Dopo aver vinto gli Hunger Games salvando anche la vita al suo compagno di Distretto, Peeta, inscenando una straziante storia d' amore che commuove il pubblico, per Katniss potrebbe iniziare una nuova vita. Ma il Presidente dei 13 Distretti, Snow, si accorge della bugia a costringe i ragazzi a proseguire la loro recita durante il tour della vittoria. Quel che non si aspetta però è che, tra il popolo sottomesso, Katniss stia diventando simbolo di una nascente rivoluzione. Il secondo capitolo della saga letteraria di Suzanne Collins sbarca nei cinema di tutto il mondo in una veste arricchita e sostenuta da un budget decisamente sostanzioso, frutto del successo del film precedente. Il merito va a Jennifer Lawrence? Probabilente. La sua Katniss, ribelle, coraggiosa ed eroina forzata, risulta ancora una volta molto credibile, sicuramente molto di più di tutti i personaggi che le fanno da contorno. Il film è nettamente diviso in due parti e, cosa curiosa, pare che sia proprio la prima, quella dedicata al tour della vittoria, ad essere la più convincente o perlomeno quella che fa percepire la differenza tra Hunger Games, pur con tutti i suoi limiti oggettivi, ed altra pellicole "teen oriented": messo quasi in secondo piano l' anestetizzato triangolo amoroso, quel che stupisce è la critica ai media e la riflessione su come questi sono utilizzati per distogliere l' attenzione della gente dalle cosa importanti. Tra vampiri e licantropi almeno qui c'è la volontà di voler comunicare qualcosa al pubblico. Tanto di cappello.
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