Friday, July 04, 2008

Ti ci dovrebbero seppellire nella Valle di Elah, caro Haggis...

Hank è un vecchio militare in pensione che ormai da anni si occupa di trasporto ghiaia. Un giorno riceve una telefonata dal comando militare, che lo avverte dell'assenza ingiustificata di suo figlio Mike al suo rientro dall' Iraq. Mike non si presenta all' appello da diversi giorni e questo potrebbe costargli un rapporto dei suoi superiori. Hank parte subito alla sua ricerca ma il corpo di Mike viene trovato qualche giorno più tardi, fatto a pezzi e bruciato. Aiutato dalla detective Emily Sanders, Hank si metterà alla ricerca dai colpevoli. Ormai è ufficiale: io e Paul Haggis non andremo mai d'accordo. Dopo la delusione di Crash - Contatto fisico, mi trovo a fare i conti con il secondo film del regista americano e ancora una volta mi sento come se fossi stato preso in giro. Anche questa volta, l'argomento trattato dal suo film, è scottante, difficile, scomodo: si parla della guerra in Iraq, dei suoi soldati, del modo in cui la guerra li cambia. Ma si parla anche del modo in cui una certa America con i paraocchi, si pone nei confronti di questa guerra. Haggis affronta il discorso attraverso il personaggio di Hank (interpretato da un Tommy Lee Jones al quale non si può muovere proprio nessuna critica) ed il simbolismo della bandiera rovesciata: all' inizio del film Hank vede la bandiera issata al contrario e la rimette nella posizione corretta. Alla fine del film, con in mano la bandiera speditagli dal figlio dall' Iraq, Hank la rimetterà al contrario. Il personaggio di Hank affronta un percorso interiore che lo porterà a riconsiderare la sua posizione, come padre e come ex membro delle Forze Armate. Questa "inversione" si riflette nel ribaltamento della bandiera che può essere intesa anche come "richiesta d'aiuto" di una Nazione che ha mandato progressivamente i suoi valori ed i suoi Figli al macero in una guerra senza scopo, senza speranza. Peccato che tra l'inizio e la fine del film ci sia il nulla assoluto (o quasi): l'approccio registico, così come quello sceneggiativo, appare fin troppo dispersivo e diliuto: due ore di film sono decisamente troppe soprattutto se si vuole portare un messaggio che appare chiaro e lampante senza gli inutili giri a vuoto con cui Haggis ci sfianca. Il linguaggio risulta freddo e distaccato e considerata la delicatezza dell' argomento, la scelta poteva anche essere quella corretta. Tutto sembra invece perfettamente calcolato per condurci ad un finale che tra paralleli con la Bibbia e rigurgiti di retorica, vuole a tutti i costi suscitare emozioni e commozione in maniera tanto disonesta quanto irritante. Appare quindi fin troppo evidente che quando c'è un Regista valido all' opera (e qui mi riferisco a Clint Eastwood) il discutibile metodo di scrivere di Paul Haggis viene contenuto ed arginato con risultati eccellenti (Million Dollar Baby e Flags of our Fathers), cosa che non succede quando tutto il film è in mano sua, anzi i difetti vengono addirittura amplificati. Davide/Haggis affronta nuovamente il gigante Goliah/Cinema e il sasso/film gli si ritorce contro. Film quasi indifendibile.

7 comments:

Anonymous said...

Parole sante.

Mi colpisce sempre il fatto che Haggis sia lo sceneggiatore di uno dei più grandi registi viventi...

Bellissima la tua frase finale.


Un saluto ^^

Roberto Junior Fusco said...

Questo ancora non lo vedo, neanche a me Crash: contatto fisico era piaciuto. Una visione glie la dedicherò solo se capita.

Weltall said...

@chimy: è una cosa che stupisce anche me! L' unica risposta che so darmi è che il risultato finale dipenda molto dalle capacità del regista ^__^

@roberto: mi rendo conto che sono in tanti a non aver apprezzato Crash. Io mi sto dando al recupero di titoli che mi son lasciato indietro questo inverno, per questo ho deciso di vederlo. Se dovessi avere la possibilità dagli un' occhiata!

Edo said...

Sono d'accordo, mi aveva annoiato questo film. Con Eastwood lavora bene ma da solo... Poi la metafora era esplicitata più e più volte tanto da perdere valore (se non ricordo male c'è un momento in cui viene proprio raccontata la storia di Davide e Goliah)

Weltall said...

@edo: esatto! Lui la racconta al bambino. Il bambino si appassiona e vuole la fionda e a fine film è lei che la racconta al figlio...una cosa abbastanza forzata e inutile. La metafora era già abbastanza forte senza bisogno di spingerla così tanto!

Deneil said...

io ci tolgo anche il quasi...a distanza di mesi ricordo ancora lo schifo assoluto appena uscito dal cinema...

Weltall said...

@deneil: posso capirti! Io non ho provato propriamente "schifo", ma una forte sensazione di essere stato preso per i fondelli che è ugualmente brutta!
Tra l'altro ho da poco scoperto che Paul Haggis è co- creatore di Walker Texas Ranger...non so se ridere o piangere ^__*