C'è un vecchio uomo seduto sotto il portico di casa sua. Sta seduto in compagnia del suo cane, una birra in mano ed osserva l'America che cambia intorno a lui. Il volto non nasconde l' impietoso passare del tempo. Gli occhi sono quelli di chi ha conosciuto l'atrocità della guerra di Corea. La mani sono quelle di chi se l'è sporcate di sangue per il suo Paese e per il suo Paese ha continuato a lavorare negli anni a venire in una delle fabbriche simbolo dell' America, la Ford. Ora sta seduto ed osserva il suo Paese imbastardirsi, auto giapponesi prendere il posto di auto Americane, il suo quartiere diventare una comunità cinese. Sta seduto sotto il suo portico e difende la sua proprietà, il suo territorio, quel che resta di americano, ormai in minoranza tra le minoranze, alzando la mano in segno di minaccia mimando una pistola, l'indice è la canna, il pollice il cane. Ma quel vecchio uomo ha anche armi che non hanno bisogno di essere mimate, se serve a tenere lontani gli invasori, se serve a proteggere la sua proprietà, il suo terreno o la Ford Gran Torino che tiene in garage.
Ed è proprio la macchina, che da anche il titolo al film, l' espediente narrativo che mette in moto gli eventi, il cui tentato furto avvicina un vecchio testardo e un po' razzista ai suoi nuovi vicini asiatici. Una vicinanza forzata che distoglie un americano vecchio stampo dalle sue convinzioni, che gli mostra come sia possibile ancora fare ammenda, che la redenzione non è impossibile, che un uomo giunto all' ultimo traguardo come lui può ancora tramandare valori importanti, che non è mai tardi per essere un padre, sia con i proprio figli naturali che con un giovane Hmong o con un prete troppo giovane per aver compreso a fondo la vita e la morte.
Tocca ad un grande vecchio del cinema americano come Clint Eastwood portare sul grande schermo questa pellicola così piena di temi a lui cari e ricorrenti nella sua filmografia. La serie positiva di bellissimi film, ininterrotta da Mystic River, prosegue con questo Gran Torino, una storia di redenzione che tocca il cuore, un racconto di padri e figli di una sincerità disarmante, permeato da atmosfere che riportano alla mente il western classico.
Non spenderò parole per la regia inattaccabile o per la solidità di un film dove nulla sembra fuori posto. Preferisco dedicare un po' di spazio a ciò che da una marcia in più a questa pellicola, l'interpretazione dello stesso Clint che riveste i panni del vecchio Walt Kowalsky. Una recitazione fatta di sguardi, di grugniti, di gesti. Un' espressività unica resa ancora più speciale, e non di certo appannata, dagli anni che porta sulle spalle. Se poi dovesse per davvero essere il suo ultimo ruolo come attore, ce la teniamo stretta il suo Walt e lo conserviamo gelosamente come una delle cose più preziose che ci siano.
Ed è proprio la macchina, che da anche il titolo al film, l' espediente narrativo che mette in moto gli eventi, il cui tentato furto avvicina un vecchio testardo e un po' razzista ai suoi nuovi vicini asiatici. Una vicinanza forzata che distoglie un americano vecchio stampo dalle sue convinzioni, che gli mostra come sia possibile ancora fare ammenda, che la redenzione non è impossibile, che un uomo giunto all' ultimo traguardo come lui può ancora tramandare valori importanti, che non è mai tardi per essere un padre, sia con i proprio figli naturali che con un giovane Hmong o con un prete troppo giovane per aver compreso a fondo la vita e la morte.
Tocca ad un grande vecchio del cinema americano come Clint Eastwood portare sul grande schermo questa pellicola così piena di temi a lui cari e ricorrenti nella sua filmografia. La serie positiva di bellissimi film, ininterrotta da Mystic River, prosegue con questo Gran Torino, una storia di redenzione che tocca il cuore, un racconto di padri e figli di una sincerità disarmante, permeato da atmosfere che riportano alla mente il western classico.
Non spenderò parole per la regia inattaccabile o per la solidità di un film dove nulla sembra fuori posto. Preferisco dedicare un po' di spazio a ciò che da una marcia in più a questa pellicola, l'interpretazione dello stesso Clint che riveste i panni del vecchio Walt Kowalsky. Una recitazione fatta di sguardi, di grugniti, di gesti. Un' espressività unica resa ancora più speciale, e non di certo appannata, dagli anni che porta sulle spalle. Se poi dovesse per davvero essere il suo ultimo ruolo come attore, ce la teniamo stretta il suo Walt e lo conserviamo gelosamente come una delle cose più preziose che ci siano.
19 comments:
Tu non hai idea di quanto io abbia voglia di andare al cinema a vederlo...fantastico...
sbav
bellissimo e commovente..
@killo: devi andare assolutamente amico mio ^__^
@Spino: eh eh eh c'è da sbavare eccome quando si para di Clint ^__*
@Kaiser: non posso che essere d'accordo!!!
Grazie per la visita e per il commento, ricambierò quanto prima ^__*
Che altro aggiungere? Secondo me è il film dell'anno, e siamo ancora a marzo...
Alessandra
@Ale55andra: ci sono buone probabilità che dalla parte alta della classifica non lo schiodi nessuno ^__*
Sai, io invece sono rimasto molto deluso da questo film, proprio perchè Eastwood mi (ci) ha abituato troppo bene ormai.
Io "Gran Torino" l'ho trovato molto lento nella parte iniziale e (per me) solo dopo la metà ha cominciato a carburare...
Mi aspettavo molto di più (soprattutto dopo aver visto i trailer, che mi avevano esaltato non poco).
