Monday, October 27, 2008

Dal Belgio al Giappone

Bruges è una piccola cittadina medievale in Belgio. Bruges diventa il rifugio per due killer, Ray e Ken, esiliati dal loro boss Harry dopo che Ray ha combinato un grosso pasticcio durante il suo primo incarico da sicario. Quindi, in un attimo, via da Londra per fare una "vacanza" nel cuore del Belgio e aspettare che le acque in Inghilterra si calmino un po'. In realtà Harry ha le idee molto chiare ed è sua intenzione far si che Ken faccia fuori Ray proprio a Bruges. Per il suo esordio cinematografico il regista e sceneggiatore Martin McDonagh, scrive e dirige una storia di killer, ma soprattutto di uomini che, allontanati da "casa" hanno modo di riflettere e riconsiderare le loro prospettive di vita. La suggestiva e bellissima cornice della cittadina belga diventa "ritrovo" per affascinanti ladre che circuiscono i turisti, skinhead non proprio svegli e attori nani, ma soprattutto offre ai protagonisti un rifugio e la possibilità per un nuovo inizio: sia Ken che Ray troveranno a Bruges qualcosa per cui valga la pena chiudere per sempre con il passato anche se questo comporta decisioni drastiche e definitive. I personaggi principali, Ken e Ray (ai quali si aggiunge Harry nella parte finale del film), cuore e anima del film, sono scritti benissimo e dialoghi divertenti e spesso taglienti (imperdibile i dialoghi con il nano e i suoi deliri razzisti o quelli con i turisti americani sovrappeso) gli regalano un maggiore "spessore". Parte del merito va comunque ai tre ottimi interpreti chiamati a ricoprire i ruoli: gli irlandesi Colin Farrel e Brendan Gleeson e l' inglesissimo Ralph Fiennes. Un film passato un po' in sordina ma che merita sicuramente di essere riscoperto per tutti i motivi elencati sopra.

Un anno prima del suo esordio cinematografico con Love Letter il regista giapponese Shunji Iwai dirige e sceneggia un mediometraggio dal titolo Undo. La storia vede una giovane coppia, Yukio e Moemi, attraversare un periodo molto particolare del loro rapporto. Lui, sempre molto impegnato e distratto per via del lavoro, decide di prendere un animale di compagnia per la moglie. Impossibilitati a tenere animali di media e grossa pezzatura nel loro piccolo appartamento, Yukio compra alla moglie due piccole tartarughe. Da quel momento in avanti qualcosa in Yukio cambia e manifesta una mania ossessiva per i nodi ed inizia così a legare ogni cosa, anche se stessa. Con questi pochi elementi Iwai imbastisce una storia di disagio di coppia che diventa progressivamente un disagio mentale, sensazione amplificata dall' uso di scenografie spoglie, sporche, quasi marcescenti: i "legami" diventano il fulcro della narrazione (una tartaruga viene incatenata mentre l'altra è quella "di casa") così come dei comuni oggetti rappresentano quei legami stessi (lei rimette l'apparecchio odontoiatrico perché da quando l'ha tolto lui trova che i loro baci siano diversi). Ma questa progressiva follia metterà completamente a nudo il loro rapporto: mentre Yukio si allontana da Moemi, lei cerca disperatamente di legare il loro amore conscia del fatto che è il marito l'anello debole del loro rapporto. "Legami bene" ripeterà lei alla fine, portando Yukio quasi allo sfinimento. E lui si prodiga per eseguire dei nodi sempre più stretti convinto che acconsentendo a partecipare a quella che lui considera solo una follia, può aiutare la moglie a guarire. Yukio è però ignaro (così come noi fino alla fine) che quella è l'ultima prova a cui lei lo sottopone, quella con cui può dimostrare quanto ancora voglia Moemi con se. Ma quando lui si sveglia il mattino seguente la moglie non c'è più e i nodi che la legavano tutti sciolti. Solo lui è legato e immobilizzato sul pavimento. Nel suo piccolo, uno dei migliori Iwai visti fino ad oggi.

