Wednesday, June 24, 2009

"And I found a great color for my canvas, This color is you."

I personaggi di Millenium Actress sembrano tutti intenzionati ad inseguire qualcosa senza mai raggiungerlo: il documentarista Genya Tachibana insegue il mito dell' attrice Chiyoko Fukada e va fino nella casa dove da anni si è ritirata per intervistarla, solo per scoprire che la donna dietro il mito è molto diversa da come se l'era immaginata. La stessa Chiyoko diventa attrice famosa già dall' adolescenza, non per vocazione ma per inseguire il "fantasma" di un amore che non potrà mai raggiungere. Infine c'è il giovane cameraman che sta dietro ad entrambi ma non può raggiungerli perché lo scarto generazionale è uno squarcio che non gli permette di vedere con gli occhi la stessa cosa che la sua videocamera riprende. L' unico a stare veramente al passo è il grandissimo Satoshi Kon che al suo secondo lungometraggio (a dir la verità il primo ad arrivare nelle sale) conferma il suo straordinario talento trasformando una storia all' apparenza semplice in un immaginifico viaggio attraverso quasi mille anni di storia giapponese (dall'epoca feudale fino al dopo guerra) raccontati in cento anni di cinema (dai film storici in costume ai film di propaganda, dai film simil-godzilla alla fantascienza). Un racconto sentito e passionale dove i diversi piani narrativi si fondono portando i ricordi personali di Chiyoko all'interno delle sue esperienze cinematografiche, con la sua frustrante ricerca che si ripete pellicola dopo pellicola. Ma quello di Kon è anche un sentito omaggio al cinema del passato, un amore incarnato nel personaggio di Genya che sente in dovere di salvare il ricordo del passato da un presente che fagocita e distrugge tutto (i vecchi studi cinematografici e i vecchi set che vengono demoliti per fare spazio a quelli più nuovi). Un amore ed una passione così forti che lo spingono a diventare parte attiva nei racconti di Chiyoko. Il regista giapponese non si risparmia una leggera critica alle nuove generazioni rappresentate dal giovane cameraman che, in contrapposizione a Genya, appare distaccato e indifferente di fronte al mito di Chiyoko e completamente all' oscuro della storia recente del suo Paese (di fronte alla distruzione post Guerra Mondiale il suo primo pensiero andrà ad un film di fantascienza), rendendo l'opera di conservazione della memoria storica/cinematografica ancora più importante e fondamentale. Un film da riscoprire arrivato fortunatamente anche da noi direttamente in DVD.

14 comments:

Gianmario said...

Bello bello bello. E commovente. Mi son piaciuti tutti i film di Satoshi Kon. Secondo me i suoi personaggi son curati come se dovessero essere recitati da attori in carne e ossa, si merita tutto il successo che sta ottenendo e anche di piu' per le opere passate, da noi passate in sordina (in pratica mai arrivate). Non e' assolutamente una delle varie copie di Miyazaki (cosa tra l'altro difficilissima) come succede per altri.

Para said...

Bella recensione, Weltall!
Per me la forza di Kon è quella di riuscire a fondere passato e presente, sogni e ricordi, reale e virtuale. Lo ha fatto in tutti i suoi film (escluso Tokyo Godfather, anche se c'è comunque qualcosina). E in Millenium Actress mette in scena la storia di un’attrice che è anche la storia del Giappone attraverso i film in cui ha recitato. Ecco: dimensione passata e presente, attraverso un soggetto (l'attrice), dentro un mezzo (il cinema).
Kon è un grande.
Devo ancora recuperare Paranoia Agent, la serie che ha diretto, e mi aspetto grandi cose. :)
Saluti.
Para

Vision said...

semplicemente fantastica, un opera animata degna di essere annoverata tra i grandi "anime" del Sol levante, commovente e affascinante...
...del resto cosa si poteva aspettare da uno dei più grandi registi del Giappone, conosciutissimo in patria ma non molto all'estero (di certo non al pari di Miyazaki o Oshii);

ciao ciao!!!

Killo said...

Mai sentito...

mi documento...

kusanagi said...

un capolavoro assoluto, che contende a Paprika il titolo di miglior film di Kon, ma è una lotta durissima.

Consigliatissima anche la serie Paranoia Agent, che mi sono appena visto in occasione dell'articolo scritto su Kon, che trovi qua

http://www.silmarillon.it/default.asp?artID=382&numeroID=24

kusanagi said...

ps: Paranoia Agent si trova in rete sottotitolata in inglese e in HD, ci vuole un po' perchè sono 4 GB e mezzo, però ne vale la pena, eccome!

Weltall said...

@Gianmario: sono assolutamente d'accordo! La cura che Kon ripone nella definizione dei personaggi ha dello straordinario! Meno male che pian pianino le sue opere stanno diventando recuperabili ^__^

@Para: grazie caro per i complimenti e per il commento in cui metti giustamente in evidenza uno degli elementi cardine del cinema di Kon Tu pensa che PAranoia Agenti mi è stato regalato l'anno scorso e ancora non l'ho visto...ma si può? ^__*

P.S.: pronto per i robottoni trasformabili? ^__^

@Vision: effettivamente anche se i suopi film passano pure per i festival internazionali, Kon non ha certo la visibilità di Miyazaki ma neanche quella di Otomo. Però pian pianino soprattutto la rete sta dando un grosso contributo per far conoscere questo grande regista ^__^

@Killo: recupera questo e tutti i suoi film perchè meritano!!! ^__^

@Kusanagi: come ho già scritto da te, i ltuo articolo su Kon è molto bello e ne condivido le riflessioni. Come ho scritto sopra, Paranoia Agent devo ancora vederlo: io ce l'ho in dvd, l' edizioni edita dalla Panini un anno e mezzo fa ^__^

Pupottina said...

anche io troppo spesso raggiunco cose che non riesco ad afferrare... forse è il film che fa per me... dovrei vederlo!

Para said...

Dovremmo seguire i consigli di Kusanagi, e spararci sto paranoia Agent! Vergognamoci! :)
Più che i robottoni, Megan Fox, oserei dire! :)
Saluti.
Para

Weltall said...

@Pupottina: se ti interessa è facilmente reperibile in DVD ^__^

@Para: in effetti recuperare paranoia Agent dovrebbe essere un imperativo...per il momento mi cospargo il capo di cenere con la promessa di guardarlo questa estate ^__^

P.S.: non mi volevo sputtanare subito nei commenti ma,si, al posto di "robottoni trasformabili" bisognava leggere "Megan Fox" ^__*

nicolacassa said...

Questo film mi ha davvero colpito, rivedere la storia del Giappone da un punto di vista così speciale è allo stesso tempo alienante e catartico... bravo Satoshi Kon!

Weltall said...

@Nick: personalmente adoro ogni suo lavoro! Questo poi è veramente speciale ^__^

panapp said...

Probabilmente è il film di Kon che m'è piaciuto di più: migliore del pur bellissimo Perfect Blue e del troppo incasinato Paprika, se la gioca davvero alla pari con Tokyo Godfather. Aspetto con ansia ogni suo nuovo lavoro.

Weltall said...

@panapp: difficile per me stilare una classifica dei suoi lavori perchè a loro modo sono tutti veramente bellissimi ^__^