THE STORY OF A CLOSESTOOL
Regia di Xu Buming
Oltre ai grandi nomi, la selezione cinese del festival conta autori minori come Xu Buming, che porta a Udine il suo film incentrato su di un gabinetto, o meglio, su di una ragazza che costruisce un gabinetto in casa sua. Così sulla carta non sembra poi questa gran cosa ma volete mettere la comodità e l'igiene della cara classica tazza di ceramica soprattutto se paragonata ai vasi da notte da svuotare e pulire ogni santo giorno? Siamo nella Cina ultra tradizionalista degli anni '80 e l'introduzione del moderno gabinetto con scarico a vasi comunicanti al posto dei classici pitali, è simbolico della voglia e della necessità (sia della protagonista che della Cina tutta) di liberarsi dai vincoli sociali. Una pellicola che si presenta con premesse così originali fa ben sperare e fin da subito appare molto piacevole. Poi, come spesso accade con i film cinesi, la narrazione procede a singhiozzo fino a sedersi del tutto portando i tempi a dilatarsi in maniera impressionante: il film avrebbe anche potuto convincere pienamente se i suoi 90 minuti di durata non sembrassero tre ore.
LOVE EXPOSURE
Regia di Sono Sion
Quelle che seguono sono le prime confuse impressioni su quello che è a conti fatti potrebbe essere considerato, senza necessità di sbilanciarsi troppo, il film più bello del festival. Giudizio del tutto soggettivo il mio ma è oggettivo invece che questo è sicuramente il film più coraggioso visto al FEFF. E considerata la selezione giapponese di quest' anno, il coraggio non è cosa da poco: tra le pellicole visionate infatti, nessuno ha raggiunto e superato i limiti come Sono Sion. Innanzi tutto questo è stato il film più lungo dell' intero festival (4 ore) risultando miracolosamente mai pesante: questo perché Love Exposure presenta una varietà incredibile di situazioni e tematiche, anche scomode, ma che un' autore come Sion non si fa problemi ad affrontare e ad esempio basterebbe citare al suo Suicide Club. E qui si parla di religione, l' ipocrisia che si nasconde spesso dietro la fede, le sette religiose (vera piaga nella Terra del Sol Levante). Il tutto unito da una storia d'amore, guardoni, combattimenti, umorismo e tanto splatter (la migliore evirazione vista in un film, alla faccia di Eli Roth). Un film che fortunatamente si eleva dal piattume dei titoli giapponesi, e non solo, visti quest' anno (se si escludono Drop e in parte Departures).
IP MAN
Regia di Wilson Yip
Terzo ed ultimo film della selezione del FEFF che avevo già visto prima della trasferta in quel di Udine (le mie impressioni a proposito le potete leggere qui) e terzo ed ultimo film per il quale e davvero valsa la pena mettersi in fila per entrare in sala. La regia di Wilson Yip, le coreografie si Summo Hung, l' agilita di Donnie Yen unite al calore del pubblico del Far East, creano un alchimia così perfetta da rendere veramente speciale la visione festivaliera del film. Praticamente invariate le mie impressioni su questo film dove i combattimenti spettacolari si sposano con una bella ricostruzione storica, sia a livello scenografico che di contesto. Considerata la nazionalità del film, la rigidità con la quale si rappresentano in maniera parziale cinesi e giapponesi, ci può anche stare senza che questa pregiudichi in alcun modo la visione. Questo perché in un film dove è il kung fu a farla da padrone, sono solo i calci e i pugni che fanno la differenza. Sicuramente il migliore (proprio perché più "completo") tra i film di arti marziali presentati in questo FEFF.
FIREBALL
Regia di Thanakorn Pongsuwan
Omadonnamiasantissima!!! “Muay Thai Basketball” recita la breve sinossi del programma del FEFF e questo basta ad accendere l'interesse per questo film. Cosa si può chiedere di più se non calci, pugni e gomitate unite alla pallacanestro? E questa pericolosa e dolorosissima versione del gioco è il cuore della quarta ed ultima pellicola dedicata al focus sui Thai Action Movies che si rivela essere, senza mezzi termini, una grandissima cagata e pure fatta male. Non è certo la banalità della storia a far precipitare Fireball nel baratro dell' inutilità cinematografica (la storia non è mai stata importante o rilevante in questo genere di film) quanto una regia deturpante che distrugge l'unico motivo d'interesse del film, i combattimenti, facendo una bella iniezione letale ad una pellicola già agonizzante. La macchina da presa traballante rende veramente difficile capire la dinamica degli scontri per non parlare poi di come questi vengono tagliati fuori dall' inquadratura in diverse occasioni. Somtum in confronto è per davvero un capolavoro.
Regia di Xu Buming
Oltre ai grandi nomi, la selezione cinese del festival conta autori minori come Xu Buming, che porta a Udine il suo film incentrato su di un gabinetto, o meglio, su di una ragazza che costruisce un gabinetto in casa sua. Così sulla carta non sembra poi questa gran cosa ma volete mettere la comodità e l'igiene della cara classica tazza di ceramica soprattutto se paragonata ai vasi da notte da svuotare e pulire ogni santo giorno? Siamo nella Cina ultra tradizionalista degli anni '80 e l'introduzione del moderno gabinetto con scarico a vasi comunicanti al posto dei classici pitali, è simbolico della voglia e della necessità (sia della protagonista che della Cina tutta) di liberarsi dai vincoli sociali. Una pellicola che si presenta con premesse così originali fa ben sperare e fin da subito appare molto piacevole. Poi, come spesso accade con i film cinesi, la narrazione procede a singhiozzo fino a sedersi del tutto portando i tempi a dilatarsi in maniera impressionante: il film avrebbe anche potuto convincere pienamente se i suoi 90 minuti di durata non sembrassero tre ore.