Peccato - per me -
grazie per averi "ricambiato" la visita!
alla prossima..
domani forse riesco a vedermi nemico pubblico e spero di pubblicare una recensione il prima possibile..
ci vediamo!
Clint Eastwood è semplicemente intramontabile, speriamo che possa regalarci altre interpretazioni come questa.
In Gran Torino regge la scena da solo, innervosisce, commuove e fa ridere (favolosi gli scambi con il barbiere italiano), fino a quel finale da groppo in gola..
Un film che secondo me avrebbe strameritato l'oscar al posto di the millionare! Vorrei vederlo in lingua originale, per vedere come grugnisce Clint! Bellissimo è dire poco.
L'ho visto ieri sera, sono ancora scosso e commosso... un capolavoro... Clint è l'ultimo dei grandi classici, spero che Dio gli doni l'immortalità perchè deve assolutamente continuare a fare film.
"La serie positiva di bellissimi film, ininterrotta da Mystic River...", permettimi di dissentire, prima di Mystic River c'è stato Gli Spietati, Un mondo perfetto, I ponti di Madison County, Mezzanotte nel giardino del bene e del mare... e ancora prima Bird, Gunny, Il cavaliere pallido... una serie interminabile di ottimi film!
Si si, tutto molto bello.
Ma quante persone che diranno che gli e' piaciuto moltissimo e che e' molto poetico e commovente, usciranno dalla sala pensandola alla stessa maniera su musulmani ed extracomunitari, senza avere neppure la scusante del senso di colpa per averli uccisi in guerra ?
Non e' che il cammino di redenzione sia un po' troppo comodo da un punto di vista ideologico?
Non sarebbe stato meglio invece di mettere in scena una persona che senza nessuna ragione, vera od apparente, odia gli altri semplicemte per noia, er paura, per ignoranza, o per insoddisfazione personale, per poi cambiare opinione alla luce dei fatti e riscoprire l'umanita', propria prima di tutto e poi degli altri in seconda battuta?
Visto ieri sera.
Ecco, ecco come dovrebbero essere tutti i film: interpretati da Clint.
@Sommobuta: probabilmente sei stato tradito dalle aspettative anche perchè mi è sembrato calibrato piuttosto bene nei tempi ^__^
@Kaiser: scherzi ^__^? E' sempre un vero piacere scoprire nuovi cineblog ^__*
@Sundance Kid: sono d'accordo e condivido la speranza che ci ripensi e decida di regalarci qualche suo altro ruolo da protagonista!
Grazie per la visita e per il commento ^__^
@Nick: purtroppo è uscito troppo tardi per gli Oscar...magari quelli dell' anno prossimo...chissà! ^__*
@Vagabond: ehm, temo di essere stato frainteso (ma effettivamente, da come ho scritto era impossibile non fraintendere) ^__^". Non intendevo certo dire che prima di Mystic River il buon Clint non abbia fatto nulla, anche perchè considero Gli Spietati un film enorme ^__^
Intendevo sottolineare una sequenza ininterrotta di ottimi film dopo quel Debito di Sangue che non mi aveva proprio convinto ^__*
Comunque sono molto contento che sia piaciuto anche a te!!!
@Kusanagi: interessanti i quesiti che poni.
Non credo che un film possa improvvisamente far cambiare idea alle persone: fondamentalmente anche chi si è commosso, se prima di entrare in sala aveva una determinata idea di immigrati, extracomunitari, mussulmani, quell' idea, mossa da ignoranza, diffidenza ecc., sarà rimasta tale e quale.
Il personaggio di Walt mi è piaciuto molto perchè al di la degli insulti, della sua ritrosia ad avvicinarsi agli altri (e non solo ai cinesi, ma alla sua stessa famiglia) c'è solo un vecchio solo che, arrivato alla fine della vita, vuole lasciare qualcosa di se, vuole essere il padre che non è stato in precedenza. Alla fine, la redenzione che cerca, anche quando si confessa, è quella. Non tanto per le persone uccise in guerra ma per il padre che non è mai riuscito ad essere.
Mamma quanto mi sono dilungato ^__^
@Heike: amen, amico mio ^__^
E' curioso, ma mi rendo sempre più conto che il cortocircuito che c'e' nella mia testa tra mondo reale e mondo seriale mi porta a pensare alla realtà come un tutt'uno con quel che vedo sullo schermo, mentre per lo più vedo che le persone quando entrano in sala smettono di esser se stesse, per prendersi una vacanza mentale da tutto, dai loro pregiudizi, dalle loro paure, e dalle loro angoscie.
Lo capisco dai giudizi sui film, che sono spesso in netto contrasto con il loro modo di pensare, e con il loro modo di essere.
E poi mi sento rispondere la classica frase "ma quello è un film, nella realtà è diverso".
E tra me e me penso che quella diversità è solo nella loro testa.
Perchè come diceva Yoda, pensare che una cosa sia infattibile significa credere che sia infattibile, e non far nulla per farla diventare reale.
@kusanagi: chi la pensa in quella maniera ha trovato solo un modo molto comodo per rimanere sulle proprie posizioni, dando al film la sua unica dimensione di "fiction" per nulla attinente alla realtà.
Mi piace pensare però che, in fondo in fondo, una pellicola che tratta certi argomenti, faccia muovere qualche rotella arrugginita anche a chi soffre di ristrettezza mentale ^__^
Anche questo mi manca, purtroppo. Già persi molti treni ma conto ancora di vederlo in sala. Sicuramente non rimarrò deluso lette anche le numerose recensioni entusiastiche e conoscendo quanto sia grande il cinema di Eastwood.
@Luciano: sicuramente non ti deluderà! Devi fare il possibile per vederlo in sala!!! ^__^
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