Giunta al secondo capitolo, la nuova trilogia di Peter Jackson mette dei definitivi paletti a tutta l' operazione: se il primo "Un Viaggio Inaspettato" aveva avvicinato tolkeniani cartacei e cinematografici non convincendo pienamente ne gli uni ne gli altri, La Desolazione di Smaug non lascia spazio ad alcun equivoco, configurando Lo Hobbit unicamente come prequel del Signore degli Anelli di Jackson, liberamente ispirato dal famoso romanzo di Tolkien. Questo non significa che il regista neozelandese faccia come gli pare, e seppur gonfiando la storia originale all' inverosimile, la riempie pescando, da vero esperto e probabilmente profondo estimatore, dal complesso universo letterario creato dallo scrittore inglese. Rispetto al primo film però, molto più compatto narrativamente, questo appare in certi frangenti troppo sfilacciato. Le deviazioni dalla storyline principale, volute da Jackson e dal suo collaudato team di sceneggiatori, rimpolpano certamente il background sul quale si fonda la ben famosa Trilogia dell' Anello ma finiscono per indebolire il resto rafforzando invece i dubbi sull' effettiva funzionalità di alcune scene che forse avrebbero trovato la loro giusta collocazione nelle ormai famose edizione estese dei film di Jackson. La lunga parentesi a Pontelungo, ad esempio, che prosegue anche dopo che i nani partono per la Montagna Solitaria, smorza l' epicità del confronto con il drago Smaug, sequenza che avrebbe meritato di essere gustata tutta d'un fiato. Si potrebbero citare anche altri esempi (i pellegrinaggi di Gandalf, in primis) ma in fondo il film ha anche tanti aspetti positivi che in qualche modo pareggiano quel che fa storcere il naso: il già citato Smaug, per esempio, creato con una spettacolare performance capture dell' attore Benedict Cumberbatch (che, nella versione originale, gli da anche la voce), la comparsa di Sauron o l' esaltante sequenza dei barili, calcolata e spettacolare, riprova che il buon Peter non ha perso il suo tocco. Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug risulta quindi un film pienamente sufficiente: fa tutto quel che deve fare anche se si prende un po' troppo tempo per farlo e certamente scremerà notevolmente il pubblico, lasciato con un gigantesco cliffhanger, che attenderà il capitolo conclusivo Racconto di un ritorno.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Monday, December 23, 2013
Sunday, December 22, 2013
Lyrics of the Week + Video / JOSEPH GORDON LEVITT & LADY GAGA - BABY IT'S COLD OUTSIDE
I really can't stay - Baby it's cold outside
I've got to go away - Baby it's cold outside
This evening has been - Been hoping that you'd drop in
So very nice - I'll hold your hands, they're just like ice
My mother will start to worry - Beautiful, what's your hurry
My father will be pacing the floor - Listen to the fireplace roar
So really I'd better scurry - Beautiful, please don't hurry
Well maybe just a half a drink more - Put some music on while I pour
The neighbors might think - Baby, it's bad out there
Say, what's in this drink - No cabs to be had out there
I wish I knew how - Your eyes are like starlight now
To break this spell - I'll take your hat, your hair looks swell
I ought to say no, no, no, sir - Mind if I move a little closer
At least I'm gonna say that I tried - What's the sense in hurting my pride
I really can't stay - Baby don't hold out
Ahh, but it's cold outside
C'mon baby
I simply must go - Baby, it's cold outside
The answer is no - Ooh baby, it's cold outside
This welcome has been - I'm lucky that you dropped in
So nice and warm -- Look out the window at that storm
My sister will be suspicious - Man, your lips look so delicious
My brother will be there at the door - Waves upon a tropical shore
My maiden aunt's mind is vicious - Gosh your lips look delicious
Well maybe just a half a drink more - Never such a blizzard before
I've got to go home - Oh, baby, you'll freeze out there
Say, lend me your comb - It's up to your knees out there
You've really been grand - Your eyes are like starlight now
But don't you see - How can you do this thing to me
There's bound to be talk tomorrow - Making my life long sorrow
At least there will be plenty implied - If you caught pneumonia and died
I really can't stay - Get over that old out
Ahh, but it's cold outside
Thursday, December 19, 2013
CINE20 - 124^ PUNTATA
Direttamente dalla Desolazione di Smaug arriva la recensione del secondo capitolo de Lo Hobbit che convince quanto basta.
Mentre il mercato home video si ferma per le feste, i weekend natalizi e di fine hanno propongono qualche uscita interessante che trovate nelle news curate da me e da Kusa: tra i titoli da tenere d' occhio ci sono Frozen, Philomena, I Sogni Segreti di Walter Mitty, American Hustle e Capitan Harlock (!!!)
Tutto questo online qui mentre con CINE20 ci si rilegge l'anno prossimo!
Tuesday, December 17, 2013
Visioninbreve : A DIRTY CARNIVAL
Presentato durante il nono Far East Film Festival ed arrivato in home video da noi in tempi recentissimi, A Dirty Carnival di Yoo Ha è un solido gangster movie che ruota introno alla figura di Byung-doo, piccolo malavitoso che si barcamena per aiutare la sua famiglia e il gruppo di sottoposti che per lui sono quasi dei fratelli. Per ottenere il suo scopo è anche disposto a scavalcare il suo attuale boss in favore di un altro. Il regista rappresenta uno svariato insieme di legami (affettivi, familiari ecc.) portati, attraverso l' egoismo e l' opportunismo fino ad un' inevitabile punto di rottura: lealtà e tradimento si inseguono in un circolo vizioso nel quale tutti i personaggi sono intrappolati senza possibilità di uscirne indenni. Ma A Dirty Carnival, in onore al genere che rappresenta, vanta anche parecchia azione violenta come la maxi rissa tra gang rivali nel sotto passaggio: spranghe, bastoni e coltelli sono i pennelli con i quali si dipinge un affresco di sangue e fango che lascia favorevolmente stupiti.
