Tuesday, December 09, 2008

"Quando sarà grande, come lo spiego a mio figlio perchè viviamo dietro ad un muro?"

A Città del Messico c'è un quartiere residenziale come quelli che si possono trovare in tantissime città: belle villette monofamiliari, prati verdi, giardini curatissimi e campi da golf. L' unica differenza è che questo quartiere rimane separato dal resto della città, dai bassifondi, da un muro sorvegliatissimo che ne circonda il perimetro. Questo piccolo "paradiso" artificiale è chiamato "La Zona" e i suoi benestanti abitanti godono al suo interno di particolari benefici grazie ad uno statuto speciale. Una notte tre ragazzi entrano nella Zona approfittando di un blackout con l'intento di mettere a segno qualche furtarello. Sfortunatamente vengono scoperti e la loro sortita finisce in tragedia. Un' anziana abitante della Zona rimane uccisa, così come una guardia e due dei ragazzi. Il terzo si da alla fuga ma i residenti, temendo che l'intervento della polizia possa influire in negativo sui vantaggi del loro statuto, decidono di risolvere le cose a modo loro dando inizio ad una vera e propria caccia all' uomo. Molto interessante e per nulla da sottovalutare l'esordio registico del giovane messicano Rodrigo Plà. Il suo film, La Zona, comincia mettendo in evidenza un forte contrasto tra l' "interno" e l' "esterno": veniamo accolti dalle belle e solari immagini della Zona fino a quando non ci rendiamo conto che questo posto idilliaco è circoscritto da un muro altissimo e, dall' altra parte, nient'altro che il grigiore dei quartieri poveri. Benestanti e meno abbienti. Chi guadagna con il proprio lavoro e chi vive di espedienti. Proprio quando pare evidente che l'accento viene posto su queste sostanziali differenze, Plà procede, minuto dopo minuto, ad abbattere quel simbolico "muro" (ma anche quello fisico non appare poi così invalicabile) e a mostrarci, rimanendo comunque super partes, quanto tutte le persone, qualsiasi sia il loro ceto sociale, poste in particolari condizioni si trasformino in belve assetate di sangue: i giovani ladruncoli non esitano ad uccidere per un esiguo bottino. Gli abitanti della zona si auto nominano giudici, giuria e boia pur di difendere il loro benessere. L' unico sguardo disincantato è quello dell giovane Alejandro che da ignaro abitante della zona, diventa responsabile ed unica speranza di Miguel, il ladruncolo in fuga. Alejandro è l'impotente testimone (così come noi) del drammatico epilogo della vicenda, della violenta presa di coscienza di come i soldi comprano tutto: fuori dal muro, la polizia. Al suo interno, la vita delle persone. Trovarsi da una parte o dall'altra di quella barriera nulla cambia. E' tutto uguale, tutta la stessa merda.

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8 comments:

Killo said...

Questo non lo ho mai sentito...

Sicramente lo saprai già...ma prossimamente ci sarà un film in uscita che deve essere proprio struggente...

si intitola: "il bambino col pigiama a righe"

Weltall said...

@killo: Mi informo su questo film perchè i ltitolo mi dice poco!
Comunque La Zona è u nfilm che merita il recupero, fidati ^__^

Spino said...

prima o poi lo vedo, è da quando è uscito che mi interessa. ma gli attori sono presi dalla strada?

Weltall said...

@spino: non te lo so dire se gli attori son professionisti o meno...però il film merita ^__^

Pupottina said...

O_O

buon giovedì

Weltall said...

@pupottina: altrettanto a te ^__^

nicolacassa said...

proprio bella la trama cugino!!! Un giorno lo recuperiamo se ti va!! :)

Weltall said...

@Nick: assolutamente si ^__^