Tuesday, September 18, 2007
Nuda proprietà
La concezione più comune che si ha di "casa", è rifugio o il ritrovo del nucleo familiare. Qualora questo non esista più, cosa rappresenta allora la "casa"? In Nue Propriété ( Proprietà Privata in Italia), secondo lungometraggio del regista Joaquin Lafosse, la famiglia protagonista della vicenda è lacerata da un divorzio. Non sembra così ad un primo impatto ma ci rendiamo conto pian piano che i loro rapporti si basano su un equilibrio fragilissimo: lui si è fatto una nuova vita, vive con la nuova compagna dalla quale ha avuto un figlio. Lei vive nella proprietà di famiglia, una casa enorme, immensa. Frequenta un vicino di casa tenendo nascosta questa relazione ai figli. Loro, fratelli gemelli, hanno caratteri diametralmente opposti: buono e accondiscendente Francois, egoista e possessivo Thierry. Vivono entrambi con la madre e nonostante siano già grandi, non sembrano ancora intenzionati a intraprendere le loro strade. Nonostante gli scontri tra i genitori non manchino, la loro vita scorre relativamente tranquilla almeno fino a quando la madre non esprime il desiderio di farsi una nuova vita, avviare un' attività in proprio e magari vendere la casa. E' allora che vengono fuori da parte dei figli (soprattutto da Thierry) tutti quei sentimenti repressi da tempo: rancori, gelosie e un morboso attaccamento ad una proprietà che forse rappresenta l'ultimo legame con una famiglia che di fatto non c'è più. La cosa che più stupisce, in senso assolutamente positivo, del film di Lafosse sono soprattutto dei personaggi perfetti, reali, credibili e una sceneggiatura che procede mostrando un lento ed inesorabile inasprirsi e deteriorasi dei rapporti (non solo dei figli verso la madre ma anche tra i due fratelli) che conduce ad un risvolto drammatico abbastanza prevedibile (anche perché abbondantemente mostrato nel trailer del film). La regia, essenziale, minimalista, è quasi del tutto priva di movimenti di macchina: le scene sono quasi delle istantanee che riproducono momenti e luoghi precisi (la colazione in cucina, la cena in soggiorno e così via) mostrando l'intimità che lega i protagonisti e lo sfaldarsi progressivo dei loro rapporti. Magnificamente simbolica una delle ultime sequenze, dove i due ex-coniugi raccolgono in silenzio, pacificamente, i cocci di un tavolino, quasi come fossero quelli delle loro vite, del loro matrimonio, prima che la macchina da presa si allontani in tutta fretta da quel posto, con l'incalzante e unica (in tutta la pellicola) intromissione della colonna sonora.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
7 comments:
beh, questo allora me lo segno.
sembra un pò lentino o sbaglio?
cmq devo farmi una scorpaciata di film di questo genere :) ultimamente mi sono data ai blockbuster,mea culpa!
Che mi dici di 4 minuti? lo hai visto?
Prima o poi guarder� questo film, intanto, per� ti faccio i miei complimenti per come lo hai recensito, � scritto molto bene.
Ciao :)
Davide ha già detto che lui è il gemello buono...
a me i film, o i libri, che mostrano gli squallori della vita quotidiana inquietano sempre un po'...sembra quasi che non lascino spazio ad altre vie possibili...
che nessuno tocchi la mia casa ... è sacra!!!
@heraclitus: e se riesci a recuperarlo non credo ti deluderà ^__^
@Miky: anche io pensavo fosse lento e mi sono dovuto ricredere. Nonostante sia "statico", il film scorre in maniera fluida fino alla fine.
4 minuti ancora mi manca ^___^
@inenarrabile: grazie ^__^ Considerando che scrivere non è proprio il mio forte, questo è un complimento che mi fa molto piacere. Soprattutto perchè arriva da chi scrive veramente bene ^__*
Se puoi recupera il film. Ne vale la pena.
@Nick: è proprio il peggiore ^___^
@Dreca: quello che inquieta maggiormente, più che lo squallore, è la realtà della situazione familiare rappresentata. Vie possibili ne esistono. Essere capaci di prenderle, quello è il difficile
@andrea: son d'accordo ^____^
Post a Comment