Friday, March 30, 2007

"If war is hell then what comes after?"

1945. Berlino è una città devastata da una guerra ormai agli sgoccioli. Solo sul fronte giapponese si continua a combattere andando verso il tragico epilogo che tutti conosciamo. Nella città tedesca nel frattempo, americani, inglesi e russi si trovano per la Conferenza di Pace. In realtà l'incontro ha lo scopo ben preciso di stabilire le nuove direttive per il mondo post-guerra mondiale e per studiare da vicino quelli che potrebbero essere i futuri nemici. Ma soprattutto, le grandi potenze cercano di mettere le mani sulle eredità tecnologiche e militari del Terzo Reich. A fare gola a molti è lo scienziato a capo del progetto dei missili V2, tale Franz Bettmann. Proprio in quei giorni arriva a Berlino il Capitano Jake Geisman. In un locale incontra la donna con la quale intratteneva una relazione durante la guerra, Lena Brandt. La donna sta insieme ad un giovane soldato, Patrick Tully, autista dello stesso Geisman. Lena non è sentimentalmente legata a Tully ma vede nel ragazzo la sua unica possibilità di abbandonare Berlino per sempre. Qualche giorno dopo Tully viene trovato morto e Jake comincia ad investigare sullo strano accadimento. Le sue scoperte coinvolgeranno anche il marito di Lena, dato per morto durante i bombardamenti, che segretamente lavorava come assistente di Bettmann durante la guerra. Dopo il gioiellino "Bubble", Steven Soderbergh continua a stupirmi con i suoi side-projects che emettono in luce (qualora ce ne fosse ancora bisogno) un talento poliedrico ed un incondizionato amore per il cinema. Questo suo ultimo The Good German (diventato in Italia "Intrigo a Berlino") è un chiaro e sentito omaggio (non credo sia possibile parlare di plagio) ad un cinema ormai scomparso. Tutto, dalla locandina, alla regia, dal montaggio, alla fotografia (un bianco e nero splendido), dalle luci, alle musiche, riporta alla mente capolavori senza tempo come Casablanca (il finale soprattutto) e Il Terzo Uomo. Ma se il tentativo di riportare al giorno d'oggi il "cinema di ieri" (se non altro nella forma) può dirsi pienamente riuscito, quello che lascia un tantino a bocca asciutta è il contenuto: lo svolgersi della storia appare un tantino piatto (ma va detto che, da spettatori "moderni" non siamo abituati a questi ritmi) anche se il film si lascia guardare dall' inizio alla fine. Si è spinti principalmente dalla curiosità di sbrogliare il complicato (pure troppo) intreccio di personaggi, di svelare un "intrigo" dalle tinte noir. A tal proposito voglio segnalare una brava Cate Blanchet, nell' insolito ruolo di dark lady, bellissima quanto pericolosa. A conti fatti siamo un pelino sopra la sufficienza e magari, se l'avete perso al cinema, recuperatelo a noleggio se non altro per apprezzare la bontà dell' operazione. A me, nel frattempo, è venuta voglia di rivedermi Casablanca.

4 comments:

nicolacassa said...

Cugino ancora film incredibili, sono invidiosooooo!

Anonymous said...

beh, non sempre si può avere tutto, qui si ha una gran bella forma e un contenuto così così. ma certe cose sono belle anche solo per uno dei due aspetti, se poi li si può separare così facilmente.

Anonymous said...

ma non dovevi postare delle foto?
per quanto riguarda il film considerata la mia lentezza nel vederli mi sa che passo...
è estremamente difficile far rivivere delle forme d'arte del passato, sarà che uno ci riflette troppo non so, ma capita anche con i romanzi...

Weltall said...

@Nick: daiiiii!!! Che magari ne recuperiamo uno anche stasera ^_________^

@heraclitus: si hai ragione. Il fatto è che qui, il contenuto, è adeguato alla forma. Probabilmente oggi siamo abituati ad altri ritmi e tempi (cinematograficamente parlando)

@dreca: le foto sono rimandate a domani o lunedì. Sono sicuro che non subiranno ulteriore ritardo ^_____^