Oskar è un ragazzino di undici anni particolarmente intelligente, curioso ma "limitato" da tante piccole e grandi fobie. Frugando tra le cose del padre, morto durante l' attentato dell' 11 settembre 2001 al World Trade Center, trova una chiave la cui unica indicazione è un nome scritto nella busta che la conteneva. Partendo solo da questo piccolo indizio, Oskar intraprende un viaggio per i quattro angoli di New York per trovare la serratura o il lucchetto adatto per la sua chiave. Non è la prima volta che la particolare narrativa di Jonathan Safran Foer arriva al cinema: già il suo primo romanzo, Ogni Cosa è Illuminata, era stato da lui stesso adattato e diretto per il grande schermo riuscendo nell' impresa di semplificare, senza togliere peso o importanza, una storia che si sviluppava su tre piani narrativi differenti. Per questo Molto Forte Incredibilmente Vicino invece, prende tutto in mano Stephen Daldry, coaudivato dallo sceneggiatore Eric Roth, che con il suo The Hours aveva ben dimostrato di saper adattare materie letterarie non proprio facilissime. Spiace dire però che in questo caso fallisce completamente nel compito dimostrandosi incapace di gestire una materia delicatissima come l' attentato dell' 11/09. Quello che poteva (e forse doveva) essere uno sfondo all' impossibile ricerca intrapresa da Oskar, diventa nelle mani di Daldry un arma di ricatto puntata costantemente verso gli spettatori ai quali si vuole per forza far scendere qualche lacrima. Così, con quelle immagini terribili che sono scolpite a fuoco nella memoria di tutti utilizzate con reiterata furbizia, le vicende di Oskar perdono di forza e spessore nonostante la sua ricerca sia tutt' altro che banale e non finalizzata unicamente a tenere un legame con il padre che non c'è più. Quello che cerca sono risposte che permettano di razionalizzare quel che non può essere razionalizzato, dare un senso alla violenza, alla morte, alla perdita. Quesiti esistenziali che, tanto dalla mente di un bambino tanto da quella di un adulto, non possono essere risolti. Peccato che anche in questo ci si perda dietro troppi ritratti umani poco convincenti ad eccezione forse del vecchio muto interpretato dal grande Max Von Sidow. Ma non pensate che basti un attore veterano ed uno giovane ed esordiente dai grandi occhi blu a salvare una nave che imbarca acqua già pochi minuti dopo essere salpata.
Recensione già pubblicata su CINE20.
2 comments:
ciao Weltall
da questo film, con questo super cast mi aspettavo molto... non l'ho visto ... ma il trailer mi aveva entusiasmata
@Pupottina: a me invece aveva attirato il materiale d' origine, il libro di Safran Foer, ma il film alla fine mi ha deluso molto ^^"
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