Sunday, December 15, 2013
Lyrics of the Week + Video / PERTURBAZIONE - DEL NOSTRO TEMPO RUBATO
Non ci credevo da ragazzo lo sai
ma dopo quindici anni in fabbrica lo ammetto
Fratello mio ti logora davvero
come potrebbe mai non essere così
persino il rock ti scava rughe sulla faccia
e chi l'avrebbe detto
ma chi l'avrebbe detto.
Ho tanti amici alla catena di montaggio
che non è più catena solo automazione
e non rimpiango le mie scelte e le mie scuse
però vorrei voltare pagina.
Non è la fatica è lo spreco che mi fa imbestialire
non è la fatica è lo spreco.
Sarebbe bello ridere di noi
di tutto il tempo rubato al nostro tempo a venire.
Sarebbe meglio ridere di noi ma mi si stringe la gola
non riesco a dirti una parola buona.
Non ci credevo a quindici anni lo sai
che ci si abitua a volti nuovi
lo ammetto
io non l'avrei mai detto.
Ho tanti amici sopra e sotto i palchi
su questo stai pur certo io non ho rimpianti
però vorrei cambiare,si,vorrei cambiare tutto.
Non è la fatica è lo spreco
che mi fa incarognire
non è la fatica è lo spreco.
Sarebbe bello ridere di noi
di tutto il tempo rubato al nostro tempo a venire.
Sarebbe meglio ridere di noi
ma mi si stringe la gola
non riesco a dirti una parola.
Sarebbe bello ridere di noi..
Sarebbe giusto ridere di noi
ma mi si stringe la gola
non riesco a dirti una parola buona.
Thursday, December 12, 2013
CINE20 - 123^ PUNTATA
Delude ed irrita l' Old Boy di Spike Lee cosa che speriamo non succede con il nuovo film di Peter Jackson, Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug. Questa ed altre uscite le trovate nella sezione news curata dall'infaticabile Kusa.
Nei negozi arriva Elysium ma, al grido di "chissenfrega!" passiamo oltre e vi parliamo di Triangle, film made in Hong Kong girato da Johnnie To, Tsui Hark e Ringo Lam.
Siamo già online qui.
Wednesday, December 11, 2013
OLDBOY su I-FILMSonline
Prima di Oldboy il cinema coreano nel nostro Paese era conosciuto quasi esclusivamente per il talento immenso di Kim Ki-duk e qualche film horror arrivato nelle nostre sale sulla scia del successo del J-Horror giapponese. Il nome stesso di Park Chan-wook era noto unicamente da quella ristretta comunità cinefila che, in barba alla miope distribuzione italiana, trovava nell' estremo oriente veri e propri tesori. Dopo essere stato portato sul palmo di una mano da Quentin Tarantino a Cannes, Oldboy raggiunge finalmente le sale italiane facendo conoscere al pubblico più ricettivo uno dei nomi più significativi degli ultimi dieci/quindici anni e la sua solidissima trilogia tematica: anticipato da Symapthy for Mr. Vengeance (uscito da noi direttamente in home video con il titolo Mr. Vendetta) Oldboy è il secondo capitolo di quella che è stata definita la "trilogia della vendetta". Per il regista Park Chan-wook infatti, la vendetta rappresenta un sentimento tanto peculiare che decide di affrontare la disamina in tre differenti pellicole sotto tre diversi punti di vista. Se in Sympathy for Mr. Vengeance a muovere il protagonista era il sopruso costretto a subire per la condizione di inferiorità sociale nel quale viveva, dando il via ad un concatenarsi di violenza che non lascia scampo a nessuno, in Oldboy la vendetta è come una mano tesa alla quale ci si aggrappa per non precipitare nel vuoto, spinti unicamente dalla forza della disperazione, esaurita la quale ci si abbandona all'abbraccio dell' abisso. Un'immagine che, forse non a caso, il film propone fin dall'apertura e che in maniera precisa descrive ciò che sorregge e spinge il protagonista Oh Dae-su nella sua instancabile ricerca della persona che per quindici anni l' ha tenuto rinchiuso in una stanza con una televisione come unica finestra sul mondo. Provato dalla prigionia ma rinato a nuova vita una volta liberato (è lui, in fondo, l' "oldboy" del titolo) Oh Dae-su si renderà presto conto di trovarsi nel cerchio più stretto di una spirale di violenza, dolore e solitudine dalla quale è forse impossibile uscire indenni. Lontanissimo dal concetto più occidentale e classico del revenge movie, Oldboy affronta il tema in maniera decisamente singolare e, seppur inserito in un discorso più ampio che si chiuderà solo con il film successivo Sympathy for Lady Vengeance, risulta perfettamente godibile anche singolarmente, merito di una sceneggiatura compiuta che si "schiude" minuto dopo minuto assestando dei colpi precisi e mirati allo stomaco dello spettatore. Visivamente straordinario e stilisticamente ricercato (risulta scontato, ma non si può non citare il lungo combattimento nel corridoio) rimane, forse insieme a titoli come Memories of Murder, The Host o A Bittersweet Life, tra le vette più alte di un cinema coreano a cui va stretta la definizione "commerciale" e che ha reso famosi ed indimenticabili alcuni volti come quello del protagonista assoluto Choi Min-sik.
Recensione già pubblicata su I-FILMSonline.
Recensione già pubblicata su I-FILMSonline.