LOVE EXPOSURE
Regia di Sono Sion
Quelle che seguono sono le prime confuse impressioni su quello che è a conti fatti potrebbe essere considerato, senza necessità di sbilanciarsi troppo, il film più bello del festival. Giudizio del tutto soggettivo il mio ma è oggettivo invece che questo è sicuramente il film più coraggioso visto al FEFF. E considerata la selezione giapponese di quest' anno, il coraggio non è cosa da poco: tra le pellicole visionate infatti, nessuno ha raggiunto e superato i limiti come Sono Sion. Innanzi tutto questo è stato il film più lungo dell' intero festival (4 ore) risultando miracolosamente mai pesante: questo perché Love Exposure presenta una varietà incredibile di situazioni e tematiche, anche scomode, ma che un' autore come Sion non si fa problemi ad affrontare e ad esempio basterebbe citare al suo Suicide Club. E qui si parla di religione, l' ipocrisia che si nasconde spesso dietro la fede, le sette religiose (vera piaga nella Terra del Sol Levante). Il tutto unito da una storia d'amore, guardoni, combattimenti, umorismo e tanto splatter (la migliore evirazione vista in un film, alla faccia di Eli Roth). Un film che fortunatamente si eleva dal piattume dei titoli giapponesi, e non solo, visti quest' anno (se si escludono Drop e in parte Departures).
IP MAN
Regia di Wilson Yip
Terzo ed ultimo film della selezione del FEFF che avevo già visto prima della trasferta in quel di Udine (le mie impressioni a proposito le potete leggere qui) e terzo ed ultimo film per il quale e davvero valsa la pena mettersi in fila per entrare in sala. La regia di Wilson Yip, le coreografie si Summo Hung, l' agilita di Donnie Yen unite al calore del pubblico del Far East, creano un alchimia così perfetta da rendere veramente speciale la visione festivaliera del film. Praticamente invariate le mie impressioni su questo film dove i combattimenti spettacolari si sposano con una bella ricostruzione storica, sia a livello scenografico che di contesto. Considerata la nazionalità del film, la rigidità con la quale si rappresentano in maniera parziale cinesi e giapponesi, ci può anche stare senza che questa pregiudichi in alcun modo la visione. Questo perché in un film dove è il kung fu a farla da padrone, sono solo i calci e i pugni che fanno la differenza. Sicuramente il migliore (proprio perché più "completo") tra i film di arti marziali presentati in questo FEFF.
FIREBALL
Regia di Thanakorn Pongsuwan
Omadonnamiasantissima!!! “Muay Thai Basketball” recita la breve sinossi del programma del FEFF e questo basta ad accendere l'interesse per questo film. Cosa si può chiedere di più se non calci, pugni e gomitate unite alla pallacanestro? E questa pericolosa e dolorosissima versione del gioco è il cuore della quarta ed ultima pellicola dedicata al focus sui Thai Action Movies che si rivela essere, senza mezzi termini, una grandissima cagata e pure fatta male. Non è certo la banalità della storia a far precipitare Fireball nel baratro dell' inutilità cinematografica (la storia non è mai stata importante o rilevante in questo genere di film) quanto una regia deturpante che distrugge l'unico motivo d'interesse del film, i combattimenti, facendo una bella iniezione letale ad una pellicola già agonizzante. La macchina da presa traballante rende veramente difficile capire la dinamica degli scontri per non parlare poi di come questi vengono tagliati fuori dall' inquadratura in diverse occasioni. Somtum in confronto è per davvero un capolavoro.
11 comments:
Love Exposure è davvero un film miracoloso per la sua durata in relazione alla bellezza e al ritmo narrativo. X me il film del FEFF senza dubbio, almeno fra quelli che ho visto :).
IP Man devo ancora recuperarlo... spero di farlo a breve.
Un saluto
FIREBALL....
nooo...lo voglio vedere
@Chimy: infatti non credo nessuno si aspettasse un film così lungo e al tempo stesso con un ritmo così incalzante. Senza contare la ricchezza di tematiche trattate ^__^
@Killo: sulla carta infatti era molto invitante...peccato che ha tradito le aspettative ^__*
ciao
grazie per il suggerimento... Two sisters l'ho visto... non avevo capito fosse il remake...
per quanto riguarda il libro sono quasi alla fine per poter vedere Uomini che odiano le donne...
il libro è molto bello... spero lo sia anche il film
buon weekend
@Pupottina: il film è stato adeguatamente modificato ma se guardi il trailer non farai fatica ad identificare alcune scene chiave del film originale.
Per quel che riguarda Uomini che Odiano le Donne, credo che leggerò il libro prima di guardare il film ^__^
Buon weekend anche a te ^__*
Ip Man rocks oh my god!
@Evan: YEAH!!! It rocks my friend ^__^
Sono ancora a bocca aperta per Love Exposure...incredibile...
@Nick: mi sa che ci sono rimasti in tanti a bocca aperta ^__*
THE STORY OF A CLOSESTOOL
Non era poi così malvagio, magari un pò troppo lungo.
LOVE EXPOSURE
è davvero un film fuori dagli schemi non saprei come altro descriverlo, ed è sicuramente eccezionale il fatto che sia riuscito a vincere la sfida di durare 4 oresenza essere noioso o pesante, ma sempre proponendo tematiche nuove.
IP MAN
mi è piaciuto abbastanza, ma l'avevo già visto.Il maestro IP le dà di santa ragione :-)
IP MAN
Lo sò che può essere scontato, ma data l'ora tarda e la scarsa qualità del film,... ho dormito :-)
@Rosuen: insomma, praticamente ti sei addormentata quasi ogni giorno...è così??? ^__*
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