E' tutta una questione di probabilità, come quelle che si trova davanti Adam, il protagonista di 50 e 50 di Jonathan Levine: sopravvivere alla rara forma di cancro che l' ha colpito o morire. Ed è ad un crudele gioco di probabilità che si sottopone il regista stesso nel tentare di affrontare un tema così delicato, coaudivato nell' impresa dallo sceneggiatore Will Reiser che, non si sa fino a che punto in maniera autobiografica, cerca di raccontare attraverso lo script del film la sua esperienza con la malattia, il come si affronta la vita da quel momento in avanti e il percorso di guarigione. Pur se con qualche sbavatura, forse fin troppo evidente e magari evitabile, l' operazione sembra nel complesso portata a casa con discreto successo: 50 e 50 è una commedia che parla della malattia senza particolari trappole o tranelli per il pubblico. Certo, non tutto fila esattamente liscio e le note stonate pesano specie quando si entra nella sfera della vita sentimentale del protagonista, dove si viene eccessivamente pilotati ad odiare un personaggio negativo ai limiti della macchietta. Ma si ride per fortuna, forse di più per il modo contenuto e quasi timido con il quale Adam affronta questa difficile fase della sua vita, che per gli eccessi del suo "best buddy" Kyle, interpretato da un Seth Rogen che, pur non discostandosi molto dai suoi precedenti personaggi, appare qui molto più maturo. Quello di Levine è un film che non evita però di affrontare l' argomento anche negli aspetti più difficili e dolorosi e se ci si commuove, ci si arriva per gradi, mentre seguiamo il protagonista nel suo percorso verso la realizzazione che la possibilità di non sopravvivere è qualcosa di davvero concreto e non una mera questione di percentuali.
Recensione già pubblicata su CINE20.
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