Tuesday, December 10, 2013
Visioninbreve : HUNGER GAMES - LA RAGAZZA DI FUOCO
Dopo aver vinto gli Hunger Games salvando anche la vita al suo compagno di Distretto, Peeta, inscenando una straziante storia d' amore che commuove il pubblico, per Katniss potrebbe iniziare una nuova vita. Ma il Presidente dei 13 Distretti, Snow, si accorge della bugia a costringe i ragazzi a proseguire la loro recita durante il tour della vittoria. Quel che non si aspetta però è che, tra il popolo sottomesso, Katniss stia diventando simbolo di una nascente rivoluzione. Il secondo capitolo della saga letteraria di Suzanne Collins sbarca nei cinema di tutto il mondo in una veste arricchita e sostenuta da un budget decisamente sostanzioso, frutto del successo del film precedente. Il merito va a Jennifer Lawrence? Probabilente. La sua Katniss, ribelle, coraggiosa ed eroina forzata, risulta ancora una volta molto credibile, sicuramente molto di più di tutti i personaggi che le fanno da contorno. Il film è nettamente diviso in due parti e, cosa curiosa, pare che sia proprio la prima, quella dedicata al tour della vittoria, ad essere la più convincente o perlomeno quella che fa percepire la differenza tra Hunger Games, pur con tutti i suoi limiti oggettivi, ed altra pellicole "teen oriented": messo quasi in secondo piano l' anestetizzato triangolo amoroso, quel che stupisce è la critica ai media e la riflessione su come questi sono utilizzati per distogliere l' attenzione della gente dalle cosa importanti. Tra vampiri e licantropi almeno qui c'è la volontà di voler comunicare qualcosa al pubblico. Tanto di cappello.
Sunday, December 08, 2013
Lyrics of the Week + Video / BABYLON ZOO - THE BOY WITH THE X-RAY EYES
An invitation to dance on the floor
Entertainment was low in my home
My vicious eyes; what is love?
Is it something inside my brain
Love, oh it's driving us all insane
The Boy with the X-Ray Eyes
It's not a suprise
Nothing really matters to him
The Boy with the X-Ray Eyes
It's not a suprise
Nothing really matters to him
Spies, looking into my window
I watch
Spies, they're watching us tonight
The Boy with the X-Ray Eyes
It's not a suprise
Nothing really matters to him
The Boy with the X-Ray Eyes
It's not a suprise
Spies, looking into my window
I watch
Spies, they never can deny
The Boy with the X-Ray Eyes
It's not a suprise
Nothing really matters to him
The Boy with the X-Ray Eyes
It's not a suprise
I see through your lies
With my bionic eyes
I see through your mind
With my bionic, bionic
I see through your lies with my bionic eyes
Bionic, bionic, bionic eyes.
Friday, December 06, 2013
CINE20: 122^ PUNTATA
Visto e recensito dal buon Kusa il secondo capitolo della saga Hunger Games, La Ragazza di Fuoco, mentre in sala arriva un po' di robina interessante: il nuovo Allen, Blue Jasmine, l' ultimo Soderbergh, Dietro i Candelabri, e anche uno spettacolo teatrale diretto da Danny Boyle con protagonista Benedict Cumberbatch, Frankenstein. Qualcuno dice che esce anche un remake di Old Boy diretto da Spike Lee ma, pfffffffff, chi ci crede ad una cosa così assurda?!?.
In home video esce, a gran sorpresa, The Raid di Gareth Evans, action indonesiano che è una BOMBA, senza appello.
Online qui.
Thursday, December 05, 2013
Reami oscuri e famiglie disfunzionali asgardiane
La Fase 2 della Marvel era cominciata in maniera discussa e (forse) discutibile con un Iron Man 3 frenato dalla necessità di chiudere un ciclo nella previsione dell' abbandono del franchise da parte di Robert Downey Jr. Che l' effetto "Avengers" avrebbe però giovato agli altri personaggi coinvolti era un' ipotesi che si è concretizzata come vera con questo Thor - The Dark World di Alan Taylor. Senza più bisogno di avere un nome altisonante alla regia (quello di Kenneth Brangh nello specifico), il nuovo film del Dio del Tuono cammina con le proprie gambe senza fatica e fin da subito ci accoglie mostrando tutto lo sfarzo/sforzo produttivo impiegato: abbandonato quel look di plastica che copriva dalle scenografie ai costumi, tutto sembra maggiormente curato e immerso in atmosfere cupe, più affini al fantasy cinematografico moderno che ad un film di super eroi. Sensazione che si ritrova anche nella storia alla base del film dova la razza degli Elfi Oscuri, dopo essere stati sconfitti dal padre di Odino, guidata dal loro leader Malekith, muove una nuova guerra contro Asgard per entrare in possesso di un potentissimo artefatto, l' Aether. Per quanto lo sviluppo della trama si presti a svolte drammatiche anche nei rapporti tra i personaggi, così come nella prima pellicola anche in The Dark World tutte e mitigato da una linea comica un po' troppo invadente ma a quanto pare ormai radicata nelle pellicole Marvel e voluta dal capoccia dell' operazione, Kevin Feige, per rendere i film appetibili sia ai Marvel addicted che al grande pubblico, primo artefice degli incassi stratosferici di questi cinecomics. Un secondo appunto negativo che si può fare riguarda invece un certo sbilanciamento tra i personaggi: anche se alcuni trovano maggiore spazio (vedi Heimdall) altri risultano, pur essendo protagonisti, messi in ombra dal giganteggiare del Loki interpretato da un ottimo Tom Hiddlestone. Bravi Heimsworth e Eccleston, per carità, ma il fratellastro di Thor ruba tutta la scena e probabilmente troveremo in un ruolo di primo piano nel prossimo film dedicato al figlio di Odino. Per il resto non ci si può davvero lamentare di una pellicola che esprime bene ciò che si cerca oggi nel cinema di intrattenimento ma soprattutto dai film dedicati alle creature di Stan Lee.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, December 01, 2013
Lyrics of the Week + Video / RADIOHEAD - CODEX
Sleight of hand
Jump off the end
Into a clear lake
No one around
Just dragonflies
Fantasize
No one gets hurt
You’ve done nothing wrong
Slide your hand
Jump off the end
The water's clear and innocent
The water's clear and innocent
Friday, November 29, 2013
CINE20 - 121^ PUNTATA
Direttamente da Asgard, il nuovo Thor ci ricorda l' importanza del fattore intrattenimento dei cinecomics mentre in sala arriva il secondo capitolo di Hunger Games. Ma ci sono anche altre uscite tutte curate dal buon Kusa.
Nulla da segnalare nella sezione home video come potrete constatare voi stessi andando a leggere qui.
Wednesday, November 27, 2013
"Pray for the best, but prepare for the worst."
