"Ho l' impressione che io stia creando un' opera migliore della precedente. Eva è una storia che si ripete. E' la storia di un protagonista che, malgrado la reiterazione delle stesse esperienze, si rialza costantemente. E' la storia di un tentativo, quello di avanzare, di procedere almeno solo di un passo."Recensione già pubblicata su I-FILMSonline.
Monday, October 07, 2013
EVANGELION 3.0 su I-FILMSonline
Basterebbero i primi dieci minuti di Evangelion 3.0 per mettere in chiaro almeno un paio di aspetti di tutta l' operazione "Rebuilt". Innanzitutto troverebbero valida giustificazione gli enormi ed interminabili tempi di produzione. Riferendosi alle date di uscita nelle sale giapponesi, tra un film e l' altro non passano meno di due anni ma, considerando poi la distribuzione internazionale, i tempi si allungano ancora di più. Tra Evangelion 1.0 ed il suo diretto seguito però c'è quasi un abisso a livello tecnico e, cosa davvero incredibile, con il terzo si punta ancora più in alto: la sequenza d' apertura nello spazio è un biglietto da visita che non può lasciare indifferenti ed è solo l' inizio perchè la pellicola ha altre frecce al suo arco. Il secondo aspetto riguarda le intenzioni di Anno verso il suo pubblico che si divide principalmente in una fan base importante, costruita con l' opera originale serializzata per la TV, e lo spettatore che si avvicina al complesso universo di Evangelion con questi film. Due tipologie di pubblico insomma che si percepiscono l' opera in maniera totalmente differente ma che Anno decide di mettere allo stesso livello con una mossa che forse non si dovrebbe considerare neanche troppo inaspettata, una scelta di sceneggiatura che letteralmente toglia la sedia da sotto al sedere a tutti quanti. Gli eventi di Evangelion 3.0 infatti, si svolgono quattordici anni dopo quelli del precedente film aprendo la strada ad uno scenario completamente inedito: il mondo porta le ferite dell' ennesima scampata catastrofe e anche i personaggi appaiono cambiati e segnati da eventi che possiamo solo immaginare perchè Anno non si prende il tempo per raccontarceli, si limita a suggerirceli concentrandosi invece sul protagonista Shinji, suo malgrado artefice di tutto quanto e pedina in una partita più grande di lui. Una scelta radicale accompagnata da una sceneggiatura forse un po' sbilanciata nei tempi narrativi ma sulla cui validità dovremo aspettare di emettere un giudizio completo solo dopo aver visto il quarto ed ultimo film, seconda parte di quello che è, nelle intenzioni fin dal principio, il capitolo finale. Scemato lo shock e l' effetto meraviglia, esaminando queste prime tre pellicole nel loro complesso ed a mente fredda, appare sempre più plausibile la possibilità che l' anime Neon Genesi Evangelion e la Rebuild, non siano opere poi così separate e ciò che le accomuna sia molto di più di un semplice remake. Dettagli sparsi, dialoghi messi in bocca a personaggi chiave, lasciano intendere che quella di Evangelion sia una storia ciclica, finisce e ricomincia uguale ma allo stesso tempo diversa Come se nel pessimismo con il quale il regista giapponese ha intriso la sua opera ci fosse uno spiraglio per il cambiamento, per operare scelte diverse, per trovare il coraggio di abbattere quelle barriere che rendono l' uomo incapace di avvicinarsi ad un suo simile senza la paura di ferire e rimanere feriti. Accettare i propri limiti senza dover sacrificare tutto per puro egoismo. Una cosa che Anno suggerisce fin dalle prime dichiarazioni all' uscita del capitolo iniziale:
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