Tra qualche anno la situazione economica americana potrebbe portare ad un vertiginoso aumento della disoccupazione e della criminalità con un conseguente collasso del sistema carcerario. Società private inizieranno a gestire gli istituti detentivi cercando un facile guadagno a discapito delle vite dei detenuti costretti a partecipare a Reality show dove in ballo c'è la libertà o la morte. Quello organizzato nel penitenziario di Terminal Island, ne è l'esempio più famoso: programma con indici da ascolto vertiginosi, Death Race è incentrato su di una corsa automobilistica dove i detenuti si sfidano fino alla morte per ottenere cinque vittorie e di conseguenza la libertà. L' ex pilota Jensen Ames, accusato ingiustamente per l'omicidio della moglie, viene trasferito a Terminal Island e "ingaggiato" dalla direttrice del penitenziario per partecipare alle gare impersonando Frankenstein, pilota leggendario molto amato dal pubblico recentemente deceduto all' insaputa di tutti. Paul W.S. Anderson, nella sua carriera di scrittore, produttore regista, ha sempre avuto una particolare predilezione per gli adattamenti cinematografici di importanti videogiochi. Un legame tanto forte che, anche quando il materiale su cui lavoro è preso da un film degli anni '70 (tra i cui protagonisti spunta anche Silvester Stallone), il buon Paul non resiste a trasformare il film in un gigantesco giocattolone tutto corse, incidenti, esplosioni, un po' di splatter, tipi truzzi che guidano auto ancora più truzze (e armate come un esercito) e qualche bella e indispensabile gnoccolona. Ma sono soprattutto le gare, spina dorsale del film, a seguire quelle dinamiche tipiche da videogames: basti pensare ai piloti che devono passare sopra degli specifici spot per attivare armi e difese delle vetture. In Death Race non c'è molto altro, anzi, non c'è proprio nient'altro: le vicende drammatiche del protagonista, la sua vendetta sono solo piccole appendici, così come i personaggi ridotti a delle macchiette. In fondo provare ad approfondire maggiormente questi due aspetti sarebbe apparso anche ridicolo, ma dispiace vedere Jason Statham, apprezzatissimo dal sottoscritto negli action Transporter e Crank (di cui si aspetta, rispettivamente, il terzo e il secondo capitolo) e unico motivo che mi ha avvicinato al film, sacrificato in un ruolo abbastanza piatto. Trascurabile quasi nel suo complesso, risulta difficile consigliarne la visione. Magari se facendo zapping lo beccate in seconda e terza serata potete anche dedicargli un po' di tempo a patto che mettiate in stand-by il cervello e vi prepariate a dimenticarlo appena comparsi i titoli di coda
4 comments:
La classica americanata...ma non sembra affatto male...
@killo: guarda, fondamentalmente è una cagatona che diverte sul momento ma che si dimentica in fretta (anche volentieri ^__*)
Avevo visto i trailer, sembrava la solita boiata americana, ma la storia degli edifici spot per attivare le armi mi intriga moltissimo!! Fa molto Wipe-out!!
@Nick: infatti fa pensare a quel tipo di videgiochi ^__^
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