La festa per il giorno del Ringraziamento si trasforma in un incubo per i Keller e i Birch quando le loro bambine scompaiono misteriosamente. Il principale sospettato pare essere l' autista di un vecchio camper visto parcheggiato poco distante le loro case. Arrestato il conducente, un giovane ragazzo con evidenti problemi mentali di nome Alex, questi viene rilasciato dopo quarantotto ore per insufficienza di prove. Mentre la polizia prosegue le indagini, il padre di una delle bambine decide di seguire una propria pista convinto della colpevolezza di Alex. Alla sua prima fatica in terra americana, il regista Denis Villeneuve punta ad una efficace riflessione su quanto poco basti per abbandonare il comune senso della morale (dettato principalmente da regole sociali e religiose) e della giustizia, quando la vita di pone nelle condizioni di non avere più nulla a cui aggrapparti. Ed è così che un padre di famiglia, abbandonate le preghiere e tradito dalla società di leggi, decide di cercare una sua personale giustizia. La demolizione del più classico quadretto familiare americano, passa in Prisoners attraverso il registro di thriller teso e compatto grazie ad uno script che non si rivela mai completamente, rimanendo ambiguo e duplice come la maggior parte dei personaggi che lo popolano, interpretati da un cast di grandi nomi sui quali spiccano Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal e Paul Dano. Altrettanto solida è la regia di Villeneuve, accompagnata dall' efficace fotografia di Roger Deakins capace di catturare il contrasto tra calore delle mura domestiche e il freddo della provincia americana che pare desolata ed abbandonata a se stessa. L' unica pecca del film risiede forse in una certa semplificazione (difetto che si trova in tanto cinema made in USA) che arriva nel momento in cui si vuole necessariamente esplicitare il messaggio che il film comunica efficacemente sottotraccia, finendo per scivolare in qualche occasione nella facile retorica.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, November 24, 2013
Lyrics of the Week + Video / U2 - ORDINARY LOVE
The sea wants to kiss the golden shore
The sunlight warms your skin
All the beauty that's been lost before
Wants to find us again
I can't fight you anymore
It's you I'm fighting for
The sea throws rock together
But time leaves us polished stones
We can't fall any further
If we can't feel ordinary love
We cannot reach any higher
If we can't deal with ordinary love
Birds fly high in the summer sky
And rest on the breeze
The same wind will take care of you and
I will build our house in the trees
Your heart is on my sleeve
Did you put there with a magic marker
For years I would believe
That the world couldn't wash it away
'Cause we can't fall any further
If we can't feel ordinary love
We cannot reach any higher
If we can't deal with ordinary love
Are we tough enough
For ordinary love
We can't fall any further
If we can't feel ordinary love
We cannot reach any higher
If we can't deal with ordinary love
We can't fall any further
If we can't feel ordinary love
We cannot reach any higher
If we can't deal with ordinary love
Thursday, November 21, 2013
CINE20 - 120^ PUNTATA
Latitano, le recensioni latitano. Ma quello che non latita sono le news della settimana, curate da me e Kusa, tra le quali si segnalano il nuovo film della Marvel dedicato a Thor, Il Tocco del Peccato di Jia Zhangke e Il Passato di Asghar Farhadi.
A completare, la sezione home video con Solo Dio Perdona e Wolverine - L' Immortale.
Online, come sempre, qui.
Sunday, November 17, 2013
Lyrics of the Week + Video / TEMPER TRAP - LOVE LOST
Our love was lost
But now we've found it
Our love was lost
And hope was gone
Our love was lost
But now we've found it
And if you flash your heart
I won't deny it
I promise
I promise
Your walls are up
Too cold to touch it
Your walls are up
Too high to climb
I know it's hard
But I can still hear it beating
So if you flash your heart
I won't mistreat it
I promise
I promise
Our love was lost
In the rubble are all the things
That you've, you've been dreaming of
Keep me in mind
When you're ready
I am here
To take you every time
Oh our love was lost
Lost, lost, lost, lost....
Our love was lost
But now its found
Friday, November 15, 2013
CINE20 - 119^ PUNTATA
Il nuovo appuntamento con CINE20 si apre con la recensione dell' interessante esordio americano di Denis Villeneuve, "Prisoners", alla quale seguono le news in sala, curate dal buon Kusa, tra le quali spicca l' ultima fatica di Polansky, Venere in Pelliccia.
In home video arrivano due bombe assolute, Lo Hobbit Extended Edition e Pacific Rim.
Siamo online qui. Leggeteci e diffondeteci.
Monday, November 11, 2013
Le conseguenze dell' amore
Anche se il titolo non potrebbe essere più esplicativo di così, l' ultimo film di Abdellatif Kechiche, premiato con la Palma d' Oro a Cannes 2013, è un racconto di vita nel quale si racconta la fine dell' adolescenza e l' ingresso nell' età adulta della sua protagonista, Adele. L' approccio scelto dal regista è quello di uno sguardo intimo, spesso insistito fino al voyeurismo, per immergere lo spettatore all' interno di macro sequenze, lunghe, quasi interminabili, che con grande coerenza esplorano tanto la quotidianità quanto la sfera più intima della vita di coppia tra Adele e la sua compagna Emma. Una scelta di sceneggiatura non immediata ma efficace che compensa le ellissi narrative che separano i frammenti l' uno dall' altro, con la straordinaria capacità di catturare gli attimi, l' esplodere dei sentimenti che si percepisce anche dalla minima espressione sui volti dei protagonisti. Un particolare che denota una importante direzione d'attori ma soprattutto l' incredibile bravura di Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux che ci regalano due interpretazioni talmente naturali da rendere difficile percepire dove finisce l' attrice e comincia il personaggio. Tratto dalla graphic novel "Le Bleu est une couleur chaude", La vita di Adele è anche e soprattutto un film sull' amore, sulla straziante consapevolezza di non poterne svelare i misteri ma al massimo accettare il naturale percorso, la nascita, la crescita e anche l' inevitabile fine.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, November 10, 2013
Lyrics of the Week + Video / RADIOHEAD - TRUE LOVE WAITS
I'll drown my beliefs
To have your babies
I'll dress like your niece
And wash your swollen feet
Just don't leave
Don't leave
I'm not living, I'm just killing time
Your tiny hands, your crazy-kitten smile
Just don't leave
Don't leave
And true love waits
In haunted attics
And true love lives
On lollipops and crisps
Just don't leave
Don't leave
Thursday, November 07, 2013
CINE20 - 118^ PUNTATA
In questa puntata dedichiamo poche ma intense parole per La Vita di Adele mentre con il buon Kusa vi consigliamo le uscite in sala da tenere d' occhio, tra le quali Prisoners, Giovane e Bella e Wolf Children. Ci convincono poco Machete Kills e Planes. Ci fa solo ridere il film di Barbareschi.
