Monday, March 02, 2009
Achilles and the Tortoise OVVERO Kitano raggiunge la sua "tartaruga"?
Ed ecco Achilles and the Tortoise, terzo e ultimo capitolo della trilogia che Kitano dedica a se stesso al suo difficile rapporto con la settima arte. Per esaminare questa sua ultima fatica però è necessario fare un passo indietro e tenere ben presente il suo film precedente, Glory to the Filmmaker, con il quale Achilles and the Tortoise ha diversi punti in comune. Pur non interpretando se stesso, è impossibile non vedere Kitano, un vero e proprio autodidatta del cinema, dietro al personaggio di Machisu, a sua volta autodidatta nella pittura che insegue il sogno di diventare pittore senza mai raggiungerlo. Achilles and the Tortoise è diviso in capitoli ordinati cronologicamente, ognuno dei quali dedicato ad un periodo della vita di Machisu attraverso i quali è possibile fare un parallelo con il percorso cinematografico del Maestro: Machisu/bambino disegna spinto dalla pura passione e trova ispirazione, nella scelta dei soggetti e dei colori, grazie all' inconsapevolezza tipica della sua età. Lo stesso Kitano arriva a trovarsi dietro la macchina da presa per puro caso e compensa la sua totale inesperienza con la curiosità di chi si trova a provare un nuovo e affascinante giocattolo. Machisu/ragazzo è costretto a confrontarsi con la sua totale mancanza di educazione artistica che lo porta ad imitare i grandi artisti e a perdere l' innocenza che l'aveva guidato fino ad allora. Il Kitano di Glory to the Filmmaker si trova praticamente allo stesso punto. Svuotato delle sue idee da autodidatta, si imbarca in progetti fallimentari che ricalcano lavori fatti da altri (i classici di Ozu o l' horror in stile Nakato o Shimitzu). Machisu/adulto non ha ancora combinato nulla nella vita, non ha un lavoro e non è riuscito ad affermarsi come pittore. La necessita di trovare uno stile suo, che sia anche accettato dei galleristi, lo porta a sfasciare la sua famiglia e ad arrivare a gesti estremi vicini al suicidio. Questa rappresenta anche l' ultima e più recente fase del Kitano regista. Il suicidio torna come tema perché, artisticamente parlando, è quella la direzione che sembra aver preso il cinema di Kitano. Il film nonsense che gira nella seconda parte di Glory to the Filmmaker, in fondo non è poi così diverso dai tentativi di "pittura estrema" di Machisu. A differenza di Glory to the Filmmaker però, qui ritroviamo un Kitano ispirato (almeno in parte) come ai tempi di Kids Return, Hana-bi o Kikujiro. Un Kitano che forse sta ritrovando la sua strada o forse semplicemente consapevole che, come Achille non raggiungerà mai la tartaruga, anche lui sarà sempre un passo indietro, sia dal diventare un cineasta soddisfatto di se, o semplicemente dal trovare la dimensione artistica che lo soddisfi. O forse, come il finale del film potrebbe lasciar supporre, ha semplicemente trovato il giusto compromesso.
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10 comments:
molto interessante questa (quasi auto)biografia... ;-)
...ho un po' di film in arretrato...tanto per cambiare...
Beh, dopo aver terminato la visione di questo film, mi sono sentito sollevato: Sembra che si sia raggiunto un equilibrio ed una pace interiore. Grande Kitano!
@heraclitus: si, conclusione molto attesa per questa trilogia tanto sofferta (soprattutto da noi suoi estimatori ^__*)
@dreca: anche io tanti ^__^
@Nick: amen cugino ^__*
uno che devo recuperare senz'altro, perche' Demme e' uno dei miei autori preferiti
@kusanagi: allora il recupero è d'obbligo ^__*
Ma è stato comprato da un qualche distributore italiano??? Io voglio vederlo! ;___;
@panapp: guarda, nessuno ha ancora comprato Glory to the Filmmaker quindi non so quanto ci sarà da aspettare per vedere Achilles ufficialmente qui da noi T__T
Visto che si sono dimenticati anche di TAKESHIS', cosa dobbiamo fare, pregare?
Ciao!
@schegge: perlomeno Takeshi's è uscito in dvd per la Dolmen. Dobbiamo pregare perchè Glory to the Filmmaker e Achilles prendano almeno questa strada ^__*
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