Il matrimonio della sorella, Rachel, permetta a Kim di allontanarsi dal centro per la riabilitazione e riavvicinarsi alla famiglia. Ma l' euforia della festa e l' eccitazione dei preparativi non riusciranno a tenere legati troppo a lungo i fantasmi di un passato fin troppo recente e doloroso.
Il matrimonio, cerimonia che celebra l' unione, diventa così occasione per ricucire, almeno parzialmente, strappi profondi. Jonathan Demme torna al cinema e porta con se per questo suo Rachel Gettin Married, tutto il bagaglio d'esperienze accumulato con i documentari. Ed eccolo imbracciare la telecamera a spalla e instancabile riprendere dai preparativi, alla cerimonia, dai festeggiamenti, al giorno dopo la festa, ogni momento di quei giorni frenetici. Come se si trattasse per davvero del video documentario sul matrimonio, Demme si prende tutto il tempo a riprendere pranzi, discorsi e preparativi. Ma non perde neanche momenti d' intimità, momenti privati di una famiglia che non può nascondere, neanche in occasione di un giorno di festa, i propri traumi. Demme non ha bisogno di scavare nel passato dei protagonisti, perché quello che riprende, esce fuori spontaneamente come l' infezione in una ferita mai rimarginata, mai disinfettata. I volti di Kim, di Rachel, del padre non possono nascondere alla telecamera quei sentimenti che le parole non esprimono, rabbia, dolore, senso di colpa. Parole che comunque troveranno la loro strada in più di un' occasione.
Tempi dilatati, immagini traballanti, possono scoraggiare chi si avvicina a questa pellicola senza l'interesse, o la voglia, di immergersi nella storia con tutti i suoi risvolti, anche quelli (apparentemente) insignificanti. Eppure mi sembra che si sia davvero poco che non vada nel film di Demme, ed ogni momento raccontato non è fine a se stesso ma utile nel mostrare anche solo uno sguardo, un sorriso dei protagonisti che, da soli, raccontano un tassello di trascorsi familiari solamente accennati.
E se l'insieme funziona è anche merito degli splendidi interpreti ma soprattutto di una bellissima e "stropicciata" Anne Hathaway, probabilmente al suo ruolo migliore.
Il matrimonio, cerimonia che celebra l' unione, diventa così occasione per ricucire, almeno parzialmente, strappi profondi. Jonathan Demme torna al cinema e porta con se per questo suo Rachel Gettin Married, tutto il bagaglio d'esperienze accumulato con i documentari. Ed eccolo imbracciare la telecamera a spalla e instancabile riprendere dai preparativi, alla cerimonia, dai festeggiamenti, al giorno dopo la festa, ogni momento di quei giorni frenetici. Come se si trattasse per davvero del video documentario sul matrimonio, Demme si prende tutto il tempo a riprendere pranzi, discorsi e preparativi. Ma non perde neanche momenti d' intimità, momenti privati di una famiglia che non può nascondere, neanche in occasione di un giorno di festa, i propri traumi. Demme non ha bisogno di scavare nel passato dei protagonisti, perché quello che riprende, esce fuori spontaneamente come l' infezione in una ferita mai rimarginata, mai disinfettata. I volti di Kim, di Rachel, del padre non possono nascondere alla telecamera quei sentimenti che le parole non esprimono, rabbia, dolore, senso di colpa. Parole che comunque troveranno la loro strada in più di un' occasione.
Tempi dilatati, immagini traballanti, possono scoraggiare chi si avvicina a questa pellicola senza l'interesse, o la voglia, di immergersi nella storia con tutti i suoi risvolti, anche quelli (apparentemente) insignificanti. Eppure mi sembra che si sia davvero poco che non vada nel film di Demme, ed ogni momento raccontato non è fine a se stesso ma utile nel mostrare anche solo uno sguardo, un sorriso dei protagonisti che, da soli, raccontano un tassello di trascorsi familiari solamente accennati.
E se l'insieme funziona è anche merito degli splendidi interpreti ma soprattutto di una bellissima e "stropicciata" Anne Hathaway, probabilmente al suo ruolo migliore.
5 comments:
Questo non lo ho mai sentito...
Ma mi sembra uno di quei film "mediocri"...
Sbaglio?
aspettative altissime per questo film, non vedo l'ora di vederlo
@Killo: no, no, tutt'altro che mediocre, amico mio ^__^
@Spino: aspetto di leggere il tuo parere allora ^__*
Demme è uno dei pochi cineasti intelligenti e lo ha dimostrando anche questa volta. Un film piccolo piccolo che racconta grandi storie.
veramente bello.
@Dirk: non potrei essere più d'accordo ^__*
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