Nei negozi arriva Tulpa di Zampaglione e poco altro.
Online qui.
Sunday, November 03, 2013
Lyrics of the Week + Video / EDITORS - HONESTY
Don't you want me to stay?
Make a rocking horse getaway
The radio said we're in for a fall
The TV says nothing at all
Out of my window it echoes my heart
I've been checking for change since the start
Collide into me, I could do with a fight
Collide into me, cause it feels right
Does the honesty deceive?
Try to find a way to leave this party
Take it out on me
Cause all the honesty
Shuts this place down
Your bowling ball eyes have nothing to say
They knock me over again anyway
Collide into me, I could do with a fight
Collide into me, cause it feels right
Does the honesty deceive?
Try to find a way to leave this party
Take it out on me
Cause all the honesty
Shuts this place down
The broken hearts of my neighborhood
Lay cast aside like dreams in Hollywood
With the boarded up windows and the closing sales
Does the honesty deceive?
Try to find a way to leave this party
Take it out on me
Cause all the honesty
Shuts this place down
Does the honesty deceive?
Try to find a way to leave this party
Take it out on me
Cause all the honesty
Shuts this place down
Thursday, October 31, 2013
CINE20 - 117^ PUNTATA
Per la notte di Halloween il buon Kusa ci propone, oltre ad un logo speciale per l' occasione, anche la rece di Il Quinto Potere e le news della settimana che vedono tra i titoli più interessanti Captain Phillips, Blancanieves e Miss Violence.
Nei negozi arrivano DVD e Bluray di Evangelion 3.33, ed è subito commozione!
Online qui.
Sunday, October 27, 2013
Lyrics of the Week + Video / ARCADE FIRE - AFTERLIFE
Afterlife, oh my God, what an awful word
After all the breath and the dirt and the fires are burnt
And after all this time, and after all the ambulances go
And after all the hangers-on are done hanging on to the dead lights
Of the afterglow
I’ve gotta know
Can we work it out?
We scream and shout ‘till we work it out
Can we just work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?
‘Till we work it out, ‘till we work it out
‘Till we work it out, ‘till we work it out
Afterlife, I think I saw what happens next
It was just a glimpse of you, like looking through a window
Or a shallow sea
Could you see me?
And after all this time
It’s like nothing else we used to know
After all the hangers-on are done hanging on to the dead lights
Of the afterglow
I’ve gotta know
Can we work it out?
Let’s scream and shout ‘till we work it out
Can we just work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?
But you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
And you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
And where do we go?
Where do we go?
Where do we go?
Where do we go?
And after this
Can it last another night?
After all the bad advice
Had nothing at all to do with life
I’ve gotta know
Can we work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?
Can we just work it out?
Scream and shout ‘till we work it out?
But you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
And you say
Oh
When love is gone
Where does it go?
Oh
When love is gone
Where did it go?
And where do we go?
It’s just an afterlife
It’s just an afterlife
It’s just an afterlife with you
It’s just an afterlife
Thursday, October 24, 2013
CINE20 - 116^ PUNTATA
Preparate il portafoglio o, in alternativa, cominciate a buttare giù la lista per Babbo Natale perchè questa settimana la nuova puntata di CINE20 vi propone una ricchissima sezione home video che comprende nuove uscite e di catalogo tra le quali, Confessions, La Grande Bellezza, L' Uomo d' Acciaio, Il Seme della Follia (finalmente!) e l' edizione de L' Esorcista per il 40° Anniversario.
Mentre il buon Kusa ci propone la recensione di Cattivissimo Me 2, in sala abbiamo il buddy movie Cani Sciolti e il vincitore della Palma d' Oro al Festival di Cannes, La Vita di Adele.
Online qui!
Sunday, October 20, 2013
Lyrics of the Week + Video / ATOMS FOR PEACE - BEFORE YOUR VERY EYES
Look out of the window
What’s passing you by?
If you really want this
Bad enoughYou’re young and good looking
The keys to the kingdom
Sooner or later
Sooner or later
Sooner or later
And before your very eyes
And before your very eyes
And before your very eyes…
Old soul on young shoulders
How you’ll look when you’re older
Time’s fickle card game
With you and I
You have to take your chances
The book of forgiveness
Sooner or later
Sooner or later
Sooner or later
And before your very eyes
And before your very eyes
And before your very eyes…
Sooner or later
And before your very eyes
And before your very eyes
And before your very eyes…
Thursday, October 17, 2013
CINE20 - 115^ PUNTATA
Nella settimana della terza età, le new curate da Kusa ci segnalano l' uscita in sala del nuovo di Luc Besson con Robert DeNiro e Michelle Pfeiffer, ma anche Escape Plan con i "mercenari" Stallone e Schwarzenegger.
Nei negozi invece il travagliato zombi movie World War Z e l' esordio statunitense di Park Chan-wook, Stoker.
Online da queste parti.
