Il nome Katsuhiro Otomo non può che riportare alla mente quell' opera immensa che è Akira, sia nella sua versione manga ma ancor di più in quella filmica. Questo capolavoro infatti, che a distanza di più di vent' anni continua ad essere ancora moderno, è uno di quei film ai quali si deve lo sdoganamento dei lungometraggi d'animazione giapponesi, dando finalmente a noi occidentali una valida alternativa ai Classici dello Zio Walt. Autore non particolarmente prolifico, il suo penultimo lavoro è il lungometraggio animato Steamboy, mega produzione che purtroppo non è riuscita a raggiungere i livelli di Akira probabilmente a causa di una sceneggiatura che non riusciva a stare al passo con una realizzazione tecnica di prim' ordine. Due anni più tardi, Otomo presenta a Venezia il suo ultimo lavoro, Mushishi, live action tratto dal manga di Yuki Urushibara e sceneggiato a quattro mani dallo stesso Otomo e da Sadayuki Murai. Ambientata nel Giappone medievale, la storia ha per protagonista Ginko, medico errante conosciuto come Bugmaster. I Bugmaster sono esperti di Mushi, creature sovrannaturali che come parassiti albergano nell' organismo ospitante creando infezioni e malattie. Ginko viaggia per tuto il Giappone usando le sue conoscenze per guarire le persone infestate dai Mushi. Nel suo peregrinare sarà costretto ad affrontare un avvenimento traumatico del suo passato strettamente legato ad un Mushi che alberga nel suo corpo sin da quando era bambino. Il film ci introduce in questo mondo come meglio non si potrebbe: la parte iniziale sfrutta a meraviglia la particolare ambientazione storica con tutto il suo carico di misticismo e superstizioni. La regia di Otomo pare particolarmente ispirata e la fotografia (che diventa più "sporca" durante i flashback) mette in risalto le splendide location giapponesi. Nella prima parte assistiamo al lavoro di Ginko mentre aiuta una bambina a liberarsi di un Mushi particolarmente insidioso, intervallato dai suoi ricordi d' infanzia quando, rimasto orfano della madre, si affidò alle cure di una Bugmaster di nome Nui. A quest' introduzione assolutamente affascinante (per i motivi indicati poco sopra) non segue però uno svolgimento e una conclusione che lo siano altrettanto: quando il film si inoltra nella storyline principale la magia si rompe e il film perde in un attimo quell' aura di film d'autore che si stava appena costruendo. La regia di Otomo si fa anonima e la scrittura si dimostra quanto mai approssimativa, mentre sullo schermo si alternano personaggi principali e comprimari piatti e del tutto superflui forse introdotti soltanto per mantenere il più possibile la fedeltà verso l'opera originale, non che questo rappresenti in alcun modo una giustificazione. Mentre il film si adagia stancamente su di un finale aperto ai limiti della comprensibilità, a rimanere impressa è soprattutto la bella colonna sonora che da sola non basta però a salvare Mushishi dal' insufficienza.
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8 comments:
Se non l'hai ancora fatto devi assolutamente vederti FREEDOM di Freedom Committee, disegni di Otomo. 7 episodi in tutto!
La Città Incantata è stupendo! Eppure io preferisco Howl!
@francy: Freedom è un progetto che mi ha interessato fin dal principio e lo recupererò il prima possibile!
Veramente difficile stabilire un Miyazaki migliore di un' altro ^___*
Si bisogna assolutamente recuperare Freedom! Per quanto riguarda Mushishi, nella prima parte mi era piaciuto, ma la seconda parte, che delusione...
@Nick: peccato perchè l'inizio era veramente promettente!!!
Mi hai fatto venire voglia di rivedere Akira!! Visto che ci sono dò anche una rispolverata al fumetto và! :)
@Vagabond: benissimo!!! Non sarà certo tempo sprecato, anzi ^___^
Grazie per la visita e per il commento...ricambierò ^___^
mi faceva ridere il ragazzo con le corna,ma film carino.yu aoi era bellissima e sexy...
@nori: film per metà bello e per metà bruttobrutto ^___^
Yu Aoi è sempre bellissima ^__*
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