E' attribuibile all' uscita di Infernal Affairs, del duo Lau / Mak nel 2002, la nuova alba del poliziesco made in Hong Kong. Il film e i suoi due seguiti trovarono nel pubblico, non solo asiatico, un riscontro positivo cosa che convinse più di un produttore ad investire nel genere. Ad oggi il rappresentante più in vista è certamente Dante Lam con i suoi poliziotti tormentati e la deriva puramente action dei suoi film. Nel mezzo sarebbe davvero un peccato non citare Benny Chan con il suo New Police Story del 2004 ma sopratutto Connected nel 2008. Lontano dai personaggi "duplici" di Infernal Affairs e dagli intrecci impossibili di un qualsiasi film di Lam, Connected è una pellicola molto più semplice, partendo proprio da personaggi ben inquadrati nei loro ruoli: il protagonista (Louis Koo, Bullets Over Summer), ad esempio, classico uomo qualunque (difatti non sapremo mai il suo vero nome) esattore di crediti e padre fallito che si ritrova suo malgrado a fare l' eroe per salvare la bella Grace (Barbie Hsu) rapita senza apparente motivo. C' è poi il poliziotto buono (Nick Cheung, Beast Stalker) relegato alla stradale ma dall' indomito istinto da detective, e i cattivi che ricoprono il loro ruolo a tutto tondo, senza se e senza ma. Ognuno di loro ha il suo spazio e la sua entrata in scena che sembra tracciare le coordinate di un copione già visto parecchie volte: tutto si svolge nell' arco di una giornata qualsiasi nella quale Grace viene rapita e rinchiusa in un capanno. Al suo interno un telefono fatto a pezzi attraverso il quale la nostra riesce ad effettuare una chiamata random che raggiunge l' ancora inconsapevole eroe che, dopo una prima diffidenza, decide di aiutare la donna in difficoltà. Incipit (rapimento), svolgimento (ricerca) e fine (confronto buoni/cattivi), un paio di efficaci twist narrativi e qualche macroscopica ingenuità danno l' idea che Connected sia un film piuttosto canonico e, se non vecchio, almeno fuori tempo massimo. Cosa che sarebbe potuta anche essere vera se al timone non ci fosse stato uno come Benny Chan. Il regista di Hong Kong infatti, conscio del fatto di trovarsi per le mani una storia che sarebbe potuta andare bene alla fine degli anni '80/ primi '90, decide di non sprecare un solo minuto dando al pubblico, ma sopratutto agli estimatori del genere, pane per i loro denti: la regia, sia che si tratti di una sparatoria o di uno scontro fisico, è sempre di ottimo livello, "pulita", mai confusionaria, esemplare anche quando riesce a trasformare un (lungo) inseguimento in auto nella sequenza che da sola si vale la visione del film. Ma bisogna attribuire a Benny Chan anche un altro merito: Connected è infatti il remake di Cellular, film americano del 2004 con Kim Basinger e Jason Statham, trascurabile al punto che se lo ricordano in pochi. Considerata la tendenza del recente cinema americano, è quanto mai curioso notare un caso di remake "al contrario" dove è il cinema orientale che pesca dall' occidente evitando però una mera ricalcatura ma infondendo alla pellicola una riconoscibile impronta personale, quella di Chan nello specifico. E Hong Kong impartisce ad Hollywood un' altra importante lezione.
Recensione già pubblicata su i-filmsonline.
1 comment:
un'interessante novità!
buon 2013
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