Thursday, July 24, 2008

"Questi sono tempi nuovi..."

Un dirigente deve licenziare 1000 lavoratori.
Un impiegato si trova dopo 30 anni senza più un lavoro.
Un mago rischia di tagliare a metà un volontario durante uno spettacolo di magia.
Un uomo da fuoco alla sua attività per intascare i soldi dell' assicurazione.
Il film di Roy Andersson, Songs From The Second Floor, racconta queste e tante altre storie. Anzi, più che raccontarle le accumula lasciando noi spettatori, all' inizio, incerti su quale direzione voglia prendere il film, acquistando poi, pian piano, la consapevolezza che stiamo assistendo ad uno spaccato nerissimo di una società che ha ormai raggiunto il punto di rottura ed è pronta a collassare su se stessa:
Il commercio è morto ucciso dall' avidità.
Il lavoro non esiste più e le prospettive di crescita sono affidate al caso, mentre il Governo prende le sue decisioni affidandosi ad un palla di cristallo e sacrificando bambini con il benestare di una Chiesa che sta perdendo i suoi fedeli, che ha ridotto il Cristo in croce a mero merchandising che si accumula nelle discariche dopo il boom del Giubileo.
L' arte in questo mondo non trova spazio e gli artisti giacciono catatonici in un letto d'ospedale.
E mentre il mondo corre rapidamente verso la sua fine, le disparità sociali si fanno più evidenti:
Come topi che abbandonano la nave che affonda, il popolo si riversa sulle strade creando un'ingorgo inestricabile.
Uomini in abito e ventiquattrore si uniscono in una processione, flagellandosi a vicenda.
I dirigenti e gli alto borghesi partono in aeroporti giganteschi portandosi dietro tutti i loro beni materiali, anche i più superflui, dai quali non riescono a separarsi.
Andersson dirige questa surreale "fine del mondo" con inquadrature fisse, quasi fotografie di posti anonimi, freddi, privi di vita. L'effetto è amplificato da una fotografia fredda, in cui i colori si spengono e si adattano al pallore cinereo dei protagonisti che si confondono così con i fantasmi, con i morti che tornano per ricordare ai vivi le loro colpe.
Songs From The Second Floor è un film che si prende tutto il tempo di cui ha bisogno, che richiede pazienza, che necessita di essere assimilato, ma che ripaga con le più alte soddisfazioni che questa grande ARTE sa regalare.
Songs From the Second Floor è l' Apocalisse come solo il grande Cinema poteva rappresentare.

4 comments:

Torakiki said...

Concordo. Semplicemente FAVOLOSO!
Senza contare i giochi di macchina atti a creare campi lunghi allucinanti e ipnotici.

Son contento che ti sia piaciuto, una vergogna immane il fatto che non sia stato portato qua.
Ah, dimenticavo il vaticano ^^

Anna Maria said...

"con i morti che tornano per ricordare ai vivi le loro colpe." Chissà perché non succede mai il contrario.

Credo di aver visto tempo fa un film simile a questo, ma non ricordo il titolo, boh, ciau ^^

Spino said...

Mai sentito nominare... me lo vado a carcare. grazie!

Weltall said...

@torakiki: è un vero scandalo che non sia stato distribuito ma questa è una cosa che non dovrebbe più sorprenderci!
Questo è un film straordinario che merita più di una visione: io sono rimasto totalmente rapito dall' ultima scena (quella che compare anche nella locandina) quando tutti i morti si alzano da terra, BELLISSIMO ^___^

@inenarrabile: perchè a noi ci insegnano a non disturbare i morti...è poco educato ^__*

@spino: se non fosse per il buon torakiki anche io ne sarei ancora all' oscuro! Merita di essere recuperato, assolutamente ^__^