Friday, July 10, 2009
Il ragazzo che cavalcava i petardi
La Tailandia nel 1855 è un Paese che si affaccia ad un futuro economicamente prospero grazie agli accordi commerciali con l' Inghilterra. Gli allevamenti di bestiame si moltiplicano ma sono allo stesso tempo minacciati su più fronti: il giovane Jong Bang Fai ruba i bufali dagli allevamenti di Nai Hoi Singh che lui crede essere l'assassino dei suoi genitori. Ma c'è anche chi fa razzia nelle mandrie con lo scopo di diffondere nel territorio tailandese delle moderne macchine agricole provenienti dall' america. Se non fosse per quel particolare affetto che ormai mi lega a quelle produzioni che possiamo tranquillamente raggruppare sotto il nome "Thai Action Movies" (di cui Ong Bak è il più illustre rappresentante) avrei certamente liquidato questo Dynamite Warrior di Cahalerm Wongpin per quel filmetto ( o "accio" fate voi) che obiettivamente è, invece di trovarmi qui a fare considerazioni positive su di un genere che, nonostante i suoi limiti, continua a proporsi cercando strade sempre nuove e originali. In Ongbak e The Protector si lottava per recuperare qualcosa di sacro. In Ong Bak 2 le azioni del protagonista erano mosse dalla vendetta. In Chocolate l'autismo rendeva la protagonista come una spugna capace di assorbire le tecniche di combattimento solo osservandole. In Somtum, il sapore piccante del piatto tailandese rendeva un uomo enorme e un po' tonto, una furia rossa inarrestabile. In Dynamite Warrior c'è un atmosfera iniziale, con carri, bufali e mandriani, che ricorda tanto il western dove poi si inseriscono elementi di magia nera e il protagonista che combatte usando sia il muai thai che dei razzi (li lancia o, nel caso di quelli più grandi, li cavalca pure). Un mix sulla carta potenzialmente devastante ma che purtroppo, forse nel tentativo di trovare spazio per tutti questi elementi, rende la sceneggiatura troppo carica finendo per non esprire al meglio nessuna delle sue potenzialità e riducendo i personaggi a delle figure piatte senza un minimo di approfondimento. E non dico che avrei voluto chissà quale ricerca psicologica sui personaggi ma che almeno venisse spiegato come e perchè, ad esempio, Jong Bang Fai è diventato un esperto di razzi. La produzione di Prachya Pinkaew con Panna Rittikrai a coordinare le sequenze d'azione (ma qui interpreta anche il villain di turno), garantiscono un certo livello di entertaining quando ginocchiate e calci cominciano a piovere (veramente molto agile l'attore protagonista Dan Chupong), peccato solo per un eccessivo uso di effetti digitali che tolgono un po' troppa naturalezza a quello che è generalmente il fiore all' occhiello di questo genere di pellicole. Altri elementi che comunemente in questi film non si trovano, anche perché in Tailandia c'è una censura piuttosto rigida, sono sicuramente una violenza fin troppo esplicita ed una comicità tra il becero e grottesco (e mi riferisco a quella particolare sequenza dove il protagonista attende impaziente che alla figlia vergine del mago vengano le mestruazioni). Particolari che non lo rendono certo un film migliore di quello che è, ma che fa capire il perché sia stato distribuito un po' ovunque. Anche in Italia infatti è facilmente reperibile in DVD.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
2 comments:
lo cerco... eheheheh
@Pupottina: dovresti trovarlo senza problemi anche doppiato in italiano ^__*
Post a Comment