Wednesday, January 28, 2009

Calci in faccia dalla città della violenza

Tae-su, poliziotto dell' anticrimine di Seul, torna nella sua città natale dopo quasi dieci anni. Il suo rientro purtroppo non avviene nelle più felici delle occasioni visto che si trova a dare l'ultimo saluto all' amico di infanzia Wang-jae, probabilmente ucciso da un gruppo di teppistelli con i quali ha avuto una lite. La situazione in città è molto cambiata, le strade sono invase da bande giovanili e la criminalità sembra fuori controllo. Lo stesso Pil-ho, anche lui amico di vecchia data di Tae-su, sembra invischiato fino al collo in un brutto giro di estorsioni atte a portare via i terreni alla povera gente per trasformare una grossa area in zona turistica con tanto di casinò. Sospettando che lo strano omicidio di Wang-jae e la corsa al potere di Pil-ho possano essere in qualche modo collegate, decide di indagare insieme al giovane Dong-hwan, finendo per trovarsi contro tutta la malavita cittadina. Film come The City of Violence di Seung-wan Ryoo, rischiano sempre di andare a sbattere duramente contro l'indistruttibile muro del "già visto". Difficile infatti trovare nella sceneggiatura, alla quale lo stesso Ryoo collabora alla stesura, qualche elemento di novità. Eppure, questo essere a suo modo classico, rappresenta uno dei punti di forza del film: con un tocco malinconico il regista coreano racconta una storia di amicizia tra cinque adolescenti che purtroppo non sopravvive al passare del tempo. La malavita, la droga, rivalità, complessi di inferiorità, si mettono in mezzo e lacerano i rapporti fin quando ognuno prende la propria strada, chi quella buona, chi quella cattiva, fino alla resa dei conti finale dal sapore di amara vendetta. Insomma, come si diceva, una storia risaputa vista centinaia di volte ma valorizzata da una regia in grado di esaltare i momenti più cool del film, i frenetici combattimenti coreografati splendidamente da Jung Doo-Hong. Impossibile dimenticare di menzionare la sequenza della gigantesca (ma ordinata) rissa tra Tae-su e una variegata moltitudine di bande giovanili, omaggio piuttosto esplicito al grandissimo cult di Walter Hill, I Guerrieri della Notte (i membri di una delle bande sono addirittura vestiti in divisa da baseball, facce pitturate e la scritta "Warriors" nella maglia). Le due parti insomma si bilanciano bene, restituendo una pellicola che non è certo tra le migliori arrivate dalla Corea in questi anni, ma risultando comunque parecchio godibile.

4 comments:

Giovanni Lembo said...

Dalla Corea certo è arrivato di molto meglio, ma questo pur essendo narrativamente molto semplice ha un suo perchè nelle riproposizione dell'amicizia virile alla John Woo e nelle coreografie all'arma bianca. Divertente.

Killo said...

Mi devo aspettare qualcosa di violento come in "old Boy"?

Giovanni Lembo said...

A mio avviso meno disturbante e più "ludico" di Old Boy...

Weltall said...

@Vagabond: perfettamnete d'accordo! Una visione che mi ha coinvolto e divertito dall' inizio alla fine e soprattutto non mi ha fatto rimpiangere di aver acquistato il dvd praticamente ala cieca ^__*

@killo: quoto il commento di Vagabond dopo il tuo: la vendetta di Tae-su non ha niente a che vedere con quella di Oh-Daesu ^___*