Cosa sono due giorni nella vita di una coppia?
Ben poca cosa, ma possono rappresentare tutto a seconda delle circostanze e del contesto nel quale due persone si trovano.
Lui è Jack, americano che di lavoro fa il designer. Lei è Marion, fotografa francese. Dopo due anni la loro storia arriva ad un crocevia fondamentale quando, di ritorno da un viaggio a Venezia, decidono di trascorrere due giorni a Parigi. Ma l'immersione di lui nel mondo di lei, e soprattutto nei suoi passati trascorsi sentimentali, avrà delle ripercussioni del tutto inaspettate nel loro rapporto.
Julie Delphy, che qui dirige, scrive, monta, musica e recita anche nel ruolo di Marion, imbastisce su questi presupposti una commedia deliziosa con la quale non solo mette a nudo il rapporto tra Jack e Marion ma, in scala più grande, i rapporti sentimentali nel loro complesso. Jack e Marion si frequentano da due anni ma in fondo, fino alla loro sosta a Parigi, non si "conoscevano" ancora.
La particolare cornice che fa da sfondo alle vicende, spogliata completamente del suo romanticismo, non rappresenta di per se un ostacolo tra i due: le differenze culturali permettono alla Delphy di giocare con particolari situazioni (i turisti americani in pieni "Codice Da Vinci Tour" e il pranzo con i genitori di Marion) e con i classici luoghi comuni (le frecciatina alla politica estera americana o sul fatto che i francesi non si lavino). I problemi che vengono a galla, alla resa dei conti, vanno oltre il "lost in translation" perché non è nella comunicazione che io due difettano (anzi, il film è sorretto soprattutto dai dialoghi tra i due, tra l'altro veramente ben scritti) ma più che altro nella comprensione reciproca, nell' accettare il partner in tutte le sue sfumature, nella capacità di scendere a compromessi con il passato. Scoprire la vita amorosa di lei ma soprattutto il fatto che tiene ancora ottimi rapporti con i suoi ex amanti, fa si che Jack erga un muro tra i due. Le piccole ed in fondo ingenue bugie che Marion dice per proteggerlo, non fanno che rafforzare questo muro. Riuscire a guardare oltre quel muro è un primo passo per stabilire quell' equilibrio fondamentale per due persone che si trovano a dover condividere la propria vita.
Sorprendente come la regista francese riesce a fare questa riflessione sulla coppia mantenendo il film costantemente sui binari del divertimento e dell' ironia. A tal proposito credo valga la pena menzionare l'interpretazione di Adam Goldberg (la Delphy, che lo dico a fare, è splendida come sempre) che trasmette costantemente la sensazione di un uomo perduto in un universo alieno e incomprensibile.
Ben poca cosa, ma possono rappresentare tutto a seconda delle circostanze e del contesto nel quale due persone si trovano.
Lui è Jack, americano che di lavoro fa il designer. Lei è Marion, fotografa francese. Dopo due anni la loro storia arriva ad un crocevia fondamentale quando, di ritorno da un viaggio a Venezia, decidono di trascorrere due giorni a Parigi. Ma l'immersione di lui nel mondo di lei, e soprattutto nei suoi passati trascorsi sentimentali, avrà delle ripercussioni del tutto inaspettate nel loro rapporto.
Julie Delphy, che qui dirige, scrive, monta, musica e recita anche nel ruolo di Marion, imbastisce su questi presupposti una commedia deliziosa con la quale non solo mette a nudo il rapporto tra Jack e Marion ma, in scala più grande, i rapporti sentimentali nel loro complesso. Jack e Marion si frequentano da due anni ma in fondo, fino alla loro sosta a Parigi, non si "conoscevano" ancora.
La particolare cornice che fa da sfondo alle vicende, spogliata completamente del suo romanticismo, non rappresenta di per se un ostacolo tra i due: le differenze culturali permettono alla Delphy di giocare con particolari situazioni (i turisti americani in pieni "Codice Da Vinci Tour" e il pranzo con i genitori di Marion) e con i classici luoghi comuni (le frecciatina alla politica estera americana o sul fatto che i francesi non si lavino). I problemi che vengono a galla, alla resa dei conti, vanno oltre il "lost in translation" perché non è nella comunicazione che io due difettano (anzi, il film è sorretto soprattutto dai dialoghi tra i due, tra l'altro veramente ben scritti) ma più che altro nella comprensione reciproca, nell' accettare il partner in tutte le sue sfumature, nella capacità di scendere a compromessi con il passato. Scoprire la vita amorosa di lei ma soprattutto il fatto che tiene ancora ottimi rapporti con i suoi ex amanti, fa si che Jack erga un muro tra i due. Le piccole ed in fondo ingenue bugie che Marion dice per proteggerlo, non fanno che rafforzare questo muro. Riuscire a guardare oltre quel muro è un primo passo per stabilire quell' equilibrio fondamentale per due persone che si trovano a dover condividere la propria vita.
Sorprendente come la regista francese riesce a fare questa riflessione sulla coppia mantenendo il film costantemente sui binari del divertimento e dell' ironia. A tal proposito credo valga la pena menzionare l'interpretazione di Adam Goldberg (la Delphy, che lo dico a fare, è splendida come sempre) che trasmette costantemente la sensazione di un uomo perduto in un universo alieno e incomprensibile.
8 comments:
Due giorni a parigi?
DUE GIORNI A parigi!?!?!
vOGLIAMO TETTE!
Vogliamo Girls Rebel Force!!!
hehehehe
Spero ti abbia divertito. ^^
Aspetto recensione eh?
@torakiki: ah ah ah arriva, arriva...forse oggi stesso ^__*
l'amore, ma soprattutto i rapporti interpersonali sono sempre un tema affascinante da trattare. sono un mondo completamente sconosciuto perchè dipende ogni volta da due variabili combinate sempre diverse: 2 individui che si incontrano, con tutto il loro bagaglio di esperienze, delusioni, passato e paure.
Oggi sono troppo coinvolta per dire di più...
un abbraccio
@violavic: innanzi tutto ti ringrazio per questo bel commento, dico sul serio ^___^
Ciò che dici è verissimo e vale per ogni relazione. Proprio per via del bagaglio di sentimenti ed esperienze che ciascuno si porta dietro, è necessario un compromesso reciproco per far si che, invece di rappresentare un' ostacolo, possa essere usato per costruire un futuro.
Se più in la ti andrà ti tornare sull' argomento sai dove trovarmi ^__^
Sono d'accordo, una divertentissima e intelligentissima commedia dai toni radical-chic. E poi loro due sono davvero fenomenali, soprattutto lui nel rappresentare lo spaesamento di una persona che si sente estranea e che per la maggior parte del tempo non ci capisce na mazza ^^
@ale55andra: verissimo!!! Esemplari tutte le scene nei taxi e il pranzo in casa dei genitori!!!
Poi i dialoghi tra i due sono meravigliosi ^___^
Un film niente male per davvero.
@roberto: mi fa piacere trovarti d'accordo ^___^
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