Monday, October 14, 2013
DON'T LET GO
Ci sono film la cui importanza si manifesta ancora prima della loro uscita. Film come Gravity di Alfonso Cuaron, ad esempio, che fanno parlare di se fin dalla scelta del cast e per i quali si arriva addirittura a scomodare il Maestro ed il suo 2001 Odissea Nello Spazio. Per quanto Cuaron sia uno che, come già dimostrato ne I Figli degli Uomini, da una grande importanza alla tecnica di regia, il paragone con il capolavoro di Kubrik arriva sopratutto da un punto di vista delle suggestioni trasmesse nel rappresentare e raccontare lo spazio come se fosse davvero l' ultima frontiera, immensa ed affascinante e, allo stesso tempo, pericolosa e terrificante. Nel raccontare la storia di due astronauti abbandonati alla deriva nell'orbita terrestre dopo che il loro shuttle viene gravemente danneggiato dai detriti di un satellite russo, il regista messicano, accompagnato nella sceneggiatura dal figlio Juan, mette l' uomo nella giusta prospettiva nei confronti dell' immensità dello spazio dove, la convinzione della conquista si scontra con la realizzazione di essere una particella infinitesimale nell'infinito, ospite indesiderato in un ambiente ostile nel quale tutto diventa una lotta per la sopravvivenza: Gravity, nel suo strato più superficiale, racconta proprio questo tipo di lotta con un incedere incalzante e tesissimo dove la regia di Cuaron coglie sia la soffocante angustia degli spazi chiusi che la disorientante grandezza della spazio. Il maestoso (e lungo) piano sequenza iniziale, ma anche la spettacolare distruzione dell' ISS, danno l' idea di quello che il regista è riuscito a concepire nella lunga e travagliata produzione del film, una ricerca formale straordinariamente coerente nei movimenti di macchina e nella costruzione sonora di ogni sequenza. Forse solo nel finale ci si abbandona e soluzioni più semplici, difetto che si riscontra anche in una scrittura che spesso sgomita per elargire dettagli sul passato dei protagonisti che forse potevano essere appena accennati senza per questo privarli del giusto spessore. La scelta di essere così diretti (figlia di tanto, troppo, cinema da grande pubblico) smorza l' impatto con la parte più simbolica di Gravity: il dramma attuale della dottoressa Ryan, una sorprendente Sandra Bullock, diventa modo per elaborare un dramma passato. Lo spazio funge quasi da grembo materno, il cui vuoto avvolge come liquido amniotico, e la Terra diventa il luogo nel quale rinascere a nuova vita.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, October 13, 2013
Lyrics of the Week + Video / SUEDE - BEAUTIFUL ONES
High on diesel and gasoline, psycho for drum machine
Shaking their bits to the hits,
Drag acts, drug acts, suicides, in your dad's suits you hide
Staining his name again,
Cracked up, stacked up, 22, psycho for sex and glue
Lost it to Bostik, yeah,
Shaved heads, rave heads, on the pill, got too much time to kill
Get into bands and gangs,
Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones
La, la, la, la
Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones
La, la, la, la, la
Loved up, Doved up, hung around, stoned in a lonely town
Shaking their meat to the beat,
High on diesel and gasoline, psycho for drum machine
Shaking their bits to the hits,
Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones.
La, la, la, la
Oh, here they come, the beautiful ones, the beautiful ones
You don't think about it,
You don't do without it,
Because you're beautiful,
And if your baby's going crazy
That's how you made me,
La, la, la
And if your baby's going crazy
That's how you made me,
And if your baby's going crazy
That's how you made me,
La, la, la, la, la
Thursday, October 10, 2013
CINE20 - 114^ PUNTATA
Gravity si è dimostrato un film davvero importante ed è per questo che trovate su CINE20 di questa settimana il parere mio e quello del socio Kusa.
Tanto, il film da vedere rimane quello di Cuaron visto che le uscite settimanali non suscitano particolare interesse.
In home video invece troviamo l' ottimo Bodyguards and Assassins di Teddy Chen e Effetti Collaterali di Soderbergh.
Online qui, olè.
Tuesday, October 08, 2013
"The lifestyle that everybody kinda wants"
Dopo aver raccontato in Somewhere la vuota esistenza di un attore hollywoodiano che si trascina in una vita di plastica fatta solo di apparenze, Sophia Coppola si ferma ad osservare nel suo ultimo film un gruppo di teenager che hanno come obiettivo ottenere proprio quel tipo di vita. Ispirato ad un articolo di Vanity Fair incentrato su alcuni furti compiuti da un gruppo di ragazzi ai danni di alcune più o meno importanti figure dello spettacolo, Bling Ring traccia un quadro desolante di una generazione abbagliata dalle luci riflesse di uno star system che offre come modelli di riferimento figure vuote e patinate. I giovani raccontati dalla Coppola aspirano ad assomigliare ai loro idoli ed, in qualche modo, vivere la loro vita o almeno un surrogato di essa, festeggiando nelle loro case o possedendo un loro capo firmato. Anche la punizione, inevitabile, diventa per i protagonisti, non un' occasione per interrogarsi sulla moralità delle proprie azioni ma uno step fondamentale nel percorso per ottenere una notorietà poco più che fittizia, spesso coadiuvati e sostenuti da adulti che falliscono nel loro ruolo di genitori o comunque di primari punti di riferimento. Bling Ring è un film che affrontando un argomento attuale come la deriva della MTV e Facebook generation (ed in questo senso fa il paio con Spring Breakers di Korine) arriva dritto al punto e come un cerchio perfetto chiude le proprie riflessioni in maniera precisa e puntuale. Impossibile però non fare qualche doveroso appunto sul corpo centrale del film che sorregge l' inizio e la fine: sembra infatti che, tra l' introduzione del tema portante e del suo naturale esaurimento, il film tenda a girare eccessivamente su se stesso e di conseguenza le azioni stesse dei personaggi risultano unicamente ripetitive senza che apportino davvero qualcosa di significativo alla narrazione. Ne risulta quindi un film tematicamente solido ma strutturalmente riuscito solo a metà.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Monday, October 07, 2013
