Thursday, March 05, 2009

La radice quadrata di ONG BAK

Gli elefanti sono animali sacri in Tailandia. Creature dall' indole pacifica ma così maestose da essere usate in guerra al fianco degli imperatori. La loro imponente stazza, punto di forza sul campo di battaglia, si contrappone alla debolezza di un addome scoperto dagli attacchi nemici. Per questo esiste da secoli un gruppo di guerrieri, addestrati all' arte del Muhai Thai, il cui compito è la difesa incondizionata degli elefanti. Kham e il padre sono diretti discendenti di quei guerrieri e vivono con gli elefanti nella foresta. Durante una fiera in cui l'elefante più anziano sarebbe stato scelto dal re in persona, il padre di Kham viene aggredito e il vecchio animale rapito con il suo cucciolo Kern. Kham scopre che entrambi gli animali sono stati portati a Sidney in Australia e con l'aiuto di un agente di polizia suo connazionale, trova indizi che lo conducono ai rapitori, una potente famiglia mafiosa tailandese, e ad un ristorante gestito da uno dei suoi esponenti, la pericolosa Madam Rose. Non appare affatto strano che il working title del film datato 2005 di Prachya Pinkaew fosse Ong Bak 2, poi diventato Tom Yum Goong (un tipico piatto tailandese e il nome del ristorante su citato) e The Protector per la versione export. Non appare strano perchè per molti versi, questo film è la copia adeguatamente modificata di Ong Bak. Dove nel primo veniva rubata la testa del Budda, qui a sparire sono due elefanti "sacri". In entrambi i casi il protagonista campagnolo parte per la grande città. Dove in Ong Bak c'era un inseguimento con i tre ruote, in The Protector c'è n'è uno con dei piccoli motoscafi. Anche l' attore Petchtai Wongkamlao, che in Ong Bak interpretava il compaesano del protagonista trasferitosi in città, qui interpreta il poliziotto Mark che fa coppia con Kham nella ricerca degli elefanti. Tanti punti in comune insomma, peccato solo che in The Protector la qualità generale si sia abbassata sensibilmente e non per colpa della sceneggiatura, sempre di una semplicità elementare ed estremamente lineare, ma soprattutto per un montaggio "a cazzo di cane" come lo definirebbe il buon Renè Ferretti, che non si limita a troncare la narrazione in maniera scriteriata ma anche le sequenze d'azione ne risultano compromesse. In due occasioni, che si meritano senza ombra di dubbio la citazione, la regia di Pinkaew si fa ambiziosa: la prima vede il grandissimo Tony Jaa combattere in un vecchio deposito contro una variegata banda di motociclisti, tipi in bicicletta o rollerblade, con la macchina da presa che lo segue senza perderlo di vista un 'attimo dentro e fuori dei vecchi vagoni ferroviari. La seconda, impressionate per durata e organizzazione scenica, è un piano sequenza di circa quattro minuti dove il nostro eroe sale quattro piani di un palazzo (una scalinata circolare che si arrampica sulla parete interna dell' edificio) picchiando come un indemoniato e sfasciando tutto lo sfasciabile. Da applausi. Il resto è tutta una serie di duelli anche abbastanza ridicoli (il fondo lo si tocca nel combattimento con le ossa di elefante) se escludiamo quello con la superstar vietnamita Johnny Nguyen, bravo ed agile almeno quanto il buon Tony Jaa. Alla fine, per quanto si possa apprezzare il genere, è innegabile il passo indietro fatto rispetto ad Ong Bak e la sensazione che si sia sprecata una buona occasione.

5 comments:

Pupottina said...

promettente!!!!

nicolacassa said...

Ah cavoli avrei voluto vederlo!! :)

Pupottina said...

che faccio allora aspetto le tue recensioni? credo però che the wrestler sia un film sicuramente bello.... anche se rourke preferisco ricordarlo in altri film dove aveva tutt'altro aspetto... ;-)

Anonymous said...

Ma a me era piaciuto da matti comunque. E' un film grezzo e rozzo in cui vale solo vedere Tony Jaa che spacca le ossa a tutti! :)
Hai ragione, il montaggio ogni tanto impazzisce per diventare funzionale solo all'obiettivo del film, cioè far vedere Tony Jaa che mena. Effettivamente ogni tanto sembra che vengano appiccicate le azioni girati senza quasi un raccordo.
Tra l'altro quanto è bello il cammeo di Jackie Chan? :)
Quel piano sequenza rimane uno dei miei preferiti di sempre, se la gioca con l'inizio dell'Infernale Quinland! :) Ovviamente schezo, ma è un ps da paura!
Saluti.
Para

Weltall said...

@Pupottina: promettente si, però non mantiene tutto quello che promette ^__^

@Nick: ci sarà occasione ^__^

@Pupottina: secondo me The Wrestler puoi andarlo a vedere anche senza leggerne da me (non che la cosa sia fondamentale comunque ^__*)

@Para: si, si. Ma io divertito mi sono divertito, ci mancherebbe ^__^. Ho voluto solo mettere in evidenze dei difetti oggettivi, molto marcati, che in Ong Bak e in Chocolate non ci sono. Comucnque quel piano sequenza è impressionante...andrebbe visto e rivisto un' infinità di volte ^__*