Per il suo secondo mediometraggio (datato 1996), Iwai continua ad esplorare la complessità dei disagi mentali questa volta inserendoli in un contesto maggiormente consono all' argomento, un istituto d'igiene mentale. Al suo interno facciamo la conoscenza di quelli che saranno i protagonisti, tre pazienti dell' istituto, Coco, con la sua mania di vestirsi come un corvo, Satoru e Tsumuji (interpretato da un bravissimo Tadanobu Asano) perseguitato da visioni inquietanti di un suo professore che crede di aver ucciso. Durante una delle loro escursioni sul muro di cinta della clinica, Coco e Tsumuji incontrano un prete che regala loro una Bibbia. Dalla sua lettura Tsumuji apprende che quando il mondo finirà tutti gli uomini saranno giudicati e solo chi crede in Dio potrà essere salvato e raggiungere così il paradiso. Convinto che la data di stampa del libro corrisponda a quella del Giorno del Giudizio, organizza con Coco e Satoru un picnic proprio quel giorno per attendere la fine di tutto nel punto migliore dal quale osservare l'evento. Come in Undo, Iwai usa scenografie "sporche", umide, (in particolar modo quelle all' interno della clinica) per dare un' identità "visiva" dell' inferno che i tre protagonisti vivono nelle loro teste. Da qui nasce la necessita di "evadere" contrapposta però alla certezza che non esiste un "esterno" dove loro possano vivere o esistere, che si concretizza nel camminare sui muri di cinta, su balaustre o ringhiere senza mai mettere i piedi per terra. Superare quei confini equivarrebbe a tornare in prigionia, a morire o ancora peggio a non riuscire a raggiungere la metà, la fine di tutto. Ma questa metà è una mera illusione, non esiste salvezza e Iwai mette l'accento su questo concetto con un finale pessimista ma altrettanto bellissimo e struggente. Un' altro piccolo gioiello da quello che, a conti fatti, si sta rivelando uno dei migliori registi in terra nipponica.

11 comments:

Pupottina said...

del primo mi piace il cast
del secondo mi incuriosisce la storia e comunque mi piace il cinema giapponese


buon inizio settimana (dài che un giorno è già passato)

nicolacassa said...

Grande Iwai, Grande cinema Giapponese. Cugino ho appena preso un qualcosa di stratosferico, un film animato in tre piccoli episodi che secondo la critica può rivaleggiare con la Ghibli per la qualità (è veramente incredibile)..

http://jp.youtube.com/watch?v=2Mji5VhFw_c

Poi plurimi film tra cui uno interessantissimo di Shinji Aoyama, che s'intitola "Eli Eli Lema Sabatchani", con Aoi Miyazaki (Heavenly forest) e Tadanobu Asano..

Cineserialteam said...

"In bruges" l'ho recuperato nel week-end e conto di vederlo in settimana. Poi ti leggo. :)

Spino said...

Non ho mai visto nulla di Iwai, ma esiste qualcosa in dvd da noi?

Weltall said...

@pupottina: Il primo è stato una vera sopresa e per gli altri due, se ti piace il cinema giapponese, vai sul sicuro!
Buon proseguimento di settimana ^__*

@Nick: tutte cose che vedremo ^___^

@cineserialteam: ti aspetto!!! ^__^

@spino: no da noi proprio nulla. Io ho recuperato un paio di dvd con il mercato d'importazione, il resto con quell' altro "metodo" ^___*

Anonymous said...

Weltall in questo periodo ti invidio un casino! :) Tutti film che voglio vedere!
Ovviamente in questo caso parlo di Iwai Shunji.
Si dia il via al recupero! :)
Saluti.
Para

Weltall said...

@para: eh eh eh ^___*
Iwai merita sicuramente il recupero ^___^

Anonymous said...

Adoro questo film [PICNIC]!
primo film che ho visto di Iwai shunji. bellissimo!

Weltall said...

@nori:sono d'accordo! PICNIC è veramente bello! M anche UNDO non scherza ^__^

Cineserialteam said...

Ho visto In Bruges. Che dire? Un ottimo lavoro d'esordio per il regista, in un noir davvero pregevole. Una sorpresa.

Weltall said...

@cineserialteam: verissimo! Anche i personaggi e i dialoghi sono eccezionali ^__^