EVANGELION 3.0 su I-FILMSonline
Basterebbero i primi dieci minuti di Evangelion 3.0 per mettere in chiaro almeno un paio di aspetti di tutta l' operazione "Rebuilt". Innanzitutto troverebbero valida giustificazione gli enormi ed interminabili tempi di produzione. Riferendosi alle date di uscita nelle sale giapponesi, tra un film e l' altro non passano meno di due anni ma, considerando poi la distribuzione internazionale, i tempi si allungano ancora di più. Tra Evangelion 1.0 ed il suo diretto seguito però c'è quasi un abisso a livello tecnico e, cosa davvero incredibile, con il terzo si punta ancora più in alto: la sequenza d' apertura nello spazio è un biglietto da visita che non può lasciare indifferenti ed è solo l' inizio perchè la pellicola ha altre frecce al suo arco. Il secondo aspetto riguarda le intenzioni di Anno verso il suo pubblico che si divide principalmente in una fan base importante, costruita con l' opera originale serializzata per la TV, e lo spettatore che si avvicina al complesso universo di Evangelion con questi film. Due tipologie di pubblico insomma che si percepiscono l' opera in maniera totalmente differente ma che Anno decide di mettere allo stesso livello con una mossa che forse non si dovrebbe considerare neanche troppo inaspettata, una scelta di sceneggiatura che letteralmente toglia la sedia da sotto al sedere a tutti quanti. Gli eventi di Evangelion 3.0 infatti, si svolgono quattordici anni dopo quelli del precedente film aprendo la strada ad uno scenario completamente inedito: il mondo porta le ferite dell' ennesima scampata catastrofe e anche i personaggi appaiono cambiati e segnati da eventi che possiamo solo immaginare perchè Anno non si prende il tempo per raccontarceli, si limita a suggerirceli concentrandosi invece sul protagonista Shinji, suo malgrado artefice di tutto quanto e pedina in una partita più grande di lui. Una scelta radicale accompagnata da una sceneggiatura forse un po' sbilanciata nei tempi narrativi ma sulla cui validità dovremo aspettare di emettere un giudizio completo solo dopo aver visto il quarto ed ultimo film, seconda parte di quello che è, nelle intenzioni fin dal principio, il capitolo finale. Scemato lo shock e l' effetto meraviglia, esaminando queste prime tre pellicole nel loro complesso ed a mente fredda, appare sempre più plausibile la possibilità che l' anime Neon Genesi Evangelion e la Rebuild, non siano opere poi così separate e ciò che le accomuna sia molto di più di un semplice remake. Dettagli sparsi, dialoghi messi in bocca a personaggi chiave, lasciano intendere che quella di Evangelion sia una storia ciclica, finisce e ricomincia uguale ma allo stesso tempo diversa Come se nel pessimismo con il quale il regista giapponese ha intriso la sua opera ci fosse uno spiraglio per il cambiamento, per operare scelte diverse, per trovare il coraggio di abbattere quelle barriere che rendono l' uomo incapace di avvicinarsi ad un suo simile senza la paura di ferire e rimanere feriti. Accettare i propri limiti senza dover sacrificare tutto per puro egoismo. Una cosa che Anno suggerisce fin dalle prime dichiarazioni all' uscita del capitolo iniziale:
"Ho l' impressione che io stia creando un' opera migliore della precedente. Eva è una storia che si ripete. E' la storia di un protagonista che, malgrado la reiterazione delle stesse esperienze, si rialza costantemente. E' la storia di un tentativo, quello di avanzare, di procedere almeno solo di un passo."Recensione già pubblicata su I-FILMSonline.
Sunday, October 06, 2013
Lyrics of the Week + Video / BADFINGER - BABY BLUE
Guess I got what I deserved
Kept you waiting there too long, my love
All that time without a word
Didn't know you'd think that I'd forget or I'd regret
The special love I had for you, my baby blue
All the days became so long
Did you really think, I'd do you wrong?
Dixie, when I let you go
Thought you'd realize that I would know
I would show the special love I have for you, my baby blue
What can I do, what can I say
Except I want you by my side
How can I show you, show me the way
Don't you know the times I've tried?
Guess that's all I have to say
Except the feeling just grows stronger every day
Just one thing before I go
Take good care, baby, let me know, let it grow
The special love you have for me, my Dixie, dear.
Friday, October 04, 2013
CINE20 - 113^ PUNTATA
Al 113 non risponde la Polizia ma la nuova puntata di CINE20 che si apre con la recensione del non completamente riuscito ultimo film della Coppola, Bling Ring.
Per le news curate dal buon Kusa, troviamo un titolo attesissimo e probabilmente una delle pellicole fondamentali dell' anno, Gravity di Alfonso Cuaron.
Nulla da segnalare tra gli scaffali dell' home video.
Siamo online qui.
