SUKIYAKI WESTERN DJANGO su I-FILMSONLINE
Il cinema giapponese incontra il western. E' già successo in tempi non certo recenti che il jidai-geki si sia prestato ad interpretazioni in chiave western, basti pensare al capolavoro di Kurosawa, I Sette Samurai e I Magnifici Sette di John Sturges. Ma viceversa? Per un genere considerato di nicchia non dovrebbe sorprendere che praterie, pistoleri e cowboys non abbiano trovato certo spazio nel paese del Sol Levante. Almeno fino a Takashi Miike. Quello che è considerato, a ragione, uno dei più prolifici ed importanti autori del cinema giapponese di oggi, arriva al film di genere (ufficialmente il primo nella sua sterminata filmografia) a suo modo, puntando già dal titolo ad una completa ibridazione: paesaggi polverosi nei quali si stagliano architetture tipicamente nipponiche. Costumi che miscelano componenti orientali ed occidentali. Uomini armati di pistole e katane. Basta il titolo però per capire quanto Sukiyaki Western Django voglia essere una reinterpretazione/omaggio allo Spaghetti Western italiano in generale, e al leggendario pistolero di Sergio Corbucci nello specifico.
Questo è l' inizio della mia nuova recensione per Sukiyaki Western Django di Miike, riscritta per i-filmsonline in occasione dell' uscita nelle sale del nuovo film di Quentin Tarantino, Django Unchained. La potete leggere per intero qui.
Mentre se vi va di leggere la precedente, la trovate qui di seguito.
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