Monday, January 05, 2009
"Something you wouldn't recognize. It's called love"
La Città Incantata è un film ricco di sfaccettature, tante almeno quanti sono i variopinti spiriti che si rigenerano nella stazione termale che fa da teatro alle avventure della giovane Chihiro, costretta a lavorare per la strega Yubaba per poter tornare nel mondo degli umani insieme ai suoi genitori, trasformati in maiali a causa della loro ingordigia. Nel corso della sua filmografia, Hayao Miyazaki ha affrontato ripetutamente tematiche a lui care e ne La Città Incantata se ne possono trovare diverse: innanzi tutto, tra le pieghe della storia e tra i suoi bizzarri personaggi, emerge un forte messaggio ecologista rafforzato da una critica neanche tanto velata verso l' uomo e sulla su ainnata capacità di "rovinare ogni cosa". Miyazaki punta il dito in maniera decisa, ma i posti magici che racconta non sono certo esenti da quelle "falle" che caratterizzano la nostra realtà: se i genitori di Chihiro vengono puniti per essersi ingozzati liberamente del cibo degli spiriti, le creature che si aggirano nelle terme di Yubaba non sono certo meno ingorde e guidate soprattutto da una forte avidità. A cavallo di questi due mondi, il regista giapponese inserisce quello che negli anni ha saputo raccontare meglio, quel mondo che racchiude l'infanzia ed il passaggio dall' adolescenza all' età adulta, momento in cui l'innocenza ancora permette di distinguere il bene dal male. Chihiro rientra perfettamente in questa categoria e il percorso di crescita a cui sarà costretta a sottoporsi per salvare i propri genitori, la porterà da ragazzina insicura a diventare responsabile ed indipendente, conscia di quei valori più alti, come l'importanza nel difendere la propria identità (cosa di cui Yubaba priva i suoi dipendenti rubandogli il nome) o quella ricchezza che nulla ha a che vedere con il denaro e i beni materiali. Chihiro, insomma, diventa progressivamente l'ideale di eroina che Miyazaki predilige nelle sue opere e la rende portatrice di un messaggio d' amore come forza dirompente in grado di abbattere qualsiasi barriera (o di rompere incantesimi). Ma al di la dei profondi significati di cui la pellicola è pregna (che per quanto possa sembrare, non appaiono mai stucchevoli), La Città Incantata è l'ennesima meraviglia visiva che il regista giapponese e lo Studio Ghibli ci regalano. Le animazioni tradizionali, miscelate con quelle 3D, si sposano per dare vita ad un mondo colorato e vivo, abitato da un numero incredibile di creature. Un mondo simile al nostro eppure così diverso, così pulito, dove il respiro si blocca e l' occhio si perde in un oceano gigantesco che sembra non avere confini, attraversato da un treno che sfreccia su dei binari a pelo d'acqua, mentre nuvole di pioggia si addensano nell' orizzonte. Uno dei suoi film più belli giustamente premiato con l' Oscar e l' Orso D' Oro.
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7 comments:
capolavoro, c'è poco da aggiungere.
@Spino: Effettivamente!!! Tra l'altro il mio post si potrebbe riassumere così ^___*
Probabilmente il suo miglior lungometraggio. Ma pure gli altri a bellezza e fantasia non scherzano.
Il mio preferito di Miyazaki è Il castello errante di Howl, ma anche questo La città incantata vale enormemente e merita i premi che ha vinto.
@Quadrilatero: La Città Incantata è tra i miei preferiti in assoluto ^__^
@panapp: io ho amato moltissimo anche Princess Mononoke, Totoro, Porco Rosso...anzi, mi risulta difficile trovarne uno che non ho amato ^__*
Per me il migliore resta comunque Nausicaa, questione di prima impressione probabilmente ...
Porco Rosso e Totoro devo ancora vederli, mentre Mononoke Hime lo piazzerei senz´altro dopo Spirited Away e Howl ..
Devi assolutamente recuperare Totoro e Porco Rosso (specialmente del primo potresti innamorartene perdutamente ^__*)
Nausiccaa mi è piaciuto anche se un po' meno di quel che mi aspettavo. Ma il mio giudizio è stato sicuramente condizionato dal manga che io considero, senza tanti giri di parole, un capolavoro ^___^
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