Quello di Gavin O' Connor è un film di uomini che si improvvisano eroi. Non sono santi ma nel loro piccolo cercano di fare quel che è giusto, vogliono pagare per i loro peccati rimettendo ordine nelle loro esistenze. Ma questi uomini sono diventati gioco forza anche guerrieri perché, se la vita ti prende a pugni in faccia, il minimo che puoi fare e rispondere picchiando ancora più forte. Quello di O' Connor è un film dove il riscatto personale è solo una minima parte di ciò che si cerca fuori e dentro al ring: quello per cui si combatte ha radici profonde, aggrappate ad un passato doloroso che ha lasciato ferite che non si rimargino con il tempo, le si può solo coprire con altre ferite, zigomi sanguinanti, articolazioni slogate, occhi socchiusi dai lividi. Quello di O' Connor è un film con un gran senso della misura, anche se il percorso narrativo che porta i due fratelli a ritrovarsi può sembrare forzato, anche se ci si concede qualche sbavatura sopratutto nell' utilizzo un po' furbo della colonna sonora. Ma è poca cosa davvero in confronto alla solidità con la quale si racconta una storia come quella della famiglia Conlon, distrutta da un padre violento ed alcolizzato. Sono necessarie davvero poche parole per capire cosa ha formato i due fratelli e cosa ha reso un padre odiato ed abbandonato, lasciato solo con Dio a fare i conti con il rimorso. Il resto lo fanno i corpi, i volti. E quando puoi contare su attori come Tom Hardy ed un ritrovato Nick Nolte, ti serve davvero poco altro.
Recensione già pubblicata su CINE20.
2 comments:
Concordo. L'esempio perfetto di un cinema di genere e "agonistico" senza stupidate da steroidi e con un terzetto d'attori meravigliosi.
@Noodles: non potrei davvero aggiungere qualcosa di più al tuo commento ^^
Post a Comment