Wednesday, October 02, 2013
"The closer you are to death, the more alive you feel"
Già ai tempi di Frost/Nixon, la coppia regista-sceneggiatore Ron Howard e Peter Morgan misero in scena un entusiasmante duello che vide protagonisti David Frost, noto presentatore britannico, e l' ex Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, nel loro "confronto" verbale durante la famosa intervista post scandalo Watergate. Considerato che il film in questione non ha probabilmente ricevuto le attenzioni e le celebrazioni che senza dubbio merita, fa piacere rivedere Howard e Morgan nuovamente insieme per raccontare un altro storico duello questa volta in pieno ambito sportivo. Perchè si sa, nello sport, le accese rivalità creano i miti e le leggende, e forse qui è proprio di due di queste che parliamo: James Hunt e Niki Lauda. I due piloti, interpretati in maniera convincente e sorprendente da Chris Hemsworth e David Bruhl, hanno segnato indelebilmente con la loro rivalità, che si rifletteva durante i testa a testa nei circuiti di tutto il mondo, il periodo d' oro di uno sport che non era ancora stato fagocitato dal circuito mediatico e dai capitali impressionanti che ci vengono investiti oggi. C'erano gli uomini, le loro macchine e quella scintilla di follia che li portava a mettere in gioco la propria vita per essere di pochi decimi di secondo davanti a tutti gli altri. Ed in questo caso gli uomini non potevano essere così unici e così diversi tra loro, sia nel privato che in ambito professionale, tanto da diventare quasi complementari l'uno con l' altro. Il regista americano, partendo dal tragico incidente che coinvolse Lauda nell'agosto del '76, traccia un percorso preciso e dai tempi narrativi praticamente perfetti nei quali inserisce gli avvenimenti personali, successi e fallimenti dei suoi personaggi raggiungendo i momenti topici delle vite di entrambi rifuggendo quasi sempre la ricerca forzata del climax. Questo non significa che Rush sia "emotivamente" sotto tono, anzi, le emozioni ci sono ma fanno parte di un insieme che include anche la straordinaria ricostruzione di un epoca che pare lontana anni luce. Naturalmente le sbavature non mancano: la solita rappresentazione da macchietta degli italiani e qualche situazione o dialogo dove si cerca la facile risposta emotiva del pubblico, sono gli unici difetti davvero identificabili in un quadro generale davvero positivo per un film hollywoodiano che punta al Cinema e non solo a fare cassa.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Tuesday, October 01, 2013
IP MAN secondo Wong Kar-Wai
Da qualche anno a questa parte il cinema cinese, e quello di Hong Kong in particolare, ha mostrato un profondo interesse per la figura di Ip Man, esponente tra i più importanti del Wing Chun, tra i più conosciuti stili di kung fu. Per lo più introdotto ad un pubblico occidentale come il maestro di Bruce Lee, Ip Man si è rivelato, nelle componenti biografiche dei film a lui dedicati, una importante figura storica e sociale negli anni che videro la Cina divisa da una guerra civile e poi segnata dall'invasione Giapponese. Ip Man e Ip Man 2, diretti da un Wilson Yip al suo primo grande progetto commerciale, sono dei grandissimi film di arti marziali che si concedono più di qualche licenza nel raccontare gli episodi dalla vita del Maestro, ma soprattutto si dimostrano particolarmente parziali nel rappresentare lo scontro culturale Cina-Giappone, Cina-Inghilterra. The Legend is Born - Ip Man e Ip Man The Final Fight sono invece i due lungometraggi diretti da Herman Yau che, nel primo racconta le origini del personaggio mentre nel secondo, biograficamente il più preciso dei quattro, si concentra sugli anni trascorsi ad Hong Kong fino alla sua morte. Dopo una produzione lunga e forse non priva di intoppi, anche il grande Wong Kar-Wai mette il suo talento a favore di questa fondamentale figura mostrandosi però poco propenso a rimanere ingabbiato in un genere preciso: vertiginose ellissi relegano il biopic a frammenti tra le pieghe della Storia ma soprattutto a quelle singole storie dei personaggi, Ip Man (dopo Donnie Yen e Antony Wong, questa volta interpretato da Tony Leung) e Gong Er (una splendida Zhang Ziyi), le cui vite si toccano come in una danza la cui precisione e quasi sinonimo delle discipline marziali di cui entrambi sono depositari: The Grandmaster, nella sua potente componente melodrammatica, racconta in sostanza di un amore negato, destinato a rimanere soffocato da tradizioni, vendette e gli orrori della guerra. Se da un punto di vista della regia Kar-Wai sale semplicemente in cattedra e ci delizia con alcune meravigliose sequenze che sarebbe troppo riduttivo definire unicamente come di "combattimento", rimangono alcune sostenute riserve su di una sceneggiatura che pare quasi sfoltita di alcune sue appendici, tanto da introdurre alcune figure importanti per poi lasciarle relegate a strettissimi ruoli marginali. Ma è grosso modo una generalizzata ed eccessiva frammentazione del corpo narrativo a non convincere davvero del tutto. Siamo dalle parti di un cinema importante che vorremo vedere sempre più spesso ma lontani dal migliore Wong Kar-Wai.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Monday, September 30, 2013
WELTALL'S WOR(L)D - ANNO 07
Una cosa che accomuna i post celebrativi sono tutti i buoni propositi che si fanno per i dodici mesi che verranno. Si prendono degli impegni nella speranza di poterli mantenere finendo spesso però a giustificarsi l' anno successivo per tutto quello che non si è riusciti a fare.
Con WELTALL'S WOR(L)D è così e un po' me ne dispiace. L' apporto "originale" al blog si è ridotto drasticamente negli ultimi anni e, senza tirar fuori il solito Facebook, i motivi sono da ricercarsi nel sempre meno tempo a disposizione: le collaborazioni con CINE20 e I-FILMSonline vanno spedite ma, il tempo che prendono, mi costringe a pubblicare prima su quei siti e, di riflesso, solo in un secondo momento sul blog. C'è poi la vita fuori dalla rete che inaspettatamente è entrata a gamba tesa distruggendo tutto e costringendomi a riorganizzare tante piccole e grandi cose, portandomi anche a rinunciare ad altre a cui tenevo molto.
Ma WELTALL'S WOR(L)D è ancora qui ed entriamo nel settimo anno senza alcuna intenzione di mollare ma senza fare promesse che obiettivamente sarà difficilissimo mantenere.
Con WELTALL'S WOR(L)D è così e un po' me ne dispiace. L' apporto "originale" al blog si è ridotto drasticamente negli ultimi anni e, senza tirar fuori il solito Facebook, i motivi sono da ricercarsi nel sempre meno tempo a disposizione: le collaborazioni con CINE20 e I-FILMSonline vanno spedite ma, il tempo che prendono, mi costringe a pubblicare prima su quei siti e, di riflesso, solo in un secondo momento sul blog. C'è poi la vita fuori dalla rete che inaspettatamente è entrata a gamba tesa distruggendo tutto e costringendomi a riorganizzare tante piccole e grandi cose, portandomi anche a rinunciare ad altre a cui tenevo molto.
Ma WELTALL'S WOR(L)D è ancora qui ed entriamo nel settimo anno senza alcuna intenzione di mollare ma senza fare promesse che obiettivamente sarà difficilissimo mantenere.
E se siete tra quelli che ancora trovano il tempo di passare di qua anche solo per una breve lettura, bé, continuo anche per voi e vi abbraccio calorosamente!
Subscribe to:
Posts (Atom)