Friday, March 23, 2007
"Mi chiamo Dito Montiel e lascerò tutti in questo film"
Dito Montiel è fuggito. Si è lasciato alle spalle il suo quartiere, i suoi amici, la ragazza che amava e suo padre. Dito coltivava il sogno di andare in California con il suo amico Mike e magari mettere su una rock band. Ma le cose non sempre vanno come ti aspetti e Dito parte per la California all' improvviso e da solo. La vita vuole per lui un futuro da scrittore: Guida Per Riconoscere I Tuoi Santi è la sua autobiografia, il suo sofferto racconto della vita nel Queens, tra bande di strada, vendette, ritorsioni. E' la storia di un gruppo di amici il cui destino è stato già deciso dalla strada, è la storia di un padre con il quale Dito non riesce a rapportarsi. Ma è soprattutto la storia dell' abbandono del giovane Montiel, della sua partenza e del suo forzato ma necessario ritorno quando, il padre gravemente malato, rifiuta di farsi ricoverare in ospedale. Un rientro non indolore ma necessario, per mettere in pace i fantasmi del passato e per chiudere tutti i conti lasciati in sospeso. Robert Downey Jr. deve essere rimasto molto colpito dal libro "A Guide To Recognizing Your Saint" per aver spinto, sotto l' ala produttrice di Sting e consorte, lo stesso Montiel a scrivere e dirigere (da perfetto esordiente) il film della sua storia, riuscendo ad accaparrarsi il premio per la Miglior Regia all' ultimo Sundance. Ed è lo stesso Downey Jr. ad interpretare (in maniera assolutamente convincente) il Montiel adulto: poco dopo l'inizio del film lo vediamo li, seduto in una poltroncina, illuminato da una luce leggera, mentre presenta il suo libro a degli spettatori/ascoltatori che non possiamo vedere (forse si rivolge a noi al di la dello schermo). Con gli occhi lucidi racconta di gente che c'è stata e ora non c'è più. Non vuole rovinare la lettura a chi deciderà di affrontare il racconto sulla carta stampata e avvisa tutti dicendo "ne succederà di merda prima di arrivare alla fine". E di merda ne succederà tanta davvero. Il racconto procede a spezzoni, tra passato e presente, con l'adulto Montiel che rievoca i suoi momenti di vita da ragazzo, la durezza della vita di strada, l' amicizia con Mike, giovane irlandese che alimenta in lui quella voglia di evadere, di vedere il mondo. Ma questo desiderio, maturato dalla consapevolezza di un futuro sempre in bilico tra la vita e la morte, si scontra con la dura opposizione del padre e col risentimento degli amici. Montiel percorre con discreta sicurezza un sentiero già battuto da registi del calibro di Scorsese, Levinson e Leone, raccontandoci uno spaccato di vita in maniera alle volte diretta (i protagonisti del film si presentano da soli a noi spettatori, rivolgendosi direttamente alla telecamera), altre volte più "sottintesa", lasciandoci la possibilità di leggere tra le righe. Il cast, giovani e adulti, è veramente valido e tra tutti spiccano Chazz Palminteri e Rosario Dawson. Ma alla fine di tutto chi sono i "Santi"? Dal mio personalissimo punto di vista, sono tutte quelle persone che, nel bene o nel male, fanno parte della tua vita e che non puoi lasciarti alle spalle sperando che scompaiano da l'oggi al domani. Può essere un padre "difficile", un amico che si è rovinato per sempre la vita o una ragazza che ti aspettava sempre alla finestra e dopo anni è ancora li, bella come la ricordavi, come se il tempo si fosse fermato. La distribuzione italiana è stata un po' ingiusta nei confronti di questo film (come sempre accade alle opere considerate "minori"), ma se dalle vostre parti è ancora in programmazione, cercate di trovare un' ora e mezzo da dedicargli.
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3 comments:
spero proprio di trovare e il tempo di andarlo a vedere e una sala in cui lo proiettino.
avevo già una mezza idea di vederlo...con gli sconti al cinema riesco (tempo permettendo) ad andarci un po' di più...poi se ci riesco ti dico
@heraclitus: si, effettivamente il problema principale sarà quello..trovare dove lo proiettano
@Dreca: ahhh sconti al cinema...che suono celestiale hanno queste poche parole ^_______^
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