Monday, March 12, 2012

La donna in nero = l' horror in lutto ?

Non facile la situazione di Daniel Radcliffe e non solo perchè è stato protagonista di una saga cinematografiche lunga otto film e durata quasi dieci anni, ma sopratutto perchè quando si pensa ad Harry Potter, è al suo volto che si fa riferimento essendo diventato la controparte "fisica" di un personaggio famosissimo della letteratura per ragazzi moderna. Che fare per scrollarsi di dosso questo ingombrante alter-ego prima che diventi una carogna putrescente in grado di pregiudicare la sua futura carriera? Cambiare aria, decisamente, ed ecco che le atmosfere fantasy lasciano il posto all' horror e, appesi i panni del maghetto, ci si mette quelli dell' avvocato Arthur Kipps, vedovo con figlio, che parte da Londra diretto verso un piccolo villaggio per sbrigare alcune pratiche su di una proprietà da mettere in vendita dopo la morte dei proprietari, trovandosi però contro l' ostilità dell' intera popolazione spaventata da tragici eventi legati proprio a quella proprietà stessa. Che quella del giovane attore inglese sia stata una scelta ponderata o dettata dalla necessità di dedicarsi al più presto a nuovi progetti, non ci è dato saperlo (ma possiamo ben immaginarlo) fatto sta che bastano pochi minuti di film per capire quanto sia sbagliata: il nostro, non solo da l' idea di essere totalmente spaesato (per la serie "ma cosa ci faccio qui?") ma di non essere proprio adatto a rivestire il ruolo di vedovo tormentato o tanto meno di padre. Sarebbe ingiusto però far carico solo sul protagonista delle responsabilità sulla mancata riuscita di un film non particolarmente brillante in senso generale. Il regista James Watkins, con all' attivo il più riuscito Eden Lake e le sceneggiature di My Little Eye e The Descent Part 2, si affida questa volta allo script di Jane Goldman che, con ovvi rimandi (a voler essere buoni le potremmo definire citazioni) al più recente cinema horror giapponese, mette insieme una ghost story piuttosto canonica che non prova minimamente ad uscire dai binari del genere adagiandosi su percorsi narrativi fin troppo risaputi, puntando tutto sullo spavento e sull' atmosfera. E qualcosa riesce pure a trasmettere, specie quando si tirano in ballo bambini morti tragicamente, ma credo che sia davvero troppo poco e, spiace dirlo, lo si vorrà dimenticare in fretta. Non certo per la paura, sia chiaro.

Recensione già pubblicata su CINE20.

2 comments:

Pupottina said...

questo l'ho visto. a me è piaciuto. il film rendeva l'atmosfera cupa e nebbiosa che si avvertiva anche nel libro. il finale diverso lo ha affossato, ma per fedeltà all'atmosfera generale del romanzo non ha pecche... anche lì si era sempre in tensione per qualcosa che non accadeva...
diamo tempo all'attore... riuscirà ad affossare il mito di harry potter ... anche se aveva un trucco alla edward cullen ;-)

Weltall said...

@Pupottina: bisogna dire a suo merito che, dal personaggio di Harry Potter è certamente uscito. Non è riuscito invece ad entrare in quello di questo film.
Per il resto, non ho letto i libro ma le atmosfere sono forse la cosa che mi ha convinto di più. Rimane comunque troppo poco originale e la sua somiglianza (narrativa) con tanti horror made in Japan, non depone certo a suo favore ^^