Wednesday, October 02, 2013

"The closer you are to death, the more alive you feel"

Già ai tempi di Frost/Nixon, la coppia regista-sceneggiatore Ron Howard e Peter Morgan misero in scena un entusiasmante duello che vide protagonisti David Frost, noto presentatore britannico, e l' ex Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, nel loro "confronto" verbale durante la famosa intervista post scandalo Watergate. Considerato che il film in questione non ha probabilmente ricevuto le attenzioni e le celebrazioni che senza dubbio merita, fa piacere rivedere Howard e Morgan nuovamente insieme per raccontare un altro storico duello questa volta in pieno ambito sportivo. Perchè si sa, nello sport, le accese rivalità creano i miti e le leggende, e forse qui è proprio di due di queste che parliamo: James Hunt e Niki Lauda. I due piloti, interpretati in maniera convincente e sorprendente da Chris Hemsworth e David Bruhl, hanno segnato indelebilmente con la loro rivalità, che si rifletteva durante i testa a testa nei circuiti di tutto il mondo, il periodo d' oro di uno sport che non era ancora stato fagocitato dal circuito mediatico e dai capitali impressionanti che ci vengono investiti oggi. C'erano gli uomini, le loro macchine e quella scintilla di follia che li portava a mettere in gioco la propria vita per essere di pochi decimi di secondo davanti a tutti gli altri. Ed in questo caso gli uomini non potevano essere così unici e così diversi tra loro, sia nel privato che in ambito professionale, tanto da diventare quasi complementari l'uno con l' altro. Il regista americano, partendo dal tragico incidente che coinvolse Lauda nell'agosto del '76, traccia un percorso preciso e dai tempi narrativi praticamente perfetti nei quali inserisce gli avvenimenti personali, successi e fallimenti dei suoi personaggi raggiungendo i momenti topici delle vite di entrambi rifuggendo quasi sempre la ricerca forzata del climax. Questo non significa che Rush sia "emotivamente" sotto tono, anzi, le emozioni ci sono ma fanno parte di un insieme che include anche la straordinaria ricostruzione di un epoca che pare lontana anni luce. Naturalmente le sbavature non mancano: la solita rappresentazione da macchietta degli italiani e qualche situazione o dialogo dove si cerca la facile risposta emotiva del pubblico, sono gli unici difetti davvero identificabili in un quadro generale davvero positivo per un film hollywoodiano che punta al Cinema e non solo a fare cassa.

Recensione già pubblicata su CINE20.


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