Monday, March 03, 2008

Colpevole fino a prova contraria

Soredemo Boku Wa Yattenai è il titolo del film di Masayuki Suo ma è anche la frase (Comunque sia, non sono stato io) con la quale il protagonista della pellicola, Kaneko Tappei, si difende e non da un'accusa qualsiasi. Un giorno mentre si reca ad un importantissimo colloquio di lavoro è costretto a salire su di un vagone del treno pieno di gente. Accidentalmente un lembo della sua giacca rimane chiuso fuori dalle porte e nel tentativo di liberarlo urta e spinge le persone intorno a lui che per la ressa gli sono attaccate. Arrivato alla sua fermata, una ragazzina in divisa scolastica lo afferra per un braccio e lo accusa di averla palpeggiata. Da quel momento all'arresto il passo è decisamente breve: nonostante si proclami innocente sin dal primo interrogatorio, viene accusato del reato contestatogli e incarcerato. Sottoposto a continui interrogatori il cui unico scopo è quello di convincerlo a confessare, riesce grazie all' aiuto della madre e di un amico a trovare una coppia di avvocati disposti ad affrontare la classica "battaglia contro i mulini a vento" per difenderlo. Non si tira in ballo Don Chisciotte così tanto per fare. Il film, pur nella sua dimensione fiction, porta allo spettatore dei dati reali: il 99,9% dei casi di palpeggiamento finiscono con la condanna dell' imputato. La percentuale è altissima perché contiene anche chi si dichiara colpevole prima del processo. D'altro canto, solo 3 processi su 100 terminano con un' assoluzione e la cosa è parecchio preoccupante soprattutto se si pensa che nella confusione della metropolitana chiunque potrebbe accusare o essere accusato. Masayuki non sceglie un tema qualsiasi come non è dettato dal caso il luogo dove avviene il misfatto che vede coinvolto il giovane protagonista (la metropolitana o i treni in generale sono i luoghi dove avvengono il maggior numero di molestie alle donne). Il regista (che scrive anche la sceneggiatura) attraverso la vicenda di Kaneko Teppei vuole raccontare una storia come tante, di chi si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e finisce nelle "grinfie" del sistema di giustizia giapponese. Ed è proprio su quest' ultimo che Masayuki punta il dito, un sistema che con la "presunzione di colpevolezza" costringe l'imputato (innocente o colpevole che sia) ad ammettere i propri capi d'accusa per poter essere rilasciato dietro pagamento di una multa. Nel caso ci si rifiuti, si viene incarcerati (anche per tre mesi) in attesa del processo. Unica nota negativa di un film che nonostante duri più di due ore si fa seguire più che volentieri, è il tentativo di trasformare alcune scene in una lezione di diritto penale giapponese. Mi spiego meglio: i personaggi parlano, snocciolano dati reali ma più che recitare sembrano saliti in cattedra a fare la lezioncina e la "dimensione filmica" si perde un po' per strada. Nonostante questo piccolo neo, il film è da vedere soprattutto se siete interessati a scoprire tutto sulla società giapponese, in questo caso le zone d'ombra della giustizia.

NOTE A MARGINE: i sottotitoli saranno presenti su quel famoso
sito tra una ventina di giorni. Io ho potuto usufruirne perché sono imparentato con chi ha effettuato la traduzione (grande Nick ^__^!)

9 comments:

Anna Maria said...

Quando ho letto la trama di questo film mi è venuto in mente il personaggio dall' occhietto azzurro del mio piccolo racconto :)

Mi mette curiosità, mi sa che lo vedrò ;)

Ciao weltall ^^

nicolacassa said...

Si, abbastanza pesante da vedere e ancora di più da tradurre...ma è una pietra epocale in Giappone perchè è il primo film che con coraggio si mette contro il sistema.

Killo said...

Va che sei troppo forte, ogni volta che c'è una bella immagine di un film la piazzi sempre come titolo...bellissimo...

Anonymous said...

Eh ma non vale essere imparentato col traduttore!!!! ^__-

Sembra proprio un gran bel film!

Weltall said...

@inenarrabile: è un film interessante ma che richiede parecchia attenzione per seguire bene tutti i dialoghi (anche quelli più tecnici)
Fammi sapere ^__*

@Nick: infatti proprio per questo è interessante. Mi fa piacere averlo visto ^__^

@killo: eh eh eh ti ringrazio! Faccio quel che posso ^__*

Weltall said...

@francy: bisogna sfruttarli questi vantaggi quando ci sono ^___*
Secondo me merita una visione soprattutto se si ha interesse nel Giappone e a tutte le sue sfacettature ^__^

Anonymous said...

Io lo sono eccome interessata al Giappone e a tutti i suoi aspetti! Ho letto e approfondito la questione riguardante il sistema giudiziario, sul blog di Nico, e sono rimasta senza parole. Non che pensassi che il Giappo fosse il paese dei balocchi, ma non pensavo nemmeno una cosa del genere.. O__O

Weltall said...

@francy: devo dire che ho avuto la tua stessa reazione!
La molestia sulle donne è un crimine vigliacco ma combatterlo inasprendo sino a questo punto i meccanismi della giustizia mi sembra eccessivo.
Si finisce, paradossalmente, per avere terrore di prendere il treno o la metropolitana...

Weltall said...

@photo album software: ...ehhh???