Wednesday, March 28, 2012

GOONIES NEVER SAY DIE!

La recensione che potete leggere poco sotto è presente già da alcune settimane sul sito www.i-filmsonline.com (precisamente qui) con il quale ho iniziato una interessante collaborazione. Mi occupo al momento della sezione Cinema Orientale, inaugurata con le rece di "Arrietty" e "Il Buono, Il Matto, Il Cattivo", e che proseguirà anche con articoli inediti. Un motivo in più per seguirmi, ma soprattutto seguirCI.

Forse più si cresce e più si è sensibili alla nostalgia. Deve essere per questo che, scorrendo i titoli presenti nella mia videoteca, il mio sguardo si ferma sempre su quelli con i quali, non posso negarlo, ho dei legami particolari che nulla o quasi hanno a che vedere con il valore artistisco o l' importanza dei nomi coinvolti. Gonnies di Richard Donner, ad esempio, ha per me un posto unico e speciale indipendente da quello dettato dall' ordine alfabetico. Basta buttare un occhio sulla copertina ed è come guardare una vecchia foto che ritrae amici che non vedi da una vita ma con i quali condividi parecchi ricordi. A film come I Goonies devo certamente, sia il timido ma importante avvicinamento al cinema, che i primi embrionali esempi di "forum" che nascevano all' entrata di scuola o durante la ricreazione, dove le discussioni ruotavano su questa o quella scena, sulle frasi quotate a memoria, sui personaggi preferiti con i quali ci si immedesimava. Ed è proprio l' immedesimazione la carta vincente giocata da Donner e da Steven Spielberg che, ben consci del target di pubblico al quale volevano rivolgersi, mettono insieme un film d' avventura con protagonisti un gruppo di ragazzini comuni che si trovano coinvolti in rocambolesca caccia al tesoro, una discesa (letterale e figurata) nel fantastico che si cela immediatamente sotto i loro piedi, tra "tracobetti", navi pirata e banditi quasi comici e caricaturali (ma, attenzione, i veri cattivi nel film sono ben altri). Sospensione dell' incredulità a parte, terreno su cui Spielberg è stato sempre in grado di accompagnare i suoi spettatori, Goonies racconta l' avventura come rito di passaggio, un percorso alla scoperta dei primi amori adolescenziali, i primi (fortuiti) baci, ma soprattutto una presa di coscienza delle proprie responsabilità quali parti integranti di una comunità. Il tutto con una freschezza ed una semplicità che sono diventate simbolo di un modo di fare cinema per ragazzi negli anni '80 e che si è andato lentamente perdendo o che forse, semplicemente, si è evoluto di pari passo con le nuove generazioni.

2 comments:

Anonymous said...

Insieme a "chi ha incastrato roger rabbit?", "mamma ho perso l'aereo", ed a pochi altri questo era un film che vedevo a loop continuo e in maniera compulsiva,e che i miei zii non possono più guardare perché soffrono ancora dell'indigestione a cui sono stati sottoposti :)

Jived

Weltall said...

@Jived: ahahahahah capisco benissimo a che cosa ti riferisci ^__*