
Ryuichi, suo fratello minore Shunrin e Chan sono tre ragazzi nati è cresciuti in una zona dell'entroterra giapponese, lontani dalle grandi città. Figli di immigrati cinesi, sin dall'infanzia subiscono ogni tipo di discriminazione a causa delle loro origini. Cresciuti con un forte rancore verso il Giappone, sarebbe loro grande desiderio poter partire, andare via, lontano. Ottenere un pasaporto non è così semplice però. Mentre Ryuchi e Chan conducono una vita da sbandati, Shunrin si dedica allo studio almeno fino a quando il fratello maggiore non decide di partire per Tokyo nella speranza di dare una svolta alle loro vite. Ma la vita nella metropoli non è certo facile e per racimolare un po' di soldi iniziano a spacciare toluene per conto del malavitoso Ikeda (interpretato dal mitico Sho Aikawa). I ragazzi, ai quali nel frattempo si è unita la prostituta cinese Anita, non hanno dimenticato il loro proposito di partire il più lontano possibile dal Giappone, ma per poter realizzare il loro sogno hanno bisogno di molti soldi. Decidono allora di effettuare una rapina nel quartier generale del boss cinese Wong: con i soldi guadagnati potranno trasferirsi in Brasile e ricominciare la loro vida da capo. Il colpo va a buon fine ma da quel momento in avanti i giovani si trovano tra due fuochi: Ikeda desideroso di mettere le mani su quei soldi e Wong che vuole soltanto vendetta. Ley Lines chiude la trilogia della Black Society e completa il discorso, iniziato con Shinjuku Triad Society e Rainy Dog, relativo ai "senza patria" e agli "esuli" rimasti senza un posto al quale tornare. I giovani protagonisti della storia sono nati in giappone da genitori cinesi e pertanto non vengono considerati giapponesi. La discriminazione che ne consegue, unita a questo senso di "non appartenenza", portano la maggior parte di loro a cercare il riscatto sociale anche attraverso la violenza. Come nei capitoli precedenti, i protagonisti sono prigionieri di un destino avverso e ineluttabile che soffocherà irrimediabilmente la loro volontà nel sangue. Pessimistico, violento, disturbante come solo Miike riesce a fare, Ley Lines sfoggia un pregevolissimo lavoro di macchina da presa e buone interpretazioni sia dei giovani attori che di quelli più navigati. Nell'ottica della trilogia, forse questo è il capitolo "minore" ma un classico Miike preso singolarmente.
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